19/04/2009 26° Maratona di Vienna
Sulle ali dell’entusiasmo della
maratona di New York , io e Marco ci
siamo immediatamente iscritti alla
maratona di Vienna. Non avevamo
pensato a quanti sacrifici e duri
allenamenti dovevamo ancora
sottoporci per cimentarci di nuovo
nei fatidici 42,195 mt. Risultato
che mi sono trovato alla vigilia
della corsa molto stanco e
stressato. Comunque una settimana di
riposo mi rimette in parte in sesto
e allora via, giovedì 16 partiamo
alla volta di Vienna.
Partiamo in auto e con un lungo
viaggio di dieci ore giungiamo nella
città del romanticismo e del valzer…
Vienna.
Dopo aver preso possesso delle
camere in hotel andiamo subito alla
scoperta della città un gioiello
incastonato nel centro
dell'Europa..è arte, splendore.
I giorni seguenti le occupiamo
andando a giro come perfetti
turisti.
Passeggiamo per la città e visitiamo
la zona dell'Hofburg,
il quartiere dei musei ed il
suggestivo Rathaus
(palazzo comunale) con la bella
piazza davanti dove per tre giorni
si è svolta una “ Sagra” di prodotti
tipici austriaci, poi il Parlamento in
stile neoclassico.
Il centro storico è delimitato e
raccolto ed è racchiuso dal Ring,
una sorta di anello stradale.
Camminando lungo il Ring, un lungo
viale circolare si possono ammirare
i maggiori monumenti.
Al centro del Ring c'è la
Cattedrale di S.Stefano, in
stile gotico, dalla quale si diparte
il corso principale, il
Graben, che è un'area pedonale
sempre piena di gente intenta a fare
shopping nei numerosi negozi.
Immancabile, in pieno centro, la
visita al palazzo imperiale
Hofburg. Il
biglietto standard comprende la
visita al museo dell'argenteria
(collezione di piatti e simili della
famiglia imperiale), il museo di
Sissi e la visita delle stanze
imperiali.
A nord-est del centro storico,
raggiungibile con la metropolitana e
gli autobus, c'è il polmone verde
della città, il parco Prater con la
famosa ruota panoramica omonima, è
la ruota panoramica più antica
d'Europa e costituisce, assieme a
Schonbrunn, uno dei simboli
della città. Ahimè, il panorama
dalla ruota non è un granché!
La reggia di Schoenbrunn
purtroppo ce la siamo persa, con il
bellissimo parco alle sue spalle,
con la fontana di Nettuno e la
Gloriette; era la residenza estiva degli
Asburgo, l'Hofburg invece era il
palazzo invernale.
E ancora: la Votivkirche, bella
chiesa gotica, facilmente
riconoscibile per i due campanili,
lo Schloss Belvedere, che è un
palazzo che si trova nel quartiere
di Landstraße.
Wiener Staatsoper, il Teatro
dell'Opera viennese è uno dei templi
della musica lirica, noto in tutto
il mondo anche per il concerto di
Capodanno ed il "ballo delle
debuttanti.
Ma dopo tanto camminare è ora di
correre, siamo al fatidico giorno,
decidiamo di alzarci per essere a
fare colazione alle 07,00 ma è già
molto che mi rigiro nel letto, se mi
appisolo mi sogno di essere già a
correre la maratona, la tensione mi
attanaglia e un misto di ansia ed
eccitazione si impossessa di me,
basta non ce la faccio più: mi alzo
e comincio il rito della vestizione,
mi ungo benele gambe con olio
canforato, un po’ di pomata contro i
dolori alle ginocchia e ora a fare
colazione, quando esco dalla camera
anche Marco è nelle stesse mie
condizioni, tra l’euforico e il
preoccupato.
Fatta colazione prendiamo la
metropolitana, stazione U2 verso
Karl Platz e successivamente U1 per
Alte Donau.
Molti altri
atleti provenienti dai più disparati
paesi salgano alle varie stazioni,
eccoci siamo sul grande viale che
porta al ponte Reichsbrücke
sul Danubio, nella cosiddetta Uno-
City, una zona di Vienna
caratterizzata da imponenti
grattacieli, che è uno dei Luoghi
Ufficiali delle Nazioni Unite.
Siamo un po’ spaesati, da principio
non capiamo bene il criterio delle
divisioni di partenza e la lingua
non ci aiuta, troviamo dei
connazionali e pian paino assieme
capiamo che vi sono due tracciati
diversi in partenza che comunque
attraversano sempre il ponte, poi
troviamo anche il nostro settore ,
iniziamo il riscaldamento
accompagnati da musiche classiche a
mio parere non idonee a questo tipo
di attività, specie le messe da
requiem!
Veniamo avvicinati anche da un
emittente tv locale che ci
intervista.
Pian paino le “ gabbie” si riempiono
e 29.054 atleti provenienti da 100
nazioni, suddivisi tra
maratona,mezza maratona e maratona a
staffetta, si apprestano a iniziare
questa nuova impresa. Lo speaker
annuncia il tempo che manca: 20
minuti, 15,10,5….. poi gli ultimi
interminabili secondi, l’adrenalina
esce dalle orecchie; ed ecco il
segnale al suono di sirene parte la
ventiseiesima Vienna City Marathon.
In breve siamo sopra il lungo ponte
ed attraversiamo il Danubio, poi ci
dirigiamo verso il lungo e dritto
viale di Hauptallee, viale
principale del Prater di circa 4.5
km che si snoda nell’immenso parco.
Cerco di rispettare i miei propositi
che erano di stare sui 5'20"/km ma
uno sguardo al cronometro vedo che
stiamo andando sotto i 5, avviso
Marco e cerco di calare.
Marco intanto continua la sua
andatura, io cerco di stare su
quella prevista.
Che bello correre all'interno del
Prater i primi km.
Il Prater non è solo la famosa Ruota
ma è sinonimo anche di un immenso
parco, con vegetazione ed alberi
fitti.
Mi sento bene e cerco di godermi
questa sensazione, a pensare che
solo una settimana fa mi sentivo uno
straccio.
Passaggi ogni frazione di 5 km
attorno ai 30' circa..va bene così.
Avanti così, ma che succede? Vedo
Marco che stà rallentando: “
accidenti che cosa gli sarà
successo?” Lo affianco e mi dice che
gli fa male un ginocchio, no! Non ci
voleva proprio, continua ma zoppica
vistosamente e al dodicesimo si
ferma, io continuo ma ho l’amaro in
bocca, mi dispiace enormemente, come
se fosse successo a me. Dopo mesi e
mesi di allenamenti, rinunce e
sacrifici un maledetto ginocchio non
può vanificare tutto!
Comunque come credo sia stato
naturale io continuo.
Usciti dal Prater abbiamo sfiorato
il centro una prima volta..poi
abbiamo corso in direzione della
residenza estiva della principessa
Sissi, il palazzo imperiale dello
Shonbrunn. Lungo il percorso
balletti organizzati,
incitamenti..ma chi sa mai perché mi
urlavano "Zuppa Zuppa " i
viennesi..che mi volessero dare
della minestra?
I 21 km, vicino a Heldenplatz, ma
non dentro..intravvediamo l'arco
bianco dell'arrivo, lo sfioriamo ma
no, non è per noi, i maratoneti
prego si accomodino a sinistra, qui
terminano la corsa quelli della
mezza maratona.
Si prosegue. Sono istanti, ma
intensissimi e che ti si stampano
dentro. Con le ali ai piedi riprendo
a correre verso l'amica fraterna del
maratoneta, la sofferenza. E' lì che
mi aspetta da qualche parte, su un
cippo al lato della strada..pronta a
prendermi a braccetto. Il buio
inizia a scender sulla mia
prestazione all'alba del 30°km,
prima di quanto mi aspettassi le
gambe dure mi fanno calare
l'andatura si viaggia sui 6'/km.
I km scorrono via lenti, ho sete e
anelo i ristori
Oltrepassiamo lo stadio e rientriamo
di nuovo nel Prater la sofferenza è
un pò attenua, almeno c'è un pò di
ombra.
Sofferenza che allora cerca di
gemellarsi con la solitudine, mi
aspettava pure lei, il connubio di
queste due forze maligne se non si
sa dominare porta al ritiro.
Passo i km dal 30° al 35° con forti
dolori alle cosce e poi trovo una
salita e a metà devo smettere di
correre, l’affronto camminando al
passo per circa cinquecento metri,
questo tratto mi permette di
recuperare e ricomincio a correre a
6'/km.
Sono stanchissimo ma dentro ho una
voglia incedibile di arrivare, gli
ultimi 8 km tirati avanti
così..raschiando il fondo del
barile.
A 2 km da Heldenplatz il pubblico,
sempre comunque numeroso nei punti
strategici, inizia a diventare molto
caloroso, sono su una giostra di
emozioni.."zuppa zuppa, hop,hop ",
mi sento anche chiamare per nome con
quel forte accento tedesco: “ Forza Alezzandro hop”..aspettano me, son
sul viale che arriva a Heldenplatz.
Poco prima della curva a gomito a
destra, per infilarsi sotto l'arco
bianco e il traguardo finale, vedo mia moglie Giuseppina e la
moglie di Marco, Vania; prendo al
volo la bandiera della nostra
nazione e sventolandola
orgogliosamente corro gli ultimi
metri che sono un delirio, passo
sotto l''arco, percorro il manto
azzurro, guardo il cronometro e vedo il
tempo, è molto più basso del mio
personale e allora spremo l’ultime
forze e accelero, e così mi tuffo
sotto la finish line in 4h14'26",
mio record. La gioia è immensa,
Dieci minuti in meno, avrei voluto
tanto farla i quattro ore, le
potenzialità so di averle, ma questo
era quello che potevo dare in quel
momento e quello ho dato, sommando tutte le variabili
in cui sono incorso sono soddisfatto.
Rimane la
dolcezza del dopo, del presente che
è diventato passato e sfuma nel
ricordo.
Appena passato il traguardo con in
una mano la bandiera e nell’altra la
fotografia del mio amico Guido,
purtroppo scomparso, le alzo al
cielo e lo ringrazio per essere
stato anche questa volta al mio
fianco, poi in un forte grido
liberatorio scarico tutta la
tensione accumulata.
Schöne Arbeit, gut gemacht
(traduzione: Bel lavoro, ben fatto )