18/06/2010 lizza della monorotaia
" e proseguendo la solinga via tra le scegge e trà rocchi de lo scogliolo piè sanza la man non si spedia "
Dante, inferno XXVI

 


 

Percorso: da Renara (m.310) - alle cave di Piastreta (1580mt.)

Come Arrivare: Prendiamo la via Aurelia sino a Massa e poi imbocchiamo Via Bassa Tambura seguendo le indicazioni per Resceto, oltrepassiamo il bivio per Forno seguendo sempre per Resceto, all’altezza del piccolo e incassato abitato di Gronda,  svoltiamo a destra e seguiamo la strada asfaltata, per poi diventare sterrata e terminare su uno slargo davanti ad una casa di pastori. 
 
Sentieri: nessuna segnalazione lungo la monorotaia

 


 

Classificazione: EEA solo per escursionisti esperti allenati ( molto allenati)

Dislivello Dislivello:  da Renara (310 mt.) alle cave di Piastreta (1580mt.) 1270 mt.
Pendenza: 43% nel tratto iniziale, poi sempre oltre il 55% e, nel Fosso del Chiasso fino all'80% e oltre, 20% il tratto del Canale della Buchetta

 
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 4

 

 
Acqua: A Gronda prima del bivio per Renara
 
Punti sosta: Nessuno

 

 
Traccia google heart

http://connect.garmin.com/activity/37384700 l'attività registrata su Garmin Connect

Periodo consigliato: Da primavera all'autunno e con adeguate condizioni meteorologiche, sconsigliato in inverno e nelle giornate più calde

Per conoscere le  vie di Lizza  si raccomanda la lettura del volume " Le strade dimenticate  di F. Bradley e E. Medda - Poliedizioni "  -
      APT Massa Carrara

La vita e la cultura di un mondo cosi vicino e pure già così lontano da noi come quello della lizzatura del marmo sugli incredibili percorsi che dalle cavi massesi scendevano a valle. Una realtà millenaria, quella del durissimo lavoro dei lizzatori. ( da Strade dimenticate di F. Bradley e E. Medda - Poliedizioni)

“Via di lizza” di Piastreta e monorotaia Denham.  
L’interesse per questa “via di lizza” sta nel sistema meccanico, unico nel suo genere, qui messo in funzione per un lungo periodo di tempo. Si tratta di una monorotaia costruita nel 1922 che, provvista di un carrello motore ed una slitta di traino, scendeva a valle i marmi lungo il versante massese del M. Sella, per uno sviluppo di 3500 m circa in lunghezza.  

Giovedì sera mi sento telefonare da Marco e mi invita, perentoriamente, per il giorno dopo in escursione alla Lizza della Monorotaia. Non è che ne sia molto convinto ma le mie obbiezioni sembra che lo invoglino sempre di più. va bene ci andremo.
Al mattino la giornata si presente abbastanza serena, possiamo tentarla, Partiamo alla volta di Renara
Prendiamo la via Aurelia sino a Massa e poi imbocchiamo Via Bassa Tambura seguendo le indicazioni per Resceto, oltrepassiamo il bivio per Forno seguendo sempre per Resceto,
all’altezza del piccolo e incassato abitato di Gronda,  svoltiamo a destra e seguiamo la strada asfaltata, per poi diventare sterrata e terminare su uno slargo davanti ad una casa di pastori.  
Dove il canale si biforca prendiamo a sinistra attraversando il canale, risaliamo una ripida salita dove alla sommità vi è un vecchio saggio di cava, niente segnali ( ATTENZIONE NON PROSEGUIRE PER IL SENTIERO N° 162 L'UNICO SEGNALATO PERCHE' PORTA AL PASSO DEL VESTITO).
Raggiungiamo la lizza che qui è una comoda strada cementificata.
Siamo ora nel Canale di Pianel Soprano che percorriamo sino ad arrivare ad un’altra biforcazione (m. 546): a dritto andremmo nel Canale della Buchetta, mentre alla nostra sinistra si apre l’incredibile Fosso del Chiasso, dove ben visibile è l’ancora più incredibile tracciato della lizza della monorotaia. Svoltiamo quindi a sinistra ed attraversiamo il greto del torrente, imboccando il Fosso del Chiasso.
Ci sono già stato ma quella slitta in fondo al piano di carico mi lascia ancora stupefatto come l'uomo così piccolo possa fare opere di tanto ingegno!
Partiamo,  Marco non riescr a credere che prima di essere in cima dobbiamo sudare molto: " ci sono i gradini, no! " Partiamo belli baldanzosi e con grande euforia, ma chi sà come mai già dai primi metri proseguiamo sentendo solo il nostro affannoso respiro, ci voltiamo indietro e notiamo la forte pendenza che accentua ancora di più l'incredibilità di questa lizza, rivolgiamo lo sguardo verso l'alto e sembra non finire mai con quel filo nero che si snoda in linea retta oltre la nostra visuale. 
Saliamo a fatica e un gruppo di capre e pecore si fa beffa di noi saltando allegramente senza nessuna difficoltà.
Comunque saliamo piano ma saliamo, la difficoltà dovuta alla pendenza che in alcuni punti tocca 80 - 85% viene accentuata dal fatto che i gradini molte volte sono scomparsi e allora dobbiamo salire sul muro di sostegno della rotaia e qui la pendenza è davvero molta per fortuna oggi il sole non penetra attraverso le pareti del profondo canale.
 Finalmente arriviamo all’uscita del Fosso del Chiasso, dove dopo pochi metri, la lizza si biforca (non molto evidente). Siamo a 1010 mslm.
Arrivati qui si potrebbe pensare di aver terminato l'escursione ma siamo solo a metà forse anche meno. 
Facciamo una sosta con spuntino, poi uno sguardo ai fabbricati che ancora sono presenti, peccato che il vecchio argano per sollevare i blocchi sia rovinato nel canale sottostante, l'ultima volta che ci sono stato era ancora in piedi.
Riprendiamo il cammino, qui il panorama comincia ad essere davvero entusiasmante, il tracciato della lizza gira verso destra seguiamo con lo sguardo la traccia e notiamo che c'è ancora molto da fare.
Saliamo a testa bassa senza dire una parola, e chi ha fiato per parlare? superiamo ancora dei fabbricati, in particolare sulla destra una grande casa dove  ha abitato fino al 1975 il guardiano della cava. Abbiamo visitato la casa del guardiano, ancora ben tenuta e posizionata su di una balconata naturale, ci è venuto spontaneo pensare a quanti soldi vengono buttati via per costruire rifugi inutili, vere cattedrali nel deserto e poi delle abitazioni già costruite e in posti così splendidi vengono abbandonate e dimenticate da tutti, perdendo anche i ricordi e la cultura di quelle persone che ci hanno lavorato.
 Riprendiamo il cammino ma plumbee nubi si chiudono su di noi, ci consultiamo e la decisione non può esser che quella di ridiscendere. Alcune gocce di pioggia iniziano a venir giù, dobbiamo fare molta attenzione, la pendenza è molta e il tracciato è nascosto dal paleo.
La parte più faticosa è quella nel Fosso del Chiasso, ogni passo si ripercuote sulle ginocchia e siamo in continua frenata. Giungiamo in fondo e ora la pioggia si fà più insistente ma ormai l'auto è a pochi minuti. La raggiungiamo e il tempo dispettoso di questi giorni ci fa un ultimo dispetto, le nuvole si dileguano e ritorna un caldo sole. Succede sempre così acqua sino alla macchina poi sole!! Però lo spettacolo che ci dona è unico, lassù in alto la creste del Vestito è un luccichio con il sole che risplende sulle pareti bagnate e le nuvole che ancora rimangono aggrovigliate alle cime creano un ambiente imalaiano.
Dobbiamo tornare a casa comunque, infatti Marco deve tornare a lavoro nel primo pomeriggio e quindi riprendiamo la via di casa.
Anche se l'escursione non si è pienamente completata ne siamo riamasti comunque appagati da un mondo che ancora esiste  che purtroppo pian piano va sparendo nell'oblio dell'indifferenza di molte persone che potrebbero salvare i luoghi che abbiamo visitato. Salvare la lizza della monorotaia per rispetto a tutti quegli uomini che hanno contribuito a formare la nostra civiltà e per portare a conoscenza anche delle generazioni future quali " Eroi " esistevano una volta, tanto tempo fa!

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Foto escursione

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