22 /06/2008  M. CAVALLO 1888 m

 

La montagna si presenta come una muraglia formata da calcari selciferi e diaspri: entrambi i suoi versanti precipitano a valle con pendenze impressionanti; nel lato che guarda verso il mar Tirreno le "gobbe" diventano dei lastroni ripidissimi, che si coprono d'erba non appena la pendenza si fa meno dura . Sicuramente raggiungere le quattro cime del Cavallo e' un'esperienza riservata solo agli escursioni piu' esperti, tanta e' la ripidita' dell'ascesa e la impressionante pendenza dei suoi versanti. Il monte Cavallo e' una delle più belle vette delle Alpi Apuane, ma anche una delle piu' difficili da raggiungere: e' formato da quattro cime chiamate "gobbe", che da nord a sud raggiungono rispettivamente quota 1889, 1895 (seconda altezza  delle Apuane dopo i 1946 m. del Pisanino), quota 1874 e quota 1851; si trova sullo spartiacque principale della catena, compreso fra la Foce di Cardeto e il Passo della Focolaccia.   Descrizione di Mirto Campi dal sito  www.walkingitaly.com
 

Sentieri: n° 178 - cresta non segnata del Cavallo - tracce di sentiero per Forcella di Porta, non segnato- n° 179 dal Passo della Focolaccia alla Foce di Cardeto
Punti d'appoggio: Rifugio Donegani, Rifugio Orto di Donna, Bivacco Aronte
Acqua: Al rifugio Donegani
 Quote:  Parcheggio Val Serenaia (1100 mt.), Foce del Cardeto (1670 m.), 1° gobba (1889 m.), Vetta principale (1895 m.),Forcella di Porta (1747 m.), Passo della Focolaccia (1650m.)

Io e Marco , reduci da una massacrante corsa in una rovente Firenze, con noi anche Giuseppina, partiamo alle sette e mezza   imbocchiamo l’autostrada al casello Versilia e raggiungiamo Aulla, da dove, seguendo la statale per la Garfagnana, abbiamo raggiunto Minucciano e la Val Serenaia. Qui bisogna fare attenzione perché subito al termine della galleria che separa la Lunigiana dalla Garfagnana, si deve svoltare a destra e non proseguire diritto. Superata Foce Rifogliola, (810m.), si prosegue lungo la strada marmifera asfaltata, prestando molta attenzione, se di giorno feriale, ai camion carichi di blocchi di marmo provenienti dalle numerose cave della Val Serenaia.
La Val Serenaia è una stretta vallata racchiusa tra il Pisanino e la cresta del Capradosso con, sul fondo, la dorsale del Monte Cavallo e della Foce di Cardeto.
In corrispondenza dell’ultimo tornante, prima del rifugio Donegani, c’è il parcheggio dove abbiamo lasciato le auto, (
1100 m.)
Qui abbiamo trovato i nostri amici della valle del Serchio: Bruno, Rossano, Severina, Luca e Sabrina.
Subito ci mettiamo in cammino, veramente c'è voluto un po' per convincere Bruno a lasciare la macchinetta del caffè con relativo fornellino;  imbocchiamo il sentiero (segnavia 178).

Sono le 8.40 quando iniziamo la salita che ci avrebbe condotto alla Foce di Cardeto; l'aria è già calda e anche se siamo all'ombra in  un bellissimo bosco di faggi si suda! Mentre saliamo diamo anche un'occhiata tra le foglie, hai visto mai dopo tanta pioggia e ora con questo sole che nasca qualche fungo? Purtroppo non siamo stati fortunati.
Usciamo dal bosco e ora siamo sotto le pareti degli Zucchi di Cardeto dove enormi blocchi perfettamente squadrati
caratterizzati da stratificazioni molto interessanti, saliamo l'ultima erta e in perfetto orario con l'indicazione del segna via, un'ora e mezza, giungiamo alla Foce di Cardeto, quota
 (1670 m.)
 Solo un brevissima sosta ed iniziamo la salita verso la prima gobba del Cavallo.
Si sale a destra, purtroppo non ci sono segni, subito bisogna scavalcare una roccia e poi salire per canalini molto scoscesi e ben presto siamo sulla cresta della prima gobba.
Attraversiamo una bocchetta abbastanza esposta e c’inoltriamo lungo il pendio che ci condurrà in vetta alla prima gobba; il percorso è misto: paleo e roccia. Raggiunta la cima settentrionale (1889 m.) , il tempo di una foto di gruppo, e subito veniamo rapiti dal panorama unico che il monte ci offre. Possiamo ammirare tutta la maestosa imponenza del Pisanino, le aspre pareti del Pizzo d’Uccello, la Tambura, il Contrario e spaziare dai laghi artificiali ma non per questo meno suggestivi della Garfagnana, alla Lunigiana, dalla costa livornese alle Cinque Terre con ben in vista le isole Palmaria e Tino.
Proseguiamo la "cavalcata" scendendo verso la sella che separa la cima settentrionale dalla vetta, qui dobbiamo attraversare un costone roccioso , detto " La Piastra, si tratta di una parete molto scoscesa, c'ero già stato e l'avevamo affrontata  con l'aiuto di una corda, questa volta osservando attentamente ci siamo accorti che scendendo lievemente si può risalire in obliquo attraverso un canalino abbastanza agevole. Oltrepassato questo punto  passaggio siamo tutti più tranquilli e proseguiamo la salita sul filo di cresta. Seguendo ancora il percorso di cresta, attraversando tratti di erba e rocce raggiungiamo, un po’ affaticati, la vetta (1895 m.). L’emozione, e la soddisfazione, è tanta (alcuni salivano per la prima volta sul Monte Cavallo) e tra strette di mano e complimenti vari c’immortaliamo a vicenda, la vista si ripete come dalle altre" Gobbe" ma ancora ci rapisce. Non vorremmo andarcene ma riprendiamo il cammino verso la discesa.
Superata una gobba secondaria si scende alla quota più bassa della montagna (1851 m.) passando per la "coda del cavallo"
e scendendo tra il paleo, a naso più che seguendo una traccia. Si raggiunge la Forcella di Porta (1747 m.) e da lì il Passo della Focolaccia (1650m.) dov’è situato il bivacco Aronte,
 il più alto rifugio della Apuane e il più antico, essendo stato inaugurato il 18 maggio 1902 dalla sezione Ligure del CAI, è attualmente proprietà del CAI di Massa. Costruito in muratura, a volta in un unico vano.
La vista è amplissima sugli scoscesi valloni che degradano al Frigido e giù fino alla marina di Massa ed è allietata dalla graziosa cuspide della Punta Carina; a questa fa seguito la rocciosa cresta che sale alla Forcella di Porta e al Cavallo
, peccato il degrado sempre più invadente delle cave.
 Vi giungiamo, entriamo e ci accomodiamo, diamo sotto con le cibarie, questa volta modeste cercando di limitare al massimo il peso dello zaino.
Rimaniamo per circa un'ora e poi riprendiamo la via di ritorno, verso la Foce di Cardeto non senza aver dato uno sguardo ammirato alla vallata di Resceto ed alle guglie rocciose che incorniciano il bivacco.
Raggiungiamo e attraversiamo le cave di marmo e seguiamo la strada carrozzabile fino ad incontrare il sentiero (segnavia 179) che imbocchiamo.
Percorriamo il sentiero costeggiando le pareti del Cavallo, passiamo sotto il famoso Canal Cambron luogo di impegnative salite invernali, dopo aver incontrato il bivio con il sentiero n° 178 per L'acqua bianca il sentiero riprende la ripida salita, sulla sinistra con nostra meraviglia ancora abbondanti chiazze di neve.
oltrepassiamo il sentiero che porta al Pisanino dal Pizzo d'altare e con un'ultima salita giungiamo alla Foce di Cardeto.
Facciamo un'ultima sosta e ci dirigiamo verso al Val Serenaia per il sentiero già percorso al mattino.
Eccoci giunti, nei pressi del campeggio c'è una fontana e ne approfittiamo per toglierci un po' di sudore di dosso,ci cambiamo e ci dirigiamo verso il rifugio Donegani per un caffè. Ci scambiamo le nostre impressioni e facciamo progetti per nuove avventure, alla fine giunge l'ora di salutarci: Rossano e company verso Montecatini e noi verso la Versilia, ma per quello che ci riguarda prima la canonica sosta ad Aulla dove ci attende la nostra gelateria preferita per un freschissimo e gustosissimo gelato.
Tirando le somme si può dire che la giornata è stata una di quelle che non si scordano: bel tempo, splendidi scenari, bella compagnia: che cosa chiedere di più?

Foto escursione

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