01/08/2010 Pizzo d'Uccello ( mt 1781 )
è uno dei monti più belli delle Alpi Apuane e la sua piramide rocciosa gli conferisce un aspetto alpino e severo. È il monte principe per le arrampicate con la sua splendida parete Nord sfida per moltissimi arrampicatori che vengono qua da tutta Italia per scalarla. Salire per la via normale, ben segnata, è il battesimo dell’escursionista apuano che entra a contatto con la roccia delle nostre montagne e conquista una delle vette più belle con un pizzico di impegno alpinistico.
 


 

 

Percorso: Dal rifugio Donegani alla vetta del Pizzo d'Uccello

Come Arrivare: Percorriamo l'autostrada sino ad Aulla, seguendo per Fivizzano e Poi imbocchiamo la strada per Lucca,seguendo le indicazioni per Minucciano.
Appena passata una galleria sulla destra parte una strada che porta alla località Orto di Donna in val Serenaia
 
Sentieri: n° 37 Forno-canal Regollo-cap.di Navola-foce di Navola-cap.Garnerone-foce di Giovo-Donega.
n° 181
Pieve S.Lorenzo(stazione)-Ugliancaldo-poggio Baldozzana-Capradossa-foce Siggioli - Foce a Giovo

n° 175 ( Maestàdel D'oglio )-Vinca-capanne di Giovo.


 

Classificazione: EE  con passi di I grado e uno di II-; roccia buona

Quote: Rifugio Donegani 1150 mt. -  Vetta 1781 mt. dislivello complessivo (m.): 631

 
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 6 compreso sosta sulla vetta e pranzo

 

 
Acqua: Al rifugio Donegani
 
Punti sosta: Rifugio Donegani

 

 
Traccia google heart

n.n.

Periodo consigliato: Da primavera all'autunno e con adeguate condizioni meteorologiche, sconsigliato in inverno

Guida di riferimento: Guida dei monti d'Italia del Cai - n°58 (Alpi Apuane)

Link sul Pizzo d'Uccello:   http://www.escursioniapuane.com/SDF/PizzodUccello.html

 

Il Pizzo d'Uccello (m. 1781) è la vetta più settentrionale delle Apuane. Mostra da ogni versante profili slanciati, ma soprattutto a nord assume un aspetto imponente con la spettacolare parete rocciosa che si innalza per 700 metri, che contribuisce a fargli veramente meritare l'appellativo di "Cervino delle Apuane".
Si distingue tra le altre cime delle Alpi Apuane soprattutto per la sua Parete Nord un appicco di quasi 800 m di dislivello che pone la montagna al paragone con le più famose pareti dolomitiche o delle alpi occidentali.
Alla montagna si accede dalla località Orto di Donna un tempo amena valle, adesso il gran parte deturpata dall'escavazione del marmo circondata da cime ardite tra le cui il Monte Pisanino, il Monte Cavallo , il Monte Contrario e il Monte Grondilice .
Sulla parete nord si snodano diverse vie di arrampicata tutte di grande impegno .

Questa settimana la nostra decisione è stata quella di salire alla vetta del pizzo D'Uccello, è passato parecchio tempo dall'ultima volta che vi siamo saliti.
Io e la Gè (Giuseppina) veniamo dalla Versilia e quindi facciamo la strada di Aulla mentre  Severina, Sabrina, Rossano, Luca e Bruno arrivano dalla piana di Montecatini e Altopascio e quindi via Lucca/ Castelnuovo Garfagnana - Piazza al Serchio - Gramolazzo.
Noi arriviamo prima e ci dirigiamo subito al rifugio Donegani dove veniamo accolti festosamente dal gestore, beviamo un caffè ed ecco arrivare il camioncino di Bruno.
Il tempo di indossare gli scarponi e via si parte per la nostra escursione.
Prendiamo il sentiero n° 37 che si inoltra nel bosco proprio davanti al rifugio, purtroppo solo per pochi metri, infatti sbuca subito dopo sulla strada marmifera che porta alle cave e al suo termine al rifugio Orto di Donna o Cava 27.
Imbocchiamo il sentiero n° 37 che attraverso la faggeta ci porta sulla strada di cava, se devo dire la verità non è che siano un grande spettacolo sia per il deturpamento selvaggio che vi è stato fatto e per l'abbandono in cui si trovano con rifiuti di tutti i tipi. 
Continuiamo e dopo alcune centinaia di metri si deve svoltare a destra superando una sbarra di ferro, la deviazione è comunque ben segnalata ( anche troppo) da una imponente scritta su un blocco di marmo.
Purtroppo dobbiamo ancora proseguire su strada sterrata, una vera scocciatura, ma in breve troviamo un'altro blocco di marmo che con altrettanta esagerazione di quella precedente riporta l'indicazione per Foce a Giovo.
Imbocchiamo il sentiero n° 181, sentiero finalmente! Proseguiamo in salita ma all'ombra dei faggi e in meno di un'ora siamo a Foce a Giovo
(m. 1500) un'ampia sella erbosa e ottimo punto panoramico sulla Val Serenaia, e sull'Appennino, ad est e sulla Valle di Vinca e il mare ad ovest. Davanti a noi si staglia la mole del Pisanino, guardiamo con rispetto la Bagola Bianca, il crinale che abbiamo percorso altre volte ma guardandolo ancora ci rendiamo conto che è stata una bella impresa.
Un attimo di riposo e ripartiamo prendendo il sentiero n° 175 che ci conduce alla foce del Giovetto ( mt.1497). 
Ora inizia la vera salita alla vetta del Pizzo, una salita di circa 300 metri di dislivello che vanno risaliti.  La parte superiore della montagna è tutta roccia, a tratti solida, a tratti sfasciume, e la salita in alcuni tratti impegnativa, richiede spesso l'uso delle mani per aiutarsi nella progressione (viene infatti classificata come I° grado, un tratto di II°) e ovviamente la massima attenzione nei non pochi tratti esposti. 
Dopo un primo tratto impegnativo ma comunque superabile solo con un po' di attenzione si incontrano alcuni passaggi molto esposti su cui è necessario progredire aiutandosi con le mani superando alcuni passaggi in arrampicata. Sono brevi passaggi classificati di I° grado che possono comunque mettere in seria difficoltà i meno esperti. Mentre saliamo continuiamo a raccomandare a tutti fare attenzione ai sassi smossi che potrebbero causare gravi danni a chi segue. 
Arriviamo comunque tutti in vetta; quassù troviamo un gruppo al quanto bizzarro, sono tutti bardati di rinvii, chiodi, imbrago, moschettoni e tutto l'occorrente non per scalare ma per attrezzare una parete: " ma le corde dove sono? " Noi li abbiamo visti salire così sciolti ognuno per conto suo, come d'altronde facciamo tutti: " ma allora a che cosa serve tutta quella ferraglia? Forse scenderanno da qualche parete?" e le corde? Bà! alla fine scendono dalla via normale sempre belli bardati. Bho! il mondo è bello perchè è vario!
Al contempo troviamo anche un gruppetto parmigiano che abituati all'Appennino rimangono entusiasti dell'ambiente esternando espressioni di meraviglia e paragonando le Apuane alle Dolomiti, aumentando così in noi l'orgoglio di sentire nostre queste montagne.
Oggi siamo anche fortunati la giornata è abbastanza limpida e da qui decisamente la vista è superba, spazia su tutta la Lunigiana con il vicino Solco di Equi, sulla valle di Vinca, sulla Val Serenaia con in primo piano il Pisanino, sul Sagro e sulla Cresta Garnerone, sul Grondilice e su tante cime delle Alpi Apuane. Impressionante è anche la vista sulla cresta su cui passa la ferrata di Foce Siggioli
Volgendo lo sguardo verso il mare abbracciamo il litorale dalla Spezia all'isola D'Elba, più  a nord la Gorgona e la Capraia e guardando bene all'orizzonte si notano anche le montagne della Corsica.
Ci congratuliamo tra di noi e ci mettiamo ad ammirare le bellezza che si possono vedere da quassù.
Rimaniamo in vetta abbastanza per goderci tutto questo e per farci uno spuntino, poi una foto di gruppo e via ridiscendiamo per la via appena fatta per salire.
Una volta giunti al Giovetto incontriamo gli pseudo alpinisti che finalmente si tolgono l'armamentario di dosso, non gli diciamo niente tranne salutarli ma comunque rimaniamo perplessi, Bruno continua a scuotere la testa.
Troviamo un posto all'ombra e al riparo del vento e facciamo una sosta per pranzare e naturalmente quando c'è Bruno non può mancare il caffè, di solito c'è anche la correzione ma questa volta è stato corretto lo zaino di Bruno, così ha mangiato il pane al sapore di grappa.
Riprendoiamo la via del ritorno e percorrendo il sentiero fatto al mattino  tranquillamente ci riportiamo al rifugio Donegani, una bella birra, due chiacchiere  e poi ci salutiamo.
Chi alla volta della piana lucchese, chi come me e la Gè verso la Versilia.
Quando veniamo da queste parti, però, un'escursione non si può dire terminata se non facciamo la consueta fermata alla nostra gelateria preferita di Aulla, Il Gelatiere. Un bel cono da tre gusti, ecco ora si può dire che questo è l'epilogo di una splendida giornata.

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Foto escursione

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