10/12/2006 Monte Forato - la Fania -Colle a Iapoli

Sentieri percorsi:
- 5 bis Stazzema, termine strada interrotta a monte-Casa del Pittore-Rifugio Forte dei Marmi
- 6 Stazzema- Fonte di Moscoso-Foce di Petrosciana-Petrosciana-Fornovolasco
- 110 Foce di Petrosciana-arco Monte Forato-foce di Valli

- 7 Cardoso-Collemezzana-Foce di Valli-Passo degli Uomini della Neve-Foce del Puntone-Rifugio Rossi      -Piglionico

In auto si raggiunge il termine della strada che si stacca da quella per Stazzema, poco sotto al paese in corrispondenza di un ampio tornante, parcheggiando nello spiazzo terminale (615 m.). Sulla destra inizia il sentiero (segnavia 5/bis) con una breve rampa rocciosa per proseguire poi nel bosco fino a raggiungere un ampio spazio ed un rudere.
Superatolo si piega a sinistra per congiungerci col sentiero (segnavia 6) pochi metri al di sopra di una fonte.

Finalmente! Dopo tre mesi dedicati alla preparazione della maratona di Firenze oggi ricominciamo ad andare in montagna, tanto per iniziare decidiamo di andare su una delle montagne più suggestive delle Apuane: il Forato 1223mt. bifida vetta rocciosa (la cima settentrionale è quotata 1209 m.), caratteristica e famosa per un grande arco naturale aperto nella cresta tra le due punte.
Il foro è largo 32 m. e alto 26, lo spessore minimo dell'arco è di 8 m.; il valico al di sotto è detto del Monte forato. I raggi del sole passano attraverso il foro all'aurora e al tramonto.
L'una e l'altra delle due cime gemelle sono raggiungibili in breve e facilmente dal passo suddetto e pure facile è il percorso sulla sommità del grande ponte.La montagna presenta belle pareti calcaree sul versante di Cardoso, dove, alla base di balze rocciose intersecate da bosco, corre il segn. 124 tra la Foce di Petrosciana e Collemezzana. Sul lato della Garfagnana corre il segn. 131 tra la Foce di Petrosciana e la Foce di Valli.
Siamo solo in tre Io (Alessandro, Giuseppina e Rossano).
La giornata si presenta buona con un'aria frizzantina che finalmente sa di dicembre, il tempo sino ad ora è stato più autunnale che invernale. Partiamo ci inerpichiamo sul sentiero chiamato delle Scalette per i vari balzi che si sono formatosi con lo scorrere dell'acqua segno CAI 5bis,il terreno è ricoperto di foglie bagnate dalle abbondanti piogge dei giorni scorsi ed è abbastanza scivoloso. Adesso siamo sul sentiero n°6
, siamo su una vecchia mulattiera ancora ben conservata, mulattiera che collegava le valli della Versilia con la Garfagnana, se si scende leggermente c'è una bella fonte che potrebbe essere utile d'estate. Attraversiamo la strada che porta al bed and brekfast della casa Giorgini e con qualche curva sale ad un'altra casa La Montanina (casa a suo tempo abitata ed affrescata dal pittore Filadelfo Simi). Ci godiamo i colori caldi dell'autunno e con le foglie che stanno abbandonando i rami ci permettono di godere di uno spettacolare panorama sulla Pania e il Corchia. Proseguiamo e siamo proprio sotto il Procinto, ora immersi in una splendida faggeta, in breve siamo alla fonte del Moscoso, oggi non sentiamo il richiamo della fresca acqua ma in estate è meta obbligatoria per riempire le borracce, quindi proseguiamo ora costeggiamo per un tratto il monte Nona. Camminiamo spensieratamente e Rossano deve rifarsi dei mesi persi e d sfogo ai suoi sfottò ricambiati da me molto volentieri, la Giuesppina tra un brontolio e l'altro ci segue a distanza: " ma dove correte cavalloni, sono senza allenamento, è tre mesi che non cammino più, andate piano........!!! " seguono altre frasi coperte da beep beep. Comunque va piano ma arriva sempre.
Giungiamo alla marginetta dei fratelli Meccheri.
Seguiamo il sentiero verso destra che ci porta con poche curve alla foce di Petrosciana a 960 mt. Dalla foce si ha una splendida veduta sulla costa e spicca in primo piano il monte Procinto sulla sinistra.
Prendiamo sulla sinistra il sentiero n° 110
salendo la ripida e rocciosa cresta sud del Forato, è un sentiero abbastanza facile a condizione di non soffrire di vertigini, presenta un tratto abbastanza esposto dove si prosegue con l'aiuto di cavo metallico, se non si intende percorrere questo sentiero si può optare per un'alternativa più tranquilla: dalla foce di Petrosciana si prende  il sentiero 131, una variante che costeggia il versante orientale garfagnino del monte con vista sul versante sud della Pania Secca ed in falsopiano raggiungiamo prima una grotta e poi Casa del Monte trovando il sentiero n°12 da dove, in leggera salita  si raggiunge  il m.Forato (non prendere nell’ultimo tratto il sentiero 130 che, scendendo, ci porterebbe a Fornovolasco).
Noi saliamo senza problemi sino a raggiungere la deviazione per la ferrata Renato Salvatori e quì ci viene la voglia di cimentarsi in questa bella ferrata,breve ma bella, purtroppo siamo senza attrezzatura e facendo funzionare il cervello mettiamo a tacere i nostri sogni, sarà per un'altra volta.
Adesso ci inoltriamo nella faggeta sul versante Garfagnino seguiamo il sentiero appena sotto la cresta dove si sviluppa la ferrata e a tratti si aprono davanti a noi degli squarci nella montagna con vertiginose vedute sulla valle
sottostante. All'improvviso a quota 1160 mt. si apre davanti a noi il maestoso " Foro" un vero spettacolo della natura. Geologicamente si può dare una spiegazione di questo fenomeno con il crollo di parte del materiale più friabile che costituiva questa montagna ma a me garba credere alla leggenda che aleggia su di esso e cioè: Un tempo San Pellegrino viveva su quelle montagne dove adesso c'è il santuario pregando e facendo penitenza. Mangiava soltanto radici e bevevo acqua. Pregava e costruiva delle grandi croci di faggio che innalzava qua e la per la montagna.
Il diavolo cercava spesso di tentarlo ma non ce la faceva, stanco di sentirlo pregare tutto il giorno pensò di andare a trovarlo di persona e sistemarlo una volta per tutte. Arrivato sulla montagna dette al povero santo uno schiaffo così potente che lo fece cadere per terra tramortito. Il diavolo restò un po' lì e se la rideva a vedere il santo a terra tramortito. Ma San Pellegrino si alza e colpisce il diavolo con uno schiaffo : forte, ma così forte che quel povero diavolo prese la via attraversando tutta la valle sbattendo la testa contro i monti dall'altra parte. E passò di la, fece un foro nella montagna e cadde in Versilia. Ecco il perché del Monte Forato, il foro che c'è è quello che fece il diavolo quando San Pellegrino gli dette quello schiaffo.
Questo è quello che si dice e quello che si crede dalle persone delle Apuane!!
Sotto l'arco lo ammiriamo in tutta la sua imponenza e  da qui si possono osservare benissimo i tre paesi di Cardoso, Pruno e Volegno giù in basso nella valle.
Saliamo sulla cima nord  a quota 1209 mt. dove si
può godere di un vasto panorama che spazia dal mare, alle vette delle Apuane (particolarmente affascinante la veduta su Pania, Uomo Morto e Pania Secca), alla Garfagnana e a tutta la catena dell'Appenino tosco-emiliano.
Da quassù si vede benissimo anche il rifugio della Fania della UOEI di Pietrasanta e la casa di Lino dove sappiamo che ci sono Massimo e la Gabriella.
Gli telefono per salutarli: " Massimo affacciati e guarda quassù " Massimo: " Si vi vedo...ciao, venite alla Fania? " Alessandro tentenna, Massimo insiste  e fatica per convincerci a scendere sino laggiù.
Alessandro riprende: " abbiamo la macchina  Stazzema ci riaccompagni tu?", ancora  Massimo: " si certo" e Alessandro " va bene scendiamo!! " 
Massimo ha dovuto faticare sette camice per convincerci, ha dovuto insistere per più di dieci secondi!!!!
Scendiamo dalla vetta e ci riportiamo in prossimità dell'arco da qui seguiamo il sentiero n° 110 che conduce alla Foce di Valli sulla facile cresta detta Costa Pulita. Sia sulla cima che su questo sentiero vi sono molte trincee e cunicoli scavati nell'ultima guerra dai soldati tedeschi che presidiavano la linea Gotica che da qui passava, triste ricordo ma interessante dal punto di vista storico.
Giungiamo in quaranta minuti alla foce dove ci danno il benvenuto un gruppo di pony allo stato brado e in lontananza un bel branco di mufloni.
Giuseppina fa subito amicizia con un cavallino che non rifiuta i suoi doni alimentari.
C'è ancora un pò di strada da fare e ripartiamo subito prendendo ora il sentiero n° 7 per Colle mezzana.
questo sentiero è un pò ripido ma si percorre facilmente solo in alcuni tratti vi sono delle roccette che dobbiamo scendere con cautela ma senza nessun timore. Proseguendo troviamo un bivio sulla sinistra si scende a colle mezzana, andando dritti si va alla Fania; quest'ultimo sentiero non è ben visibile e i segni non sono ben leggibili, bisogna fare molta attenzione pena lo scendere a Colle Mezzana per poi risalire sino alla Fania allungando di parecchio il cammino.
Attraversiamo due canali, da uno in particolare esce da una sorgente un bello scroscio d'acqua cristallina, si giunge poi ad un rudere e infine in una depressione nel bosco, la risaliamo e usciamo dal bosco, siamo sui prati e in pochissimi attimi siamo alla casa di Massimo e Gabriella.
Siamo in orario avevamo detto due ore e ne sono passate una e cinquanta, più puntuali di così!
Hanno già messo l'acqua a scaldare la pasta è pronta in pochi minuti, una buona pasta aglio e olio, seguono salumi vari e formaggi, buon vino, caffè e ammazza caffè.
Neanche nei migliori ristoranti!!!
Purtroppo le giornate sono troppo corte in questi periodi e in un batter d'occhio è già l'ora di andare, aiutiamo a ripulire e ripartiamo alla volta di Colle a Iapoli, un'ultima occhiata alla Pania innondata dai raggi del sole e via si torna a casa.

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