07/03/2010 Maratona di Barcellona - Se puoi sognarlo, puoi farlo


 

Per voi atleti
per voi che sapete di freddo, di calore,
di trionfi e sconfitte
per voi che avete il corpo sano
l'anima ampia e il cuore grande.
Per voi che avete molti amici,
molte aspirazioni,
l’allegria matura e il sorriso dei bambini.
Per voi che non sapete di gelo ne di sole
di pioggia ne rancore.
Per voi, atleti
che percorrete i villaggi e le città
unendo Stati con il vostro camminare
Per voi, atleti
che disprezzate la guerra e anelate la pace

Miguel Sanchez

 


L'apuano non si diletta solo di andare in montagna ma come ormai saprete alcuni, due, di noi amano anche la corsa e sopratutto la corsa di resistenza- Quindi questa volta ci siamo voluti cimentare nella maratona di Barcellona.
Partiamo da Pisa il giorno 05/03/2010 volo Ryanair.

Da quando è nata come Maratona della Catalogna nel 1978, questa gara è cresciuta fino a diventare una delle principali corse nel circuito Europeo. Con le strade della città invase da migliaia di corridori, Barcellona diventa uno spettacolo da non perdere.
Corridori di tutte le categorie, dai giovani professionisti a quelli più anziani che non lasciano che l’età sia un ostacolo per i loro sogni, passeranno accanto ai principali monumenti e punti di interesse della città.
L’anno scorso vi hanno partecipato 9.752 corridori ed il vincitore, con il tempo record di 2 ore 14 minuti ed 1 secondo, è stato, per la seconda volta in tre anni, il keniano Johnstone Chebii. Nella categoria femminile l’etiope Tadelesh Biru ha vinto in 2 ore 29 minuti e 43 secondi. La migliore prestazione spagnola è stata del maratoneta catalano Roger Roca.
Quest’anno ci sono già oltre 12.000 persone pronte a trascorrere la giornata correndo per Barcellona. Non così grande come le maratone di New York o Londra, che attraggono tra le 30.000 - 40.000 persone ogni anno, Barcellona compensa ciò che manca nei numeri, con la bellezza del suo percorso. La gara comincia e finisce a
Plaza de España, ed il percorso si snoda accanto ad alcune delle più famose attrazioni di Barcellona come il Camp Nou, la Sagrada Familia, La Pedrera di Gaudí, l’Arc de Triumf ed il Barri Gotico.

Partecipiamo a questa competizione io, Alessandro, e marco accompagnati da mia moglie Giuseppina (Gé per gli amici) e la figlia di Marco, Emanuela che ha vissuto a Barcellona per diversi mesi: così ci fa' da guida e da interprete.
Sabato 6 marzo oltre che un primo giro turistico ci portiamo all'expò dove ritiriamo i pettorali, ma mentre camminiamo per la città mi sento a disagio e un doloretto mi si comincia ad insinuare al tendine d'Achille sinistro, doloretto che sempre più aumenta con il passar del tempo. Già sono a corto con l'allenamento e poi anche questo non ci vuole proprio!! Con l'aumentare del dolore aumenta anche il mio malumore.
Arriva sera il dolore non cessa di tormentarmi, butto giù degli antinfiammatori e provo a dormirci su.
Suona la sveglia, si fa colazione e soliti riti di preparazione, indosso la maglietta con il nome e la città di provenienza stampati, mi assicuro che la foto del mio grande amico Guido, scomparso troppo presto, sia appuntata bene, una spalmatina di pomata riscaldante e via a chiamare Marco. Sono le sei meno un quarto, e invece avevamo concordato per le sei e un quarto! l'adrenalina fa anche questi scherzi. Il dolore sembra quasi scomparso mi sento più sollevato comunque prendo un anti dolorifico e un'altra bustina me la porto dietro.
Ci fermiamo ad un bar:
dos cafè en el vaso, gracias ( due caffè nel bicchiere di vetro, grazie). Poi in metro ci portiamo a Plaza de España da dove partirà la corsa. Ci dirigiamo verso l'expo  all'interno della fiera si trasforma in enorme spogliatoio al coperto la mattina della gara e ottimo momento di ritrovo alla fine con
 
la disponibilità di circa 200 panche per massaggi che rendono questa operazione possibile per tutti e non solo per i pochissimi fortunati.
Quì possiamo fare gli ultimi esercizi di streccing e ci carichiamo a vicenda. L'ora si avvicina, lasciamo le sacche che recupereremo all'arrivo per cambiarci e poi via usciamo per fare un pò di riscaldamento e testare il tendine come và. un pò mi fa male ma posso sopportarlo, non insisto più di tanto nel riscaldamento e andiamo a prendere posto nella nostra " gabbia di partenza ".
Dal nostro punto di vista abbiamo un colpo d'occhio fenomenale, dietro di noi  migliaia di concorrenti e dietro ancora lo spettacolo della Fontana Magica, davanti ancora una moltitudine di persone il viale e  fiancheggiato da numerose fontane che lanciano in alto spruzzi argentei e naturalmente non poteva mancare la canzone Barcelona dei Queen. In questi momenti l'adrenalina schizza da tutti i pori e mi dimentico di tutto dei dolori di avere poco allenamento. Ci siamo manca proprio poco, ci auguriamo buona fortuna ed ecco il via con lancio di coriandoli e stelle filanti. Comincia l'avventura.
La strada della partenza è ampia ma è inevitabile l'intasamento
Ci si dirige verso uno dei monumenti meno storici ma più simbolici della città catalana,  soprattutto per noi italiani che ci ricorda con gran passione le avventure dell'Italia Mundial del 1982 quando al Camp Nou la nazionale di Rossi - Tardelli - Altobelli ci faceva sognare.
Si percorre un tratto della Diagonal una delle strade principali di Barcellona, è amplissima eppure al nostro passaggio si riempie di gambe che spingono a sfidare i continui saliscendi che caratterizzano i primi km. Tengo la concentrazione al massimo e ascolto i segnali che mi manda il mio fisico e non sono molto incoraggianti, corro male con la sinistra non riesco a spingere la ciabatto in terra di piatto con il risultato che sforzo troppo la destra ma comunque riesco a mantenere una buona andatura sui 5,30 a km.  Cerco di distrarmi guardando le costruzioni della città un'iniezione di entusiasmo me la danno il pubblico che è  posizionato in molti punti del percorso. La scelta di indossare la maglia personalizzata con nome e bandiera tricolore è ottima, gli incitamenti sono numerosissimi: Vai Alessandro, Forza Italia (nella versione apartitica spagnola, naturalmente), Vinga Alessandro, Animo, Som-hi.
Scorrono i km e ai nostri lati si succedono i monumenti storici di Barcellona,transitiamo vicino alla Pedrera, all'Hospital de Sant Pau e poi senza nemmeno accorgersi ci si presenta sulla destra l'imponenza della Sagrada Familia.
Il genio di Gaudì concepì questa “follia”; chissà quando verrà posta l'ultima pietra ma l'imponenza e l'architettura è al di fuori dell'immaginazione di una personale normale. Quì un furbone pensa di calpestarmi proprio sul tendine che mi fa male, un dolore lancinante mi arriva sino al cervello e mi devo fermare un attimo, il dolore si calma e riparto.
Giungiamo al ventesimo km il percorso si snoda in modo da incrociarsi più volte intorno alla Torre Agbar (una costruzione simil-supposta estrosa ma ...). Sono alla mezza maratona
tempo 02:05:25 il tempo così com'è mi va più che bene, ma i dolori aumentano, adesso mi fanno male anche le spalle, le braccia e i tendini dietro le ginocchia oltre a quelli in precedenza, ma testardamente continuo, voglio portarla a termine.
Riprendiamo la Gran Via delle Corts Catalanes, lunghi viali che risultano molto monotoni, i gruppi musicali ed i capannelli di pubblico si succedono e aiutano a rompere la monotonia. Altro tratto di andata e ritorno sulla Diagonal .
Quì una signora leggendo che venivo da Pietrasanta si è messa ad urlarmi che anche lei era di Pietrasanta di via di mezzo. Avevo voglia di procedere al passo ma a sentire che quella signora non ho avuto il coraggio di deluderla e ho stretto ancor di più i denti e ho continuato, per poco perchè al chilometro successivo ho dovuto proprio tirare il fiato. La tentazione di ritirarmi è stata forte non sapevo più cosa non mi facesse male, forti fitte al tendine mi tormentavano ma non era solo questo tutto il corpo si ribellava; 500 mt. al passo e si ricomincia.

Percorriamo un lungo tratto di costa, alla nostra sinistra il mare calmo ci accompagna, transitiamo nel porto olimpico, la Ciutadela, si attraversa l'Arc de Triomf, poi si raggiunge Placa Catalunya. Entriamo nella Rambla ormai sono più i tratti che faccio al passo che quelli di corsa ma cerco comunque di fare almeno 4 chilometri e 500 metri di passo per recuperare e dare un pò di sollievo ai muscoli e tendini, sulle spalle mi sembra di portare il giogo. Al 39 Km però ho quell'iniezione di ottimismo quella carica che cercavo sono arrivate sotto la grande statua a Colombo in
Plaza Portal de la Pau vedo la Ge', mi da la bandiera e un bacio, poi mi domanda come stò, gli rispondo che non ne posso più e lei: " ti ritiri? " neanche per sogno piuttosto ci arrivo con i gomiti, che forse sono l'unica cosa che non mi fa male. Riparto, continuo a dirmi che mancano solo 3 km cosa sono 3 km? Quante volte hai corso per molti km di più? Dai vai avanti senti tutti ti incitano: Animo Alejandro, Vinga Alejandro, forza Italia.... Me lo ripeto, so che mi attende un tratto duro, il tratto rimanente è tutto una leggera ascesa verso Placa d'Espanya ma il transito tra le colonne sarà il gran premio finale.
E io con la mia bandiera in mano e i denti stretti corro sino al quarantesimo arranco ecco il 41° porto il passo gradualmente più veloce, la mia mente a questo punto si rifiuta di ascoltare il corpo e accelero non ostante la salita,
affronto l'ultima curva, il gran viale dell'arrivo è tutto per me. Sono circondato da molti altri corridori ma a me sembra di essere solo sento molte voci che mi incitano e quella parola forza Italia, cosa più importante sò che lì nel mezzo c'è anche mia moglie e questo mi  dà ancora più forza, vedo il cronometro che corre veloce,quando passo sotto il traguardo con in mano la mia bandiera italiana segna 4,40,09. Bè a cose normali sarebbe un tempo molto scarso per me ma dopo i vari infortuni che ho avuto il poco allenamento che ho potuto fare, credetemi, di meglio non ero in grado di fare.
Mi godo l'arrivo e mi dirigo al ritiro della medaglia e con quella al collo mi dirigo zoppicante vero l'expo dove trovo Marco e raggiante mi comunica subito il suo tempo 3,55 tempo ottimo ha abbassato il suo tempo di venti minuti. Sono felice per lui sò quanti sacrifici ha fatto, sino al mio infortunio a metà gennaio ci siamo allenati assieme macinando km con estenuati ripetute, collinari, progressivi ecc. Correndo sotto la pioggia con il vento e qualche volta anche la neve. Doveva farcela se non altro per l'impegno che ci ha messo per preparasi, in quanto a me spero nella prossima volta e per ora mi sento di dirmi ugualmente:
"Buen trabajo Alejandro!"

Il Keniano Jackson Kotut ha vinto la Maratona di Barcellona. Ha percorso i 42 km in 2 ore 7 minuti e 30 secondi, ottenendo così il record spagnolo e posizionandosi come il quarto miglior tempo dell’anno su scala mondiale.
Il secondo posto è stato occupato anche da un altro keniano, Felix Kenya con soli 6 secondi di differenza, seguito da Samuel Woldeamanuel Grebremischsel, indovinate di dove? Kenia naturalmente…
Nella categoria femminile, primo posto per Debele Wudnesh Nega col tempo di 2.30:50, secondo per Roman Gebre Gesesse, terzo per Serkalemm Bist Abrha, tutte e tre keniane (
ovvio).
Nella categoria “
sedia a rotelle al primo posto il catalano Francesc Sola, col tempo di 1:36:15, secondo posto per Roger Puigbó.
Alla Marató de Barcelona 2010 hanno partecipato oltre 12.000 atleti, un record, di cui hanno ultimato il percorso 10.550, cifra superiore alla passata edizione. Si è calcolato che hanno assistito all’evento sportivo oltre 100.000 persone.

E ora continuate a leggere come l'ha vissuta Marco

 

La Maratona di Barcellona.
L'inizio di un nuovo giorno, questo mi piace pensare, questo è il titolo esatto che voglio dare a questa avventura. Non è stata semplicemente una corsa è stato il riscatto è stata la voglia di dimostrare che avevo ed ho ancora qualcosa da dare. E' stata l'alba di una nuova vita, nel trovare maggiore voglia di aver fiducia in me stesso e migliorare per me e per gli altri.
E' passato un anno circa dalla maratona di Vienna nella quale ho provato una disperazione enorme per essermi dovuto fermare al dodicesimo Km per un lancinante dolore al ginocchio. Ed in quel momento ho creduto di non poter più fare una delle cose nelle quali metto più passione e dedizione. E che sicuramente adopero anche come valvola di scarico per tranquillizzarmi dalle tensioni quotidiane.
Quante situazioni sono mutate in questo tempo e tutte che lasciano un segno, non soltanto fisico, nella vita di una persona. Ed in quei momenti che ho avuto bisogno di un appiglio al quale aggrapparmi. Ed è questo che ho trovato nella corsa.
Ed allora, il curarsi per cercare di guarire e poi il gestire il proprio corpo, coadiuvato dalle persone giuste, come se fosse una macchina, tutto per cercare di rimettersi in piedi.
Risalire la china. Con le difficoltà che lastricano il percorso. Questo dovevo fare. E questo ho fatto.
Il tornare a correre e sentire la risposta positiva del mio corpo è stato un gran sollievo. Fino a ritornare a gareggiare nuovamente, il mettersi il numero e far parte della massa di atleti che si sfidano a un fascino tutto particolare dall'adrenalina che sale prima della partenza alla stanchezza che ti prende durante la gara all'immensa soddisfazione che hai nel chiuderla in maniera dignitosa e soddisfacente tutto questo fa parte di un atleta amatore o professionista che sia.
E poi c'è il sogno, la voglia di provarci ancora, il progetto che ormai è diventato il programma canonico di ogni primavera o autunno. Per me e Alessandro. Il misurarsi nuovamente sui Km 42,195 della maratona. Ed allora dove andare. La prima destinazione che pensiamo di prendere è Praga: dicono che sia una gran bella corsa in una splendida città. Ma io sono in un piacevole conflitto, Ho mia figlia che vive a Barcellona ed allora perché non unire le due cose vado a trovare la mia bambina ed intanto corro la Maratona in una città che mi piace. Propongo questa mia decisione ad Alessandro che dopo un iniziale dubbio si convince e decide di venire. Meno male avevo temuto per un attimo che le nostre strade quest'anno potessero prendere due direzioni diverse.
Ed anche se Emanuela ha deciso di tornare anticipatamente in Italia la nostra decisione a continuato per quella meta.
La ricetta per preparare una maratona è sempre la stessa. Gli allenamenti sono sempre impegnativi. Bisogna seguire la tabelle che ci vengono date da Massimo, nostro amico nonché preparatore, con disciplina quasi militare. Alternando a gare preparatorie a sedute intense di corsa in salita o corsa veloce o lunga sui viali del nostro litorale. Bisogna cercare di dosarsi anche sulla vita di tutti i giorni come sul bere ed evitare il più possibile prodotti gasati o alcolici e nel cibo. E questa volta ci siamo fatti aiutare da Agusto Innocenti gran medico e bravissima persona. Che ci ha istruito sul come e cosa mangiare
E arriviamo alla vigilia della partenza, quando manca veramente poco. E senti di essere pronto. I test che ho sostenuto sono ottimi. Gli amici,ringrazio su tutti Sandro compagno di tante sedute di allenamento, che hanno dimostrato la loro immensa fiducia e direi la certezza che avrei concluso una gara fenomenale abbassando addirittura il tempo personale.
Ma un tarlo tremendo la fa da padrone nei miei pensieri. Il ricordo di un anno fa il rivivere quello stesso momento la consapevolezza che se avessi preso una mazzata simile non mi sarei più alzato.
Ed è arrivato il momento dell' arrivo in terra di Spagna. Per fortuna questa volta abbiamo con noi mia figlia, che è voluta tornare nella sua città, che ci fa da interprete per sbrigare le prime logistiche operazioni in maniera più sicura e veloce dal contattare l'albergo al ritiro del pettorale alla sede dell'Expo al pacco gara. Poi iniziamo il giro turistico della città. Sento che nel camminare i miei polpacci sono un po' induriti e contratti e qualche dolore nella schiena c'è ma credo sia un fattore più che altro psicologico non mi preoccupo più di tanto. Quello invece che mi fa preoccupare è l'andatura zoppicante di Alessandro sapevo che aveva avuto un problema in una gara vicino casa e sapevo che il tendine d'Achille gli dava fastidio. Ma vederlo zoppicare in codesta maniera mi dava da pensare e mi dispiaceva. E sinceramente vederlo così arrabbiato non mi tranquillizzava visto che avevo avuto una simile esperienza. Ma cerchiamo di pensare positivo tutto andrà per il meglio.
Siamo arrivati al giorno fatidico, la serata e la notte sono passate in maniera tranquilla anche se non potrei dire chi fosse più teso tra me e mia figlia ci diamo l'appuntamento per trovarci lungo il percorso ed all'arrivo. Poi con Alessandro che viene a chiamarmi con mezz'ora di anticipo, ma sono felice perché lo vedo di buon umore. Ci avviamo a prendere il metrò che ci porterà alla partenza.
L'adrenalina sale so di essere in perfetta condizione me ne devo ancora convincere ed in questo devo ringraziare ancora il mio amico che continua a ripetermi che ho la possibilità di fare una grande gara.
Ed eccoci, insieme ad altre migliaia e migliaia di compagni di sorte nell'attesa dello sparo che darà inizio alla corsa, il pensare positivo e cercare la concentrazione è fondamentale anche se in mezzo a tanta bolgia è difficile. Svestiti gli ultimi panni che mi tenevano un po più caldo e dopo uno scambio di buona fortuna con Ale. Si parte.
L'imporsi di dover tenere un passo che mi consenta di arrivare in fondo è subito d'obbligo l'ascoltare fin da subito la respirazione, anche se nei primi Km è ancora difficile, è necessario ed il capire se le gambe girano senza dolori di sorta è indispensabile. E tutto questo stà andando secondo il giusto metodo. La strada corre sotto di me in maniera fedele anche se spesso per tratti più o meno lunghi sale facendo diventare la mia respirazione un po' più impegnata. Ma sento che stò andando bene e la cosa mi rende felice. Devo tenere la concentrazione, anche se in alcuni passaggi corriamo tra una moltitudine di persone festanti e chiassose e la mia mente vola indietro nel tempo riportandomi alla maratona di New York del 2008 dove mi sentivo unico protagonista dove allora come ora la gente mi acclamava chiamandomi per nome ed invitandomi a non mollare e a tener duro fino al traguardo. Ed ora come allora sentivo che correndo scrivevo la storia di un capitolo importante della mia vita.
Anche mia figlia insieme alla mia amica Giuseppina, moglie di Alessandro e compagna fedele delle nostre avventure sia montane che di maratone, come da accordo sono sul percorso ad aspettare il mio passaggio ed a incitarmi a gran voce . Ed è stato semplicemente meraviglioso.
Come sa perfettamente chi fa queste competizioni cè un momento nel quale arriva una crisi ed è più o meno intorno al 30esimo Km. Ed eccola puntuale . E' in questi momenti che bisogna farsi forza e non mollare stringere i denti finché si arriva alla fine di questa splendida competizione. Un occhiata al cronometro, i tempi sono quelli che mi sono prefissato va benissimo. Forza Marco che stai andando bene non mollare. Inizia il conto alla rovescia ogni Km che passa la forza sembra tornarmi finché non sono i vista del traguardo dove il cronometro ufficiale della gara dice 3.57.42 ed il mio real time dice 3.55.03 Ce l'ho fatta sono riuscito nella mia impresa sono al settimo cielo la felicità mi attraversa tutti i pori della pelle ho battuto il mio tempo di 20 minuti ho fatto un impresa che fino a poco tempo prima consideravo impossibile Ci sono, sono tornato più in forma e più forte di prima.
L'appuntamento con mia figlia Emanuela è al di fuori del perimetro transennato di arrivo. Ci vediamo ci guardiamo un abbraccio ed un pianto liberatorio per scaricare la tensione e di felicità è quello che scaturisce. Se io sono felice lei lo è altrettanto e non solo di riflesso ma per condivisione,
per aver provato con me le stesse sensazioni. Mi vado a cambiare nell'Expo dove la mattina ho lasciato il vestiario. E' un piacere infinito incontrare subito il mio mister Massimo che mi ha fatto subito dei graditi complimenti. Ho risposto che se ho fatto questa impresa gran parte del merito è sua.
Non so il destino di Ale. Spero che porti in maniera positiva alla fine la sua corsa e decido di riportarmi verso la zona di arrivo per vedere se lo vedo. Eccolo meno male sono felice, gli vado incontro. Ci abbracciamo e gli faccio i miei complimenti. Gli chiedo come stà mi risponde di chiedergli cosa non gli fa male avremmo fatto prima. La risata susseguente è stata per sdrammatizzare e per gloriarci della bella impresa fatta.
Dopo questa esperienza ho il motivo di credere che Barcellona abbia qualcosa di magico. Infatti il giorno dopo, si è voluta ammantare di bianco. Non si sa ,ma si dice da tempo immemorabile che non vedessero la neve in questo posto ed invece ha voluto regalarci anche questa esperienza. Ed è vero che ci sono disagi quando in un luogo così cade la neve. Ma tutto ha un aspetto migliore quasi come in una favola.... La Mia.
Devo fare dei ringraziamenti per questa mia bella avventura: ad Alessandro e Giusy compagni meravigliosi di avventure, a Massimo Santucci il mister e Augusto Innocenti il nutrizionista a Sandro,e Riccardo che si sono allenati con me e mi hanno dato un iniezione di fiducia.
A mia figlia alla quale dedico questa gara e questa mia vittoria personale per aver creduto in me in maniera eccezionale. E poi in ultimo voglio fare una dedica speciale all'ultima arrivata in casa nostra mia nipote Sofia.
Un grazie a tutti gli amici che mi hanno fatto grandi complimenti ed a quanti avranno la bontà di leggere queste righe.
Alla prossima maratona.
Un Saluto
Marco

 


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