11/12 agosto 2007 Lago di Gramolazzo e Monte Grondilice (1805mt.)


Il monte Grondilice si trova nelle  alpi Apuane tra la Cresta Garenerone e il Monte Contrario dal quale è separato dal Passo delle Pecore



                      Vista dalla vetta del Grondilice sul Pisanino, Zucchi di Cardeto, Cavallo e Contrario

Percorso: Val Serenaia, Foce di Giovo Finestra del Grondilice, Vetta del Grondilice Segnaletica: biancorossa CAI segnavia 37, 37bis, 181, 179, 186
Dislivello: m 65 Tempo di percorrenza: 5 ore circa
Classificazione: E,  EE per il tratto della salita alla vetta Punti sosta: Rifugio Orto di Donna a cava 27
Acqua: :Al rifugio Donegani e al Rifugio Orto di Donna Periodo consigliato: dalla primavera all'autunno in assenza di neve e/o ghiaccio

 Quest'anno non ci troviamo con le ferie nel momento giusto e l'annuale campeggio a Gramolazzo  lo facciamo solo di un giorno e mezzo, pazienza meglio che nulla!

Dunque il giorno 11 partiamo alla volta di Gramolazzo dove abbiamo prenotato presso il campeggio Lago Paradiso, per giungervi da Pietrasanta si prosegue per Seravezza e poi  per Castelnuovo di Garfagnana, Piazza al Serchio, Gramolazzo, Gorfigliano. ( Cartina come arrivare
La struttura, ampia ed accogliente, si trova presso il paese di Gorfigliano, nel cuore del Parco delle Alpi Apuane, sulla riva del Lago di Gramolazzo, ai piedi delle pendici del Monte Pisanino, ad una quota di 690 m. s.l.m. È immerso in un paesaggio di eccezionale attrattiva, ricco di storia, tradizioni e cultura.
Appena giunti piazziamo le nostre tende con più o meno perizia, devo dire che lo spazio a nostra disposizione non era molto quindi ci siamo ritrovati un pò accalcati.
Intanto si fa sera e ci prepariamo per la cena una vera cena in spirito "Apuano" cosa non c'era su quei tavoli!! mangiare e da bere in un vero pranzo luculiano. 
Ridendo e scherzando facciamo le ore 23,00 e i primi mormorii di protesta dalle tende vicine si alzano, non vogliamo disturbare nessuno e ci prepariamo per la notte con il timore che essendo così vicini il russare di alcuni non avrebbe fatto dormire gli altri, così non è stato ci siamo calati subito in un profondo sonno, accompagnato dal russare e contrussre di....non facciamo nomi che è meglio!
Al mattino ci svegliamo abbastanza presto, insomma!! Facciamo colazione con calma al bar tanto dobbiamo aspettare Franco.
Ed eccolo che arriva puntuale come sempre con lui siamo in dieci.
Partiamo alla volta di Orta di Donna in Val Serenaia a poca strada da Gramolazzo.
 Si prende la strada per Aulla e giunti prima di una galleria si gira  sinistra inoltrandoci nella incantevole conca di origine glaciale racchiusa tra i monti Pisanino, Cavallo, Contrario, Grondilice, Cresta Garnerone, Pizzo d'Uccello, Capradossa La strada percorre la valle per circa 5 chilometri attraversando incantevoli faggete. Si giunge nella splendida valle Serenaia ai piedi del Pisanino e salitidi un tornante arriviamo nei pressi del Rifugio Donegani 1150 metri, quì dobbiamo lasciare le auto in quanto la strada  è sbarrata.
Proprio davanti al rifugio Donegani, parte il sentiero n° 37 lo imbocchiamo, purtroppo è troppo breve e ben presto ci ritroviamo sulla marmifera tra diverse cave: se devo dire la verità non è che siano un grande spettacolo sia per il deturpamento selvaggio che vi è stato fatto e per l'abbandono in cui si trovano con rifiuti di tutti i tipi. 
Avevamo intenzione di arrivare a Cava 27 per la strada facendo un giro un bel pò più corto ma come spesso avviene i buoni propositi vengono subito abbandonati e notando un segnavia n° 37 bis che ci conduce a Foce a Giovo, località che non avremmo dovuto toccare, ci facciamo tentare per esplorare questo nuovo sentiero, per la verità pensavamo che ci conducesse al vecchio sentiero n° 37 visto che il fronte di cava è avanzato ma come avremmo potuto constatare più tardi per portarci ci porta ma con un giro lunghissimo. 
La sbarra da dove parte il vecchio sentiero è a pochi metri da noi prendiamo quello sicuro o questo nuovo? Neanche a dirlo certamente quest'ultimo.
Va bene partiamo, il segnavia indica che è per esperti ma tranne dei paletti con cavo all'inizio non presenta nessuna difficoltà, a cosa serviranno quei paletti non si capisce perché veramente non c'è nessun pericolo; comunque ci sono e tante grazie a chi si è prodigato per migliorare i sentieri, ce ne fossero di persone che si prodigano a questo modo!
Saliamo costeggiando il bordo di cava sino ad entrare nel folto bosco di faggi, meno male un pò d'ombra! avanziamo su è giù e man mano che progrediamo ci accorgiamo di quanto è lungo questo sentiero.
Ora giungiamo ad una mulattiera e riconosciamo il sentiero n° 181 per Foce a Giovo
.
Proseguiamo in salita ma all'ombra dei faggi e in meno di un'ora siamo alla  Foce a Giovo (m. 1500) un'ampia sella erbosa e ottimo punto panoramico sulla Val Serenaia, e sull'Appennino, ad est e sulla Valle di Vinca e il mare ad ovest. Davanti a noi si staglia la mole del Pisanino, guardiamo con rispetto la Bagola Bianca, il crinale che abbiamo percorso alcuni anni fà e da qui ci rendiamo conto che è stata una bella impresa e con una punto d'orgoglio la raccontiamo a chi non c'era, dietro di noi il Pizzo d'Uccello.

 
Un attimo di riposo e ripartiamo prendendo il sentiero n° 179 in direzione per il Rifugio del Parco delle Alpi Apuane  Orto di Donna a Cava 27 .
Ben presto rientriamo nel sentiero che procede in piano o quasi in alcun punti è bene richiudere i bastoncini ma niente di più!
Incrociamo un nuovo sentiero che sale da Cava 27, il n° 186 da prima sempre dentro la faggeta e poi ne usciamo per inerpicarsi su un'aspra salita.
Man mano che ci avviciniamo alla finestra del Grondilice notiamo con disappunto che il celo si stà chiudendo e le vette sono incappucciate, io, Rossano e Franco arriviamo per primi e in basso notiamo che Franca, Grazia e Sabrina ne hanno abbastanza. Ci raggiungono l'inossidabile Giuseppina, Mario, Aldo e Luca.
La Finestra devono averla lasciata aperta in quanto c'è una corrente d'aria freddissima che ci obbliga a indossare i pile, con disappunto degli ultimi arrivati partiamo subito per la vetta.
prendiamo il sentiero sulla destra, una freccia e una scritta "Vetta "indicano la direzione poi solo alcuni segni azzurri o verdi ormai sbiaditi.
La salita alla vetta è molto breve vi ci si arriva in quindici,venti minuti, è una salita di primo e forse in alcuni punti anche di secondo, forse, se c'è difficoltà è nell' esposizione e nel terreno molto spesso sdrucciolevole a causa di ghiaia molto instabile, a questo punto vale la pena raccomandare di fare attenzione a non far cadere sassi e nel qual caso dovesse succedere avvisare sempre anche perché sotto passa il più frequentato sentiero che giunge da foce Rasori.
Giungiamo in vetta ( 1805 mt.) di dieci escursionisti ne siamo giunti in cinque, ci dispiace che non tutti possono gioire di questa salita ma come ci diranno dopo non è che ne abbiano sentito la mancanza.
Da quassù ci sarebbe un bel panorama su tutto l'arco delle Apuane Settentrionali e in particolar modo sulle "gobbe" del Cavallo, La Cresta Garnerone e la bellissima Val Serenaia, è si! Ci sarebbe perché le nuvole si sono addensate tutte su queste valli, abbiamo la vista solo sulla cresta della Natta piana e del Pizzo d'Uccello tutto il resto è immerso nella nebbia, un vero peccato specialmente per Aldo che non c'è mai stato.
Vogliamo scendere subito ma Mario non sente storie e non parte se non magia prima una pesca ma poi si decide anche lui, scendiamo tranquillamente senza patemi, solo la Giuseppina si lamenta di avere le gambe corte per questi appigli ma anche lei scende senza problemi.
Giungiamo così alla Finestra e poi ci ricongiungiamo alle amiche che ci attendono più in basso.
Bhè è ora di tornare indietro, dobbiamo raggiungere il rifugio Orto di Donna e  poi attraverso la strada della marmifera le auto che sono al Rifugio Donegani.
Ma giunti al bivio con il sentiero che ci avrebbe condotto direttamente al rifugio a Franco viene l'idea di prendere il sentiero di cresta che porta al Passo delle Pecore, questa cresta è abbastanza esposta e alcuni di noi indugiavano a passare in certi tratti, visto che perdevamo molto tempo abbiamo deciso di tagliare tra paleo e resti di antiche cave per scendere direttamente alla Cava 27.
Questo ultimo pezzo non è che sia stato molto agevole ma comunque arriviamo tutti a destinazione senza problemi.
Ora siamo sulla marmifera e dobbiamo pensare solo a scendere su questa via polverosa e sdrucciolevole, siamo circondati da monti stupendi ma la vista delle cave e dei ravaneti ci disturba alquanto, ma non smettono mai di scavare?
Finalmente siamo al Donegani, e risaliamo in auto per tornare al campeggio.
E già molto tardi e dobbiamo ancora pranzare, ci posizioniamo subito sotto gli alberi e diamo sotto alle provviste che sono state belle abbondati, affettati, formaggi, insalatone, melanzane grigliate e vino, tanto; terminiamo con dolci e cocomero.
Ecco è arrivata inesorabile l'ora di ripartire, dobbiamo ripiegare le tende e rifare i bagagli, saliamo in auto e via ripartiamo alla volta della Versilia ma dandoci già appuntamento per mercoledì prossimo, ferragosto per altro pranzo ed escursione annessa.

Foto escursione

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