Questa
volta ci ritroviamo in quattro, Luca e Sabrina, io (Alessandro) e Giuseppina.
Partiamo alle 07,30 da Pietrasanta il tempo è discreto ma non siamo molto
ottimisti, le previsioni meteo prevedono piovaschi, mah, speriamo bene!
Prendiamo per Seravezza seguendo la strada di fondovalle del Serra e in località
Ruosina si svolta a sinistra per salire lungo la rotabile del Cipollaio lungo
una strada sulla quale una volta passava il trenino dei marmi che dalla zona di
Arni portava i blocchi ai moli caricatori attraversando la galleria del
Cipollaio. La strada di inerpica lungo le pendici meridionali del Corchia fino a
raggiungere il paese di Levigliani (m.
582), borgo di cavatori e meta ideale per raggiungere sia il Corchia che la
Pania attraverso verso il caratteristico sentiero a tornanti molto conosciuto
detto "Le Voltoline"; dopo Levigliani la strada sale lasciando a sinistra il
bivio per Terrinca (m. 517) mentre noi,
poco dopo il bivio, svoltiamo a destra per una larga strada asfaltata che risale
le pendici del Corchia (m. 1677) attraversando una zona chiamata Pian del Lago
fino a giungere ai 1.160 m. del Passo Croce dove si apre uno stupendo panorama
su varie vette della catena apuana.
Passata una marginetta sulla
sinistra troviamo un bivio, noi proseguiamo sulla sinistra che ben presto,
all'ultima curva continuiamo con molta prudenza perchè lo stato della strada qui
non è dei migliori.
In breve giungiamo a Fociomboli, appena scesi dall'auto, mentre ci prepariamo
per l'escursione, inizia a piovere. Per fortuna dura pochissimo e quindi
iniziamo la nostra camminata.
Continuiamo sullasterrata facendo attenzione al sentiero, N° 129, che troviamo
poco dopo sulla sinistra ci inoltriamo nel fitto bosco di faggi, ora, a sprazzi,
il sole
riesce a filtrare dai rami, camminiamo ammirando la natura di questi splendidi
monti costeggiamo tutto il Corchia sino ad uscire dal bosco e siamo sopra la
Foce di Mosceta con i suoi bellissimi prati, scendiamo verso il
rifugio CAI Del Freo
attraversando un rimboschimento di abeti e larici.
Un cane giocoso ci saluta, vi sono già molti escursionisti, noi decidiamo subito di
proseguire verso la vetta prendendo il sentiero n° 126 che attraverso la Foce di Mosceta (m. 1182)
ci porta all'attacco del sentiero per la cima.
Si comincia a salire in diagonale sulla sinistra il pendio della
montagna, giungiamo poi ad un pianoro detto delle Gorfigliette a quota 1407
dove si trova una piazzola per l'atterraggio degli elicotteri di soccorso.
Si continua poi a destra e a sinistra lungo il pendio su un tratto più erto
attraversando un breve canale e giungendo ad una zona più dolce detta i
Tavolini per poi risalire seccamente fino a sbucare al Callare della Pania,
quota 1745, dove ci si può affacciare sul versante garfagnino. Da qui parte a
sinistra il sentiero per il Pizzo delle Saette (m. 1720) e, mentre il sentiero
126 procede verso il Rifugio "Rossi", noi prendiamo a destra il sentiero di
vetta che prima incontra la Spalla settentrionale (m. 1835) , poi l'antecima
nord (m. 1854) e infine perviene a quota 1859 in vetta alla Pania alla Croce, la
regina delle Apuane, dove ci attende la grande croce posta dalla
UOEI di Pietrasanta nel 1956.
Ora che siamo in vetta ci sentiamo più contenti ma prima di raggiungere la
croce dobbiamo fermarci raccogliendoci davanti alla
targa che ci
ricorda il nostro carissimo amico Guido che purtroppo non potrà godere più di
questi panorami ma comunque sarà sempre nei nostri cuori e lo porteremo sempre
su ogni vetta che noi toccheremo.
Decidiamo di pranzare sulla vetta e un caldo solicello, che gioca a
nascondino con le nuvole, ci invita a rimanere ad ammirare il panaorama.
Ci accomodiamo con lo sguardo rivolto agli Appennini, sotto di noi il rifugio CAI E.
Rossi. sovrastato dall' Omo Morto e dietro la Pania Secca.
Stiamo proprio bene e Luca riesce persino a fare un sonnellino, mentre noi
conversiamo e ammiriamo il panorama che ci circonda, panorama: bellissimo: sul mare si
vedono le isole della Gorgona, Capraia e della Corsica, tutta la riviera da
Livorno sino a Spezia la catena settentrionale delle Apuane in primo piano il
Corchia, l'Altissimo, il Sagro, e il Sumbra e in lontananza si scorge
perfettamente il monte Rosa.
Riscendiamo per la stessa via sino a raggiungere il rifugio del Freo.
Ci fermiamo per prendere un caffè e ci intratteniamo un po' con Cristina,
un'amica di Livorno, ma poi riprendiamo il cammino ripercorrendo a ritroso il
sentiero percorso al mattino.
Giungiamo a Fociomboli con i tuoni che ci rimbombano nelle orecchie, il celo si
fa sempre più cupo e con una fortuna spacciata appena saliti in auto si aprono
le cataratte del celo. Bè è andata bene!
Ora non ci resta che fermarci a mangiare un bel gelato alla nostra gelateria di
fiducia a Ripa, il Millenium, e si può dire di aver terminato la giornata nel
migliore dei modi.
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