05/02/2006
Casone di Profecchia mt.1314,
Bocca di Massa mt.1816
Quando
raggiunsi solo un punto più alto mi prese l'antica voce del vento sussurrar tra
le foglie.
Allora fui foglia anch'io.
Fragile.
(
tratto da montagna vissuta a
cura di Achille Quarello)
Oggi siamo un bel gruppo,
in dieci, bel numero per ” l’Apuano” partiamo da Vallecchia in sette glia
altri tre ci raggiungeranno al Casone.
Giungiamo puntualmente alle ore 08,30 come d’accordo ma di Rossano e Luca non
vi è traccia. Intanto ci prepariamo, scarponi da neve, ghette: ci assicuriamo
di avere al seguito piccozza e ramponi. Bè noi siamo pronti ma attendiamo
ancora i ritardatari.
La Giuseppina ne approfitta per andare a fare una ricca colazione al bar, la
Franca la segue.
Finalmente arrivano li sproniamo a far presto a prepararsi e finalmente si parte
prendendo per le piste da sci.Siamo un po’ delusi perché quando siamo partiti
c’era un bel celo limpido e guardando verso le Apuane c’è ancora invece qui
ci sono dei grandi nuvoloni.
Camminiamo ai bordi della pista e devo dire che gli sciatori che sfrecciavano
non avevano uno sguardo tanto amichevole. Arriviamo al termine delle piste e
giungiamo sulla strada forestale, bè sotto un bello strato di neve c’è la
strada, la percorriamo brevemente sino ad imboccare il
sentiero n° 54.
Questo sentiero taglia più volte la strada e si snoda attraverso un bellissimo
bosco di faggi, il gelo della notte li ha trasformati in alberi di cristallo.
Raggiungiamo una abetaia da dove si può ammirare tutta la catena Apuana, un
vero spettacolo!
Il celo si stà aprendo meno male potremo godere anche di un po’ di sole.
Ci inoltriamo di nuovo nel bosco di faggi e in breve raggiungiamo ancora il
luogo dove sotto circa due metri di neve c’è la strada
forestale, così a senso ci dirigiamo verso il rifugio Cella 1314 mt. da
lì raggiungibile in pochi minuti.
Giungiamo al rifugio, questo non è proprio un rifugio ma una casa della
forestale che in estate viene adoperato dai pastori che quassù portano i greggi
al pascolo; ci fermiamo per uno spuntino, intanto diamo un’occhiata al crinale
e si nota benissimo il turbinare della neve spazzata dal vento, brutto segno.
Comunque incoraggiati dal bel sole che adesso illumina le distese innevate
ripartiamo appunto verso il crinale.
Affrontiamo la ripida salita e le folate di vento diventano sempre più
impetuose, una volta sulla cresta ci rendiamo conto che non è possibile
continuare, infatti il vento è fortissimo da non farci respirare e ci sbatte in
faccia la neve ghiacciata, non ci reggiamo in piedi. Raccolti tutti decidiamo di
ridiscendere ma Rossano che non è mai contento vuole arrivare sino a Bocca di
Massa e allora solo io, luca e Marco lo accompagniamo, ci vuole tutta la nostra
forza per vincere l’impetuosità del vento ma alla fine ci arriviamo. Restiamo
per un‘ attimo a sfidare il forte vento e poi dobbiamo scappare subito è
impossibile resistere!
Ci dirigiamo verso il rifugio dove ci attendono gli altri amici e in breve li
raggiungiamo, nel frattempo giunge una gran numero di sciatori che vorrebbero
tentare la salita ma li sconsigliamo vivamente, chi ci crede chi no.
Riprendiamo la via del ritorno e giunti alla strada che porta al Passo delle
Forbici facciamo il punto e ci consultiamo sul da farsi viene proposto di
raggiungere questo passo e la maggioranza è d’accordo i soliti Bastian
Contrario sono Luca, Sabrina e sorprendentemente la Giuseppina che a suo dire
gli duole un calcagno, secondo me sono più attirati da un bel pranzo al Casone.
Si parte verso il Passo, non vi sono difficoltà tranne che si sprofonda sulla
neve fresca e presto diventa un tormento due passi e giù, due passi e giù………
Arriviamo al Passo delle Forbici a quota 1574 mt. Per fortuna c’è una piccola
cappellina dove possiamo rintanarci e qui fare anche il nostro pranzo.
A bene cosa ci abbiamo? Formaggio, affettato, ma manca qualcosa! Il pane la
Giuseppina si è portato via anche il mio pane! Acc, maled, e ora come faccio?
Ma per fortuna che c’è sempre il buon Rossano che ne porta sempre di più,
anche se questa volta non molto di più ma comunque lo divide volentieri con me,
anche se poi me lo a rinfacciato più volte.
Comunque fa troppo freddo e non ci fermiamo come al nostro solito, decidiamo di
ripartire ma non prima di averci scaldato con della buonissima crema di
limoncello fatta da Silvia e un’altrettanto
buona grappa all’amarena portata da Franco.
In un’ora giungiamo al Casone di Profecchia dove incontriamo i nostri tre
defezionisti che con nostro sommo gaudio, soprattutto mio nei confronti della
Giuseppina, non hanno trovato posto al ristorante e si sono dovuti accontentare
di un panino seduti in macchina, bene!
L’escursione non è andata come volevamo, ci sarebbe garbato raggiungere il
monte Prado ma pazienza, le condizioni non lo permettevano proprio e per noi
l’importante è di aver passato una bellissima giornata in compagnia di veri
amici condividendo le stesse emozioni e sensazioni.
E come finire degnamente quest’escursione? Ma naturalmente con una bella tazza
fumante di cioccolata calda e panna.