20/07/2009 Ferrata Tordini - Galligani o Siggioli
Sentieri:
192
Equi Terme-Solco di Equi-Cave del Cantonaccio-La sbarra
della strada marmifera-Poggio Baldozzana
,
190
Vinca-Foce dei Lizzari-Sentiero attrezzato Zaccagna-Cave del Cantonaccio,
181
La Monzonara (diramazione sentiero
40)-CAsa Respettolo-Porcigliola-Foce dei Pozzi-Foce Ballerino-Rifugio
Carrara ,
37
Canal Regolo (Forno)-Capanne di Navola-Foce di Navola-Foce di Monte
Rasori-Capanna Garnerone-Capanne del Giovo-Foce di Giovo-Serenaia
Punti d'appoggio: Rifugio
Donegani
Difficolta: EEA
Acqua: Al paese di Ugliancaldo e al rifugio Donegani
Quote:
Alla sbarra della
marmifera a Ugliancaldo 820
mt. - Attacco della ferrata 100 mt - fine ferrata 1400 mt - Foce
Siggioli 1390 - Giovetto
1497 mt - Rifugio Donegani 1150 mt - La Ferrata ha un
dislivello di 400 m.; 550 m. di Cavo continuo
Come arrivarci:
Usciti dal casello autostradale di
Aulla,si segue per Fivizzano fino a
seguire poi le indicazioni per
Gassano e poi per Ugliancaldo. Da qui
si segue per le cave di Cantonaccio
fino alla sbarra 820 mt (4km circa
di strada sterrata percorribile in
macchina).Dalla sbarra seguire la
carrabile (indicazioni) fino alla
casa dei vecchi macchinari
870mt, passate le cave ci si inoltra
nel bosco (indicazioni ferrata) e
tramite sentiero segnato prima nel
bosco e poi su fasce rocciose si
perviene all'attacco (cira 1 h).
Oggi
abbiamo deciso di cimentarci su una
delle più belle escursioni delle
Apuane la ferrata Tordini Gallicani
che dalle cave del Cantonaccio,
presso Ugliancaldo, ci porterà a
Foce a Siggioli.
L’itinerario si
sviluppa lungo un bello e regolare
sperone roccioso all’ombra della
spettacolare parete nord del Pizzo
d’Uccello ,sulla quale sono state
scritte alcune delle più gloriose
pagine dell’alpinismo sulle
Alpi Apuane.
La ferrata fu
realizzata nel 1971 a cura della
sezione C.A.I. di Pisa per agevolare
l’accesso al versante meridionale
del Pizzo d’Uccello,ed è dedicata
alla memoria degli alpinisti pisani
Brunello Tordini e Pier Luigi
Galligani,caduti in montagna. La via
è poco difficile ma non esente da
qualche passaggio tecnico e
atletico,e richiede ugualmente un
certo impegno per la continuità;la
roccia è generalmente buona e solo
nella parte alta si presenta qualche
breve tratto un po’ friabile;sulle
placche della zona inferiore occorre
prestare attenzione a non smuovere
sassi che rotolerebbero lungo il
percorso di salita;in diversi punti
la progressione è agevolata da
qualche tacca superficiale scavata
artificialmente nella roccia;il
percorso è attrezzato
ininterrottamente su un dislivello
di 400mt,per 550mt circa di
sviluppo;il cavo è generalmente ben
teso,e nei tratti meno ripidi quasi
sempre mantenuto a circa 70cm di
distanza dalla roccia da solidi
tondini metallici con anello. Pur
essendo un itinerario di bassa
quota,sviluppandosi in una profonda
valle esposta a nord non si presta
ad essere percorso nei mesi
invernali (il percorso resta in
ombra praticamente per tutto il
giorno),e dopo inverni
particolarmente nevosi può risultare
percorribile solo a stagione
avanzata.
Siamo in otto ma mentre Io
(Alessandro), Giuseppina,
Marco e Rossano arriviamo
dalla Versilia, Bruno,
Severina, Luca e Sabrina
arrivano da Montecatini e da
Altopascio. Per questo ci
diamo appuntamento in
Val Serenaia dove lasciamo
un auto e con il camioncino
di Bruno ci dirigiamo a
Ugliancaldo, seguiamo
poi per le cave di
Cantonaccio fino a una
sbarra che ci impedisce di
andare oltre. Sono circa 4
km di sterrata che in alcuni
tratti e alquanto sconnessa
dal passaggio dei mezzi
pesanti. Parcheggiamo in una piazzola laterale e ci prepariamo alla partenza. Imbocchiamo la carrabile che dapprima scende qualche metro,quindi risale mantenendosi a sinistra e con alcuni tornanti raggiunge la Casa dei Vecchi Macchinari (868mt-30'),nei pressi delle cave alte del Cantonaccio. Oltrepassate queste dobbiamo percorrere ancora molta strada con ripide rampe che ci troncano il fiato, finalmente lasciamo questa noiosa strada e ci inoltriamo nel bosco dove un sentiero ben segnato consente di passare nuovamente sopra le cave,attraversare alcune facili fasce rocciose e raggiungere alla fine un ballatoio alberato ai piedi delle placche dove il cavo metallico indica chiaramente l’inizio della ferrata (1000mt). Eccoci finalmente, ci armiamo di attrezzatura da ferrata: imbraco, dissipatore e caschetto e subito ci cimentiamo nella salita. Il primo tratto di salita si sviluppa dapprima lungo una fascia di placche coricate di ottima roccia,dove si procede prevalentemente in aderenza e senza sforzi particolari,tranne alcuni brevi passaggi un po’ atletici per rimontare un paio di risalti della roccia; l’ultimo di questi risalti immette su un ampio piano inclinato con numerosi alberelli e cespugli ed il fondo a tratti un po’ rotto: si prosegue senza grosse difficoltà, prestando attenzione a non smuovere sassi, fino a raggiungere la cresta dello sperone. Saliamo agevolmente e rimaniamo affascinati dalla vicina e vertiginosa parete nord del Pizzo d'Uccello, 800 metri di parete verticale dove rimbombano le urla di richiamo di alcuni alpinisti che la stanno scalando. Il percorso poi si sviluppa proprio sul filo della cresta,seguendola quasi fedelmente tranne che in alcuni punti dove ci si sposta lateralmente percorrendo un traverso per vincere un risalto strapiombante, denominato " Il Naso" è questo un passaggio chiave nel quale si aggira un roccione; la pendenza è quasi costante, solo attenuata da qualche pulpito dove |
|
si può riposare; molto
caratteristico è un
passaggio di alcuni metri su
una lastra di marmo bianco e
rosa," Il Belvedere" che a
dispetto delle apparenze
offre delle ottime
condizioni di aderenza. Ecco siamo alla fine e sbuchiamo sulla Costiera di Capradossa (1400mt) a pochi metri dalla Foce Siggioli, da qui si possono godere meravigliosi scorci sul Pisanino, sul Monte Cavallo e sul Garnerone - Grondilice.Usciti dalla ferrata si scende verso una palina con segnaletica dei sentieri, siamo a Foce Siggioli 1390 mt, imbocchiamo il sentiero n° 181 in direzione est verso il Giovetto, mentre se seguissimo verso ovest andremmo verso poggi di Baldozzana. Percorriamo il sentiero che scende rapidamente nel bosco verso sud; la traccia, a volte è molto stretta, giungiamo in un ripido canale con la presenza di sfasciume e in parte roccioso, lo risaliamo faticosamente; essendo attrezzato con un cavo metallico ci può comunque aiutare nella salita. Usciamo dal bosco e si attraversiamo una zona rocciosa abbastanza esposta anche qui attrezzato con cavo metallico, rientriamo nel bosco ed in pochi minuti di leggera salita si raggiunge il valico erboso del Giovetto (1497 mt.). Decidiamo di accamparci qua per il pranzo, la salita al Pizzo d'Uccello salta, pensiamo che è troppo tardi per affrontarla. Bè godiamoci il giusto riposo. Troviamo un posto al riparo del vento e ci godiamo un caldo solicello, ognuno tira fuori i propri viveri, stranamente Rossano si appartato: sapremo poi che non voleva dividere con noi le salsicce, egoista!! Quando c'è Bruno il pranzo non può finire senza il caffè ed ecco che tira fuori macchinetta e fornellino e ben presto l'aroma del caffè si sparge per i prati. Bè la sosta è stata abbondante, possiamo ripartire. Invece di proseguire verso il Giovo notiamo sulla sinistra del sentiero, verso il bosco, su una pianta un segnale con l'indicazione " Al sentiero n° 37", non avendolo mai percorso decidiamo di prenderlo. Prosegue ripido nel bosco e quando ne usciamo dopo pochi minuti incrociamo il sentiero n° 37, che imbocchiamo in direzione del rifugio Donegani. Ecco siamo ora alla marmifera, la percorriamo per poche centinaia di metri e poi riprendiamo sulla destra il sentiero che in pochi minuti ci porta al Rifugio Donegani. L'escursione è terminata, una birra, un caffè e poi a recuperare le auto. Ci salutiamo calorosamente e ci diamo appuntamento alla prossima. Riprendiamo la via di casa che ci porta a passare ad Aulla, dove guarda caso c'è una gelateria che fa gelati da sogno. Fermaci è d'obbligo, un mega gelato oggi ce lo siamo guadagnato. |
Foto
escursione
Se vuoi unirti a noi apuano@email.it