12-13 Luglio 2007 Volevamo vedere l'alba sulla Pania della Croce
“Non si può toccare l’alba se non si sono percorsi i sentieri della notte”. G.K.Gibran

Percorso: Da Colle a Iapoli (Pruno)( 820 m.),  La Fania (905m.), Foce di Mosceta(1182 m.), Pania della Croce (1859 m.), Segnaletica: biancorossa CAI segnavia 122, 126, 124 
Dislivello: m 1039 Tempo di percorrenza: 3 ore circa sino alla vetta
Classificazione: E Punti sosta: Rifugi La Fania della UOEI di Pietrasanta e  Del Freo del CAI di Viareggio
Acqua: ai Rifgi della Fania e del CAI del Freo a  Mosceta e nelle sue vicinanze Periodo consigliato: dalla primavera all'autunno in assenza di neve e/o ghiaccio

 


Questa escursione è un classico che ripetiamo spesso in quanto ricca di fascino e di quel mistero che si ripete ogni giorno nella magia che si cela nel sorgere del sole, quale posto migliore se non la Pania per vedere l'astro nascente?
Infatti partiamo alla volta della regina delle Apuane, il nostro gruppetto è formato solo da tre persone e partiamo alla volta del Rifugio la Fania della
UOEI di Pietrasanta per lasciare le cibarie che ci serviranno per il giorno dopo.
Partiamo per il  paese di Pruno, quest'ultimo paese si raggiunge da Pietrasanta: si prosegue per  Seravezza successivamente per Ponte Stazzemese , qui si prende per le indicazioni del
Cardoso e davanti alla chiesa di questo paese si gira a  sinistra sino a Volegno e subito dopo appunto il paese di Pruno. Prima di entrare in paese prendiamo una strada sulla sinistra che ben presto diventa sterrata, per fortuna vi è stata messo mano e la maggior parte delle buche sono state coperte, solo l'ultimo tratto e in condizioni pessime.  Giungiamo ad un piccolo spiazzo dov’è situato un serbatoio del servizio antincendio boschivo, siamo a Colle a Iapoli (820 m.). Qui si deve necessariamente lasciare l’auto e proseguire a piedi lungo l’unico tracciato presente.
 Se non si vuol fare del "fuoristrada" è possibile proseguire per Pruno, parcheggiare nell’ampio parcheggio all’inizio dell’abitato, e proseguire a piedi imboccando il sentiero 122 che inizia proprio dalla piazza centrale del paesino.
Come detto imbocchiamo il sentiero n° 122 segnalato per il Passo dell'Alpino e Mosceta, infatti dopo circa quindici minuti giungiamo al termine della salita e ci manteniamo sul sentiero che prosegue dritto mentre andando a sinistra seguiremo il 122 per il Passo dell'Alpino.
Il sentiero per la Fania non è un sentiero CAI e pertanto non è segnalato sulle cartine e tanto meno vi sono segnalazioni bianco rosse CAI, solo alcuni segni gialli e qualche scritta indicante "La Fania".
In circa cinquanta  minuti attraversando le località di
Monte alla Tana 899 m, Poggiogo 875 m,  Canale di Deglio, Casa Cupigliana   giungiamo al rifugio che si trova sul versante Sud della Pania della Croce, sul costone denominato " Piton del Soglio ", all'ombra del grande faggio da cui prende il nome a quota 905 mt.
Qui troviamo gli amici di Pietrasanta Mario e sua moglie Paola che ci accolgono festosamente preparandoci un bel caffè, restiamo un pò lì a chiacchierare e poi riprendiamo il sentiero n° 124 che ci condurrà alla Foce di Mosceta a 1189 mt.
La  raggiungiamo in una trentina di minuti circa,
guardando a sinistra vediamo il vicino rifugio del Freo del CAI di Viareggio sotto il monte Corchia.
Attendiamo un pò e poi arriva Bruno e Severina; in giro dovrebbero esserci anche altri amici che attraverso il Passo dell'Alpino o dal Retro Corchia dovrebbero raggiungerci.
Aspettiamo per un pò, proviamo a chiamarli con il telefonino ma niente risposta, anzi una deviazione di chiamata fa rispondere alla telefonata il figlio di un partecipante che si trovava in Spagna, a Pamplona per la corsa di San Firmino.
Siamo sudati e un vento freddo ci fa rabbrividire, sappiamo che ci rimprovereranno di non averli aspettati ma decidiamo di partire, tanto sono un gruppo di cinque persone esperte, non avranno certo bisogno di noi!
Dalla Foce di Mosceta prendiamo il sentiero n° 126 per la vetta della Pania,
si comincia a salire in diagonale sulla sinistra il pendio della montagna,giungendo poi ad un pianoro detto delle Gorfigliette a  quota 1407  dove si trova una piazzola per l'atterraggio degli elicotteri di soccorso.
Continuiamo poi a destra e a sinistra lungo il pendio su un tratto più erto attraversando un breve canale e giungendo ad una zona più dolce detta Il Tavolino per poi risalire seccamente fino a sbucare al Callare della Pania, quota 1745, dove ci si può affacciare sul versante garfagnino. Da qui parte a sinistra il sentiero per il Pizzo delle Saette (m. 1720) e, mentre il sentiero 126 procede verso il Rifugio "Rossi", noi prendiamo a destra il sentiero di vetta che prima incontra la Spalla settentrionale (m. 1835) , poi l'antecima nord (m. 1854) e infine perviene a quota 1859 in vetta alla Pania alla Croce, la regina delle Apuane, dove ci attende la grande croce posta dalla UOEI di Pietrasanta nel 1956. 
Bè detto così sembra essere una semplice passeggiata sul lungo mare ma Rossano  non ne sarebbe molto d'accordo infatti bello carico con il suo zaino più un'altro zainetto dove Bruno aveva pensato bene di portare tutto l'occorrente per farci il caffè era carico come un mulo e in più reduce da bagordi, più saliva e più tribolava, comunque da buon escursionista dell'Apuano passo passo giunge anche lui in vetta.
Ora che siamo in vetta  ci sentiamo più contenti ma prima di raggiungere la croce dobbiamo fermarci in raccoglimento davanti alla targa che ci ricorda un nostro carissimo amico  che purtroppo non potrà godere più di questi panorami ma comunque sarà sempre nei nostri cuori e lo porteremo sempre su ogni vetta che noi toccheremo.
Sembra che sulla vetta non ci sia nessuno ma appena giungiamo alla croce proprio al di sotto vi sono due tendine che hanno preso i posti migliori, dal versante marino soffia un forte vento, alla ricerca di un posto dove il vento non dia troppo fastidio ci portiamo sul versante interno ma anche quì pur non essendo fortissimo si fa sentire, siamo di luglio ma siamo vestiti come di gennaio, pile, giacca a vento, guanti e chi più ne ha più ne metta.
Intanto arriva il gruppo ritardatario e come ci aspettavamo non sono state risparmiate colorite raccomandazioni di andare a visitare quel tal paese, ci abbiamo provato a scusarci ma non riuscivamo a convincerli della nostra buona fede, chi sa poi perché!
Siamo tutti riuniti, volevamo vedere il tramonto ma grandi nuvoloni si ammassano minacciosi sugli Appennini liguri e sull'Appennino Tosco Emiliano, in lontananza si cominciano a vedere anche i bagliori di fulmini.
Decidiamo di cenare, certo il riso freddo e formaggio con qualche salume non è che ci scaldi molto, le dita delle mani cominciano ad intirizzire, un certo tremito ci entra addosso, le nuvole si fanno più vicine, ci guardiamo e all'unisono ce ne usciamo con l'idea di riportarci a Mosceta e poi alla Fania.
 Oltre che dal freddo e dalla minaccia della Pioggia, che a quasi duemila metri non è proprio piacevole, non avremmo visto nessuna alba, sicuramente l'indomani le vette saranno incappucciate da nuvole basse.
Ripercorriamo la strada al ritroso, la luce lascia pian piano spazio alle tenebre, anche se una luna crescente cerca di farsi largo tra le nuvole dobbiamo mettere mano alle lampade frontali.
Eccoci senza problemi alla Foce di Mosceta, siamo in dieci, sei di noi decidono di fermarsi al rifugio CAI Del Freo, noi, in sei scendiamo con il sentiero n° 124 al
 rifugio la Fania della UOEI di Pietrasanta.
Sono le ventitre e trenta quando lo raggiungiamo, gli amici che erano già quì ci stanno aspettando e ci accolgono con caffè fumante, bè di già che ci siamo facciamo anche uno spuntino.
Siamo stanchi e ce ne andiamo a letto, Mario e Rossano vanno a spaventare i cinghiali con il loro russare dormendo all'aperto.
E' Mattino un brusio di voci ci sveglia, scendiamo da basso e subito notiamo nuvole basse che incappucciano le vette vicine, questo ci conferma la bontà della nostra decisione nel ridiscendere, anche una leggera pioggerella sta scendendo.
Facciamo colazione e pian piano cominciano ad aprirsi squarci nel celo, che fare per passare il tempo? Andiamo a fare quattro passi e scendiamo a trovare il Pacì e la Siria che troviamo intenti alla lavorazione della ricotta.
Rimaniamo per un po' e poi riprendiamo il cammino e ci portiamo a Colle Mezzana a rendere omaggio ad un vecchio amico che non c'è più, Agostino che quì praticamente vi è cresciuto e quasi ci viveva in pianta stabile.
Torniamo alla Fania, si sono uniti altri due amici a noi, Luca e La Sabrina, il pranzo è pronto. ma ecco che arrivano anche il Pacì e la Siria, ora siamo al completo possiamo cominciare.
Pranzo luculliano, amatriciana, coniglio e agnello arrosto, rosticciana, salsicce e pollo alla brace, patate e insalata, dolci, caffè e ammazza caffè.
Quando si stà bene in buona compagnia le lancette dell'orologio viaggiano ancor più veloci e in men che non si dica si fa l'ora di ripartire, dobbiamo ripulire e rimettere a posto, siamo pronti, eccoci in partenza alla volta di Colle a Iapoli, mentre camminiamo intoniamo canzonette goliardiche e vari sfottò, in meno di un'ora lo raggiungiamo.
Questa due giorni purtroppo è terminata ma siamo infinitamente contenti per ciò che abbiamo goduto, certo non abbiamo ammirato quel qualcosa di sempre nuovo e diverso. Che nasce ogni mattina senza che ce ne rendiamo conto, che tinge il cielo di varie sfumature aggiungendo nuovi colori.
ad ogni buon conto  stare in buona compagnia con veri amici è un tesoro che ognuno di noi custodisce gelosamente e quest'avventurata ha aggiunto altre gemme a questo tesoro.
Sicuramente, se non quest'anno il prossimo la ripeteremo, e vorrei che tutti provassero quello che abbiamo provato noi ammirando il sorgere del sole;  magari per un giorno lasciare la spiaggia e muovere le gambe, si faticando ma godendo di spettacoli che nessuna televisione al mondo potrà mai riprodurre e un messaggio a coloro che sono sfiduciati nella vita: " aprite gli occhi gente, il mondo e pieno di meraviglie, non vi stancate di cercarle!"


Foto escursione

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