Il
Keniano Jackson Kotut ha vinto
la Maratona di
Barcellona. Ha percorso i 42 km in 2 ore
7 minuti e 30 secondi, ottenendo così il record
spagnolo e posizionandosi come il quarto miglior
tempo dell’anno su scala mondiale.
Il secondo posto è stato occupato anche da un altro
keniano, Felix Kenya con soli 6
secondi di differenza, seguito da Samuel
Woldeamanuel Grebremischsel, indovinate di
dove? Kenia
naturalmente…
Nella categoria femminile, primo posto per
Debele Wudnesh Nega col tempo di 2.30:50,
secondo per Roman Gebre Gesesse,
terzo per Serkalemm Bist Abrha,
tutte e tre keniane (ovvio).
Nella categoria “sedia a rotelle”
al primo posto il catalano Francesc Sola,
col tempo di 1:36:15, secondo posto per
Roger Puigbó.
Alla Marató de
Barcelona 2010 hanno partecipato oltre 12.000
atleti, un record, di cui hanno ultimato il percorso
10.550, cifra superiore alla
passata edizione. Si è calcolato che hanno
assistito all’evento sportivo oltre 100.000 persone.
E ora continuate a leggere come l'ha vissuta Marco
La Maratona di Barcellona.
L'inizio
di un nuovo giorno, questo mi piace pensare, questo
è il titolo esatto che voglio dare a questa
avventura. Non è stata semplicemente una corsa è
stato il riscatto è stata la voglia di dimostrare
che avevo ed ho ancora qualcosa da dare. E' stata
l'alba di una nuova vita, nel trovare maggiore
voglia di aver fiducia in me stesso e migliorare per
me e per gli altri.
E' passato un anno circa dalla maratona di Vienna
nella quale ho provato una disperazione enorme per
essermi dovuto fermare al dodicesimo Km per un
lancinante dolore al ginocchio. Ed in quel momento
ho creduto di non poter più fare una delle cose
nelle quali metto più passione e dedizione. E che
sicuramente adopero anche come valvola di scarico
per tranquillizzarmi dalle tensioni quotidiane.
Quante situazioni sono mutate in questo tempo e
tutte che lasciano un segno, non soltanto fisico,
nella vita di una persona. Ed in quei momenti che ho
avuto bisogno di un appiglio al quale aggrapparmi.
Ed è questo che ho trovato nella corsa.
Ed allora, il curarsi per cercare di guarire e poi
il gestire il proprio corpo, coadiuvato dalle
persone giuste, come se fosse una macchina, tutto
per cercare di rimettersi in piedi.
Risalire la china. Con le difficoltà che lastricano
il percorso. Questo dovevo fare. E questo ho fatto.
Il tornare a correre e sentire la risposta positiva
del mio corpo è stato un gran sollievo. Fino a
ritornare a gareggiare nuovamente, il mettersi il
numero e far parte della massa di atleti che si
sfidano a un fascino tutto particolare
dall'adrenalina che sale prima della partenza alla
stanchezza che ti prende durante la gara all'immensa
soddisfazione che hai nel chiuderla in maniera
dignitosa e soddisfacente tutto questo fa parte di
un atleta amatore o professionista che sia.
E poi c'è il sogno, la voglia di provarci ancora, il
progetto che ormai è diventato il programma canonico
di ogni primavera o autunno. Per me e Alessandro. Il
misurarsi nuovamente sui Km 42,195 della maratona.
Ed allora dove andare. La prima destinazione che
pensiamo di prendere è Praga: dicono che sia una
gran bella corsa in una splendida città. Ma io sono
in un piacevole conflitto, Ho mia figlia che vive a
Barcellona ed allora perché non unire le due cose
vado a trovare la mia bambina ed intanto corro la
Maratona in una città che mi piace. Propongo questa
mia decisione ad Alessandro che dopo un iniziale
dubbio si convince e decide di venire. Meno male
avevo temuto per un attimo che le nostre strade
quest'anno potessero prendere due direzioni diverse.
Ed anche se Emanuela ha deciso di tornare
anticipatamente in Italia la nostra decisione a
continuato per quella meta.
La ricetta per preparare una maratona è sempre la
stessa. Gli allenamenti sono sempre impegnativi.
Bisogna seguire la tabelle che ci vengono date da
Massimo, nostro amico nonché preparatore, con
disciplina quasi militare. Alternando a gare
preparatorie a sedute intense di corsa in salita o
corsa veloce o lunga sui viali del nostro litorale.
Bisogna cercare di dosarsi anche sulla vita di tutti
i giorni come sul bere ed evitare il più possibile
prodotti gasati o alcolici e nel cibo. E questa
volta ci siamo fatti aiutare da Agusto Innocenti
gran medico e bravissima persona. Che ci ha istruito
sul come e cosa mangiare
E arriviamo alla vigilia della partenza, quando
manca veramente poco. E senti di essere pronto. I
test che ho sostenuto sono ottimi. Gli
amici,ringrazio su tutti Sandro compagno di tante
sedute di allenamento, che hanno dimostrato la loro
immensa fiducia e direi la certezza che avrei
concluso una gara fenomenale abbassando addirittura
il tempo personale.
Ma un tarlo tremendo la fa da padrone nei miei
pensieri. Il ricordo di un anno fa il rivivere
quello stesso momento la consapevolezza che se
avessi preso una mazzata simile non mi sarei più
alzato.
Ed è arrivato il momento dell' arrivo in terra di
Spagna. Per fortuna questa volta abbiamo con noi mia
figlia, che è voluta tornare nella sua città, che ci
fa da interprete per sbrigare le prime logistiche
operazioni in maniera più sicura e veloce dal
contattare l'albergo al ritiro del pettorale alla
sede dell'Expo al pacco gara. Poi iniziamo il giro
turistico della città. Sento che nel camminare i
miei polpacci sono un po' induriti e contratti e
qualche dolore nella schiena c'è ma credo sia un
fattore più che altro psicologico non mi preoccupo
più di tanto. Quello invece che mi fa preoccupare è
l'andatura zoppicante di Alessandro sapevo che aveva
avuto un problema in una gara vicino casa e sapevo
che il tendine d'Achille gli dava fastidio. Ma
vederlo zoppicare in codesta maniera mi dava da
pensare e mi dispiaceva. E sinceramente vederlo così
arrabbiato non mi tranquillizzava visto che avevo
avuto una simile esperienza. Ma cerchiamo di pensare
positivo tutto andrà per il meglio.
Siamo arrivati al giorno fatidico, la serata e la
notte sono passate in maniera tranquilla anche se
non potrei dire chi fosse più teso tra me e mia
figlia ci diamo l'appuntamento per trovarci lungo il
percorso ed all'arrivo. Poi con Alessandro che viene
a chiamarmi con mezz'ora di anticipo, ma sono felice
perché lo vedo di buon umore. Ci avviamo a prendere
il metrò che ci porterà alla partenza.
L'adrenalina sale so di essere in perfetta
condizione me ne devo ancora convincere ed in questo
devo ringraziare ancora il mio amico che continua a
ripetermi che ho la possibilità di fare una grande
gara.
Ed eccoci, insieme ad altre migliaia e migliaia di
compagni di sorte nell'attesa dello sparo che darà
inizio alla corsa, il pensare positivo e cercare la
concentrazione è fondamentale anche se in mezzo a
tanta bolgia è difficile. Svestiti gli ultimi panni
che mi tenevano un po più caldo e dopo uno scambio
di buona fortuna con Ale. Si parte.
L'imporsi di dover tenere un passo che mi consenta
di arrivare in fondo è subito d'obbligo l'ascoltare
fin da subito la respirazione, anche se nei primi Km
è ancora difficile, è necessario ed il capire se le
gambe girano senza dolori di sorta è indispensabile.
E tutto questo stà andando secondo il giusto metodo.
La strada corre sotto di me in maniera fedele anche
se spesso per tratti più o meno lunghi sale facendo
diventare la mia respirazione un po' più impegnata.
Ma sento che stò andando bene e la cosa mi rende
felice. Devo tenere la concentrazione, anche se in
alcuni passaggi corriamo tra una moltitudine di
persone festanti e chiassose e la mia mente vola
indietro nel tempo riportandomi alla maratona di New
York del 2008 dove mi sentivo unico protagonista
dove allora come ora la gente mi acclamava
chiamandomi per nome ed invitandomi a non mollare e
a tener duro fino al traguardo. Ed ora come allora
sentivo che correndo scrivevo la storia di un
capitolo importante della mia vita.
Anche mia figlia insieme alla mia amica Giuseppina,
moglie di Alessandro e compagna fedele delle nostre
avventure sia montane che di maratone, come da
accordo sono sul percorso ad aspettare il mio
passaggio ed a incitarmi a gran voce . Ed è stato
semplicemente meraviglioso.
Come sa perfettamente chi fa queste competizioni cè
un momento nel quale arriva una crisi ed è più o
meno intorno al 30esimo Km. Ed eccola puntuale . E'
in questi momenti che bisogna farsi forza e non
mollare stringere i denti finché si arriva alla fine
di questa splendida competizione. Un occhiata al
cronometro, i tempi sono quelli che mi sono
prefissato va benissimo. Forza Marco che stai
andando bene non mollare. Inizia il conto alla
rovescia ogni Km che passa la forza sembra tornarmi
finché non sono i vista del traguardo dove il
cronometro ufficiale della gara dice 3.57.42 ed il
mio real time dice 3.55.03 Ce l'ho fatta sono
riuscito nella mia impresa sono al settimo cielo la
felicità mi attraversa tutti i pori della pelle ho
battuto il mio tempo di 20 minuti ho fatto un
impresa che fino a poco tempo prima consideravo
impossibile Ci sono, sono tornato più in forma e più
forte di prima.
L'appuntamento con mia figlia Emanuela è al di fuori
del perimetro transennato di arrivo. Ci vediamo ci
guardiamo un abbraccio ed un pianto liberatorio per
scaricare la tensione e di felicità è quello che
scaturisce. Se io sono felice lei lo è altrettanto e
non solo di riflesso ma per condivisione,
per aver provato con me le stesse sensazioni. Mi
vado a cambiare nell'Expo dove la mattina ho
lasciato il vestiario. E' un piacere infinito
incontrare subito il mio mister Massimo che mi ha
fatto subito dei graditi complimenti. Ho risposto
che se ho fatto questa impresa gran parte del merito
è sua.
Non so il destino di Ale. Spero che porti in maniera
positiva alla fine la sua corsa e decido di
riportarmi verso la zona di arrivo per vedere se lo
vedo. Eccolo meno male sono felice, gli vado
incontro. Ci abbracciamo e gli faccio i miei
complimenti. Gli chiedo come stà mi risponde di
chiedergli cosa non gli fa male avremmo fatto prima.
La risata susseguente è stata per sdrammatizzare e
per gloriarci della bella impresa fatta.
Dopo questa esperienza ho il motivo di credere che
Barcellona abbia qualcosa di magico. Infatti il
giorno dopo, si è voluta ammantare di bianco. Non si
sa ,ma si dice da tempo immemorabile che non
vedessero la neve in questo posto ed invece ha
voluto regalarci anche questa esperienza. Ed è vero
che ci sono disagi quando in un luogo così cade la
neve. Ma tutto ha un aspetto migliore quasi come in
una favola.... La Mia.
Devo fare dei ringraziamenti per questa mia bella
avventura: ad Alessandro e Giusy compagni
meravigliosi di avventure, a Massimo Santucci il
mister e Augusto Innocenti il nutrizionista a
Sandro,e Riccardo che si sono allenati con me e mi
hanno dato un iniezione di fiducia.
A mia figlia alla quale dedico questa gara e questa
mia vittoria personale per aver creduto in me in
maniera eccezionale. E poi in ultimo voglio fare una
dedica speciale all'ultima arrivata in casa nostra
mia nipote Sofia.
Un grazie a tutti gli amici che mi hanno fatto
grandi complimenti ed a quanti avranno la bontà di
leggere queste righe.
Alla prossima maratona.
Un Saluto
Marco