06/09/2009 Isola di Gorgona (Arcipelago Toscano)

 

« Ahi Pisa, vituperio de le genti

del bel paese là dove 'l sì suona,
poi che i vicini a te punir son lenti,
muovasi la Capraia e la Gorgona,
e faccian siepe ad Arno in su la foce,
sì ch'elli annieghi in te ogne persona!
 »

Dante Alighieri Divina Commedia Canto XXXIII dell'Inferno, dove il poeta narra le vicende di Ugolino della Gherardesca:

L'isola di Gorgona assieme alle isole di Capraia, Pianosa, Elba, Giglio, Giannutri e Montecristo costituisce il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, nato per tutelarne i loro ambienti naturali di grande valore culturale e scientifico.

È prevalentemente montuosa e ricca di vegetazione tipica della macchia mediterranea; il suo rilievo più alto è di circa 300 metri. È attualmente sede di una colonia penale, realizzata come succursale di quella di Pianosa nel 1869, ma il suo centro civile è il paese degli antichi pescatori, oggi composto da circa 50 residenti.

Percorrendo la linea della costa, si incontrano suggestive insenature e baie come la Costa dei Gabbiani o la Cala Scirocco dove si apre la Grotta del Bue Marino, un tempo rifugio di foche monache, ora però non più visitabili a causa delle restrizioni del Parco. Verso ponente la costa cade a picco nel mare, mentre a levante degrada formando tre valli terminanti con piccole cale (Cala Maestra, Cala Marcona, Cala Scirocco).

 

 

Gorgona in pillole
Posizione: 43°25'46"N 10°03'15"E
Dimensioni: 2.15x1.5 km
Superficie: 2.23 km2
Perimetro: 10 km circa
Altezza max: Punta Gorgona (252 m.)

 

Il clima
Temperature
estreme
Tmax=34.1 °C
Tmin=-5.4 °C
Temperature
medie
Tmax=16.7 °C
Tmin=12.6 °C

Il tempo
Neve:
Pioggia:
Grandine:
Sereno:
Coperto:
Nebbia:
2gg/anno
21gg/anno
2gg/anno
97gg/anno
136gg/anno
52gg/anno

Comuni: Livorno

Provincia: Livorno

Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano

Superficie: 2,28 Kmq

Fonte: dati ISTAT

Partecipiamo, oggi, all'escursione organizzata dalla UOEI di Ripa di Versilia all'isola dell'arcipelago toscano: la Gorgona. Per visitare questa isola, essendo sede di un carcere sperimentale dove i detenuti sono dediti a lavorazioni agricole, allevamento di animali, produzione di miele e allevamenti di pesce, bisogna fare domanda molti mesi prima affidandoci ad una cooperativa opera da anni quì.
Infatti dal momento che vige una regolamentazione nel poter acceder a questa isola e anche gli spostamenti non possono essere effettuati liberamente, inoltre non si possono introdurre, coltelli, cellulari e macchine foto e video. Per potere effettuare la visita, noi ci siamo affidati alla cooperativa Toscana Trekking  ( www.coopgorgona.it  e 
www.toscanatrekking.it )
Precisato questo doveroso preambolo possiamo iniziare la nostra escursione.
Con le auto ci portiamo al porto di Livorno dove la moto nave Rais del Golfo è già pronta per la partenza, prima di salire, però, viene effettuata un'altra formalità: il ritiro dei documenti d'identità.
Siamo tutti a bordo e possiamo partire;
dista 21 miglia (39 km) circa di distanza da Livorno e il tempo di navigazione previsto è di un'ora. La traversata si svolge tranquilla, solo un po' di vento di grecale crea onde lunghe ma che comunque non danno molto fastidio. Stiamo attraversando una porzione del " Santuario dei cetacei" che è appunto compresa tra il bacino corso-ligure-provenzale da Punta Escampobariou (vicino alla città francese di Tolone) a capo Falcone e capo Ferro (Sardegna), fino al Chiarone (confine tra Toscana e Lazio) occupando una superficie marina di circa 87 mila chilometri quadrati, a detta delle nostre guide è facile avvistare delfini e anche balenottere: ma noi ci sforziamo di guardare non scorgendo niente.
Oltrepassiamo le secche della Meloria segnalate dal Faro della Meloria, che è stato costruito nei pressi della preesistente settecentesca Torre della Meloria, a sua volta originariamente dotata di faro, nel 1284 fu teatro della celebre battaglia tra genovesi e pisani.
Puntualmente giungiamo in vista dell'isola di Gorgona e veniamo avvicinati subito dalla motovedetta della polizia penitenziaria che ci scorta sino all'ormeggio dell'unico approdo possibile dell'isola:Cala dello Scalo.
Veniamo accompagnati, suddivisi in tre gruppi, sino allo spaccio del carcere per usufruire dei bagni e magari un caffè o una bottiglia d'acqua, per tutto il giorno non avremo più nessun punto di sosta.
La guida ci spiega che l'edificio dello spaccio erano in origine dei magazzini per la conservazione delle acciughe, risorsa primaria dell'isola fino al secolo scorso. dei monaci certosini.
L'attenzione ci viene fatta concentrare su degli scavi archeologici al di là della piazzetta, si tratta dei resti di una antica villa romana, recentemente scavata dalla Soprintendenza Archeologica di Firenze, attribuibile al I secolo a.C.
 Infatti per quanto piccola, l'isola ha conosciuto colonizzazioni umane già dalla preistoria, ed è accertata la presenza sin dall'Eneolitico (anche se non sono da escludere frequentazioni neolitiche). Conosciuta dai Greci
che la chiamavano Egilora e  presieduta dagli Etruschi che a loro volta la chiamavano Urgon.  Dal IV secolo dopo Cristo in poi fu sede di monasteri e luogo di ritiro coatto per i monaci insofferenti alle regole. Nel 1283 l’isola passa sotto Pisa, che costruì la Torre Vecchia.  Nel 1374 Papa Gregorio XI esautora i Benedettini, che nel frattempo l'avevano trasformata in un giardino, e fa insediare i Certosini.
L'attenzione ci viene fatta concentrare su degli scavi archeologici al di là della piazzetta, si tratta dei reti di una antica villa romana, recentemente scavata dalla Soprintendenza Archeologica di Firenze, attribuibile al I secolo a.C.
 Infatti per quanto piccola, l'isola ha conosciuto colonizzazioni umane già dalla preistoria, ed è accertata la presenza sin dall'Eneolitico (anche se non sono da escludere frequentazioni neolitiche). Conosciuta dai Greci che la chiamavano Egilora e  presieduta dagli Etruschi che a loro volta la chiamavano Urgon.  Dal IV secolo dopo Cristo in poi fu sede di monasteri e luogo di ritiro coatto per i monaci insofferenti alle regole. Nel 1283 l’isola passa sotto Pisa, che costruì la Torre Vecchia.  Nel 1374 Papa Gregorio XI esautora i Benedettini, che nel frattempo l'avevano trasformata in un giardino, e fa insediare i Certosini.
Passiamo poi alla chiesetta dedicata a Santa Maria, San Bruno e San Gorgonio costruita su quella preesistente, consacrata il 21 gennaio 1723;  dell'originale resta una porzione di pavimento e le mura esterne del convento, la guida ci dice che questa zona è chiamata la piana dei morti e quindi il toponimo ci porta a pensare che qui ci fosse un cimitero ma orami perso per sempre.
Come già detto l'isola è un  penitenziario e quindi le popolazione è costituita da carcerati e polizia penitenziaria, ma vi sono anche  gorgonesi che abitano l'isola: dato, però,  che tutte le attività produttive sono escluse da questo sito sia dal carcere che dal parco che ne vieta praticamente anche la pesca, non resta ai gorgonesi di emigrare sulla terra ferma per trovare di che vivre.
 L'unica abitante che vive 365 giorni l'anno alla Gorgona è la signora Luisa.
Dalla chiesetta parte la nostra escursione, escursione che possiamo fare unicamente perchè autorizzati, infatti da quì in poi la zona e interdetta anche ai residenti. Seguiamo la strada e costeggiamo le varie colture di vite e olivi dove ne incontriamo anche di molto vecchi uno di questi, enorme, viene ritenuto, se abbracciato, che esaudisca i desideri. Ci affacciamo su cala Martina e si vedono le recinzioni di allevamento di  orate che pare essere di buonissima qualità.
Un forte odore  ci annuncia che stiamo costeggiando la zona dedicata all'allevamento di piccioni, galline animali vari, di seguito la zona dei bovini, le mucche a sinistra a destra i tori.
Lasciamo Via Bellavista e prendiamo Via della Torre Vecchia, queste strade sono tutte sterrate con buon fondo, e ora vediamo quanto sia rigogliosa la vegetazione
costituita in prevalenza da macchia mediterranea, erica scoparia e corbezzolo con presenza di cisti, mirto, lentisco, ginepro e vere e proprie cascate di rosmarino.
Vicino al porto si trova una fustaia di Lecci e sulla sommità dell’isola si incontrano i Pini d’Aleppo. A Gorgona insiste anche una popolazione di specie arboree tipiche dei climi freddi ed umidi, come l’Orniello, l’Ontano nero, l’Olmo e il Castagno e di piante di origine alpina come la Crocifera ( Cardamine asarifolia) Tra i fiori è da segnalare la Spiranthes spiralis, una delle sei specie di Orchidee presenti sull’isola.
Animali non ne vediamo ma la nostra guida ci illustra quelli che sono presenti sull'isola o che la bitano nei periodi di migrazione o di cova.
Apprendiamo dunque che la fauna di Gorgona è quella  tipica dell’ Arcipelago Toscano, con abbondanza di Conigli selvatici e numerose specie di uccelli di passo.  Sono segnalati alcuni endemismi esclusivi dell’isola quali la Lucertola di Gorgona ( Pordacis muralis vinciguerra) che non tutti gli studiosi riconoscono come sottospecie, vari Molluschi terrestri ed Insetti. La fauna ittica è abbondante, grazie alla protezione indiretta offerta dalla presenza  dei divieti della Colonia penale e dal 1989 dalle misure provvisorie che hanno istituito un'area marina protetta  poi definitivamente inglobata nel 1996 nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. Dentici, Ricciole, Tunnidi, Sarde e Acciughe, rappresentano le presenze più frequenti tra i pesci pelagici. 
Giungiamo ora alla Torre Vecchia
arroccata sull'orlo di una roccia, a strapiombo sul mare in località Costa dei Cantoni, costruita dai pisani attorno al XII secolo, si presenta come un imponente complesso fortificato, seppur parzialmente diroccato, che si sviluppa a pianta poligonale irregolare, disposta su più livelli, con possente basamento a scarpa che si adatta all'orografia del promontorio sul quale sorge .
La struttura fortificata fu edificata quando l'isola e gran parte dell'arcipelago erano sotto il  controllo pisano. Lo scopo era quello di poter svolgere funzioni di avvistamento nel tratto di mare che separa Gorgona dalla Corsica; la torre, all'occorrenza, poteva svolgere anche efficaci funzioni difensive, soprattutto in caso di tentativi di incursioni piratesche, grazie alla sua posizione dominante a strapiombo sul mare. Durante le epoche successive, quando l'isola entrò a far parte del Granducato di Toscana (nel 1406 ebbe inizio il dominio mediceo), la struttura fortificata continuò a svolgere le sue originarie funzioni, fino ad essere definitivamente dismessa nel corso dell'Ottocento, epoca in cui fu decisa la sua trasformazione in prigione, grazie anche alla posizione isolata dell'isola. La nostra guida inoltre ci assicura che quì si manifesta spesso lo spirito di un frate.
Dopo la visita alla Vecchia Torre proseguiamo su Via di Casa Colonica e  deviamo poi per Il Semaforo in località Punta Gorgona, da qui tra una selva di antenne abbiamo una bellissima vista sulla Capraia e la Corsica, ma non manca anche di notare la consueta abitudine tutta italiana di buttare i soldi pubblici, infatti sotto di noi vi sono delle strutture complete di campo di calcio, chiediamo cosa siano e la spiegazione è che sono costruzioni fatte nel 1974 per fare nuove celle ma mai utilizzate. Ah  Italia!
Ripartiamo riportandoci verso la Torre Vecchia e poi proseguiamo per Via dei Cimiteri, deviamo su uno stradello, dove all'ombra di lecci l'organizzazione ci ha preparato il gradito pranzo a base di pizzette, formaggio,  stuzzichini vari e un passabile vino rosso il tutto, pare prodotto sull'isola.
Ora si riparte riprendendo la via dei Cimiteri che in realtà è uno, lo visitiamo e notiamo che  i cognomi si ripetono e sono i Citti e Dodoli, infatti quete due famiglie sono quelle che
furono espiante dalla campagna lucchese dal governo fiorentino per destinarle ad una specie di domicilio coatto in mezzo al mare. Hanno sempre vissuto di pesca, riuscivano a pescare anche 3 o 4 quintali d’aragoste a settimana e 120-130 d’acciughe che mettevano sotto sale per poi venderle in "continente". Gli abitanti dell’isola oltre al cognome, hanno in comune una storia di duro lavoro.
La guida ci fa notare anche altre tombe che non hanno questi nomi e ci spiega che si tratta di detenuti che hanno espresso il volere di essere sepolti qui oppure sempre di detenuti che i familiari non volendosi accollare le spese di trasferimento della salma hanno preferito che restassero sull'isola.
Ci dirigiamo ora verso Punta di Cala Maestra dove è piazzato il " Fanale  " una sorta di faro, questa zona in primavera è regno del gabbiano reale che qui viene a nidificare.
cala Maestra è forse la parte più bella dell'isola. questa zona sino a Cala Scirocco è zona di tutela integrale, dove tutte le attività in mare sono vietate, si tratta di più di metà dell'isola. Questa parte dell'isola viene esclusivamente  utilizzata quando venti di terra agitano le acque sul lato orientale mentre su quello occidentale sono riparate dalla costa. Le navi di approvvigionamento si recano in questa cala dove il mare è meno mosso e trasbordano i materiali sulle moto vedette che le trasportano poi a Scalo di Gorgona.
Torniamo indietro sino ad incrociare Via della Torre dell'Orologio che ci riporta a ridosso del villaggio, da dove vediamo appunto la torre dell'orologio. Prendiamo ora Via di Torre Nuova dove appunto passiamo nelle vicinanze di questa torre oggi usata dalla direzione del carcere.
La Torre Nuova è una torre costiera.
La sua ubicazione è lungo la costa orientale dell'isola, sul promontorio che chiude a nord Cala del Porto.
La struttura fortificata venne edificata nella seconda metà del Seicento dai Medici, per migliorare il sistema difensivo dell'isola che, lungo la costa orientale, si trovava di fatto sguarnita. Il luogo scelto per la costruzione della torre era probabilmente sede di una preesistente struttura di avvistamento andata precocemente in rovina. Le funzioni della struttura turriforme erano principalmente quelle di avvistamento, anche se all'occorrenza potevano essere esercitate efficaci funzioni difensive in caso di avvicinamento di imbarcazioni sospette al sottostante approdo. Dismessa in epoca ottocentesca, la struttura andò incontro ad un rapido ed inesorabile degrado che la portò in condizioni semidistrutte nel corso degli anni. Tuttavia, una serie di restauri condotti alla fine del secolo scorso hanno permesso di recuperare il complesso architettonico riportandolo agli antichi splendori.
La Torre Nuova si presenta come una struttura fortificata a sezione quadrangolare, addossata su un lato ad edifici posticci. Il complesso è costituito da un imponente basamento a scarpa disposto su due livelli, culminante con un coronamento di archetti ciechi poggianti su mensole sporgenti che delimita il terrazzamento su cui poggia il soprastante corpo di fabbrica a sezione quadrata, disposto anch'esso su due livelli, che culmina con un tetto di copertura a due fornici. Lungo le strutture murarie rivestite in laterizi si aprono una serie di finestre di forma quadrangolare.
In breve siamo di nuovo presso lo spaccio in Piazza Cardo, ci rinfreschiamo al bar e grazie al permesso da parte delle autorità penitenziarie possiamo fare un bagno nel bellissimo mare a Scalo. Bell'intermezzo nell'attesa del traghetto che ci riporterà a Livorno. Traghetto che arriva, proveniente dalla Capraia, con un pò di ritardo ma tutto sommato ci ha permesso di godere ancora dell'isola. Partiamo e alle nostre spalle in un mare che risplende i raggi del sole che  si appresta a tuffarvisi, l'sola ci appare con il suo profilo nell'immagine di una donna, forse la sirena degli antichi greci?
La Gorgona si allontana e le nostre Apuane si avvicinano ecco la costa di Livorno è sempre più vicina, il mar si agita un po' ma niente paura stiamo entrando in porto e ci apprestiamo ad ormeggiare.
E' stata una escursione diversa dal nostro pellegrinare per montagne ma la conoscenza della nostra regione in ogni sua parte e quindi anche marina ci sembra un'attività essenziale per la sezione della UOEI di Ripa di Versilia, inoltre una grande soddisfazione l'abbiamo avuta dalla grande affluenza di soci che hanno voluto parteciparvi.
     

                           
Cala Maestra

Foto escursione
  
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