Monte Sagro 20/08/2006
Mentre gran parte degli "Apuani"
ha deciso di andare al mare, ( non ci si capisce più niente!!) noi quattro:
Alessandro, Giuseppina, Luca e Sabrina abbiamo deciso anche per questa domenica
di andare ancora a zonzo per le nostre Apuane e la scelta è caduta sul monte
Sagro.
L'ambiente si trova nella più famosa località
delle Alpi Apuane di Massa Carrara da dove si ha una veduta unica che abbraccia
il golfo di La Spezia, la valle del Magra, le Alpi Marittime fino al Monviso e
al di là del mare la Corsica e l'isola d'Elba. Da quì si può anche apprezzare
la vista del più grande bacino marmifero del mondo. L'imponente massiccio del
Sagro domina l'estremità occidentale delle Apuane, sorge in posizione isolata a
lato della dorsale principale della catena. E' un'acuminata punta a forma di
grossolana piramide triangolare, un fulcro roccioso da cui si originano a
raggiera tre distinte valli. Il fianco nordorientale, rivolto verso la Lunigiana,
chiude a sud la Valle di Vinca, quello sudorientale costituisce la testata del
Canal Regollo, nel massese, mentre il terzo guarda a sudovest, affacciandosi sui
bacini marmiferi di Carrara.Durante la salita, priva di particolari difficoltà,
si ha modo di osservare lo stato di degrado causato dall'estrazione del marmo effettuata
sia lungo le pendici del monte Sagro che alla base del versante del
monte Borla, a questo prospiciente. Gran parte delle cave sono oramai
abbandonate da tempo, purtroppo senza che ne sia stato previsto nessun piano di
ripristino ambientale, e ora si sfruttano soprattutto gli antichi ravaneti per
produrre granulati. Il monte Borla, seppure di più modesta altezza (m. 1469)
presenta notevoli ed interessanti caratteristiche ambientali e panoramiche. Da
ricordare la presenza di un endemismo che vive solo in una ristretta area di
questo monte: la Centaurea montis-borlae di cui è nota una solo stazione in
prossimità del piazzale di Foce di Pianza.
L'
itinerario trova il suo punto di
partenza da Foce di Pianza località a cui si perviene da Carrara: qui al ponte
sul Carrione si svolta a destra per Gragnana (m. 219), si oltrepassa questo
paese giungendo a Castelpoggio (m. 547) e quindi si prosegue fino a che, appena
prima del valico della Spolverina, quota 655, si prende decisamente a destra per
la carrozzabile che porta a Campo Cecina. Si oltrepassa il valico della
Gabellaccia, così detto perchè qui esisteva una dogana di confine fra il
Ducato di Massa-Carrara (estense) e il territorio di Fivizzano (Granducato di
Toscana) per pervenire al Colle dell' Uccelliera, m. 1230, dove è assolutamente
obbligatorio fare una sosta nell'ampio piazzale: infatti a destra ci si può
affacciare e abbracciare con lo sguardo il bacino marmifero di Carrara, uno
spettacolo veramente impressionante che lascia senza fiato.
Riprendiamo la strada per Foce di
Pianza (m. 1279) dove giungiamo in breve tempo: davanti a noi il Sagro (m. 1749)
con il bacino delle cave, sulla sinistra il monte Borla (m. 1469) e sulla destra
i monti Maggiore (m. 1396) e Spallone (m. 1650).
Qui lasciamo la machina e ci prepariamo per l'escursione.
Prendiamo il sentiero che vediamo segnato proprio vicino al parcheggio e
ci dirigiamo verso Sud Est; sotto di noi
,su entrambi i versanti si aprono delle impressionanti cave e in particolare
volgendo lo sguardo verso il mare si vede l’enorme bacino marmifero di Campo
Cecina.
Giungiamo in breve a un bivio abbiamo lasciato a sinistra il segnavia 173 che
prenderebbe il sentiero per la " direttissima" al Sagro e
si segue il 172, che continua a salire lungo la cresta dove vi sono dei passaggi
su roccette non pericolosi ma da affrontare con la dovuta attenzione;
raggiungiamo poi un
boschetto di faggi e poi la Foce della Faggiola (1464 m), in questo punto
numerose sono le presenze di trincee e ricoveri che ci ricordano quel triste
evento che fu l’ultimo conflitto mondiale dove vedeva attestate su queste
montagne le truppe tedesche a difesa della “ Linea Gotica “.
Da adesso il sentiero è comodissimo e senza nessun problema se non la salita,
attraversiamo dei bellissimi prati e poi il sentiero sale ancora su
inesorabilmente sino alla vetta della montagna (1749 m; 2 h da Pianza) dove il
volto di una splendida scultura della Madonna ci dà il benvenuto.
Dalla vetta del Sagro (m. 1749) il
panorama di cui godiamo è talmente affascinante che solo chi sia salito su
questa vetta ne può dare testimonianza perché nessuna immagine televisiva o
fotografica lo può descrivere: a sud la città di Carrara e il Mar Tirreno con
lo sguardo che abbraccia tutta la Versilia e foschia permettendo le isole di
Capraia, Elba e Corsica. Mentre a nord il Pizzo d’Uccello e il Grondilice, con
il Pisanino che sbuca dietro quest’ultimo; a est il Contrario, il Cavallo, la
Tambura e le altre cime delle Apuane fino alla Pania e all’Uomo Morto; a ovest
tutta la Lunigiana: uno spettacolo da mozzare il fiato.
Per un pò tutto questo spettacolo si apre davanti ai nostri occhi tranne che
sul mare perché una coltre di nuvole si sta addensando e sembra che vengano su
verso di noi.
Per un pò restiamo a goderci il panorama ma con l'avvicinarsi delle nuvole e il
vento sostenuto che c'era siamo dovuti ridiscendere.
Una volta giunti alla Foce di Pianza visto che era ancora presto abbiamo deciso
di portarci al rifugio Carrara.
Attraversiamo il piazzale dove abbiamo parcheggiato l'auto e notiamo subito
i segni rossi con il numero 173 lo imbocchiamo si prosegue per rocce e detriti
di cava e quando giungiamo infine nel bosco di faggi tiriamo un sospiro di
sollievo, stiamo aggirando il monte Borla a mezza costa e quindi senza troppa
variazione di quota, nel bosco abbiamo anche dato un'occhiata, se tante
volte la fortuna ci sorrideva, per trovare dei bei porcini ma non ci è andata
beneu.
Usciti dal bosco ci troviamo in un tratto in discesa che porta su dei bellissimi
prati dove molti gitanti vanno a fare i pic nic, li attraversiamo e rientriamo
in una faggeta, giungiamo a una piccola cappella e successivamente al rifugio
Carrara.
Il sole fa capolino tra le nuvole, dobbiamo aspettare una mezz'ora prima di
pranzare e ce ne stiamo come lucertole a grociolarci al tepore dello stellone.
Ci chiamano, è pronto, il servizio è buono anche la qualità ma la
quantità...... in compenso uno dei gestori ci fa assaporare diverse qualità di
grappe aromatizziate da lui e non sono niente male; un pensiero ci viene alla
mente visto che dopo di noi è andato ad un'altro tavolo: ma alla sera chi ce lo
riporta a casa? Altro che palloncino quello ci gonfia tutta una mongolfiera
intera!
Bè! noi ci rimettiamo comunque in cammino e rifacendo l'ultimo tratto
all'inverso ci riportiamo ala Foce di Pianza e saliti in macchina ci dirigiamo
verso casa? Ma no! O meglio si ma non prima di esserci fermati a Turano a una
delle nostre gelaterie preferite.