Capo d'anno al Donegani attraversando Foce a Giovo

Sentieri:  175 Vinca - Capanne di Giovo-Foce di Giovo. - 37 Canal Regolo ( Forno)-Capanne di Navola-Capanna Garnerone-Capanne di Giovo-Foce di Giovo- Cava2-Rifugio G.Donegani.
Punti d'appoggio:  Rifugio Donegani completamente ristrutturato e raggiungibile in auto rappresenta un ottimo punto di appoggio.
Acqua: Al paese di Vinca e una piccola sorgente alle capanne di Giovo
Quote: Vinca (808 m), Foce di Giovo (1500 m), Rifugio Donegani (1150 m)

 

Accesso: Vinca si raggiunge percorrendo l'autostrada della Cisa, uscire ad Aulla e seguire le indicazioni per Equi Terme che coincidono per un tratto con la statale del Cerreto. Dopo alcuni chilometri si svolta a destra e giunti a Ponte di Monzone si svolta di nuovo a destra, seguendo ora le indicazioni per Vinca.
Per raggiungere il rifugio Donegani  dalla Versilia: da Forte dei Marmi seguire le indicazioni per Arni alta Versilia - Castelnuovo Garfagnana - Piazza al Serchio - Lago di Gramolazzo - Località Orto di Donna - Rifugio Donegani: circa 80 Km

 

Quest'anno decidiamo di festeggiare l'anno nuovo al Rifugio Donegani in Val Serenaia.
Io e Marco D. decidiamo di arrivare al rifugio partendo da Vinca, attraversando la Foce a Giovo.
Giungiamo nel paese alle ore 09,30.
Il paese di Vinca è situato su un declivio quasi pianeggiante (808 m), alle falde del maestoso Pizzo d'Uccello, è un pittoresco paese posto in un meraviglioso scenario dominato dalla frastagliate schiera di vette delle creste del Nattapiana e del Pizzo d'Uccello. Secondo la tradizione locale il paese è stato fondato dai profughi di Luni che in un primo momento si erano rifugiati sul Sagro. In seguito appartenne ai fiorentini, che in occasione di una disputa tra Vinca e Forno dovettero inviare il loro segretario Nicolò Machiavelli.
Lasciamo l'auto nella piazzetta, dove del resto termina la strada, acquistiamo una generosa porzione di focaccia, che quì fanno buonissima, e partiamo inoltrandoci nel dedalo di viuzze che salgono nel paese, seguiamo segni CAI e altri non ben chiari giallo verdi. Comunque noi seguiamo i segni bianco rossi e le numerazioni 38, 175, 190.
Il sentiero che ci interessa è il n° 175, che per l'appunto conduce a Foce a Giovo. Usciamo dal paese e siamo sul sentiero vero e proprio tra enormi castagni, su un tratto allo scoperto attraversiamo l'alveo di un canale e i grandi candelotti  e le ampie e scivolose lastre di ghiaccio ci confermano la sensazione di bassa temperatura.
Il sentiero non sempre è ben visibile ma non presenta difficoltà.
Intorno ai 950 metri termina il castagneto ed entriamo in un bosco di larici, dove le recenti bufere di vento hanno fatto scempio di rami.
Camminiamo per circa trenta, quaranta minuti e gli alberi si fanno più radi sino ad uscirne del tutto.
A 1250 mt. siamo a Capanne di Giovo, un antico insediamento
 di piccoli edifici pastorali posto sul versante sud del Pizzo d’Uccello,  si distinguono ancora i ruderi di 20 costruzioni in pietra adagiate dove il terreno è meno acclive su un area ampia oltre 8 ettari tanto da risultare un insediamento assai disperso.
Da quì in poi la presenza della neve si fà sempre più abbondante, tanto che in breve dobbiamo calzare i ramponi.
Facciamo una sosta per bere un tè caldo e Marco pensa bene di farmi cadere il bicchiere del termos, devo faticare non poco per recuperarlo, per fortuna un ciuffo di erica ha frenato il rotolamento. Ora siamo pronti per affrontare la salita molto erta. Decidiamo di salire in linea retta sino alla Foce, infatti con tutta questa neve neanche a cercarle le tracce di sentiero. La salita si fà sempre più ripida e seguiamo due tecniche differenti: io, vado di potenza mentre Marco, più calmo, molto più calmo, procede zig zagando.
Ogni tanto dobbiamo fermarci per riprendere fiato, ma la cresta della foce si fà sempre più vicina, ancora pochi passi e ci siamo, eccoci siamo a quota 1500.
Dalla foce si gode un ottimo panorama sul Pisanino, gli Zucchi di Cardeto, il Cavallo, il Contrario, il Monte Sagro, sulla Cresta Garnerone e  l'abitato di Vinca.
Il paesaggio è ancora più bello nello splendore della neve illuminata da un caldo sole. La salita da Vinca, senza neve, è stimata su un'ora e mezzo, noi ce ne abbiamo messe tre.
Iniziamo subito la discesa verso il Donegani, su questo versante c'è ancora più neve, percorriamo una ripida discesa che sembra una pista da sci, e in breve siamo nel bosco di faggi; percorriamo quello che sarebbe il sentiero n° 37 bis ma tranne qualche segno sugli alberi non si scorge altro, quindi procediamo in linea abbastanza retta accorciando di molto il percorso e in breve siamo sulla strada marmifera. Con questa neve anche lo scempio delle cave diventa uno scenario magico, sopra di noi ci sovrasta sempre il Pisanino. percorriamo la strada ed è abbastanza noiosa, giungiamo alla cappellina della Madonna dei cavatori, dove per stanotte è prevista una fiaccolata che partirà dal rifugio.
Ormai manca poco vediamo sotto di noi il rifugio, ultime due curve ed eccoci siamo davanti al rifugio.
Ci presentiamo e veniamo accolti subito cordialmente dai gestori, Mario e sua moglie Giuliana, ci danno subito la camera, camere ben arredate e molto accoglienti.  Il rifugio Guido Donegani e' costruito dalla società Montecatini nei lontani anni 60 come ricovero per i tanti cavatori che lavoravano nelle cave di Orto di donna .Guido Donegani ingegnere della Montecatini (poi trasformata in Edison) appassionato di montagna trasforma la costruzione in rifugio alpino ed il C.A.I. di Lucca ne prende la gestione ,che affida subito alla famiglia Anchesi e Lattanzi di Minucciano.
Oggi la struttura à stata completamente ristrutturata.
Con il suo ampio parcheggio è raggiungibile anche in autobus, ospita fino a 50 persone, con ben dieci camere da letto, 13 bagni,  10  docce, 3 sale da pranzo ed una terrazza grandissima, posta davanti al monte Pisanino, dove si mescola il silenzio e la poesia. Nel bar oltre ad essere attrezzato per dissetare troverete tutto quello che serve per una passeggiata , una arrampicata, una escursione in una miscela di cortesia e di professionalità.
E' abbastanza presto e la lunga ramponata ci ha messo fame, mangiamo un buon piatto di pasta e lo accompagnato con un altrettanto buon vinello.
Prevediamo che le nostri consorti e gli altri amici non arriveranno prima delle 17,00 , andiamo in camera e ne approfittiamo per un riposino.
Le prime due che arrivano sono le attesissime mogli Angela e Giuseppina e dopo poco arrivano anche Mario e Grazia assieme ad Aldo e Franca ecco il gruppo è al completo. Nel frattempo il cielo si è chiuso e ha cominciato a piovere copiosamente, strano a questa altezza ci attendevamo un'abbondante nevicata, invece solo acqua.
Le camere sono arredate bene, calde e accoglienti ma non adatte alla socializzazione quindi scendiamo nel salone del bar, ci sediamo vicino al camino e passiamo il tempo parlando del più e del meno, altri ospiti del rifugio provenienti dall' Emilia ci offrono buonissimo parmigiano e noi lo accompagniamo con prosecco per aperitivo.
Le ore passano allegramente, peccato che continua a piovere a dirotto; alle nove precise veniamo invitati a prendere posto ai tavoli assegnati.
Cominciamo le portate con antipasti
misto di salumi e crostini , a seguire  tris di primi con tordelli al ragù - risotto con funghi e penne alla Donegani, ancora poi, tris di secondi con cosciotto di maiale, stinco arrosto e salsicce alla brace, contorno di patate arrosto, si chiude con  torte alla ricotta e al limone, il tutto annaffiato da buoni vini rossi e bianchi.
L'atmosfera e gioviale e gli altri ospiti sono affabili tutti danno l'impressione di divertirsi. Mario, il gestore, fa da
countdown ufficiale e scandendo: meno cinque, quattro, tre, due, uno.
L'allegria esplode nella sala, i tappi di spumate saltano a ripetizione, baci, abbracci  e brindisi ci facciamo i migliori auguri per questo nuovo anno che è appena nato.
Poi iniziano le danze e quì i novelli Fred Astaire e Ginger Roger si cimentano in balli sfrenati, tutti quanti anche i più ritrosi si esibiscono in virtuosismi che riemergono da ricordi di tempi ormai passati. ( vai al filmato)
I gestori visto lo stato di alcuni e temendo per le coronarie, organizzano una tombolata con premio finale un cesto con prodotti vari e per una mezzoretta riescono a tenerci a riposo, un cesto lo vince a la Angela, del nostro gruppo, a metà con un'altro ospite.
Ricomincia la musica e via ai balli. Alcuni cominciano a sentire le ore piccole e alla spicciolata ce ne andiamo a letto. Fuori il tempo è ancora inclemente, oltre alla pioggia ora si è alzato un forte vento, peccato perché la prevista fiaccolata alla cappellina della Madonna del Cavatore salta.
Dormiamo benissimo e ci svegliamo a giorno fatto, infatti sono le dieci, il cielo è ancora chiuso e ha continuato a piovere.
Dopo colazione mettiamo il naso fuori dal rifugio e con stupore notiamo che la vetta del Pisanino stà uscendo dalle nuvole e sprazzi di azzurro si intravedono quà e là. In lontananza si vede già l'Appennino imbiancato.
Ci spostiamo verso un punto dove è possibile prendere campo con i telefonini e subito fioccano i messaggini di augurio, rassicuriamo a casa che stiamo bene e facciamo a nostra volta gli auguri a parenti e amici, poi la visita alla Madonna del cavatore la facciamo lo stesso, percorriamo la strada al di là della sbarra che sale alle cave, siamo un pò intralciati da una neve pesante piena d'acqua ma ci arriviamo tranquillamente, intanto il celo è sempre più azzurro e le vette che ci sovrastano spiccano con il loro biancore è uno spettacolo unico.
Dopo un attimo di raccoglimento davanti alla Madonna e fatte le rituali foto riprendiamo la via verso il rifugio per il pranzo, pranzo che si è riconfermato all'altezza della cena.
Purtroppo dobbiamo ripartire, io e Marco D. dobbiamo anche recuperare l'auto a Vinca. Andiamo presso il bar e dopo gli ultimi convenevoli con i gestori, paghiamo il conto, tratti più che bene, salutiamo e partiamo.
Con tutto il gruppo ci ritroviamo a Equi Terme, una cioccolata calda con panna o un punch caldo, due chiacchiere, poi, a malincuore riprendiamo la via di casa.
Sono stati due bei giorni passati in allegria in splendida compagnia, speriamo il proseguo dell'anno sia gioioso e prospero come questi giorni passati e che tanto bene ricada su tutti noi.
Auguri ancora a tutti voi che leggete questi racconti.

Foto escursione
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