07/05/2006 M. Gabberi

Perché gli uomini vogliono salire in alto, sulle montagne, che cosa li attira, cosa li spinge a cercare lassù, a volte pericoli e morte? La Montagna infatti anche questo richiede. L'alpinismo costa lotta e fatica, è vero, ma quelli che lo fanno cercano questa competizione . E' la passione che li porta in alto, l'amore del vero, del bello, che porta fin lassù a guardare dell'opera del Creato, fino a sentire vicina la voce dell'Eterno.
E' un desiderio di infinito, un fascino che attrae fino a non potervici sottrarre, un avvicinarsi alle stelle, un fuggire dal basso della materia. 

Il poter dire: "ecco, sono arrivato quassù" ripaga gli uomini più nobili di tante fatiche

La Culla mt. 450
M. Gabberi mt. 1108
S. Rocchino mt. 802
Farnocchia mt 650
Foce di S. Anna  a quota 830 mt. 
S. Anna di Stazzema mt. 660


Sentieri percorsi:

107 -  La Culla-Case Lecci-Vetta Monte Gabberi-San Rocchino
3 -  Capezzano-Foce Sant'Anna-Farnocchia-San Rocchino-Grattaculo-Foce del Pallone-Alto Matanna-Palagnana
4 -  Valdicastello-Case di Berna-Foce di Farnocchia-Farnocchia

Acqua alla Culla, a Farnocchia e S. Anna, varie sorgenti si trovano sul sentiero S. Rocchino - Farnocchia e da quest'ultimo a S. Anna

"sta nella cruda nudità rupestre
il Gabberi, irto qual ferrato casco"
(Le Laudi).

Oggi siamo solo in tre:  Alessandro, Giuseppina e Rossano. Decidiamo per questa bella passeggiata sul " balcone delle Apuane che è il Monte Gabberi.
 
Il Monte Gabberi (m.1108) rappresenta uno dei punti più panoramici di tutte le Apuane meridionali: infatti la sua vicinanza alla costa fa si che dalla sua vetta si possa godere di un panorama vastissimo comprendente tutta la costa tirrenica da Viareggio fino a la Spezia il lago di Massaciuccoli, il Camaiorese e lo Stazzemese e tantissime cime della catena apuana. Forma una vasta dorsale che incombe sopra la conca di Camaiore separandola dal bacino del torrente Vezza: i suoi pendii sono prevalentemente boscosi con alcuni affioramenti rocciosi, inoltre sul versante settentrionale, vicino al paese di Farnocchia, si trova un curioso monolite noto come Pietralunga del Monte Gabberi, mentre la parte orientale della montagna è meglio conosciuta come Monte Gevoli.
Ci portiamo al paese della Culla a pochi km da Pietrasanta, aquota 450 mt.
Da Pietrasanta, lungo la Via Sarzanese, si prende il bivio per Monteggiori e, dopo circa 6 Km. di strada in salita ed a tornanti, si giunge al delizioso borgo costruito su un ripido pendio, interamente circondato da uliveti. Le case e la Chiesa poggiano su strati orizzontali di roccia sulle propaggini meridionali del Monte Gabberi.
L'esiguo numero di abitanti trae le sue risorse economiche dalle varie lavorazioni, artigianali ed industriali, svolte nelle aziende della piana. Godendo di un clima fresco e ventilato, grazie all'apertura verso il mare.
Lasciamo l'auto nel piccolo parcheggio dove è possibile fare anche rifornimento d'acqua a una fontana.
Iniziamo la nostra escursione, scendiamo per alcuni metri e prendiamo una salita asfaltata che parte sulla sinistra sul muro c'è anche segnato il numero107  del sentiero per il Gabberi. Saliamo dal lato sud-ovest della montagna entrando ben presto nel bosco di lecci e faggi, non ostante la natura si sia riappropriata del territorio si notano ancora gli antichi terrazzamenti segno di una civiltà contadina qui un tempo molto presente. Transiatiamo infatti da un gruppo di case a quota 604 mt.: le case Lecci vicino a queste case vi sono stupendi esempi di ingegno umano: vaschette scavate nella pietra e pozzi di raccolta d'acqua piovana, vere opere d'arte rurale minore.
Salendo arriviamo a delle gradonate  e aggiriamo
due torrioni calcarei torniti da Eolo e transitiamo presso un riparo sotto una  roccia. Superato lo storico passaggio delle Piastre, che consente di valicare la bastionata, si giunge a circa 950 mt. ad una stupenda mensola belvedere incisa. E' la balza dei Pennati, così chiamato per le numerose figure scolpite nella roccia, in prevalenza attrezzi adunchi usati dai contadini appunto i pennati o roncole.
Si sale ancora nel bosco lussureggiante in questa stagione, le fioriture sono numerose e un gradevole profumo ci giunge alle narici. Anche la vista, oltre che all'olfatto e gratificata, infatti distese di  giunchiglie o narcisi e primule odorose ci inondano dei loro profumi e e dei loro colori.
Siamo quasi sulla vetta, già si vede la croce che è sulla vetta, percorriamo il sentiero su rocce e ben presto vi arriviamo.
Dalla vetta, un vero balcone sul Tirreno, infatti lo sguardo si apre  da Livorno al golfo della Spezia, dalla piana del camaiorese a quella dello stazzemese, il lago di Massaciuccoli e molte montagne delle Apuane tra tutte spiccano Le Panie, il
Forato, il Procinto e il  Matanna.
Restiamo per un pò a goderci del panorama che ci è davanti, peccato che oggi c'è foschia e non si vedono le isole dell'arcipelago toscano e la Corsica, uno spuntino e si riparte scendendo dal versante opposto verso la località S. Rocchino.
Scendiamo  ancora nel bosco, superiamo una casa e poco dopo incontriamo i loro proprietari che settimanalmente vengono sin quassù da Tre Scolli. Da questa parte del sentiero i segni non sono molto evidenti, ci sono ma bisogna fare molta attenzione.

In circa quaranta minuti giungiamo alla Foce di San Rocchino (m. 802) sulla piazzetta dove c'è il piccolo oratorio di S. Rocco, sulla sinistra la strada sterrata che giunge dal paese di Pomezzana.
Dopo una breve sosta ritornando sui nostri passi, imbocchiamo il sentiero segnavia 3 per Farnocchia. Seguendo, sempre in discesa, il sentiero si toccano alcuni casolari e si raggiunge in circa un'ora  l'abitato di Farnocchia
Farnocchia - mt 650
Situata  in mezzo ad ampie vallate di castagneti, è molto apprezzata da turisti e villeggianti per l'aria fresca e pulita che è possibile respirare. Permette di vedere e ammirare stupendi panorami ed i monti più belli delle Apuane: Matanna, Procinto, Forato, Pania Secca, Pania della Croce, Corchia, posti a Nord ed Est, mentre a Sud, con una breve camminata, può essere raggiunto il Monte Gabberi da dove è possibile vedere, la fascia costiera compresa tra il Golfo della Spezia e Livorno e in presenza di bel tempo anche l'isola Gorgona.
A Farnocchia, è presente la chiesa, intitolata a S. Michele Arcangelo, la cui struttura originaria risale a prima del Mille.Nell'interno possono essere ammirati un grazioso fonte battesimale, un monumentale organo,  l'altare del Rosario, con le stupende formelle in bassorilievo raffiguranti le 15 poste del rosario, l'Ultima Cena, ed altro ancora. Durante l'estate vengono organizzate diverse sagre gastronomiche e manifestazioni.
Anche quì una breve visita al paese e poi ripartiamo alla volta di Sant'Anna. Decidiamo di percorrere tutto il tratto che ci manca ad arrivare prima di pranzare in quanto questo è l'ultimo tratto di vera salita.
Attraversiamo i versanti di nord est del monte Lieto valicandone i crinale in località il Castagno a quota mt. 802
Giungiamo sulla parte sommitale del sentiero e di nuovo scorgiamo il mare, ora siamo in discesa, superiamo le falesie del Lieto dove numerosi alpinisti si allenano sulle pareti della " palestra" di questa montagna. Infine giungiamo alla Foce di S. Anna  a quota 830 mt. posta tra il monte Lieto e il  monte Rocca.
Adesso è proprio ora di fare un meritato pasto. Tiriamo fuori un pò di tutto come è nostra abitudine, perlomeno del nostro gruppo, di certo non ci facciamo mancare nulla. Ad un tratto la Giuseppina tira fuori una bella crostata alle more con molta marmellata di more. ce la dividiamo in tre, ottima! E Rossano? Rossano per non restare in dietro tira fuori una bella macedonia. Ora ci vuole il digestivo e allora via con liquorini nostrani, oggi si degusta il liquore del canonico e creme di limoncello.
A malincuore ripartiamo, in pochi minuti raggiungiamo S. Anna.

Sant'Anna.
- mt 660
E' un piccolo Villaggio situato in una conca naturale, dominato dal Monte Lieto  e dal Monte Gabberi; E' divenuto tristemente noto per il massacro di 560 persone compiuto dalle truppe naziste il 12 Agosto 1944. Dal borgo parte il canale dei Mulini che si allunga fino a Valdicastello, paese natale di Giosue' Carducci. Intorno al paese di Sant'Anna, vi sono parecchie borgate e case sparse che prendono nomi diversi: Monte Ornato, l'Argentiera, Vallecava, Vaccareccia, i Bambini, il Moco, il Colle, Fabbiani, Sennari, le Case di Berna, Vinci, Franchi, le Case, il Pero, i Merli, i Coletti e piu' giu', verso Valdicastello, i Mulini. Facente parte, anticamente, del comunello di Farnocchia, di cui ne costituiva l'alpeggio, divenne in seguito luogo di abituale permanenza. Sul Colle di Cava s'innalza il Monumento Ossario che raccoglie i resti dei 560 Martiri. L'opera in pietra locale, realizzata nel 1948 su progetto dell'Arch. Tito Salvatori accoglie, sopra la fossa comune, una scultura di Vincenzo Gasperetti che rappresenta una giovane madre che stringe teneramente al petto, nell'abbraccio di morte, la figlioletta uccisale. A Sant'Anna, Riconosciuta come Centro Regionale della Resistenza, vi è stato costruito un Museo Storico.
 Il paese e i suoi dintorni sono inseriti  nel "Parco della Pace "
Cu portiamo nella piazza del paese e sulla sinistra dove vi sono dei vecchi lavatoi, parte il sentiero n° 4 per Valdicastello, all'inizio il sentiero è in pessimo stato fino al  bel ponte in pietra è interamente infrascato. poi però torna ad essere pulito, siamo in un bellissimo bosco in prevalenza a castagni. Scendiamo molto costeggiando il rio che lo percorre con l'acqua di un color ruggine che tinge tutte le rocce segno di presenza di ferro nella roccia, infatti nel
periodo mediceo le escavazioni minerarie erano molto  intensiva, e si sono protratte fino nel secolo IXX° per terminare nel 1990 con la dismissione degli impianti di Rezzaio della Società EDEM, acquisiti recentemente dal Comune di Pietrasanta e per i quali esiste una proposta di riuso come parco archeominerario.
Giungiamo infatti al bacino del Pollone sul lato destro orografico della valle
sede di interessanti reperti e numerosi imbocchi di gallerie per l’estrazione di piombo e bario. Poco dopo sulla sinistra parte un sentiero, non segnalato, quest'ultima volta su una pianta c'era ancora una freccia che indica una vecchia gara podistica che si teneva da queste parti " ai cinque campanili" o qualcosa del genere.
Percorriamo ques'tultimo sentiero con la consapevolezza che prima o poi il bosco si riapproprierà anche di questo sentiero che ormai pochissimi frequentano e nel giro di mezzora giungiamo nuovamente al paese della Culla.