Anche quest'anno abbiamo
voluto festeggiare con gli
amici della sezione di
Pietrasanta la classica "
Smondinata" alla Fania.
Giornata nella quale
escursionisti più e meno
esperti si ritrovano per
un’allegra scampagnata con
amici e familiari.
Quest’anno la nostra
smondinata sede di Ripa con
destinazione il paese di
Pruno dove avremmo iniziato
la camminata verso il
rifugio.
L’allegra comitiva
salendo per il
meraviglioso
sentiero che parte
da Pruno ci
dedichiamo alla
raccolta delle
castagne redarguiti
dai più esperti che
ci propinavano
consigli sulla
qualità e bontà dei
suddetti marroni,
quest'anno la
stagione dei funghi
è stata propizia e
assieme alle
castagne non son
mancati i succulenti
porcini.
E' una bellissima
giornata che ha
favorito l'affluenza
alla festa
moltissime persone,
infatti numerose
sono le comitive che
incontriamo lungo la
via.
Dopo circa due ore
di tranquilla
passeggiata, tra
discorsi più o meno
seri e sacchetti che
si stavano
rigonfiando per la
raccolta delle
castagne, siamo
giunti alla nostra
meta. Quando
giungiamo alla Fania
una gran moltitudine
di persone è sparsa
per prati o sotto
l'ombra della grande
Fania.
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Sono moltissime le facce
conosciute, strette di mano
e pacche sulle spalle con
gli amici dell’ U.O.E.I. di
Pietrasanta. Mentre qualcuno
faceva previsioni per i
programmi futuri. iniziava
la cerimonia presieduta dal
Presidente dell’ U.O.E.I. di
Pietrasanta: il conferimento
di diplomi al merito ai
giovani uoei a qualche
genitore e ad alcuni soci.
La fame si fa sentire e in
particolare Marco e
Alessandro sbraitano perché
ci si dia una mossa, bè, li
capiamo del resto sono
partiti da Pietrasanta e
sono venuti a corsa sin
quassù! 20 Km di salita,
pazzi? No! semplicemente per
loro la corsa è un modo di
vita, uno scopo e
soprattutto un divertimento.
Ci sistemiamo al tavolo
presso la casa di Lino,
purtroppo, oggi Massimo e
Gabriella non son presenti,
peccato li avremmo salutati
volentieri e magari
approfittato della loro
generosità. Comunque sulla
tavola non manca niente:
salsicce, wurstel, salumi,
affettati, biroldo, formaggi
vari,ecc. ecc. naturalmente
tanto vino e dolci.
Dopo tutto questo ben di Dio
ci siamo anche ricordati che
ci eravamo riuniti per
festeggiare la “ mondina”
ovvero la caldarrosta. Una
volta davanti al fuoco, che
abbiamo acceso ci siamo
cimentati in volteggi di
castagne sulle padelle sino
ad arrivare ad avere un
prodotto ben cotto e lì,
davanti al fuoco, con in
mano un pugno di caldarroste
ben calde e un bicchiere di
vino ci siamo messi a
raccontarci le nostre varie
esperienze di montagna, e a
fantasticare sulle nuove
avventure che ci
aspetteranno nei prossimi
mesi e nel corso del
prossimo anno.
Le
ore passano in un lampo ed
era già l’ora di ripartire,
salutiamo gli amici che si
attarderanno per risistemare
e ripartiamo verso casa.
Per chi è abituato ad
escursioni su vette
impegnative, a camminare per
ore ed ore, ma anche chi
invece fa una vita più
sedentaria e considera già
la gita alla Fania come
qualcosa di veramente
faticoso, non può rinunciare
a questa giornata come ad un
rilassante ritrovo festoso.
Questa escursione ci ha
confermato la validità delle
nostre iniziative; infatti
in quest’anno abbiamo
compiuto molte escursioni in
ambienti bellissimi e
suggestivi, in ambienti che
tutti noi amiamo e che con
le nostre “ scarpinate”
impariamo a conoscere. E’ la
conoscenza che permettere di
amare una montagna: una
ripida salita, un panorama,
ciò è una convinzione tra
gli escursionisti. E’
proprio questo il
presupposto che anima tute
le nostre uscite che sono
mirate ad una sana vita
all’aria aperta immersi
nelle meraviglie che la
natura ci offre, soffrendo
insieme, arrampicandosi su
un ripido versante o gioire
ogni volta che si raggiunge
una vetta, si ammirano
sconfinati panorami o,
ancora tutti vicini commossi
e in silenzio, si ammira
un’alba magica.
Questi ambienti sconosciuti
ai più ma con motivi
d’attrazione spesso
altrettanto validi per
coloro che, in misura sempre
maggiore, sono alla ricerca
di ambienti naturali ancora
intatti, oppure delle
testimonianze di millenni di
presenza umana integrata e
in simbiosi con la natura
circostante, spesso
rimodellata gradualmente e
naturalmente. Con le nostre
escursioni si vuole anche
mantenere viva l’attenzione
verso le testimonianze di
quei beni, così vicini e per
molti così lontani; inoltre
è nostra intenzione portare
avanti il testimone che ci
hanno lasciato i nostri
fondatori, ben novanta anni
fa!
Di seguito la relazione di
un'impresa raccontata da
Marco Meccheri
Come nascono i sogni che poi
si trasformano in desideri?
Qualè la fonte dalla quale
sgorga il pensiero, di
mettersi alla prova di
vedere noi stessi sotto
un'altra luce di far provare
al nostro corpo emozioni e
sensazioni che in altre
circostanze avremmo
considerato quasi
impossibili additando e
mettendo alla gogna chi ce
le avesse proposte. Cos'è
che fa scattare quella
magica scintilla che ti
permette di poter volare in
alto ed esaudire tutto
questo
Ed anche questa volta come
per altre il desiderio di
fare qualcosa di diverso
nasce per caso come per
gioco quasi una cosa senza
senso di un'altra
dimensione.
Forse la voglia di unire
quelle passioni che mi fanno
sentire vivo ha generato
questo così audace pensiero
con la voglia di
trasformarlo in realtà.
Ed è così che dopo neanche
troppa elaborazione,calcoli
o ragionamenti precisi
propongo il mio pensiero. E
a chi meglio di qualsiasi
altra persona se non a
quella con la quale stò
condividendo esperienze che
giudicherei memorabili ed
alla quale mi sento legato
in un sodalizio infinito.
“ Sai ho pensato che
potremmo fare una corsa con
partenza da Pietrasanta ed
arrivo alla Fania (rifugio
di proprietà dell'U.O.E.I.
Di Pietrasanta situato in un
meraviglioso luogo sopra il
paese di Pruno all'ombra ad
un enorme faggio (la Fania
appunto) che dà il nome
all'omonimo rifugio dominato
della maestosità del Monte
Pania)”
Ma gli occhi di Alessandro
anticiparono chiaramente
quello che subito dopo
avrebbe affermato: “Ma sei
diventato matto? lo sai
quanti chilometri ci sono? e
poi tutti in salita! io non
penso proprio che verrò a
fare una cosa del genere”
Pazienza vuol dire che
cestinerò il desiderio o che
ho andrò se pur a malincuore
da solo.
Ma ci sono sogni che hai già
vissuto nel tuo immaginario
e sono diventati parte di te
e rimbalzano dalla mente al
cuore e non si fermano
finché non li fai diventare
reali.
Quello che avevo chiesto ad
Alessandro intanto aveva
fatto scoccare la scintilla,
e l'intesa silente che
esiste tra noi alimentava il
fuoco del desiderio di
provare anche questa nuova
avventura. Ci si accorge
così di parlarne come fosse
la cosa più normale del
mondo e di aver scelto
perfino il giorno nel quale
svolgerla. L' 11 ottobre
data nella quale le sezioni
dell' U.O.E.I. di
Pietrasanta e Ripa
organizzano la periodica
smondinata annuale.
I giorni insieme agli
allenamenti corrono via
veloci la forma fisica è
ottima sembra non esistano
problemi per fare questa
impresa che è qualcosa di
più che un' escursione come
le altre od un canonico
allenamento nel quale sei
soddisfatto dai tempi e
dalle misure trascorse ma
non ti senti così partecipe
con tutto il tuo corpo. E'
stato come il voler
tracciare una immaginaria
linea o cordone ombelicale
tra il posto nel quale si
vive e il luogo dove ci
sentiamo più liberi di dare
adito a tutte le nostre
sensazioni.. Se fosse giusto
paragonare questo evento ad
un altro lo accosterei
sicuramente ad un'importante
maratona o un'escursione
montana in alta quota.
Siamo arrivati alla
settimana fatidica della
quale avverrà l'impresa.
Purtroppo il tempo
meteorologico non
preannuncia niente di buono
ma Alessandro esperto ed
abile conoscitore di
internet si destreggia da un
meteo all'altro e mi
tranquillizza che la
domenica sarà una giornata
bellissima. Ed in effetti la
giornata è splendida.
Posso dire che la nostra
avventura ha inizio sabato
quando per portare gli abiti
che avremmo indossato alla
fine della corsa siamo
andati al rifugio stando
attenti ad esorcizzare
quello che avremmo fatto il
giorno dopo. E cercando di
parlarne il meno possibile.
La notte trascorre in
maniera tranquilla. Sempre
riferito al fatto di come
possa essere tranquilla una
persona prima di un
importante appuntamento
sportivo. E la mattina ci si
desta molto prima del suono
della sveglia.
Sono le 6,00 è ancora buio,
un occhiata fuori dalla
finestra al cielo che è
sereno e stellato e di buon
auspicio per iniziare in
maniera decisamente migliore
la nostra corsa-escursione.
L'appuntamento con
Alessandro è a Pietrasanta
nelle vicinanze del sottovia
Avis Donatori di Sangue alle
7,00. E per noi la
puntualità oltre che essere
un piacere da rispettare è
anche una virtù e mai ci
siamo dovuti attendere. Così
cinque minuti prima siamo
già sul posto.
Un saluto una rassicurazione
sulle condizioni fisiche le
raccomandazioni di prendere
un passo giusto in base al
percorso che troveremo e poi
via si preme il tasto del
cronometro e del gps (per
rivedere la traccia di ciò
che faremo). Ed eccoci
partiti, il clima è dei
migliori per correre. Le
gambe sembra che rispondano
bene anche il fiato non ha
sofferenza. Ma nella testa è
inutile negarlo c'è già la
salita che di lì a poco
dovremmo affrontare. Non
pensiamoci e godiamo il
momento passo dopo passo.
Cerchiamo per quanto
possibile di evitare la
strada principale, dove
scorrazzano già vetture. Ma
purtroppo questo non è
fattibile dovunque.
Attraversiamo i paesi di
Vallecchia e poi di
Seravezza il tempo che ci
segna il cronometro è
accettabile, anzi
probabilmente anche qualche
minuto sotto quello che ci
eravamo prefissati.
Ed ecco i primi strappi di
salita vera ma il passo è
decisamente buono non c'è
fatica i piedi e le gambe
spingono i maniera corretta
e stiamo correndo proprio
bene. Nel paese di Ruosina
ci fermiamo giusto il tempo
per bere un po' di acqua ed
affrontare subito dopo la
salita del gatto. Ma poi la
strada ritorna in falso
piano fino al paese di
Pontestazzemese abbiamo così
modo di tirare un po' il
fiato. Perchè è proprio da
lì che la strada s'impennerà
ancora di più e dovremmo
fare fede sulla nostra forza
per continuare. Nel paese di
Cardoso a fianco della
chiesetta c'è una fonte dove
decidiamo di fare una nuova
sosta dissetante e meditare
un attimo sul percorso che
attraverso strada asfaltata
ci porterà al paese di
Pruno. Questo è forse il
tratto più impegnativo
dell'intero percorso. Ad
Alessandro torna in mente
quello che diceva il nostro
Guido quando la salita si
faceva impegnativa “Devi
camminare a Grattaformaggio”
(non devi alzare troppo i
piedi e fare passi corti).
Quando
ricordiamo queste cose per
noi il nodo in gola ed un
po' di commozione ci prende
ogni volta, perchè sappiamo
che il nostro caro amico se
non avesse dovuto precederci
nei luoghi dove un giorno ci
incontreremo di nuovo
sarebbe lì con noi a ridere,
scherzare e condividere la
stessa fatica.
Partiamo dunque per portare
a giusto compimento il
nostro progetto.
.Attraversato il paese di
Volegno la strada ci
permette ancora di
riprendere fiato così
arrivare al paese di Pruno
diventa un po' più facile.
Il tempo cronometrico per
noi è eccellente siamo in
anticipo di parecchi minuti
sulla tabella che ci eravamo
preposti di tenere.
Iniziamo di qui il sentiero
che ci porterà alla Fania.
Mai come oggi mi era
sembrato così erto, l'avrò
percorso decine di volte ma
mai è stato così
impegnativo. Sarà per la
scivolosità dei sassi, sarà
forse per le qualità fisiche
che abbiamo che non ci
permettono di tenere certe
andature sui sentieri sarà
anche per la stanchezza ma
il fatto è che caliamo
abbondantemente la velocità.
Ma questo non ci fa
demordere , ma continuare
imperterriti per raggiungere
la meta.
L'obiettivo è quello di
arrivare a farlo tutti e due
assieme, anche se io sento
che le energie mi stanno
venendo meno. Mentre
Alessandro ha una forza data
dall'adrenalina che sembra
non risentire dello sforzo.
Arrivati in zona di Monte
alla Tana presa una barretta
energetica come in un gesto
eucaristico la spezza con le
mani e me ne dona la metà a
suggellare così l'unione
dell'amicizia e ancora di
un'impresa portata a termine
assieme.
Gli ultimi metri che ci
separano dal rifugio
decidiamo di percorrerli
correndo come se si fosse
appena partiti.
E la gioia è infinita quando
arriviamo a rifugio della
Fania la consapevolezza di
avere fatto un impresa
importante si legge sui
nostri visi siamo
soddisfatti per essere
riusciti in un desiderio e
realizzare un sogno. Siamo
riusciti a inanellare un
altra perla lungo il filo
della nostra vita.
Gli amici che oggi sono qui
alla manifestazioni dell'U.O.E.I.
Sono così gentili da farci
trovare la doccia calda
all'interno del rifugio e
poi tra l'incredulo e la
curiosità ci fanno domande e
i complimenti per la nostra
avventura.
Credo sia doveroso fare dei
ringraziamenti per chi ci ha
dato la possibilità di fare
questa impresa:
Il Dott. Innocenti Augusto
Nutrizionista e persona
veramente speciale
Il Mister Santucci Massimo
Allenatore e mi onoro di
poter dire amico
I Sig.ri Arnaldo, Anna, e
Angelo e Daniela della UOEI
di Pietrasanta che ci hanno
fatto trovare la doccia
calda al rifugio e ci hanno
rifocillato
E poi Bruna che come sempre
gentilissima ci ha
accompagnato in auto a casa
la sera
Marco Meccheri e Alessandro
Navari |