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Oggi non è la
giornata ideale per fare un'escursione, cielo grigio e molta molta
umidità. ma la voglia di camminare è tanta e io, Alessandro,
Giuseppina, Rossano e Luca, ci ritroviamo a Pietrasanta e decidiamo
di andare sul Matanna. Il Monte Matanna (m.1317) è la cima più alta di tutte
le Apuane Meridionali ed ha la caratteristica forma di una piramide:
è una vetta accessibile a tutti. Partiamo alla volta del paese di Stazzema. Prima di entrare nel paese, in prossimità di una larga curva, si
notano le indicazioni per il rifugio Forte dei Marmi, le seguiamo
per circa un paio di km sino ad una segheria pochi metri più avanti
inizia il sentiero, per la verità due sentieri il 5 che conduce
direttamente al rifugio e il 6 che porta alla Foce di Petrosciana.
Noi però continuiamo sulla strada che ora diventa sterrata sino al
termine; siamo a circa 550 m. di quota. Scendiamo dalle auto e ci apprestiamo a iniziare la nostra
escursione. Prendiamo il sentiero N° 5bis ( con la nuova numerazione
5A), superiamo un primo tratto su roccia ed entriamo subito nel
folto del bosco. Bosco che si presenta con i classici colori
dell'autunno, camminando si sente volentieri il rumore indimenticabile dello
stropiccio delle foglie secche sotto le scarpe e si ritrovano i
ricci delle castagne che si confondono tra i colori delle foglie di
varie forme e colori. Che sensazione di pace immergersi nel
silenzio ovattato del bosco, interrotto dal rumore di qualche
bestiola che, correndo qua e là, riesce a trovare le ultime scorte
per il lungo periodo invernale dove la propria tana diventerà tutto:
vita, protezione e riposo. Il sentiero 5bis sbocca sulla strada sterrata che porta
all'agriturismo
Casa Giorgini, correndo assieme al N°6, una vecchia mulattiera
ancora ben conservata, mulattiera che collegava le valli della
Versilia con la Garfagnana. Attraversiamo la strada di servizio dell'agriturismo posta a
pochi metri sul sentiero e ci inoltriamo nel bosco. Oltrepassata la Casa Giorgini dopo poche curve troviamo il bivio con
il sentiero 5bis in località Casa del Pittore. Più avanti tralasciamo il bivio
sulla destra che porta al rifugio Forte dei Marmi all'Alpe della
Grotta e proseguiamo a sinistra verso la Baita dello Scoiattolo. Una volta giunti sotto le pareti del Procinto, più esattamente i
Bimbi del Procinto, prendiamo una traccia di sentiero sulla sinistra
per lasciarla dopo pochi metri per prendere una deviazione sulla
destra, segnaletica per Crestina del Procinto. Si giunge alla sella che separa il Procinto (dalla classica forma a
panettone) dai Bimbi. Sulla destra l'attacco della salita alla
crestina dei Bimbi del Procinto, sulla sinistra, invece il
canalino che con facili roccette sale sino alla Cintura del
Procinto. Noi prendiamo quest'ultima, ma prima andiamo a dare
un'occhiata all'attacco della più impegnativa anche per vedere la
starna formazione rocciosa a forma di " Proposcide". In breve siamo
sulla cengia, Cintura del Procinto, che compie l´intero giro
del torrione. lo percorriamo dirigendoci verso nord, ma essendo
appunto una cintura si può percorrere indifferentemente anche nella
direzione opposta. camminiamo con il naso all'insù, ammirando le
varie formazioni che sono su queste pareti erose dagli agenti
atmosferici e da milioni di anni. Attraversiamo il ponticello di legno e siamo sotto le pareti
strapiombanti del monte Nona. Alzando lo sguardo ci viene spontaneo domandarci come possa essere
possibile arrampicarsi su quelle pareti in apparenza inaccessibili
con una verticale quasi perfetta, eppure c'è chi riesce anche a
salire su questi strapiombi, dove esperti alpinisti hanno aperto
vie che superano il 6° grado di difficoltà . Ci riportiamo sul
sentiero n° 5 che dal rifugio Forte dei Marmi porta al Callare di
Matanna e in vetta al Matanna, andiamo infatti verso questa
direzione. il sentiero, in salita, si percorre senza difficoltà,
superiamo una grotta aperta sui due lati, dove soffia un forte vento
e in breve siamo al Callare a quota 1139 mt. Qui ci soffermiamo davanti alla Croce con Cristo eretta dalla UOEI
di Pietrasanta. Da questo luogo in caso di necessità si può scendere
anche nel versante opposto portandoci all'Alto Matanna dove c'è il
rifugio albergo Alto Matanna.
Il Callare è
situato fra il Matanna, m. 1317, e il Nona, m. 1297, in stupenda
posizione panoramica, peccato che il vento è tanto forte e freddo,
la nebbia quasi non ci fà veder neanche la Croce, con buone
condizioni meteo si potrebbe vedere il mare in lontananza e sulla
destra scorgere, il Procinto (m. 1177), il meraviglioso torrione
cilindrico che si innalza un po' discosto dal crinale principale e
separato da questo da un intaglio: l'intaglio del Procinto, più
distante verso sud il Piglione. E' un importante crocevia di sentieri, dal quale si
scende, sul versante marittimo, in circa mezz'ora al Rifugio Forte
dei Marmi, all'Alpe della Grotta, posto in magnifica posizione ai
piedi della spettacolare parete ovest del Nona e in vista del
torrione del Procinto.
Se più in basso il celo ci appariva plumbeo, quì siamo letteralmente
all'interno delle nuvole, forti raffiche di vento ci scoraggiano nel
trattenerci; appena una sosta sotto la grande Croce e poi via si
parte verso la vetta del Matanna. Ci dirigiamo verso sud seguendo un
evidente sentiero, attraversiamo un piccolo cancello e proseguiamo
per pochi metri sino ad incontrare un sentiero sulla destra con
segni, molto sbiaditi, azzurri per il monte Matanna.
Da prima siamo ancora nel bosco ma ben presto ci troviamo allo
scoperto, il vento e la nebbia non ci abbandonano e l'umidità entra
nelle ossa.
Giungiamo all'antecima e successivamente attraversiamo un zona
abbastanza pianeggiante con presenza d'inghiottitoi, molto
interessante la roccia che qui troviamo rossa al contrario di tutte
le apuane che ci appare grigia.
Affrontiamo un'ultima risalita ed eccoci sulla vetta a quota 1317 mt.
Se le condizioni meteo lo consentissero avremmo uno spettacolo
suggestivo, si potrebbe ammirare il gruppo delle Panie che ci
apparirebbe ben definito nella sua imponenza e nel profilo dell'Omo
Morto. In basso il Procinto e la parete sud-ovest del Nona,
verticale anzi strapiombante. Voltando lo sguardo verso sud il mare
e in lontananza fino a Livorno e la Liguria, nelle giornate
particolarmente limpide, le Alpi marittime, le isole dell'arcipelago
toscano e la Corsica.
La nebbia è proprio fitta, volevamo scendere dalla cresta sud ma la
scarsa visibilità ci fa rinunciare. Ci fermiamo giusto il tempo per
uno spuntino e grazie a due escursionisti che troviamo quassù ci
facciamo qualche foto in gruppo e poi via si ridiscende
la ripida cresta
NE verso il
Callare per la via percorsa in precedenza.
Giunti al Callare ci riammettiamo sul sentiero n°5“Aristide Bruni”che ci porta
alla base della parete Nord del Monte Nona, dove è presente un cavo
ma il sentiero non presenta difficoltà, solo un pò infido a causa
della forte umidità prodotto dallo sgocciolamento della montagna. In circa 40min. arriviamo al termine del sentiero dove si raccorda
con il sentiero 5 e 121 in prossimità del Rifugio Forte
dei Marmi 868 m.
Qui il freddo ci fa prendere all'unanimità la decisione di andare proprio
al rifugio per pranzare in locali accoglienti e caldi.
Veniamo accolti come sempre con amicizia e cordialità, che questo
rifugio sia gradito agli escursionisti lo si nota subito dalla
grande affluenza che qui troviamo sempre. La mesciua
Poi tagliatelle al ragù sono stati i primi, a seguire salsicce alla
brace e coniglio in umido con olive. Patate fritte per tutti.
Nota:
(La mescciüa,
che possiamo trovare scritta (come cita Wikipedia) anche
mesc-ciüa oppure mes-ciüa (con "sc" e "c"
disgiunte e la "ü" francese accentata), è un tipico piatto della
cucina spezzina. Fa parte della categoria di "cucina povera" e si
tratta di una zuppa di legumi e cereali, prima lasciati macerare in
acqua (per almeno 24 ore i fagioli secchi e il grano, mentre 48 ore
i ceci) e poi fatti bollire con tempi di cottura differenti. Una
volta terminata la cottura, vengono uniti in un'unica pietanza,
condita con olio extravergine d'oliva e pepe in grani.
Nel dialetto spezzino il termine "mescciüa"
significa "mescolata" o "mescolanza"
e deriva dal fatto che questa zuppa veniva preparata nella zona
del porto dai pescatori con ingredienti scelti in maniera del tutto
casuale e mischiati tra loro.)
Rimaniamo un po' a chiacchierare amichevolmente ma poi
inesorabilmente arriva il momento di ripartire; un ultimo caffè,
salutiamo i gestori e via si riparte.
Scendiamo verso
il "fontanone" nei pressi del rifugio e imbocchiamo il sentiero n°
5bis per la Casa del Pittore. Il sentiero è riconoscibile per la
presenza di un'antica fornace per la produzione della calce, sembra
un nuraghe sardo; superate poi due ruderi di abitazioni troviamo
un interessantissimo esempio di come gli usi cambino con il passare
degli anni: siamo in presenza di una piccola ghiacciaia, un vero e
proprio frigorifero del 1800 ricavato nella roccia. il sentiero termina sul 6 e dopo poco siamo di nuovo a Casa Giorgini
e subito dopo di nuovo sul sentiero 5 bis " le Scalette"; in pochi minuti giungiamo alle auto.
Non ostante il tempo inclemente è stata una bellissima escursione,
l'ideale per le giornate invernali quando le ore del giorno sono
veramente brevi, un giro veloce che magari fatto in belle giornate
soleggiate ci regala splendidi panorami.
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Foto
escursione
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