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Questa volta ci impegneremo in
un'escursione con le nuove attrezzature che da poco abbiamo cominciato
ad usare, le ciaspole.
Abbiamo appuntamento con Antonella e Nilo, che hanno molta più
esperienza di noi nell'uso delle ciaspole e ci accompagneranno in questa
nuova avventura. Con l'autostrada andiamo sino a Pontremoli e poi
prendiamo la strada statale della Cisa, il tempo promette bene ma ben
presto rimaniamo delusi, da prima qualche fiocco e poi, man mano che
saliamo, una nevicata sempre più copiosa. Fortunatamente riusciamo ad
arrivare al valico della Cisa senza mettere le catene. Siamo un pò
incerti sul da farsi ma comunque decidiamo di provare mal che vada
torniamo indietro. Ci prepariamo all'interno dell'auto tanto stà
nevicando. Attraversiamo la strada e sulla destra andando in direzione
Parma parte il sentiero o meglio quello che sarebbe il sentiero n° 00
segnalato anche come via Francigena.
Già da qui la neve è alta ma ci rendiamo conto che con questi attrezzi
che indossiamo anche se un pò scomodi ci permettono di non sprofondare,
come detto io e Giuseppina non abbiamo molta dimestichezza e ci vuole un
pò per prendere il ritmo.
Oltrepassata una casa ci inoltriamo in una bellissima abetaia dove
maestose piante ci accarezzano con i rami piegati dal peso della neve
accumulata.
Proseguiamo anche se il tempo è proprio inclemente, iniziamo a salire e
ci inoltriamo in un bosco di faggi, le fronde sono stracariche di neve e
formano una bassa galleria dove a tratti è difficile anche avanzare, non
di rado dobbiamo strisciare per passare sotto.
Come ulteriore difficoltà troviamo delle recinzioni con filo spinato, a
cose normali vi sono delle scalette che permettono di oltrepassarle ma
con tutta quella neve sono impraticabili, comunque il livello della neve
ci permette di scavalcarle magari facendo attenzione a non rimanervi
impigliati. Affrontiamo una salita abbastanza ripida, le salite con le
ciaspole non sono poi così pratiche si tende sempre a scivolare
indietro, comunque Nilo ci fa veder come affrontare meglio la salita
usando di più la punta degli scarponi, le ciaspole in quel punto sono
munite di ramponcino.
Raggiunto il termine della salita su un pianoro... da qui, apprendiamo
da Nilo che si potrebbe ammirare un panorama veramente stupendo e
suggestivo. Davanti a noi in direzione Sud ci sarebbe il crinale con i
monti : Tavola, Fosco, Orsaro e Braiola, a Nord-Ovest il Molinatico ed
il Gottero. Gli crediamo sulla parola ma neanche con la più fervida
immaginazione si vede niente. La visibilità è talmente scarsa che solo
grazie al GPS di Nilo che riusciamo a seguirne il tracciato, come dice
Nilo: "proseguiamo in strumentale".
ma non ci perdiamo d'animo e andiamo avanti, il sentiero si fà di nuovo
in leggera salita e affrontando un ultimo pendio arriviamo su una
spianata sulla sommità del monte Valoria (m. 1229). Immaginiamo che con
il sole deve esser un bel posto tranne che quel traliccio dell'alta
tensione che sfrigola sopra di noi.
Confortati dalla lettura del GPS che ci indica la traccia giusta andiamo
avanti, seguiamo sempre la palizzata di filo spinato e boschi di pini e
giungiamo alla sella del Groppo del Vescovo, davanti a noi una ripida
salita e dobbiamo percorrerla tutta. Apre la pista Nilo, e devo dire che
quando l'ho fatto io mi sono reso conto della durezza della cosa.
Comunque la prende subito in modo logico proseguendo a zig zag.
faticosamente giungiamo in vetta al monte Groppo del Vescovo(m.1243).
Nilo ci spiega cosa si potrebbe ammirare da quì, sotto di noi si
scorgerebbe tutta la Val Baganza, originata dai due rami dell'omonimo
fiume, aventi la foce rispettivamente: dal monte Borgognone e dal monte
Valoria. Ma oggi mi sà che non ci tocca ammirare dei panorami.
Non ci resta che camminare e riparaci dalla neve che ora il vento ci
spara addosso, il cammino prosegue su crinale e finalmente giungiamo
alla nostra meta, il monte Fontanini (m.1399).
Il tempo inclemente non ci permette neanche di goderci almeno un pò di
riposo e dobbiamo riprendere la via del ritorno, inoltre abbiamo timore
anche che ci sorprenda il buoi ancora in marcia.
Riprendiamo la via già percorsa, camminando ci troviamo sotto ad un
dosso alberato e siamo abbastanza al coperto decidiamo di pranzare,
pranzo molto frugale non stiamo tanto a gingillarci, il tempo di
mangiare un panino e via si riparte.
Ripercorriamo la stessa strada dell'andata, penso che adesso dovrebbe
essere meno faticoso perché camminiamo su una pista già battuta e invece
con mia grande sorpresa mi rendo conto che la neve caduta e il vento
hanno già ricoperto le nostre tracce, ci ritocca riapre una nuova pista!
Però mentre camminiamo abbiamo una piacevolissima sorpresa, alzando gli
occhi si nota che il cielo si sta schiarendo e qualche sprazzo di
azzurro fa capolino, man mano che proseguiamo la visibilità è sempre
maggiore e ora finalmente possiamo godere di quei panorami che sin'ora
ci sono stati negati, ci rendiamo conto che sono ancora meglio di come
ce li aveva raccontati Nilo.
Con più luce anche il morale si alza e non mancano scherzi che ci
facciamo a vicenda scatenando la nostra ilarità. Tra un tuffo nella neve
e una scrollata ai rami delle piante creando cascate di neve sul
malcapitato giungiamo di nuovo al Passo della Cisa.
L'escursione è finita, è stata una splendida escursione anche se il
tempo non è stato dei migliori, ma la compagnia è stata di prim'ordine e
poi che dire della trovata di Nilo di terminarla a Pontremoli
davanti ad una tazza fumante di cioccolata con panna e i biscotti " Amor
"(piccoli dolci, consistenti in un ripieno cremoso di vaniglia tra
wafer), una curiosità su questa prelibatezza: la vera ricetta degli amor
resta un segreto che viene tramandato di generazione in generazione in
pochissime pasticcerie pontremolesi, fino ad oggi nessuno è riuscito a
copiarne il gusto particolare. Ultime squisitezze che ci hanno
permesso di chiudere splendidamente la giornata.
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