23/24 agosto 2008

LA VALLEE DES MERVEILLES  (alta Val Roya)

Mentre in Liguria si diffondeva la metallurgia del rame e del bronzo, all'estremità occidentale della regione, in alcune valli interne delle Alpi Marittime ora in territorio francese, un vero e proprio santuario veniva consacrato a cielo aperto: il monte Bego nella Valle delle Meraviglie. Decine di migliaia di incisioni sui massi levigati dai ghiacciai segnano i percorsi di transumanza verso i pascoli di alta quota, ricchi di acque e di foraggio. Popoli di pastori e agricoltori hanno raffigurato gli oggetti della loro vita quotidiana e i simboli dei loro riti e della loro mitologia: armi, buoi, aratri, scene di caccia, scene di preghiera.

Il Parco nazionale del Mercantour ci regala davvero tutto quello che un appassionato di montagna può volere, una flora ed una fauna magnifiche, cime che superano i tremila metri, laghi di montagna e, ai piedi del m. Bego,trentamila incisioni rupestri dell'età del Bronzo, fanno della Valle delle Meraviglie un luogo dall'ambiente straordinario. Dal lago delle Meches e da Casterino partono numerosi sentieri che vi porteranno su e giù tra le meraviglie del parco.
Il Parco del Mercantour è istituito il 18 agosto 1979, ed è situato nell'estremità meridionale dell’arco alpino; confina con l’Italia dal Colle della Maddalena fino al Colle di Tenda ed è limitrofo del Parco naturale delle Alpi Marittime. I dipartimenti interessati sono Alpes-Maritimes (22 comuni) e Alpes de Haute - Provence.(6 comuni).
La superfice, tra zona centrale e quelle periferiche è di 205.000 h., l'altitudine minima la troviamo nelle gole di Piaion 490 m., e quella massima sul Monte Gelas 3143 m.
La fauna e la flora del parco sono molto varie ed interessanti, possiamo vedere stambecchi, camosci, lepre alpina, lupi, marmotte, gufi reali, fagiani di monte, gheppi, pernici, avvoltoi barbuti (gipeto). Per gli amanti della flora la zona è ricca di foreste di conifere di vario tipo, abeti bianco e rosso, pini cembro e mugo, larici. Abbiamo anche la possibilità di vedere varie fioriture, berardia, genziana, aquilegia alpina, giglio S. Giovanni, sassifraga florulenta, fritillaria e diversi tipi di orchidee.
Non solo paesaggi, fauna e flora, ai piedi del m. Bego, possiamo trovare più di trentamila incisioni rupestri dell'età del Bronzo che , classificata monumento storico. L’accesso alle incisioni è regolamentato, e nel paese di Tenda è stato inaugurato un museo archeologico.

Info:

Parc national du Mercantour  

23, rue d'Italie BP 1316

06006 NICE cedex 01

Tél : 04 93 16 78 88

 

Merveilles Gravures et Découvertes

13 rue Antoine Operto

06430 Tende

Tél.: 06.86.03.90.13

Fax.:04.93.04.20.75

http://www.parc-mercantour.fr/

 


Sabato mattina, giorno insolito per partire in escursione, ma questa volta partiamo per una due giorni nel Parco nazionale del Mercantour in Francia.
Davanti la sede UOEI di Ripa di Versilia siamo in 16, un bel numero!
Partiamo, imbocchiamo subito l'autostrada e ci dirigiamo, via Genova, verso Savona, per poi prendere la Savona Torino con Uscita Mondovì. Da qui seguiamo le indicazioni per Limone Piemonte, dove una volta raggiunto, ci fermiamo per una rapida visita al paese e per rifornirci per il pranzo che faremo più tar
di.
Ripartiamo e prendiamo la strada Statale n° 20 del Col di tenda, importante strada statale e provinciale italiana di collegamento con la Francia; nel suo tracciato unisce Torino con Ventimiglia (innestandosi sulla Strada Statale 1 Via Aurelia). Giunti al Tunnel decidiamo, differentemente da come preventivamente detto, di prendere la strada per il passo, dopo innumerevoli tornanti giungiamo al Passo
 (1871 mt.).
Il Colle di Tenda è un valico alpino alla quota di 1.871 metri s.l.m. che separa le Alpi liguri dalle Alpi Marittime, ed è il passo meno elevato del lungo spartiacque che costituisce la frontiera naturale tra la Francia e l'Italia.
La sua sommità divide la valle del Roia a sud con quella del Vermenagna a nord, ed è situato tra le regioni del Piemonte e della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
Già identificato come un punto di delimitazione tra la Gallia Cisalpina e la Gallia Narbonense durante la Repubblica Romana, il Colle di Tenda trova la prima menzione su un documento storico nel 1178, a proposito delle tappe che un viandante poteva incontrare lungo i sentieri che collegavano Ventimiglia a Borgo San Dalmazzo.
I sentieri che i mercanti di sale diretti in Piemonte e che i pellegrini diretti a Santiago de Compostela batterono durante l'intero Medioevo videro il primo tentativo di ampliamento nel 1614, quando il duca Carlo Emanuele I di Savoia iniziò i lavori per un traforo, che avrebbe dovuto rendere più sicuro l'attraversamento del valico rispetto alla pista di superficie. I lavori terminarono dopo i primi scavi, per mancanza di fondi.
Tra il 1881 e il 1895 sul Colle e nell'alta valle del Roia fu costruito un massiccio sbarramento fortificato costituito di sei opere, nell'ambito del sistema di difesa il cui intento era proteggere il Piemonte da eventuali assalti nemici, e che ha fatto nascere fortificazioni sull'intero vallo alpino e appenninico attorno alla regione.
Ci fermiamo sulla sommità e su bei prati ci mettiamo comodi per il pranzo, uno sguardo verso l'alto e vediamo un bell'esemplare d'aquila e un falco  stanno  facendo un combattimento aereo per contendersi il territorio.
Riprendiamo il cammino e scendiamo su strada sterrata, vecchia via militare, sino a raggiungere, finalmente, la strada asfaltata (SS
204), si prosegue per San Dalmazzo di Tenda.
 La strada scorre quasi costantemente parallela, ora a quota inferiore, ora sovrastandola, alla linea ferroviaria Ventimiglia - Limone Piemonte - Cuneo, tracciato arditissimo che supera valloni, gole, forre e precipizi a mezzo di opere ingegneristiche di prim’ordine quali gallerie, ponti ed elicoidali.
Airole, Breil, Saorge, Briga, St.Dalmas, Tenda, solo alcuni dei borghi di grande valore ambientale, storico e architettonico che si incontrano lungo il percorso automobilistico.
All’altezza di St.Dalmas, si devia a sinistra su una strada dipartimentale che, in un susseguirsi di tornanti, porta in circa 10 km. ai 1390 m. del bacino artificiale del Lac des Mesches.
All’inizio del parcheggio, alla palina 82, un cartello indica la strada sterrata che porta verso il rifugio delle Meraviglie. Alla partenza la salita è un po’ ripida ma in pochi minuti si raggiunge il centro di pernottamento «Neige et Merveilles» e il lago della miniera, palina 86.
 Il legno e la pietra rappresentavano le principali materie prime per le attività di quest’area montuosa che ha accolto la più importante miniera delle Alpi Marittime. Sviluppata dai Saraceni nel X secolo, l’estrazione della galena (minerale di piombo argentifero) è proseguita per quasi un millennio nella miniera di Vallauria.
 Industrializzata da diverse companie nel XIX secolo, è stata chiusa per causa del crollo della domanda dei metalli che rese l’estrazione non remunerativa.
Da li’ si puo’ scegliere il percorso su sentiero, lungo il lato destro del fiume verso il val d’inferno o seguire la strada sterrata lungo il lato sinistro. Tutti i due itinerari raggiungono il «Lac long».

Per l'andata abbiamo seguito la strada sterrata che costeggia il lato sinistra del torrente ( segnavia:
87, 89, 89a, 234, 90 e 92).
Il percorso è tranquillo tra pini e larici e fioriture di
Aconito Napelli, superiamo il Lago della Miniera, sulla nostra destra un'immagine bucolica di una mandria di mucche al pascolo e un simpatico pastore francese che parla l'italiano e il suo cane italiano che abbaia in francese.
In prossimità di una costruzione ci fermiamo per ricompattare il gruppo, nelle immediate vicinanze c'è una sorgente, ne approfittiamo per rinfrescarci.
riprendiamo il cammino, abbandoniamo la strada e prendiamo un sentiero, meno monotono, tra larici saliamo ancora sino ad uscire dal bosco tra torrenti e piccoli laghetti.
Siamo vicini sentiamo il vociare dei frequentatori del rifugio, ancora pochi metri ed eccolo è li davanti a noi. Siamo al  "Lac Saorgine", poi ancora avanti il " Lac Long
Inférieur "  decidiamo di fare il giro del lago e salire sul muraglione della diga del lago per ragiungere il rifugio.
Prendiamo sulla destra tra terreno paludoso, facendo attenzione a non cadere in uno dei tanti canaletti pieni d'acqua nascosti tra l'ebra. Davanti a noi  i monti più caratteristici del Mercantour : il monte Bego, la cima dei laghi, la cima del Diavolo, il monte delle Meraviglie, il monte dell’Arpette...
u questo lago crescono abbondanti i giunchi, che trovano sostegno sul pelo dell'acqua, con il riflesso del sole danno l'impressione che il lago sia ghiacciato; sui bordi gli Eriofori bianchi sembrano candidi fiocchi di neve.
Attraversiamo la diga ed eccoci siamo al rifugio "
Refuge des Merveilles" (tel. 0033/93046464), situato a 2111 metri in riva al Lac Long Supérieur e in vista del Monte Bego a nord e della Cime du Diable a sud
. Il rifugio ( gestito dal CAF, Club Alpino Francese ) è stato recentemente rinnovato, ha una capienza di circa 60 persone.
Ci viene assegnata un'unica camerata con unico tavolaccio sia a destra che a sinistra, chi sa che notte ci attende, rabbrividisco all'idea.
Scendiamo e diamo un'occhiata in torno, ben presto, però, il gestore del rifugio ci avvisa a gran voce che è pronto.
Come primo ci viene sorbita una specie di minestrone, ma dov'è la verdura? Ci preoccupiamo un pò ma il secondo è più confortante: polenta e Camoscio??? Bè comunque è commestibile e mangiamo a sazietà, anche il vino non era male. Il piatto forte è stato il dolce consistente in jogurt di malga e frutti di bosco, veramente buono.
Restiamo a parlare un po', ma poi la stanchezza ci sopraffa e ci prepariamo per la notte.
La notte è stata un incubo, un vero festival del russatore, due nostri coinquilini hanno preso i materassi e sono andati a dormire nella stanza degli scarponi poco odorosa ma sicuramente più silenziosa.
Finalmente si fa giorno e allora chi ci sta più a letto, via a fare colazione e poi una volta pronti si parte alla volata della Valle delle Meraviglie e dei suoi graffiti.
Arrampicarsi nel Vallone di Valmasque sino ad arrivare al Lac Vert, al Lac Noir ed infine al Lac du Basto. Non è una semplice escursione, è un vero e proprio viaggio nel tempo. Un tempo che inizia all'alba dell'uomo e che continua ad affascinarci ancora oggi in uno dei luoghi dove l'uomo ha lasciato una traccia enigmatica scritta sulle rocce.
Prendiamo per il vicino Lac Fourca
e poi seguendo sulla destra proseguiamo per sentiero n°93 e ci inoltriamo nella Valle delle Meraviglie, Ecco incontriamo le  prime Incisioni rupestri.
Le teste cornute sono le più numerose. Forme diverse, sole o in gruppo, spesso raffiguranti un animale trainante un aratro, un erpice o delle traverse, rappresentano sempre il toro, forza motrice e simbolo di fecondità.
Le armi sono sopratutto dei pugnali, spesso disegnati con cura, il che permette di identificare quelli di rame e di bronzo ritrovati nei siti archeologici e di datare quindi le corrispondenti incisioni.
Le figure geometriche rappresentano sovente delle quadrettature (figure dette reticolate) che potrebbero raffigurare dei campi, dei recinti pastorali, delle abitazioni o dei canali irrigui. Troviamo anche altre forme come spirali, stelle, croci...
Le figure umanoidi sono rare e ridotte spesso a piccoli personaggi stilizzati che guidano gli aratri trainati dagli animali o brandenti armi. Alcune più complesse sono le più conosciute: «lo stregone», il «capo tribù»...Infine altri graffiti non hanno alcuna forma particolare. Insieme di punti isolati potrebbero simboleggiare la pioggia o degli armenti.
Decifrare questi graffiti non è facile ma ho letto queste frasi dello scrittore Vittorio Rossi e credo di condividere: "
Il segreto di questo posto è la sua fresca, elementare semplicità. Bisogna interrogare i segni con la mentalità del bambino, non con quella dello scienziato. Bisogna chiedere con il cuore, non con il cervello ansioso della perfezione. E la risposta non tarderà a venire, altrettanto immediata e chiara, a chi avrà l'umiltà di ascoltare. Quelle antiche genti liguri esprimevano concetti di vita e di lavoro poveri e semplici, una fede primitiva e timorosa  e hanno lasciato sulle pietre segni di commovente ingenuità, da eterni fanciulli qual erano''.
Proseguiamo sul sentiero superiamo il Lago delle Meraviglie, ora ci troviamo in una zona aperta, si avvistano le marmotte che sino ad adesso avevamo sentito solo il loro forte fischio d'allarme e poi i camosci che non sembrano spaventati alla nostra presenza.
siamo sotto la parete che porta alla Baisse Valmasque ( quota 2383 mt.), prendiamo il sentiero che sale in forte salita e finalmente siamo alla Baisse Valnasque
a quota 2549 mt.
Lo spettacolo è magnifico: giù nella valle il lago Du Basto e le montagne "Mont du Grand cappellet", "Tete du Sud e du Nord de Basto", "Baisse du Basto", " Cime Montolivo", "Cime Chamiye" e "Cime Lusiere".
Ci ricompattiamo e dopo un po' di riposo riprendiamo il cammino e ci dirigiamo verso il lago di Basto seguendo il segnavia n° 94, prima di arrivare al lago prendiamo sulla destra per Baisse de Fontanalba. Con qualche difficoltà individuiamo tra sfasciumi il sentiero n°397 con segni verdi gialli. il sentiero sale dai 2366 mt ai 2568 in ripida salita per poi giungere su un ampio prato che da sulla Valle di fontanalba, sulla destra il Monte Bego e sulla sinistra le "Rochers de S/te Marie".
Ci fermiamo qui per il pranzo, rimaniamo a lungo, più dell'uso UOEINO, ma poi visto anche che il cielo si stà annuvolando riprendiamo la via questa volta verso
la Baisse Vallauretta ( segnavia 386).
Adesso il paesaggio è molto diverso, proseguiamo tra enormi rocce che si sono staccate dalle vette che ci circondano, speriamo che non sia il momento di staccarsi proprio oggi qualche altro pezzo.
Qualche solitario larice da un pò di colore al tutto, qualche fioritura di
Campanula Alpestris e Fiordaliso Rapontico ingentiliscono l'ambiente, stambecchi ci scorrazzano vicino, sembra che ci sfidino a ricorrerli su quelle ardite rocce; magari avere la loro agilità e sicurezza!
Seguiamo ancora il sentiero e notiamo caserme e la costruzione del sentiero sicuramente fatto dai militari con molti muri di sostegno che ancor oggi compiono il loro dovere.
man mano ci stiamo avvicinando al limitare del bosco e gli alberi si fanno sempre più fitti, giungiamo al bivio tra il rifugio Fontanalba e Baissse Vallauretta, prendiamo per quest'ultima che raggiungiamo in quindici minuti a quota 2279 mt. Qui vi è un rifugio( privato??) probabilmente una ex caserma, sopra di noi Cime de Chanvrairee.
Prendiamo ora per segnavia 385 e scendiamo per prati nella regione della Gias de Vallauretta, Si scende facilmente su questi prati accompagnati dal fischio delle marmotte, ogni tanto qualcuna fa capolino o si affretta a infilarsi nella tana.
Giungiamo ora alla capanna di Vaura Superiore a quota 1794 mt. il segnavia n°384 ci indica la direzione per il
"Lac des Mesches" che da qui dista un'ora.
Dopo poco però giungiamo ad un bivio e con grande delusione non vi sono segnalazioni, sino a qui sempre puntuali e precise, fortunatamente sta arrivando un simpatico Corso e sua moglie, apprezzata dal sesso forte, che ci tolgono ogni dubbio sulla direzione, dobbiamo proseguire dritto lasciando quello sulla destra che riporterebbe al
" Refuge des Merveilles".
Scendiamo e ora rientriamo nel bosco costeggiando sulla nostra destra il torrente, ricche fioriture di lavanda profumano l'aria, scendiamo sempre e adesso siamo in piano sempre lungo il torrente, si cominciano a vedere delle case e mandrie di mucche, ecco siamo in prossimità del lago della miniera, lo attraversiamo sul muraglione e ci riportiamo sulla strada sterrata che abbiamo percorso il giorno prima e in pochi minuti siamo alle Miniere
, dopo esserci rinfrescati alla fonte non ci resta che percorrere  per pochi minuti la strada che ci divide dal parcheggio delle aiuto davanti al "Lac des Mesches".
Ci diamo una pulita e ci mettiamo vestiti asciutti e poi prendiamo la via di casa, questa volta da Ventimiglia e poi l'autostrada per Genova e poi la Genova Livorno,
Bella gita, bei paesaggi, del resto siamo stati alla Valle delle Meraviglie, il Lago delle Meraviglie, la Cima delle Meraviglie, non poteva essere che una meraviglia di escursione.
 

Foto escursione

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