31/01/2010 dal Passo della Cisa al monte Fontanini

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Il Passo della Cisa è un valico appenninico situato ad un'altitudine di circa 1045 m s.l.m. tra le province di Parma e Massa-Carrara.
Esso separa l'Appennino ligure dall'Appennino tosco-emiliano e permette i collegamenti tra la bassa val di Taro e la Lunigiana.

 

 
Percorso: Passo del Cisa (m.1045) , monte Valoria (m. 1229), M.Groppo del Vescovo (m.1243), M.Fontanini (m.1399)


 

 
Segnaletica: CAI Bianco rossa  N° 00 di crinale


 

 

 

Classificazione: EEA  
Tempo di percorrenza totale:  circa 6 ore, con sosta pranzo

 

 
Acqua: Al Passo del Cisa 

 

 
Punti sosta: Nessuno

 

 
 Traccia Google Earth

 

Periodo consigliato:  per escursione invernale da dicembre a marzo

 

Questa volta ci impegneremo in un'escursione con le nuove attrezzature che da poco abbiamo cominciato ad usare, le ciaspole.
Abbiamo appuntamento con Antonella e Nilo, che hanno molta più esperienza di noi nell'uso delle ciaspole e ci accompagneranno in questa nuova avventura. Con l'autostrada andiamo sino a Pontremoli e poi prendiamo la strada statale della Cisa, il tempo promette bene ma ben presto rimaniamo delusi, da prima qualche fiocco e poi, man mano che saliamo, una nevicata sempre più copiosa. Fortunatamente riusciamo ad arrivare al valico della Cisa senza mettere le catene. Siamo un pò incerti sul da farsi ma comunque decidiamo di provare mal che vada torniamo indietro. Ci prepariamo all'interno dell'auto tanto stà nevicando. Attraversiamo la strada e sulla destra andando in direzione Parma parte il sentiero o meglio quello che sarebbe il sentiero n° 00 segnalato anche come via Francigena.
Già da qui la neve è alta ma ci rendiamo conto che con questi attrezzi che indossiamo anche se un pò scomodi ci permettono di non sprofondare, come detto io e Giuseppina non abbiamo molta dimestichezza e ci vuole un pò per prendere il ritmo.
Oltrepassata una casa ci inoltriamo in una bellissima abetaia dove maestose piante ci accarezzano con i rami piegati dal peso della neve accumulata.
Proseguiamo anche se il tempo è proprio inclemente, iniziamo a salire e  ci inoltriamo in un bosco di faggi, le fronde sono stracariche di neve e formano una bassa galleria dove a tratti è difficile anche avanzare, non di rado dobbiamo strisciare per passare sotto.
Come ulteriore difficoltà troviamo delle recinzioni con filo spinato, a cose normali vi sono delle scalette che permettono di oltrepassarle ma con tutta quella neve sono impraticabili, comunque il livello della neve ci permette di scavalcarle magari facendo attenzione a non rimanervi impigliati. Affrontiamo una salita abbastanza ripida, le salite con le ciaspole non sono poi così pratiche si tende sempre a scivolare indietro, comunque Nilo ci fa veder come affrontare meglio la salita usando di più la punta degli scarponi, le ciaspole in quel punto sono munite di ramponcino.
Raggiunto il termine della salita su un pianoro... da qui, apprendiamo da Nilo che si potrebbe ammirare un panorama veramente stupendo e suggestivo. Davanti a noi in direzione Sud ci sarebbe il crinale con i monti : Tavola, Fosco, Orsaro e Braiola, a Nord-Ovest il Molinatico ed il Gottero. Gli crediamo sulla parola ma neanche con la più fervida immaginazione si vede niente. La visibilità è talmente scarsa che solo grazie al GPS di Nilo che riusciamo a seguirne il tracciato, come dice Nilo: "proseguiamo in strumentale".
ma non ci perdiamo d'animo e andiamo avanti, il sentiero si fà di nuovo in leggera salita e affrontando un ultimo pendio arriviamo su una spianata sulla sommità del monte Valoria (m. 1229). Immaginiamo che con il sole deve esser un bel posto tranne che quel traliccio dell'alta tensione che sfrigola sopra di noi.
Confortati dalla lettura del GPS che ci indica la traccia giusta andiamo avanti, seguiamo sempre la palizzata di filo spinato e boschi di pini e giungiamo alla sella del Groppo del Vescovo, davanti a noi una ripida salita e dobbiamo percorrerla tutta. Apre la pista Nilo, e devo dire che quando l'ho fatto io mi sono reso conto della durezza della cosa. Comunque la prende subito in modo logico proseguendo a zig zag.
faticosamente giungiamo in vetta al monte Groppo del Vescovo(m.1243). Nilo ci spiega cosa si potrebbe ammirare da quì, sotto di noi  si scorgerebbe tutta la Val Baganza, originata dai due rami dell'omonimo fiume, aventi la foce rispettivamente: dal monte Borgognone e dal monte Valoria. Ma oggi mi sà che non ci tocca ammirare dei panorami.
Non ci resta che camminare e riparaci dalla neve che ora il vento ci spara addosso, il cammino prosegue su crinale e finalmente giungiamo alla nostra meta, il monte Fontanini (m.1399).
Il tempo inclemente non ci permette neanche di goderci almeno un pò di riposo e dobbiamo riprendere la via del ritorno, inoltre abbiamo timore anche che ci sorprenda il buoi ancora in marcia.
Riprendiamo la via già percorsa, camminando ci troviamo sotto ad un dosso alberato e siamo abbastanza al coperto decidiamo di pranzare, pranzo molto frugale non stiamo tanto a gingillarci, il tempo di mangiare un panino e via si riparte.
Ripercorriamo la stessa strada dell'andata, penso che adesso dovrebbe essere meno faticoso perché camminiamo su una pista già battuta e invece con mia grande sorpresa mi rendo conto che la neve caduta e il vento hanno già ricoperto le nostre tracce, ci ritocca riapre una nuova pista!
Però mentre camminiamo abbiamo una piacevolissima sorpresa, alzando gli occhi si nota che il cielo si sta schiarendo e qualche sprazzo di azzurro fa capolino, man mano che proseguiamo la visibilità è sempre maggiore e ora finalmente possiamo godere di quei panorami che sin'ora ci sono stati negati, ci rendiamo conto che sono ancora meglio di come ce li aveva raccontati Nilo.
Con più luce anche il morale si alza e non mancano scherzi che ci facciamo a vicenda scatenando la nostra ilarità. Tra un tuffo nella neve e una scrollata ai rami delle piante creando cascate di neve sul malcapitato giungiamo di nuovo al Passo della Cisa.
L'escursione è finita, è stata una splendida escursione anche se il tempo non è stato dei migliori, ma la compagnia è stata di prim'ordine e poi che dire della trovata di Nilo di terminarla a  Pontremoli davanti ad una tazza fumante di cioccolata con panna e i biscotti " Amor "(piccoli dolci, consistenti in un ripieno cremoso di vaniglia tra wafer), una curiosità su questa prelibatezza: la vera ricetta degli amor resta un segreto che viene tramandato di generazione in generazione in pochissime pasticcerie pontremolesi, fino ad oggi nessuno è riuscito a copiarne il gusto particolare.  Ultime squisitezze che ci hanno permesso di chiudere splendidamente la giornata.

Foto escursione

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