20/01/2008 Dal
Casone di Profecchia al Monte Cella con le ciaspole
quota di partenza (m.): 1314 |
quota vetta (m.): 1942 |
dislivello complessivo (m.): 626 |
difficoltà: EAA |
Località partenza: Casone di Profecchia [Castiglione di Garfagnana(Lucca) - Toscana] |
punti appoggio: Albergo Rist. Casone tel. 0583 649090 |
Finalmente dopo molti giorni di pioggia è arrivata una bella giornata di
sole!!
Un Attimo: iniziamo dall'inizio!
Ci alziamo di buon ora, uno sguardo al tempo e .... delusione e nuvoloso! eppure
le previsioni davano alta, anzi, altissima pressione, va bene ormai siamo svegli
e belle e pronti, partiamo lo stesso e poi si vedrà.
Prendiamo la strada del Cipollato seguendo le indicazioni per Castelnuovo
di Garfagnana che si raggiunge in circa un'ora. All'incrocio con la fondovalle
si svolta a sinistra immettendosi sulla strada per il Passo delle Radici.
Siamo pessimisti e man mano che si fa giorno si fà sempre più palese che
il tempo non ci aiuta ad effettuare la nostra escursione, ma ad un tratto
notiamo che più si sale e più il celo diventa sempre più azzurro: " vuoi vedere
che oggi è una di quelle giornate che noi saremo al sole e sotto di noi nuvole?
" bè vederemo!
Intanto giungiamo davanti al ristorante del Casone di Profecchia e subito
ci prepariamo per la nostra escursione. Dalla sinistra del ristorante parte il
sentiero CAI n° 54 per il Cella e il Prado, proprio in prossimità degli impianti
di risalita; stranamente chiusi.
Ci scaldiamo subito i muscoli arrancando su questa ripida salita sino a
raggiungere una strada forestale, strada che è sotto la neve naturalmente,
la
percorriamo brevemente sino ad imboccare la deviazione sulla
sinistra del sentiero n° 54, da qui indossiamo le ciaspole, attrezzatura
che proviamo per la prima volta.
Questo sentiero taglia più volte la strada e si snoda attraverso un bellissimo
bosco di faggi, raggiungiamo una abetaia da dove si può ammirare tutta la catena
Apuana, nella valle sottostante un mare di nuvole illuminate dal sole, varie
cime spuntano da questa coltre sembrando navi che navigano in un mare
spumeggiante, in lontananza riconosciamo la vetta del monte Serra a Pisa è
inconfondibile con la sua selva di antenne, un vero spettacolo, l'insieme
non le antenne!
Ci inoltriamo di nuovo nel bosco di faggi e in breve raggiungiamo ancora il
luogo dove sotto circa due metri di neve c’è la strada
forestale, così a senso ci dirigiamo verso il rifugio Cella 1314 mt. Prima di
giungervi prendiamo per ampi declivi che salgono al monte Le Forbici, salendo
questa erta salita mettiamo alla prova le nostre ciaspole, infatti ci
domandavamo: "su ripide salite terranno bene o ci ritroveremo a ruzzolare sino
in fondo?"
Bè abbiamo visto che reggere reggono ma forse le abbiamo portate
al limite specialmente sui diagonali dove non ci davano tanta sicurezza.
Siamo in vetta alle Forbici 1818 mt, ci giriamo verso le Apuane e adesso si
vedono in tutta la loro interezza, ai loro piedi il mare di nubi che si aprono
nelle valli della lucchesia e del pisano, guardiamo verso nord e notiamo la
catena delle Prealpi lombarde, verso nord est le Alpi Marittime e la
sagoma inconfondibile del Monviso, che giornata è oggi!
Riprendiamo il cammino, ora siamo sul sentiero di cresta 00 e prendiamo
lungo i dolci pendii e ci portiamo a Bocca di Massa a quota 1816 mt. un
escursionista ci raggiunge e prosegue un pò con noi, due chiacchiere e un tè lo
scambiamo volentieri, peccato che nell'euforia di camminare su questa splendida
neve e con un paesaggio così ci siamo dimenticati di presentarci. Adesso
prendiamo decisamente verso il Cella, una segnalazione indica il sentiero
00 di cresta che sale sino all'antecima e dopo una breve contropendenza
raggiungiamo la vetta in circa 20 minuti; siamo a quota 1942.
Da
qui godiamo di una vista da sogno dal mare di nuvole si ergono in tutta la loro
bellezza le cime delle Apuane da nord a sud, tutta la catena
dell'Appennino toscano ed emiliano con particolare evidenza per le cime del
Cusna, de La Nuda, del Prado, dell'Asinara, del Cavalbianco, in lontananza le
Alpi Marittime con il Monviso
e più ad est ancora le Alpi , penso quelle lombarde, a sud l'Amiata, un celo di
un blu inteso e il sole che rende i colori ancora più brillanti, è una vera
magia!
Ci intratteniamo per un po' a contemplare il panorama e cercare di riconoscere
le vette che si vedono; il nostro amico, purtroppo senza nome, si congeda da noi
decidendo di proseguire ancora verso il monte Vecchio, noi ci apprestiamo
a riprendere la via del ritorno.
Mentre scendiamo vediamo, con stupore, una lunga fila di persone.
Ci meravigliamo che ci sia in giro un gruppo così grande, quando li incrociamo
apprendiamo che si tratta di un'uscita del CAI di Carrara, sono 51.
Giungiamo a Bocca di Massa e questa volta seguiamo il tracciato del sentiero n°
54 che ci porta al di sopra del Rifugio Cella.
In prossimità di un'evidente " omino di pietre" molto evidente prendiamo sulla
nostra sinistra la lunga e ripida discesa sino al rifugio.
Il rifugio Cella è uno dei tanti ricoveri che si trovano sugli Appennini, che
purtroppo sono quassi sempre chiusi, questo viene utilizzato solo d'estate dai
pastori che portano quassù le greggi al pascolo.
Comunque troviamo dove sederci all'asciutto e qui pranziamo. Restiamo un po' li
a goderci il caldo sole compatendo quelli che sono rimasti a casa pensando che
la giornata non sarebbe stata buona.
Ci rimettiamo in marcia seguendo la strada di servizio seguendola sino
all'imbocco del sentiero n° 54 che si inoltra nei bellissimi boschi di faggio,
ripercorrendo a ritroso il tragitto che abbiamo fatto al mattino giungiamo in
circa quaranta minuti al Casone di Profecchia da dove eravamo partiti.
Un caffè o una birra e via si ritorna a casa.
Splendida escursione, abbiamo provato le ciaspole per la prima volta ed è stata
una bella esperienza, da quello che abbiamo capito questi attrezzi vanno
comunque usati con prudenza e non pensare di poter arrampicarsi come con i
ramponi, qualche difficoltà l'abbiamo trovata nei tragitti in diagonale dove la
pendenza tendeva a far scivolare verso il basso la racchetta, quindi come
risultato finale si può dire che usiamole pure ma sempre con prudenza e magari
con qualcuno che abbia esperienza nell'uso.
Noi ci siamo divertiti cercando di non correre rischi inutili, se non le avete
mai provate ve le consiglio, magari cercate come noi tragitti tranquilli, buon
divertimento!
Foto
escursione
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