05/06/2011
Da Fociomboli alla Pania della Croce

La Pania della Croce (m. 1859) è la regina delle Apuane tanto che un tempo questa catena montuosa veniva identificata come Panie dal nome della sua montagna più nota, mentre l'attuale denominazione di Alpi Apuane è stato assegnato al gruppo montuoso solo in età napoleonica: un tempo la Pania veniva chiamata "Pietrapana" in quanto questi monti erano stati abitati per nove secoli dagli Apuani, una tribù ligure e la catena montuosa, ma soprattutto la sua vetta per eccellenza, aveva preso il nome da questi antichi abitatori "Pietrae Apuanae", cioè monti degli Apuani. Perfino il Boccaccia nel suo "De Montibus" ricorda la Pania come "Pietra Apuana Mons" e Dante nel canto XXXII dell'Inferno della Divina Commedia nei versetti 28/30 quando parla del ghiaccio che ricopre il lago di Cocito dice che era così spesso "…che se Tambernicchi vi fosse caduto o Pietrapana, non avrìa pur dall'orlo fatto scricchi" dove per Tambernicchi si intende il Monte Tambura e per Pietrapana la Pania alla Croce; e Ludovico Ariosto, governatore della Garfagnana per conto degli Estensi dal 1522 al 1525, afferma: "La nuda Pania tra l'Aurora e il Noto, da l'altre parti il giogo mi circonda che fa d'un Pellegrin la gloria noto".
 


 

 

Percorso: Passo Fociomboli - Retro Corchia-Rifugio del Freo-Foce di Mosceta -Gorfigliette-Colle della Pania - Vetta della Pania

Come Arrivare:
Da Seravezza si seggue la strada di fondovalle del Serra e in località Ruosina si svolta a sinistra per salire lungo la rotabile del Cipollaio. La strada di inerpica lungo le pendici meridionali del Corchia fino a raggiungere il paese di Levigliani (m. 582), la strada sale lasciando a sinistra il bivio per Terrinca (m. 517), poco dopo il bivio, si svolta a destra per una larga strada asfaltata che risale le pendici del Corchia (m. 1677)  fino a giungere al del Passo Croce. Si prosegue tenendo la sinistra,  ben presto diventa sterrata. In primavera-estate con la strada si può arrivare sino alla località Fociomboli.  
 
Sentieri: 129) Ponte Merletti-Passo Fociomboli-Retro Corchia-Rifugio del Freo-Foce di Mosceta - 126) Foce di Mosceta-Gorfigliette-Colle della Pania-Foce del Puntone-Rifugio Rossi


 

 

Classificazione: E
 
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 6,30 h
 
Acqua: Presso il rifugio vi è una fontana non sempre funzionante, a pochi metri sul sentiero n° 128 vi è una fonte, segnalata.
 
Punti sosta: Rifugio del Freo a Mosceta    
 
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Periodo consigliato: Primavera - Autunno

 


 

 Questa volta ci ritroviamo in quattro, Luca e Sabrina, io (Alessandro) e Giuseppina.
Partiamo alle 07,30 da Pietrasanta il tempo è discreto ma non siamo molto ottimisti, le previsioni meteo prevedono piovaschi, mah, speriamo bene!
Prendiamo per Seravezza seguendo la strada di fondovalle del Serra e in località Ruosina si svolta a sinistra per salire lungo la rotabile del Cipollaio lungo una strada sulla quale una volta passava il trenino dei marmi che dalla zona di Arni portava i blocchi ai moli caricatori attraversando la galleria del Cipollaio. La strada di inerpica lungo le pendici meridionali del Corchia fino a raggiungere il paese di Levigliani (m. 582), borgo di cavatori e meta ideale per raggiungere sia il Corchia che la Pania attraverso verso il caratteristico sentiero a tornanti molto conosciuto detto "Le Voltoline"; dopo Levigliani la strada sale lasciando a sinistra il bivio per Terrinca (m. 517) mentre noi, poco dopo il bivio, svoltiamo a destra per una larga strada asfaltata che risale le pendici del Corchia (m. 1677) attraversando una zona chiamata Pian del Lago fino a giungere ai 1.160 m. del Passo Croce dove si apre uno stupendo panorama su varie vette della catena apuana.
Passata una marginetta sulla sinistra troviamo un bivio, noi proseguiamo sulla sinistra che ben presto, all'ultima curva continuiamo con molta prudenza perchè lo stato della strada qui non è dei migliori.   
In breve giungiamo a Fociomboli, appena scesi dall'auto, mentre ci prepariamo per l'escursione, inizia a piovere. Per fortuna dura pochissimo e quindi iniziamo la nostra camminata.
Continuiamo sullasterrata facendo attenzione al sentiero, N° 129, che troviamo poco dopo sulla sinistra ci inoltriamo nel fitto bosco di faggi, ora, a sprazzi, il sole riesce a filtrare dai rami, camminiamo ammirando la natura di questi splendidi monti costeggiamo tutto il Corchia sino ad uscire dal bosco e siamo sopra la Foce di Mosceta con i suoi bellissimi prati, scendiamo verso il rifugio CAI  Del Freo attraversando un rimboschimento di abeti e larici. 
Un cane giocoso ci saluta, vi sono già molti escursionisti, noi decidiamo subito di proseguire verso la vetta prendendo il sentiero n° 126 che attraverso la Foce di Mosceta
(m. 1182)
ci porta all'attacco del sentiero per la cima.
Si comincia a salire in diagonale sulla sinistra il pendio della montagna, giungiamo poi ad un pianoro detto delle Gorfigliette a  quota 1407  dove si trova una piazzola per l'atterraggio degli elicotteri di soccorso.
Si continua poi a destra e a sinistra lungo il pendio su un tratto più erto attraversando un breve canale e giungendo ad una zona più dolce detta i Tavolini per poi risalire seccamente fino a sbucare al Callare della Pania, quota 1745, dove ci si può affacciare sul versante garfagnino. Da qui parte a sinistra il sentiero per il Pizzo delle Saette (m. 1720) e, mentre il sentiero 126 procede verso il Rifugio "Rossi", noi prendiamo a destra il sentiero di vetta che prima incontra la Spalla settentrionale (m. 1835) , poi l'antecima nord (m. 1854) e infine perviene a quota 1859 in vetta alla Pania alla Croce, la regina delle Apuane, dove ci attende la grande croce posta dalla UOEI di Pietrasanta nel 1956. 
Ora che siamo in vetta  ci sentiamo più contenti ma prima di raggiungere la croce dobbiamo fermarci raccogliendoci davanti alla targa che ci ricorda il nostro carissimo amico Guido che purtroppo non potrà godere più di questi panorami ma comunque sarà sempre nei nostri cuori e lo porteremo sempre su ogni vetta che noi toccheremo.
Decidiamo di pranzare sulla vetta e un caldo solicello, che gioca  a nascondino con le nuvole, ci invita a rimanere ad ammirare il panaorama.
Ci accomodiamo con lo sguardo rivolto agli Appennini, sotto di noi il rifugio CAI E. Rossi. sovrastato dall' Omo Morto e dietro la Pania Secca.
Stiamo proprio bene e Luca riesce persino a fare un sonnellino, mentre noi conversiamo e ammiriamo il panorama che ci circonda, panorama: bellissimo: sul mare si vedono le isole della Gorgona, Capraia e della Corsica, tutta la riviera da Livorno sino a Spezia la catena settentrionale delle Apuane in primo piano il Corchia, l'Altissimo, il Sagro,  e  il Sumbra e in lontananza si scorge perfettamente il monte Rosa.
Riscendiamo per la stessa via sino a raggiungere il rifugio del Freo.
Ci fermiamo per prendere un caffè e ci intratteniamo un po' con Cristina, un'amica di Livorno, ma poi riprendiamo il cammino ripercorrendo a ritroso il sentiero percorso al mattino.
Giungiamo a Fociomboli con i tuoni che ci rimbombano nelle orecchie, il celo si fa sempre più cupo e con una fortuna spacciata appena saliti in auto si aprono le cataratte del celo. Bè è andata bene!
Ora non ci resta che fermarci a mangiare un bel gelato alla nostra gelateria di fiducia a Ripa, il Millenium, e si può dire di aver terminato la giornata nel migliore dei modi.

  
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Foto escursione

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