Grotta all'Onda e Monte Prana

Itinerario: Casoli (in loc. Cericcia) (420 mslm) - Grotta all’Onda (710 mslm) -  Foce del Crocione o del Termine ( 978 mslm) - Foce di Campo all'Orzo, ( 938 mslm ) - Monte Prana (1220 mslm )
Sentieri n° 2 e 112
Punti appoggio: Bita Barsi a Campo all'Orzo
Acqua: Sorgente lungo il sentiero n° 2 e a Campo all'Orzo
Difficoltà: Escursionistica

Info

- Civico Museo Archeologico di Cambiare
Tel. +39 0584 986335
Fax +39 0584 986345
www.comune.camaiore.lu.it
museo@comune.camaiore.lu.it 
- Apt Versilia
Tel. +39 0584 962233
Fax +39 0584 47336
www.aptversilia.it
info@aptversilia.it

Oggi ci ritroviamo in cinque,ai soliti Alessandro, Giuseppina e Rossano si sono uniti Luca e sua moglie Sabrina; ma proprio non c'è nessuno che vuole unirsi a noi?? Eppure siamo belli e simpatici!
Alle 08,00 partiamo da Pietrasanta e prendiamo la s.s. 357 Via Sarzanese fino a Capezzano Pianore, poi s.p.
1 in direzione Camaiore, quindi la strada comunale in direzione Casoli .
Qui in località Cericcia lasciamo le auto appena fuori dal paese dove su un palo della corrente elettrica vi è il segnale CAI dei sentieri 2  e112.
E' nostra intenzione salire al monte Prana ma prima desideriamo fare un salto a Grotta all'Onda e quindi prendiamo il sentiero n° 2 che conduce al Passo del Termine.
Il sentiero inizia  su una ripida strada asfaltata e ben presto diventa un vero sentiero giungiamo ad una marginetta dedicata a San Rocco, proprio qui i due sentieri si dividono.
Noi proseguiamo verso sinistra sul n° 2 saliamo su mulattiera in folti boschi di faggi e lecci il verde intenso della vegetazione viene spesso punteggiato di rosso dalle bacche degli agrifogli, costeggiamo il rio Lombricese, attraversiamo dei ponticelli questo torrente ricco d'acqua, ammiriamo dei bei scorci di cascatelle che sgorgano da rocce erose fantasiosamente dallo scorrere dell'acqua.
Giungiamo ad una piccola sorgente sulla nostra sinistra e da qui sulla destra parte una condotta dell'acquedotto e seguendolo giungiamo a delle vecchie costruzioni da dove parte un sentiero segnalato solo con tracce rosse che conduce alla nostra prima tappa Grotta all'Onda.
In pochi minuti la raggiungiamo. Rossano ci fà notare che quando giungiamo quì non si sentono più cantare gli uccelli come avevano fatto sino a poco prima, che sia un posto magico???
Dopo una visita all'interno della grotta che ci ha lasciato molto delusi non dalla grotta stessa ma dalla mala usanza di lasciare immondizia e l'incuria e l'abbandono che hanno lasciato gli "archeologi" bha! è proprio vero la mamma degli imbecilli è sempre in cinta!
Ci rifacciamo spostandoci a pochissima distanza dove si percepisce il suono naturale di piccole cascatelle d’acqua che scivolano dalla volta del tetto formato dall'alta parete e fuoriescono diversi getti di acqua che rendono davvero questo posto di una magia unica.
Ripartiamo e ci dirigiamo verso il sentiero n° 2 ma ad un certo punto notiamo un sentiero al di sopra di una palestra di arrampicata, dove andrà? Noi che siamo molto curiosi decidiamo di andare in esplorazione e purtroppo si sà chi è troppo curioso.....
Il sentiero non è segnalato e questo dovrebbe dirci qualcosa ma noi andiamo avanti tanto il sentiero è bello largo da qualche parte porterà.
Porta si da qualche parte e cioè nel nulla termina tutto ad un tratto tra paleo (Erba dagli steli tenui, ruvidi al tatto a taglienti, assai comune nei campi di montagna) e noi invece di ridiscendere che si fà si taglia a diritto, si tronca come direbbe l'amico Pierino, ritroviamo un'altro sentiero ben battuto ci rincuoriamo siamo anche contenti prosegue per un bel pò in piano e poi.... poi termina in mezzo a folti rovi che ci impediscono il cammino.
Da qui inizia la vera avventura ci inoltriamo in un folto bosco, molto folto, ci arrampichiamo tra rocce e saliamo canali riempiti da rocce che cadono ad ogni passo. facciamo molta fatica e braccia e gambe sono segnate di rovi e arbusti.
Alla fine intravediamo delle rocce che sembrerebbe che al di sopra il bosco sia terminato, le scaliamo e ci ritroviamo effettivamente fuori dal bosco e risaliamo una ripida salita tra paleo e qui ci si pone davanti una meravigliosa fioritura di orchidee, primule comuni e odorose, asfodeli e tante tante giunchiglie, la primavera è esplosa!
A metà salita troviamo un sentiero, non è segnalato, ci orientiamo sopra di noi il monte Matanna e alla nostra destra il Prana ci dirigiamo verso quest'ultima montagna. 
Lo seguiamo e giungiamo ad un punto a noi noto la foce del Pallone, il nome di questo passo è dovuto al fatto che qui si trovava la stazione di arrivo di una teleferica e la storia di questa è veramente interessante. Infatti nell’estate del 1910 fu realizzato un collegamento tra l’Albergo Alto Matanna e la zona di Grotta all’ Onda   posta 300 metri più a valle: una navicella, trainata da un pallone aerostatico fatto scorrere a guisa di funicolare su un cavo sorretto da piloni, trasportava le persone fino alla Foce (che poi prese il nome dal pallone) dove le attendeva una carrozza trinata da cavalli che le portava fino all’albergo. L’ aeronave poteva trasportare fino a sette persone e funzionò egregiamente per tutta l’estate della sua inaugurazione, facendo sperare in un notevole sviluppo turistico della zona: purtroppo, però, nell’ inverno successivo tutta la struttura  fu distrutta da un uragano e non venne più ricostruita.
Siamo finalmente sul sentiero CAI n° 101 che porta al passo del Crocione o del Termine.


In lontananza vediamo già il passo e numerose persone che vi transitano, ci dirigiamo decisamente verso il passo.
Lo raggiungiamo e decidiamo di portarci  a Campo All'Orzo a circa 40 minuti dal Termine. seguiamo il sentiero sempre tra numerose fioriture e l'erba bella fresca fa da contrasto ai moltissimi colori che la punteggiamo. Giungiamo a Campo all'Orzo

Campo all'Orzo (m.938) è una bella zona, ricca di terrazzamenti e con grandi pascoli, noi ci fermiamo vicino all'antica chiesina, purtroppo lasciata all'incuria del tempo, un vero peccato lasciare andare in rovina questa testimonianza del passato.
Molti escursionisti si sono portati qui per una scampagnata del primo maggio e siamo raggruppati ognuno con le proprie provviste al seguito. Dalla vicina  Baita "Delio Barsi" di proprietà degli Amici della Montagna di Camaiore giungono canti e risate che ci indicano il livello di libagioni che si fanno da quelle parti.
Dopo mangiato io e Rossano decidiamo di salire al Prana la cima più meridionale delle Apuane che sovrasta la conca di Camaiore.
Gli altri amici non ci seguono e come vederli scommettiamo che appena ci allontaniamo si faranno una bella dormita.
Partiamo incontriamo una fresca sorgete e ci riforniamo d'acqua e giungiamo ad un cancello di legno da quì imbocchiamo il sentiero n° 104 per Metato.
Dopo poco su una costa della montagna che si dirige verso la vetta in direzione sud, vi è una traccia di sentiero non molto evidente anzi se non saliamo sul poggio non la vediamo nemmeno.
Si tratta di una traccia che sale molto ripidamente e quasi diretta verso la cima, con questo itinerario si accorcia di molto ma a scapito della ripidità.
Anche quì abbiamo moltissime fioriture, più di tutti spiccano le orchidee di un viola sgargiante e alcune anche bianche.
Voltiamo verso ovest, verso il mare e poi risaliamo ancora in un canaletto ancora verso sud sino a giungere all'antecima del Prana.
Sulla 
vetta alla montagna ci accoglie una grande croce installata dagli Amici della Montagna di Camaiore eretta 37 anni fà  in ricordo dei caduti di tutte le guerre, devo dire che i pannelli fotovoltaici che sono stati installati, mi dicono per illuminare la croce di notte, non sono un bello spettacolo, il panorama è veramente grandioso, si spazia dalle vette delle Apuane alla costa tirrenica  e se il tempo lo permettesse anche sulle isole dell'arcipelago toscano e con il lago di Massaciuccoli in evidenza.
Il bel sole che sin ora ci ha accompagnato fa capolino dietro nuvoloni che si fanno sempre più minacciosi e così dopo due foto riprendiamo la via del ritorno.
Per la discesa prendiamo la cresta che scende giù diretta invece che il sentiero sino a costeggiare una vecchia recinzione per poi reimmetterci nel sentiero n° 101.
Ancora la mamma degli imbecilli è in cinta e lo notiamo dalle condizioni di questo sentiero devastato dalle moto da trial o cross che spesso scorazzano da queste parti senza nessun riguardo per l'ambiente.
Giungiamo al cancello della recinzione e telefoniamo a gli amici che sono rimasti alla chiesina perché da qui parte il sentiero n° 112 per Casoli, ci raggiungono e ripartiamo.
Scendiamo per una lunga mulattiera ancora abbastanza ben conservata, siamo nel fitto del bosco attraversiamo due ponticelli con suggestive cascatelle e ci ritroviamo ad aver chiuso l'anello.
Appena in tempo perchè alcuni sonori tuoni già ci preannunciavano da tempo che sarebbe arrivato un bel temporale e appena saliamo in macchina puntuale arriva!
Meno male questa volta ci è andata bene.

Foto escursione

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