04/01/2009 Dalla Doganaccia al lago Scaffaiolo
Sentieri: 00 - 6 - 66 naturalmente con innevamento i sentieri non sono visibili |
Punti d'appoggio: RifugioDuca degli Abruzzi - quota (1787 mt) |
Acqua: A Cutiglaino e alla Doganaccia, in inverno solo alla'arrivo presso il rifugio Duca degli Abruzzi |
Quote: Cutigliano (730 mt.), Diganaccia (1547 mt.),Croce Arcana (1737mt),monte Spigolino (1827 mt.) - Lago scaffaiolo RifugioDuca degli Abruzzi (1787 mt), Passo della Calanca (1737m), |
Accesso: Da Lucca: immettersi sulla SS 12 e raggiungere le indicazioni " Abetone - Modena", giunti in località Lima mantenersi sulla SS 12 e seguire per Abetone, dopo 6 km girare a destra per Cutigliano (1Km) e seguire le indicazioni funivia - Da Firenze: Autostrada 11 Firenze - Pisa Nord, uscire a Pistoia e seguire le indicazioni per Abetone - Modena, immettersi sulla ex SS 66 seguendo sempre per Abetone, giunti in loc. Lima immettersi sulla SS 12 e seguire per Abetone, dopo 6 km girare a destra per Cutigliano (1Km) e seguire le indicazioni funivia. |
Eccoci quà nella primavera ramponata
dell'anno, la prima ufficiale
per il gruppo dell'Apuano, siamo in
sette, gli amici della piana della
Versilia, detti i marignoccoli,
Alessandro, Marco M. Marco D. e
Alfredo, poi ci sono quelli della
palude, da Montecatini, Monsummano:
Bruno, Severina e Rossano.
Ci
siamo dati appuntamento a
Cutigliano (730 mt.) per le
09,00 e puntualmente arriviamo al
parcheggio della funivia
praticamente assieme.
La giornata è bella ma l'aria è
alquanto frizzantina, decidiamo di
indossare subito le ghette e anche
questa semplice operazione ci è
molto difficile da effettuare a
causa delle dita intirizzite.
Bè! zaini in spalla e ci uniamo alla
moltitudine di sciatori che si
accalcano alla biglietteria per
salire alla stazione di arrivo alla
Doganaccia.
In sette minuti circa sorvolando
boschi di abeti e faggi per tre km.
con un dislivello di 1000 mt.
giungiamo alla Doganaccia; località
sita nel cuore dell’Appennino
tosco-emiliano, deve il suo nome
alla sua ragione storica; la
località sorge infatti sui resti di
un’antica dogana posta tra il Ducato
di Modena e il Granducato di Toscana
a (1547 mt.).
Appena usciti dalla funivia notiamo
che il freddo si è fatto ancora più
pungente e calzare i ramponi è molto
laborioso, le dita non si sentono
più!
Una freccia indica la direzione da
prendere, praticamente dobbiamo
passare sotto il ponte dello skilift
e poi... poi andiamo a naso,
proseguiamo dritti seguendo le piste
da sci ma dopo breve ritroviamo
indicazioni che indicano i sentieri:
n. 6 CAI/M.P.T. (Montagna
Pistoiese Trekking) per la Croce
Arcana e il n° n. 66 CAI che,
passando sotto il Monte Spigolino
conduce direttamente al Lago
Scaffaiolo.
Noi prendiamo per la Croce Arcana
(1737mt), veramente non andiamo
proprio al passo dal nome così
curioso che ci domandiamo del perché
di questo nome.
Non sappiamo la motivazione
precisa per cui il passo porta
questo nome, sembra che ci sia stato
qualcosa di arcano, misterioso o
addirittura perchè è a forma di
arco. In precedenza
portava il nome di
Croce dell'Alpe,
fino agli anni 80 del secolo XVIII.
Il passo era utilizzato per
collegare Lucca a Modena già in età
Longobarda. Come detto ci dirigiamo
verso i ripetitori dei ponti radio e
dove c'è la vecchia funivia
Doganaccia - Croce Arcana, sembra
fuori uso.
Mentre saliamo l'erta salita, ci
accorgiamo sempre più che il vento
si fà ancora più impetuoso, scaglie
di ghiaccio ci si gettano addosso
e la respirazione si fa difficile.
Giungiamo sotto le antenne e questi
obbrobri posti sulle creste
dell'Appennino, oggi ricoperte di
formazioni ghiacciate sono
spettacolari e sembrano misteriose
navi spaziali. Il vento è sempre più
forte ma non ci impedisce di
ammirare il panorama che va da
sud la piana di Pistoia, in
lontananza le montagne pisane con il
monte Serra con la selva di antenne
sulla vetta, dietro di queste il
mare luccica della luce del sole e
all'orizzonte il profilo della
Corsica, guardando nella valle a
nord si può intravedere la catena
delle colline modenesi e ancora più
lontano l'arco alpino innevato,
mentre a est svetta la cima del
cupolino, altra meta di escursioni
al lago Scaffaiolo; mentre ad ovest
si scorgono le "pagine" del Libro
Aperto. Un vero spettacolo.
Troviamo riparo dietro le pareti
delle antenne per un attimo di
riposo, ben presto riprendiamo il
cammino. Ci incappucciamo sempre di
più e camminiamo a testa bassa,
decidiamo di seguire la cresta e ci
dirigiamo verso la vetta del monte
Spigolino.
Proseguiamo sballottati dal vento,
in tutto il tragitto scambiamo poche
parole e quando lo facciamo dobbiamo
urlare, seguiamo il filo di cresta
in uno scenario da favola, il bianco
è abbagliante, dalla neve sporgono
pochi centimetri di paletti di
recinzione, anche quì le
incrostazioni di ghiaccio sono
spettacolari.
Ci abbassiamo leggermente di quota
per poi iniziare la salita allo
Spigolino, la neve cambia da
farinosa diventa ghiacciata,
lavorata dal vento in mille forme
diverse, in breve siamo sulla vetta
a quota 1827 mt.
Il monte Spigolino così denominato
nella carta disegnata nel 1746
dall'abate
Domenico Vandelli ( progettista
della Via Vandelli) e incisa da
Andrea Bolzoni: in questa carta lo
Spigolino è identificato come monte
Folgorino detto anche Spigolino.
Dalla vetta, da dove si distacca il
lungo crinale che va a
separare la valle del torrente Leo
da quella del suo affluente Dardagna,
si ha un vasto panorama sulle valli:
Ospitale, Fellicarolo e sulle valli
toscane della Lima.
Mentre dal versante toscano lo
Spigolino appare come una montagna
abbastanza anonima ( anche perché si
distacca poco come altezza dal
sentiero del crinale ) dal versante
emiliano si mostra in tutta la sua
imponenza.
Sulla cima ci fermiamo proprio poco,
il tempo di alcune foto e poi
scendiamo frettolosamente, il
rifugio lo vediamo a poca distanza e
la voglia di un pasto caldo è tanta.
Scesi dallo Spigolino proseguiamo per cresta aggirando il lago sulla
destra, giunti all'altezza del
rifugio puntiamo verso il basso e ci
dirigiamo sul lago, si lo
attraversiamo camminando sulle
acque, no! non si tratta di un
miracolo, la superficie è
semplicemente ghiacciata, risaliamo
la costa del lago e siamo al rifugio
Duca degli Abruzzi a quota
(1787 mt)
Inaugurato nel settembre 2001, ricostruito per la quarta volta (il primo
edificio è del 1880), è posizionato
a 1787 metri di quota, sul crinale
tosco-emiliano, sulle rive del lago
Scaffaiolo e affacciato alle pendici
del Corno Alle Scale. Aperto
tutti i giorni dal 1/6 al 30/9 e
tutti i fine settimana nel restante
periodo dell'anno con possibilità di
aperture infrasettimanali per gruppi
di escursionisti o sciatori. Dispone
di 25 posti letto in camerata,
servizio bar, servizio
ristoro. Posto tappa GEA, è stato il
primo per alpinisti in Appennino.
Di fretta ci togliamo i ramponi ed
entriamo all'interno chiedendo se è
possibile magiare, la risposta
affermativa non ci può che fare
piacere. Ci accomodiamo, si sta'
proprio bene qui al caldo, arriva
subito il gestore per le ordinazioni
e tutti tranne Marco D. che prende
una zuppa d'orzo, ordiniamo polenta
e cinghiale e anche un buon vinello,
niente male! Proseguiamo con
alcuni viveri che ci siamo portati,
qualche dolcetto e grappina, il
caffè lo prendiamo al banco, ci
sembra opportuno lasciare il posto
ai molti che stanno attendendo per
pranzare.
Una volta all'esterno veniamo
investititi da feroci raffiche di
vento.
Bruno non crede che siamo
passati sul lago ghiacciato e non
vedendo l'acqua non crede neanche
che ci sia un lago, invece è la
sotto e in estate è anche molto
bello;
il nome del lago sembra derivi da "caffa",
termine con cui gli antichi
montanari indicavano un avvallamento
o una conca.
Secondo
le credenze popolari il lago era
collegato con un canale sotterraneo
direttamente al mare. Boccaccio
riporta nei suoi scritti la leggenda
che vuole lo scatenarsi di terribili
tempeste nella zona ogni volta che
si getti una pietra nelle sue acque.
Questa leggenda deriva forse dal
fatto che la zona è soggetta ad
improvvise bufere con venti che
raggiungono i 100 km/h.
Secondo gli studiosi invece, a
causa della natura impermeabile del
terreno ed alla scarsa vegetazione
circostante, l'acqua piovana e
quella proveniente dallo
scioglimento delle nevi confluisce
nel lago ove si conserva tutto
l'anno anche per effetto della
temperatura rigida e delle frequenti
nebbie che limitano l'evaporazione.
Ripartiamo e questa volta ci teniamo
più bassi, seguiamo quello che
dovrebbe essere lo 00 per la
Doganaccia, lo seguiamo
approssimativamente e ci portiamo al
passo della Calanca a 1737 mt,
prendiamo sulla sinistra la
direzione del sentiero n° 66,
passiamo ora sotto lo Spigolino e
percorriamo ampie radure innevate,
giungiamo a delle abetaie che con la
neve sono bellissime e siamo sulle
piste a ridosso della Doganaccia; in
breve siamo di nuovo alla stazione
della funivia che riprendiamo per
ridiscendere sino a Cutigliano.
Prima di salutarci prendiamo un bel
punch caldo, ci vuole proprio dopo
tutto questo freddo.
Bella escursione in ambiente
fantastico, non presenta
difficoltà oggettive ma è bene
sempre ricordarsi che siamo in
montagna su neve e ghiaccio
che sono di natura infidi e il
pericolo è sempre in agguato, quindi
non prendere niente sotto gamba e
tenere sempre alta l'attenzione.