Come
si arriva:
S.S. 1 Aurelia, uscita San Vincenzo nord, San Vincenzo sud, Piombino-Campiglia
Marittima e seguire le indicazioni per Campiglia Marittima.
Info:
- Parchi della Val di Cornia
Tel. +39 0565 226445
Fax +39 0565 226521
www.parchivaldicornia.it
prenotazioni@parchivaldicornia.it
-
Apt Costa degli Etruschi
Tel. +39 0586 204611
Fax +39 0586 896173
www.costadeglietruschi.it
info@costadeglietruschi.it
Il parco archeominerario di S. Silvestro
è situato alle spalle di Campiglia
Marittima e del promontorio di Piombino,
il parco si estende su un’area di circa 450 ettari.
I percorsi di visita si snodano tra musei, gallerie minerarie, un borgo
medioevale di minatori e fonditori fondato circa mille anni fa, e sentieri di
interesse storico, archeologico, geologico e naturalistico.
La visita del Parco inizia dal museo dell’Archeologia e dei Minerali,
presso l’edificio della Biglietteria, e prosegue, con una guida esperta, nella
Miniera del Temperino, alla scoperta dell’evoluzione delle
tecniche di ricerca ed estrazione dei minerali e della bellezza e fascino del
mondo sotterraneo.
Uscendo dalla Miniera si sale verso l’area di Pozzo Earle,
dove gli allestimenti dei Musei delle Macchine Minerarie e dei Minatori
raccontano al visitatore gli ultimi decenni di storia mineraria.
Si arriva così alla visita in treno della Galleria Lanzi-Temperino,
ripercorrendo il tragitto dei minerali, dalle miniere della Valle del Temperino
agli impianti di trattamento della Valle dei Lanzi.
All’arrivo del treno in Valle Lanzi, i visitatori possono infatti notare
impianti minerari che, nati per la flottazione del minerale, furono riconvertiti
in impianti per la frantumazione del calcare.
Sullo sfondo di Valle Lanzi spiccano i resti della medioevale Rocca San
Silvestro, che rappresenta il cuore del Parco e della sua visita.
Il territorio del Parco Archeologico
Minerario di San Silvestro comprende il sistema collinare a
nord di Campiglia Marittima, è ricco di giacimenti di rame, piombo, argento,
zinco e marmi pregiati. I segni lasciati sul terreno sono frutto di secoli di
lavorazione mineraria dal periodo etrusco fino ai nostri giorni (anni '70), ed
il patrimonio minerario e mineralogico, quindi, è ancora oggi notevole e
consistente grazie ai circa 30 km di gallerie per la maggior parte
percorribili e di particolare pregio. Inoltre sono visibili pozzi di
estrazione ancora adesso azionati da un argano funzionante con castello, che
permette l'accesso nel sottosuolo, ed edifici minerari. Il paesaggio che
appare davanti ai nostri occhi è uno straordinario archivio all'aperto dove
è possibile ripercorrere la storia dell'uomo che si dispiega nei suoi
villaggi minerari, negli impianti delle Laverie del minerale, nei forni
fusori, nelle vecchie ferrovie, nei sentieri e nelle evidenze monumentali del
Parco, negli imponenti resti dei villaggi minerari come quello medievale di
Rocca San Silvestro o quello degli inizi del secolo della società Etruscan
Mines a Campo alle Buche.
Grazie a questi "segni" si possono distinguere quattro grandi
periodi di attività di estrazione che si sono alternati a momenti di assoluta
perdita della memoria "mineraria", tanto evidente che per ogni
ripresa si è trattato di una vera e propria riscoperta delle ricchezze del
sottosuolo. I periodi di sfruttamento si riferiscono all'età etrusca e romana
(VII-I sec. a.C.), l'età medievale (fine X-XIV sec.), l'età moderna (s.m.
XVI sec.) e per ultimo all'età contemporanea (XIX-XX sec.). Un'emergenza
storica particolare è il castello di Rocca San Silvestro la cui imponenza
monumentale e stato di conservazione ha permesso di ricostruire uno spaccato
di vita quotidiana nel medioevo, caratteristico di un insediamento a forte
impronta signorile e feudale per lo sfruttamento dei minerali di rame, piombo
e argento.
Dai dati di scavo è stato possibile collocare cronologicamente la sua
fondazione nel corso del X secolo, mentre la prima menzione documentaria è
del 1004. L'economia era specializzata nell'estrazione mineraria e nella
produzione dei metalli. Il particolare stato di conservazione degli elevati ed
il sicuro totale abbandono nel corso del XIV secolo, fanno del castello di
Rocca San Silvestro un eccezionale documento attraverso il quale è possibile
evidenziare l'organizzazione della vita e del lavoro minerario in un villaggio
medievale
L'escursione:
A causa, forse, delle brutte previsioni meteo ci troviamo davanti alla sede solo
in sette, aspettiamo un pò ma poi, evidentemente, capiamo che non arriverà
più nessuno. Pazienza ci riuniamo in due auto e partiamo alla volta di
Campiglia Marittima.
Poco prima del paese evidenti indicazioni ci indicano l'entrata del parco.
Entriamo e ci stupiamo che il parcheggio è ancora vuoto, ci dirigiamo verso la
biglietteria e qui capiamo il perché delle assenza di visitatori un biglietto
attaccato alla porta ci avvisa, un pò in ritardo, che oggi il parco riamane
chiuso a causa della prematura morte del fondatore del parco il prof. Riccardo
Francovich.
Ci dispiace per questa brutta notizia ma avremo voluto sapere in anticipo della
chiusura tanto più che avevamo preso accordi telefonici lasciando il nostro
recapito.
Non fa niente, non ci scoraggiamo e prendiamo la cartina e l'itinerario
scaricato da internet e iniziamo a percorrere i sentieri cominciando dalla via
del Temperino
Questo primo itinerario dura circa 20 minuti e ci conduce dall'uscita della Miniera del Temperino ai Musei del
Parco, purtroppo dobbiamo sbirciare solo dalle porte a vetri in quanto chiuse, ricalcalcando in parte il percorso della ferrovia che serviva per il trasporto
del minerale nei primi anni del secolo scorso. Le grandi discariche di materiale
di scarto visibili lungo questa via testimoniano secoli di coltivazione
mineraria.
Saliamo verso l'area del Pozzo di Earle anche qui naturalmente tutto chiuso
possiamo vedere solo vecchi vagoncini che servivano per il trasporto del
materiale e l'unico pozzo ancora in piedi che serviva per scendere nelle profondità.
Proseguiamo per sentieri immersi nel fitto di boschi in prevalenza di querce da
sughero e molti olivastri belle anche le fioriture di ciclamini, orchidee, iris
e svariati altri.
Nel nostro tragitto troviamo anche molti manufatti molto antichi tra questi una
interessante polveriera ancora ben conservata del 1800. innumerevoli i pozzi
d'estrazione molti dell'epoca etrusca. Di tanto in tanto ci soffermiamo ad
ammirare anche il panorama in lontananza, e davanti a noi si pone il bellissimo
paese di Campiglia M. adagiato su dolci colline e sembra un quadro
dell'ottocento, peccato per quelle ciminiere . Marco poi è alla continua
ricerca dell'isola d'Elba, dove sara'? bho!!
Seguiamo poi per la Via
delle Ferruzze dall'uscita della Miniera del Temperino porta alle Laverie di Valle Lanzi. Si
snoda lungo la linea dei filoni metalliferi e consente di osservare le
principali emergenze archeominerarie dell'area, dalle imboccature delle miniere
antiche e medievali, alle suggestive cave a cielo aperto, dai resti dei pozzi di
estrazione, alle gallerie di ribasso. I colori dominanti sono il giallo e il
rosso delle discariche minerarie ormai abbandonate e seminascoste dalla
rigogliosa vegetazione della macchia mediterranea.
Seguiamo le indicazioni per la Valle dei Lanzi, imbocchiamo il sentiero e subito
incrociamo dei grandi pilastri all'inizio ci domandiamo a cosa servissero e poi
con l'aiuto della documentazione capiamo che si tratta del " piano
inclinato degli inglesi" che serviva per trasportare il materiale da
miniere non servite dal trenino.
Seguendo questa valle si passa per i pozzi di estrazione medioevali, gli
interventi medicei e i grandi impianti della società mineraria inglese Etruscan
Mines. Il suo nome è un ricordo dei lavori minerari del XVI secolo: i minatori
tedeschi erano infatti chiamati "i Lanzi".
Giunti alla Valle dei Lanzi notiamo subito dove ci avrebbe condotto il trenino
che partirebbe dalla miniera del Temperino.
Questa è la zona delle Laverie di Valle dei Lanzi., complesso che veniva usato
per separare i minerali con il metodo della " flottazione" e oggi
convertiti per la frantumazione del calcare.
Il metodo della flottazione, sorto per realizzare l'arricchimento di minerali
metallici, venne applicato inizialmente ai solfuri di rame, piombo e zinco;
oggi, è esteso a quasi tutti i minerali metallici e non metallici..
La flottazione viene comunemente utilizzata su ossidi, silicati, fosfati, ed
anche per l'oro metallico, il rame nativo, la grafite ed i carbonati di alcuni
metalli, soprattutto quelli di piombo (cerussite).
Davanti a noi si staglia la rocca di Rocca San
Silvestro e ci dirigiamo verso quest'ultima a pochi passi dalla stazione del
trenino scende una strada cementata e sembra condurre ad una strada di cava
invece ci porta ad un ponte che serve per l'appunto a scavalcare questa strada,
giunti al di là prendiamo il sentiero della via dei Manienti il percorso per accedere al castello di Rocca San Silvestro.
Termina nella
Valle dei Manienti, ad una miniera medioevale coltivata dagli abitanti del
castello. In prossimità della miniera si trovano i resti di antiche cave di
marmo. Particolarmente interessante l'aspetto naturalistico del percorso, che
conserva una folta vegetazione con piante tipiche della macchia costiera
toscana.
Giungiamo nel piazzale davanti alla rocca leggiamo le varie vicissitudini della
rocca nella storia, ci accontentiamo dei pannelli informatici in mancanza di una
guida. Apprendiamo che la rocca risale al secolo X° fondato dai conti della
Ghilardesca quando
decisero di sfruttare a fondo le risorse minerarie della zona. L'abbandno
della rocca avvenne alla fine del XII° secolo causato da sempre maggiori conflitti con la vicina potenza pisana, la scoperta
di nuove miniere in Sardegna, il sempre maggiore utilizzo dell'energia
idraulica nei processi metallurgici (qui impossibile da effettuare) e la crisi
demografica europea del periodo. Grazie al Dipartimento di Archeologia e Storia delle Belle Arti dell'Università
di Siena sul sito sono stati e sono a tutt'oggi condotti importanti scavi.
Finita la visita ci portiamo alla Villa
Lanzi, edificio cinquecentesco voluto da Cosimo I De’ Medici per ospitare
esperti minatori che, dalla Germania, venivano a lavorare nelle miniere del
campigliese.
Vi giriamo attorno ammirando questa struttura rimessa a nuovo ma con alcune
scelte architettoniche discutibili; nel giardino troviamo dei tavoli da pic nic
e decidiamo di fare il nostri pasto.
Ci scambiamo le nostre impressioni e tutto sommato sono positive e ci rendiamo
anche conto che se il parco fosse stato aperto non avremmo potuto effettuarne
tutto il giro.
Riprendiamo il percorso questa volta alla volta della via delle Fonti.
Per prendere questa via dobbiamo ritornare verso la biglietteria, seguiamo
l'itinerario ad anello per la miniera del Temperino e da qui per la biglietteria
da dove parte il sentiero in questione.
devo dire che mentre tutti gli altri sentieri sono più che segnati qui a parte
un cartello iniziale non ce ne sono altri, comunque con qualche difficoltà
riusciamo a trovare una prima fonte, che fonte poi non è o per lo meno non lo
è più. Poi troviamo i resti di un vecchio acquedotto che forniva d'acqua
Campiglia M.
Ad un tratto troviamo una deviazione che ci conduce sulla strada asfaltata che
porta al paese di Campiglia, ci rimaniamo male volevamo giungervi attraverso i
sentieri andando a visitare anche ciò che rimaneva del vecchio acquedotto. Ma
veniamo a sapere poi che il sentiero è in via di strutturazione.
Siamo a Campiglia
Marittima, Antico
borgo dove il fascino del medioevo è ancora molto presente con i suoi
vicoli e le piazzette. Molto interessante il palazzo pretorio che naturalmente
anche qui troviamo chiuso.
Volevamo poi visitare la rocca ma anche questa è in fase di restauro, va bene
non ci resta che prendere un caffè nella piazza principale e poi ripartire alla
volta di Populonia.
A pochi chilometri sulla costa c'è il golfo di Baratti conosciuto per la
bellezza del suo mare e della spiaggia, ancora si possono trovare i "rosticci",
residui della fusione del ferro d'epoca etrusca e romana.
Una strada panoramica percorre per l'intera lunghezza il golfo di baratti e in
alcuni tratti è separata da quest'ultima da una bella e fitta pineta.
Qui vi è anche una necropoli etrusca.
Saliamo a Populonia
che è uno dei più importanti e meglio conservati insediamenti
Etruschi della zona importante anche per gli scavi dell'acropoli etrusca, noi
ci dedichiamo alla visita del paese e in particolare alla torre d'avvistamento posta in posizione dominante e
panoramica, caratterizzata da un'imponente torre merlata e da possenti mura.
Dalla cima della torre ammiriamo uno
stupendo panorama della Valle del Cornia, del Golfo di Baratti, dei poderosi
contrafforti delle colline Metallifere e per la gioia di marco anche l'Isola d'Elba.
Si è fatto tardi e per oggi abbiamo camminato parecchio, quindi decidiamo di
tornare verso casa.
Questa escursione è stata diversa dalle nostre solite e devo confessare che non
ero molto convinto ma devo ricredermi in quanto molto interessante per le
testimonianze storiche che ci hanno circondato per tutto il giorno, per le
bellezze che abbiamo visto e per il semplice motivo di aver passato una
bellissima giornata in amicizia.
Foto
del parco archeominerario di S. silvestro