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Giovedì sera mi
sento telefonare da Marco e mi invita, perentoriamente, per il
giorno dopo in escursione alla Lizza della Monorotaia. Non è che ne
sia molto convinto ma le mie obbiezioni sembra che lo invoglino
sempre di più. va bene ci andremo.
Al mattino la giornata si presente abbastanza serena, possiamo
tentarla, Partiamo alla volta di Renara
Prendiamo la via Aurelia sino a Massa e poi imbocchiamo Via Bassa
Tambura seguendo le indicazioni per Resceto, oltrepassiamo il bivio
per Forno seguendo sempre per Resceto,
all’altezza del piccolo e
incassato abitato di Gronda, svoltiamo a destra e seguiamo la
strada asfaltata, per poi diventare sterrata e terminare su uno
slargo davanti ad una casa di pastori.
Dove il canale si biforca prendiamo a sinistra attraversando il
canale, risaliamo una ripida salita dove alla sommità vi è un
vecchio saggio di cava, niente segnali ( ATTENZIONE NON PROSEGUIRE
PER IL SENTIERO N° 162 L'UNICO SEGNALATO PERCHE' PORTA AL PASSO DEL
VESTITO).
Raggiungiamo la lizza che qui è una comoda strada cementificata.
Siamo ora nel Canale di Pianel Soprano che percorriamo sino ad
arrivare ad un’altra biforcazione (m. 546): a dritto andremmo nel
Canale della Buchetta, mentre alla nostra sinistra si apre
l’incredibile Fosso del Chiasso, dove ben visibile è l’ancora più
incredibile tracciato della lizza della monorotaia. Svoltiamo quindi
a sinistra ed attraversiamo il greto del torrente, imboccando il
Fosso del Chiasso.
Ci sono già stato ma quella slitta in fondo al piano di carico mi
lascia ancora stupefatto come l'uomo così piccolo possa fare opere
di tanto ingegno!
Partiamo, Marco non riescr a credere che prima di essere in cima
dobbiamo sudare molto: " ci sono i gradini, no! " Partiamo belli
baldanzosi e con grande euforia, ma chi sà come mai già dai primi
metri proseguiamo sentendo solo il nostro affannoso respiro, ci
voltiamo indietro e notiamo la forte pendenza che accentua ancora di
più l'incredibilità di questa lizza, rivolgiamo lo sguardo verso
l'alto e sembra non finire mai con quel filo nero che si snoda in
linea retta oltre la nostra visuale.
Saliamo a fatica e un gruppo di capre e pecore si fa beffa di noi
saltando allegramente senza nessuna difficoltà.
Comunque saliamo piano ma saliamo, la difficoltà dovuta alla
pendenza che in alcuni punti tocca 80 - 85% viene accentuata dal
fatto che i gradini molte volte sono scomparsi e allora dobbiamo
salire sul muro di sostegno della rotaia e qui la pendenza è davvero
molta per fortuna oggi il sole non penetra attraverso le pareti del
profondo canale.
Finalmente arriviamo all’uscita del Fosso del Chiasso, dove dopo
pochi metri, la lizza si biforca (non molto evidente). Siamo a 1010
mslm.
Arrivati qui si potrebbe pensare di aver terminato l'escursione ma
siamo solo a metà forse anche meno.
Facciamo una sosta con spuntino, poi uno sguardo ai fabbricati che
ancora sono presenti, peccato che il vecchio argano per sollevare i
blocchi sia rovinato nel canale sottostante, l'ultima volta che ci
sono stato era ancora in piedi.
Riprendiamo il cammino, qui il panorama comincia ad essere davvero
entusiasmante, il tracciato della lizza gira verso destra seguiamo
con lo sguardo la traccia e notiamo che c'è ancora molto da fare.
Saliamo a testa bassa senza dire una parola, e chi ha fiato per
parlare? superiamo ancora dei fabbricati, in particolare sulla
destra una grande casa dove ha abitato fino al 1975 il guardiano
della cava. Abbiamo visitato la casa del guardiano, ancora ben
tenuta e posizionata su di una balconata naturale, ci è venuto
spontaneo pensare a quanti soldi vengono buttati via per costruire
rifugi inutili, vere cattedrali nel deserto e poi delle abitazioni
già costruite e in posti così splendidi vengono abbandonate e
dimenticate da tutti, perdendo anche i ricordi e la cultura di
quelle persone che ci hanno lavorato.
Riprendiamo il cammino ma plumbee nubi si chiudono su di noi, ci
consultiamo e la decisione non può esser che quella di ridiscendere.
Alcune gocce di pioggia iniziano a venir giù, dobbiamo fare molta
attenzione, la pendenza è molta e il tracciato è nascosto dal paleo.
La parte più faticosa è quella nel Fosso del Chiasso, ogni passo si
ripercuote sulle ginocchia e siamo in continua frenata. Giungiamo in
fondo e ora la pioggia si fà più insistente ma ormai l'auto è a
pochi minuti. La raggiungiamo e il tempo dispettoso di questi giorni
ci fa un ultimo dispetto, le nuvole si dileguano e ritorna un caldo
sole. Succede sempre così acqua sino alla macchina poi sole!! Però
lo spettacolo che ci dona è unico, lassù in alto la creste del
Vestito è un luccichio con il sole che risplende sulle pareti
bagnate e le nuvole che ancora rimangono aggrovigliate alle cime
creano un ambiente imalaiano.
Dobbiamo tornare a casa comunque, infatti Marco deve tornare a
lavoro nel primo pomeriggio e quindi riprendiamo la via di casa.
Anche se l'escursione non si è pienamente completata ne siamo
riamasti comunque appagati da un mondo che ancora esiste che
purtroppo pian piano va sparendo nell'oblio dell'indifferenza di
molte persone che potrebbero salvare i luoghi che abbiamo visitato.
Salvare la lizza della monorotaia per rispetto a tutti quegli uomini
che hanno contribuito a formare la nostra civiltà e per portare a
conoscenza anche delle generazioni future quali " Eroi " esistevano
una volta, tanto tempo fa!
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Foto
escursione
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