27 Marzo 2011 Gabberi dalla Culla   
     
"sta nella cruda nudità rupestre
il Gabberi, irto qual ferrato casco"
(Le Laudi).
 


 

 

Percorso: La Culla mt. 450 - M. Gabberi mt. 1108 - Focetta di Farnocchia  a quota 837 mt. - S. Anna di Stazzema mt. 660

Come Arrivare: Da Pietrasanta, lungo la Via Sarzanese, si prende il bivio per Monteggiori e, dopo circa 6 Km. di strada in salita ed a tornanti, si giunge al paese della Culla
 
Sentieri:
                  n° 107 -  La Culla-Case Lecci-Vetta Monte Gabberi- San Rocchino
                 n° 4 -  Valdicastello-Case di Berna-Foce di Farnocchia-Farnocchia


 

Classificazione: E

Quote:
 La Culla mt. 450 - M. Gabberi mt. 1108 - Focetta di Farnocchia  a quota 837 mt. - S. Anna di Stazzema mt. 660
 
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 5 h di cammino effettivo
 
Acqua: Alla partenza dalla Culla, sul sentiero n° 4 in prossimità di S. Anna, e a S.anna
 
Punti sosta: paese di Sant'Anna
 
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La nostra escursione su EveryTrail  Sul Gabberi dalla Culla - Apuane
Periodo consigliato: Tutto l'anno

 


 

Eccoci alla terza escursione del 2011 con la UOEI di ERipa di Versilia; l'escursione in programma oggi è  al monte Gabberi (m.1108), questo monte rappresenta uno dei punti più panoramici di tutte le Apuane meridionali: infatti la sua vicinanza alla costa fa si che dalla sua vetta si possa godere di un panorama vastissimo comprendente tutta la costa tirrenica da Viareggio fino a la Spezia il lago di Massaciuccoli, il Camaiorese e lo Stazzemese e tantissime cime della catena apuana. Forma una vasta dorsale che incombe sopra la conca di Camaiore separandola dal bacino del torrente Vezza: i suoi pendii sono prevalentemente boscosi con alcuni affioramenti rocciosi, inoltre sul versante settentrionale, vicino al paese di Farnocchia, si trova un curioso monolite noto come Pietralunga del Monte Gabberi, mentre la parte orientale della montagna è meglio conosciuta come Monte Gevoli.
Le previsioni meteo non sono tanto favorevoli e accidenti pensare che sino al giorno prima abbiamo avuto una settimana splendida  con temperature decisamente primaverili.
Sarà per questo che una volta davanti alla sede c'eravamo solo in due, un sospetto ci viene non è che si siano dimenticati di rimettere le lancette dell'orologio per l'entrata in vigore dell'ora legale? Aspettiamo dieci minuti ma ormai è evidente che tutti sono rimasti tra le braccia di Morfeo e che per oggi non si vedrà nessuno almeno da quì.
Ci portiamo al paese della Culla a pochi km da Pietrasanta, a quota 450 mt.

Da Pietrasanta, lungo la Via Sarzanese, si prende il bivio per Monteggiori e, dopo circa 6 Km. di strada in salita ed a tornanti, si giunge al delizioso borgo costruito su un ripido pendio, interamente circondato da uliveti. Le case e la Chiesa poggiano su strati orizzontali di roccia sulle propaggini meridionali del Monte Gabberi.
L'esiguo numero di abitanti trae le sue risorse economiche dalle varie lavorazioni, artigianali ed industriali, svolte nelle aziende della piana. Godendo di un clima fresco e ventilato, grazie all'apertura verso il mare.
Anche se solo in due decidiamo di fare lo stesso l'escursione ma fortunatamente arriva una prima telefonata, sono gli amici di Montecatini e Altopascio e ci informano che stanno arrivando, bene così almeno il gruppo sarà un pò più nutrito!
Poi telefona anche un'altro socio e ci informa della sua decisione di intraprendere l'escursione da tutt'altro itinerario cosa che ci lascia alquanto perplessi.
Ma ecco che arrivano i partecipanti, sono in cinque più noi due formiamo un bel gruppetto.
Lasciamo l'auto nel piccolo parcheggio dove è possibile fare anche rifornimento d'acqua a una fontana.
Iniziamo la nostra escursione sotto una leggera piogerella che abbassa l'entusiasmo iniziale, comunque ci proviamo e partiamo vediamo quanto regge.
Scendiamo per alcuni metri e prendiamo una salita cementata che parte sulla sinistra, sul muro c'è anche segnato il numero107  del sentiero per il Gabberi. Saliamo dal lato sud-ovest della montagna entrando ben presto nel bosco di lecci e faggi, non ostante la natura si sia riappropriata del territorio si notano ancora gli antichi terrazzamenti segno di una civiltà contadina qui un tempo molto presente.
Transitiamo infatti da un gruppo di case a quota 604 mt.: le case Lecci vicino a queste case vi sono stupendi esempi di ingegno umano: vaschette scavate nella pietra e pozzi di raccolta d'acqua piovana, vere opere d'arte rurale minore, peccato che questo piccolo borgo sia completamente lasciato cadere a pezzi .
Salendo arriviamo a delle gradonate  e aggiriamo due torrioni calcarei torniti da Eolo e transitiamo presso un riparo sotto una  roccia.
Superato lo storico passaggio delle Piastre, che consente di valicare la bastionata, si giunge a circa 950 mt. ad una stupenda mensola belvedere incisa. E' la balza dei Pennati, così chiamato per le numerose figure scolpite nella roccia, in prevalenza attrezzi adunchi usati dai contadini appunto i pennati o roncole.
Si sale ancora nel bosco, la pioggierella non scende più e non è che ne sia venuta tanta.
Ci dirigiamo verso la vetta ormai vicina, già si vede la croce che è sulla vetta, percorriamo il sentiero su rocce e ben presto vi arriviamo.
Dalla vetta, un vero balcone sul Tirreno, infatti lo sguardo si apre  da Livorno al golfo della Spezia, dalla piana del camaiorese a quella dello stazzemese, il lago di Massaciuccoli e molte montagne delle Apuane tra tutte spiccano Le Panie, il Forato, il Procinto e il  Matanna, bè oggi non è proprio la giornata ideale ma insomma per quel poco che si vede è sempre il suo bel vedere.
Sulla vetta restiamo solo il tempo necessario per  una foto sotto la croce  ma dato il celo nuvoloso e un'arietta abbastanza fresca decidiamo ti portarci verso quote più riparate. Peccato in un altro momento sarebbe stato bello fermarci per contemplare il panorama e se la giornata fosse stata particolarmente limpida si potevano ammirare anche le isole dell'arcipelago toscano e la Corsica.
Riprendiamo il cammino e scendiamo dalla parte opposta per S. Anna. Scendiamo per roccette e in breve siamo ad un bivio per S. Rocchino e per S. Anna noi prendiamo quest'ultimo. Quando giungiamo ad un altro bivio indicando per la Focetta noi decidiamo di
percorrere quest'ultimo, questo sentiero è molto divertente in quanto si sviluppa su facili roccette sul filo di cresta, comunque senza grosse difficoltà, bellissimo il panorama, il sentiero e segnalato con segni azzurri.
Dopo una divertente breve discesa per un canalino si giunge alla Focetta (m.873), questo passo congiunge i paesi di Farnocchia e di S. Anna di Stazzema. Proseguiamo poi per sentiero n° 4 in direzione Sennari che raggiungiamo in circa quaranta minuti.
Da Sennari si percorre la strada asfaltata verso destra  per circa duecento metri sino ad incontrare un sentiero sulla sinistra con frecce indicatrici per S. Anna, lo prendiamo
  e in pochi minuti siamo nella piazza del paese ma prima di entrare nel paese sul sentiero c'è un'area pic nic e ne approfittiamo per pranzare e devo dire che non ci siamo fatti mancare niente compreso il caffè fatto con la moca appositamente trasportata sino a quà! Ma riprendiamo il cammino e come detto entriamo in paese.
Sant'Anna. - mt 660 è un piccolo villaggio situato in una conca naturale, dominato dal Monte Lieto  e dal Monte Gabberi; E' divenuto tristemente noto per il massacro di 560 persone compiuto dalle truppe naziste il 12 Agosto 1944.
Dal borgo parte il canale dei Mulini che si allunga fino a Valdicastello, paese natale di Giosue' Carducci. Intorno al paese di Sant'Anna, vi sono parecchie borgate e case sparse che prendono nomi diversi: Monte Ornato, l'Argentiera, Vallecava, Vaccareccia, i Bambini, il Moco, il Colle, Fabbiani, Sennari, le Case di Berna, Vinci, Franchi, le Case, il Pero, i Merli, i Coletti e piu' giu', verso Valdicastello, i Mulini. Facente parte, anticamente, del comunello di Farnocchia, di cui ne costituiva l'alpeggio, divenne in seguito luogo di abituale permanenza. Sul Colle di Cava s'innalza il Monumento Ossario che raccoglie i resti dei 560 Martiri. L'opera in pietra locale, realizzata nel 1948 su progetto dell'Arch. Tito Salvatori accoglie, sopra la fossa comune, una scultura di Vincenzo Gasperetti che rappresenta una giovane madre che stringe teneramente al petto, nell'abbraccio di morte, la figlioletta uccisale. A Sant'Anna, Riconosciuta come Centro Regionale della Resistenza, vi è stato costruito un Museo Storico.  Il paese e i suoi dintorni sono inseriti  nel "Parco della Pace "
Giunti nel centro del paese vogliamo andare a rendere omaggio ai martiri di quel lontano 12 agosto 1944 e quindi saliamo all'Ossario
Riscendiamo poi verso la piazza del paese  e successivamente prendiamo sulla sinistra dove vi sono dei vecchi lavatoi, da quì parte il sentiero n° 4 per Valdicastello, all'inizio il sentiero è in pessimo stato fino al  bel ponte in pietra è interamente infrascato. poi però torna ad essere pulito, siamo in un bellissimo bosco in prevalenza a castagni. Scendiamo molto costeggiando il rio che lo percorre con l'acqua di un color ruggine che tinge tutte le rocce segno di presenza di ferro nella roccia, infatti nel
periodo mediceo le escavazioni minerarie erano molto  intensiva, e si sono protratte fino nel secolo IXX° per terminare nel 1990 con la dismissione degli impianti di Rezzaio della Società EDEM, acquisiti  dal Comune di Pietrasanta e per i quali esiste una proposta di riuso come parco archeominerario.
Giungiamo infatti al bacino del Pollone sul lato destro orografico della valle sede di interessanti reperti e numerosi imbocchi di gallerie per l’estrazione di piombo e bario. Poco dopo sulla sinistra parte un sentiero a quota  280 mt circa, non segnalato, una volta su una pianta c'era ancora una freccia che indica una vecchia gara podistica che si teneva da queste parti " ai cinque campanili" o qualcosa del genere.
Percorriamo quest' ultimo sentiero lasciando il bosco di castagni per entrare in una bella pineta, il sentiero è ancora in buono stato salvo alcune frane ma abbiamo la consapevolezza che prima o poi il bosco si riapproprierà anche di questo sentiero che ormai pochissimi frequentano e purtroppo verrà perso un'altro tratto di sentieristica storica.
Un'altro fatto ci conferma la stupidità umana, dal paese parte un grosso tubo dove qualcuno ha pensato bene di poter scaricare  a suo piacimento nel bosco chi sà quali specie di liquami, comunque adesso tutto il sito interessato è sotto sequestro preventivo e speriamo che questi scellerati che non hanno a cuore neanche l'ambiente dove vivono vengano individuati e giustamente puniti.
Giungiamo nei pressi della chiesa del paese e saliamo un'ultima rampa e siamo nella piazzetta dove abbiamo parcheggiato le auto.
Il tempo a retto e non abbiamo fatto il bagno tanto temuto, abbiamo tentato e ci è andata bene potendo effettuare una bellissima escursione, tra l'altro queste attività hanno bisogno di una certa dose di avventura e che gusto c'è se tutto è pianificato e preconfezionato.
Eravamo pochi ma comunque noi c'eravamo!



 
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Foto escursione

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