05/07/2008 Monte Sumbra e Fiocca
Acqua: Al paese di Arni, al Passo Sella |
Quote e sentieri : Arni (m.916) – sentiero CAI 144 – Orioli – Malpasso (m.1425) – Bosco del Fatonero – Passo Fiocca (m.1550) – sentiero CAI 145 - M. Sumbra (m.1765) – Passo Fiocca (m.1550) – Cresta est del M. Fiocca - sentiero CAI 144 – innesto traccia per la vetta – M. Fiocca (m.1709)– Passo Sella (m.1500) - Passo del Vestito (m.1151) |
Punti d'appoggio: al Paese di Arni, non sono presenti rifugi lungo il percorso |
Difficoltà: EEA - Sul Fiocca e sulla cresta del Vestito vi sono tratti che richiedono una certa esperienza di arrampicata |
Siamo nel
cuore delle Apuane. Si parte da Arni, ultimo
avamposto della civiltà prima che la tortuosa e
spettacolare strada di collegamento tra la
Garfagnana e il massese sprofondi verso il versante
marittimo. Senza voler nulla togliere ad altri paesi
apuani sicuramente molto più belli e suggestivi dal
punto di vista architettonico, Arni rappresenta per
me l’essenza apuana: case costruite con pietre di
marmo squadrate e prese sul posto, ambiente aspro e
severo (il Macina intimidisce parecchio visto dal
paese) che non lascia spazio ad inutili smancerie e
cave in ogni dove.
Si parte da questo duro cuore di marmo delle Apuane
alla volta di due vette di prim’ordine: il Sumbra,
l’enorme gigante addormentato che veglia paziente
sul Lago di Vagli, e il Fiocca, sorellina minore di
quest’ultimo, tozza piramide erbosa che sembra un
pezzo del mansueto Appennino trapiantato nelle
ardite Apuane. (Dal sito http://www.paesiapuani.it)
Ci
Troviamo a Ripa di Versilia con Rossano, Luca, Sabrina,
Bruno, Severina e io, Alessandro, la Giuseppina ha dato
forfait per un dolore a un ginocchio.
Troviamo anche altri amici della UOEI che hanno deciso di
recarsi anche loro a Passo Sella per la festa della montagna
del CAI di Pietrasanta ma loro ci arriveranno passando dal
monte Macina, altra montagna di fronte a quelle che
dovremo affrontare noi.
Come già detto ad Arni c'è la festa organizzata dal
CAI di Pietrasanta
in collaborazione con la Croce verde, la Coop. sviluppo e
futuro e il Comitato Paesano di
Arni decidiamo di parteciparvi ma da un itinerario che
si confà di più alle nostre esigenze.
Infatti saliamo al Sumbra partendo da Arni, raggiungendo il
Fato Nero e Passo Fiocca, solo dopo ci dirigeremo attraverso
il monte Fiocca a
Passo Sella.
Arni è una piccola frazione del comune di
Stazzema
a metri 916,
arroccata alla sommità della vallata della Turrite Secca.
Dalla Versilia la si raggiunge percorrendo la carrozzabile
per Seravezza e successivamente per
Castelnuovo Garfagnana; superata la galleria del
Cipollaio si prosegue ancora per circa un chilometro e, in
località Tre Fiumi, si svolta a sinistra seguendo le
indicazioni.
In corrispondenza di una curva a sinistra si prosegue a
dritto verso il centro del paese, portiamo il camioncino di
Bruno
al Passo del Vestito per ritrovarlo al ritorno poi con
l'altra auto torniamo al paese.
Cerchiamo il parcheggio
nella piazzetta ma oggi non se ne parla, sono già molte le
auto parcheggiate anche lungo la strada che và al Passo del
Vestito, troviamo posto lungo la via.
Torniamo verso la piazzetta e attraversiamo il ponticello
sul torrente Turrite Secca; non cercate segni perché il
percorso inizia più su in corrispondenza di una strada
asfaltata dove l'indicazioni sono molto chiare.
Noi per non percorrere l'asfalto prendiamo per il ponticello
e seguiamo una mulattiera.
Appena passato il ponte c'è una fontana e chi deve far
rifornimento d'acqua la faccia perché la prossima la
troveremo solo al Passo Sella sempre che si conosca dove è
la sorgente e che butti acqua.
Il sentiero sulla mulattiera non è molto evidente specie in
questa stagione con una vegetazione molto abbondante,
comunque con un pò d'attenzione si può capire dove andare.
Il sentiero termina sulla strada asfaltata e attraversata
prendiamo una traccia che sembra più uno scarico ma ci porta
direttamente
alle case di Orioli
da dove riparte il sentiero CAI n°
144.
Anche il sentiero ufficiale presenta erba molto alta ma la
traccia è più marcata unica preoccupazione è quella di non
finire in un profondo solco creato dall'erosione dell'acqua.
Siamo partiti di buon ora e il sole non è ancora alto e
proseguiamo all'ombra.
Stiamo sudando ma siamo ricompensati dalle bellissime
fioriture che ci circondano un vero tappeto di mille colori,
man mano che saliamo distinguiamo nettamente quelle che
erano piane dedicate al foraggio e ci domandiamo che vita
dura doveva esser quella lì! Peccato dalla macchia di
ginestroni che ci tormenta con i loro aculei.
Pian piano i prati cominciano a lasciare il posto alle rocce
e i fiori di campo vengono sostituiti dal paleo e da
meravigliose fioriture di Sassifraga, gigli di S.
Giovanni, gigli martagoni, Globularia,
ecc. L'abitato di Arni è oramai una macchiolina in fondo
alla valle.
Saliamo per la cresta molto ripida ma non presenta
difficoltà, è solo faticosa, giungiamo a
una prima selletta e
procediamo lungo il sentiero tra paleo e roccette.
Finalmente il sentiero gira
verso destra attraversando un canale e diventa meno erto
fino a giungere ad un'altra sella (loc. Malpasso
– m.1425).
Proseguiamo e superiamo la cresta
sud del M.Fiocca e davanti a noi si para uno spettacolo
apuano di prim’ordine: sulla sinistra il vicinissimo
bosco del Fatonero è una macchia scura sui prati del Fiocca, mentre più lontano
il Sumbra, con il suo orgoglioso spigolo ovest,
domina la scena.
Qui dobbiamo fare molta attenzione perché dobbiamo scendere
e il terreno non è molto agevole ma comunque basta fare
attenzione.
Anche il prossimo tratto è un pò scabroso ma sempre con le
dovute maniere si passa agevolmente.
Ora siamo nel folto del bellissimo bosco del Fato Nero(m.
1427), questo bosco è un posto magnifico, attraversato da
vari ruscelli è una macchia di faggi abbarbicata sulle
pendici del Monte Fiocca. L'origine di questo nome per
alcuni deriva da "fatto nero", per un possibile omicidio
avvenuto in quel luogo tanto tempo fa e del quale oggi
nessuno ricorda più niente. Per altri, invece, deriva da
faggio nero e si dice che gli alberi vi crescessero così
fitti, che a malapena vi penetrava la luce del sole in pieno
giorno. Oggi sopravvivono antiche leggende che testimoniano
la presenza dell'antico popolo dei Liguri-Apuani, di origine
celtica, con il loro culto degli alberi e degli spiriti
tutelari della foresta. Si crede che nel bosco vivano ancora
oggi spiriti e folletti che di notte vagano, danzando in
cerchi, laddove i raggi della luna riescono a filtrare
attraverso la fitta boscaglia, creando giochi di luce
magica. Sul bosco si raccontano molte altre leggende
mirabilmente raccolte nel libro "Le leggende delle Alpi
Apuane" di Paolo Fantozzi .
I giochi di luce che filtra a stento tra gli alberi e il
rumore dei ruscelli crea un'atmosfera magica.
Proseguiamo, usciamo dal bosco e ci ritroviamo in un
lussureggiante tappeto erboso; giungiamo al Passo Contapecore (m. 1482) che separa la
vallata del fosso Fato Nero dalla vallata del fosso dell'Anguillara
famoso per le imponenti
Marmitte dei Giganti. Il passo, un ampio pianoro, deve
il nome all'abitudine (necessità) dei pastori locali di
fermarsi qui per la conta delle pecore che pascolando nelle
due vallate finivano inevitabilmente per mischiarsi.
Prendiamo il sentiero che prosegue in salita e uscendo da
una piccolo boschetto di faggi giungiamo al Passo
Fiocca
(m. 1550).
Il passo è caratterizzato da una lunga e liscia placca di
calcare su cui le suole tengono bene in aderenza, è un po'
faticoso ma è divertente superarla,
un “paesaggio lunare”, è una enorme placca rocciosa,
regolare e relativamente pianeggiante che collega il Sumbra al
Fiocca.
Ci fermiamo a prendere respiro e per ammirare il panorama su
Vagli con l'omonimo lago.
Sopra di noi ci sovrasta il Sumbra e non ci resta che salire
alla vetta, questa parte di percorso è il più impegnativo.
Prendiamo il sentiero n° 145 anche questo ben tracciato,
saliamo su cresta molto ampia sino a raggiungere quella che
è chiamata
Ferrata Ricciardo Malfatti, a parere mio si tratta più
di un sentiero attrezzato che di una vera ferrata e
l'attrezzatura da ferrata mi sembra superflua, si sviluppa
su 180 mt. di dislivello e sono presenti
funi metalliche d’assicurazione,
montiamo alcuni gradoni rocciosi e balze erbose non molto
esposte e con piede fermo e assenza di vertigini non ci sono
difficoltà tecniche.
Giunti al termine siamo a pochi minuti dalla vetta la
raggiungiamo siamo a 1765 mt. Sensazionale il panorama dalla
vetta sulle più alte cime delle Alpi Apuane e su un lungo
tratto della costa versiliese e sul Mar Ligure. Verso oriente
possiamo osservare un lungo settore del crinale appenninico
Tosco Emiliano.
Rimaniamo un pò lì a goderci il panorama e a fare uno
spuntino e poi via riscendiamo; la discesa
presenta un pò più difficoltà, come sempre del resto ma pian
piano scendiamo senza problemi giungendo di nuovo al Passo
Fiocca, risaliamo le placche seguendo di nuovo il sentiero
n° 144 a mezza costa sino ad giungere su paleo e da qui il
sentiero gira a destra per Passo Sella.
Noi non giriamo ma proseguiamo dritti sull
’ampia cresta est
del monte Fiocca, montagna di 1709 mt. la
vetta è proprio vicina ma per scendere dal lato opposto
bisogna superre dei passaggi di 2° grado e in particolare
una quindicina di metri veramente "gnifidi".
Una volta sulla vetta dobbiamo affrontare questa
discesa, dobbiamo fare molta attenzione quì non possiamo
permetterci distrazioni, superato questo tratto il più è
fatto, adesso dobbiamo solo fare una lunga cavalcata di
varie gobbe che ci condurranno a Passo Sella.
Giungiamo al Passo Sella a 1500 mt. ci accolgono una
moltitudine di aquiloni variopinti, musiche e un clima
festaiolo, sono stati allestiti stand per tordelli e vino
buono dove molti si accalcano.
Veniamo richiamati da voci amiche e sono gli amici della
UOEI di Ripa di Versilia; rimaniamo con loro per il pranzo e a raccontarci le
nostre avventure, un caffè, un liquorino.
Assieme agli UOEINI prendiamo il sentiero n° 150 per il
passo del Vestito che troviamo al di là della strada
sterrata al Passo Sella.
Questo tratto è caratterizzato
da guglie rocciose che emergono dalla vegetazione contorta
di faggi e altri arbusti che creano un singolare contrasto;
Il versante massese su cui ogni tanto ci si affaccia, appare
aspro e inaccessibile, solcato da profondi canaloni, lungo i
pendii del Monte Macina; una aerea crestina che ci impegna
in un paio di passaggi che richiedono molta attenzione e
qualche rudimento di tecnica d’arrampicata. Dopo circa
un'ora si giunge al Passo del Vestito a quota 1151, valico
alpestre che si affaccia sull'orrido vallone di Renara di
fronte all'elegante profilo del M. Sagro.
Abbiamo chiuso l'anello siamo sulla strada che collega Massa
con la lucchesia, nelle vicinaze abbiamo parcheggiato il
camioncino di Bruno, lo raggiungiamo, ci mettiamo indumenti
asciutti e terminiamo, meritatamente, la nostra escursione
davanti a una freschissima birra ghiacciata.