09 - 10 agosto 2011
Alpi Pennine
- Capanna Regina Margherita (4556 m.s.l.), il rifugio più alto d'Europa, sulla
Punta Gnifetti del
Massiccio del Monte Rosa.
La parete N dei Lyskamm è davvero
imponente ed affascinante, a destra il Cervino e, poco visibile, sopra la vetta
del Lyskamm orientale spunta il Monte Bianco, a destra le vette del vicino
Vallese sulla destra, sulla sinistra in secondo piano il bianco cupolone di
vetta del Breithorn occidentale
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DISLIVELLO :
1° Giorno
350mt |
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Classificazione:
EEA |
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Periodo consigliato: Periodo consigliato: metà giugno metà settembre, in relazione alle condizioni di innevamento. Attrezzatura consigliata: imbrago, piccozza, ramponi, corda.
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Monte Rosa detto anche
Alpi del Monte Rosa o Massiccio del Monte Rosa, (in
lingua walser, Gletscher) è, per estensione e importanza, il
secondo gruppo montuoso delle Alpi ed il più alto della Svizzera. Si trova nelle
Alpi Pennine e si estende su territorio italiano (nei comuni di Alagna Valsesia,
Ayas-Champoluc, Gressoney-La-Trinité, Gressoney-Saint-Jean, Macugnaga e
Valtournenche) e svizzero (nei comuni di Saas-Almagell e Zermatt).
Il suo nome, contrariamente a quanto si possa pensare, non deriva dallo
splendido color rosa di cui si tingono le cime al tramonto, ma dalla parola "rouja"
che in patois (dialetto francofono parlato in Valle d'Aosta) significa
ghiacciaio. Il "grande ghiacciaio" in passato era anche noto come "Monboso" come
testimonia Leonardo da Vinci in un suo scritto.
Dopo molti giorni con l'occhio alle previsioni meteo per la zona
alpina, finalmente alcuni giorni di bel tempo; naturalmente cogliamo
al volo l'occasione e partiamo per una nuova avventura sopra i 4000
mt, partiamo alla " conquista " del Monte Rosa e più precisamente su
una delle cime di questo massiccio: La Punta Gniffetti dove è posta
la capanna Margherita, il rifugio e osservatorio astronomico più
alto d'Europa. Il Rifugio Gnifetti è situato a 3647 metri e sorge sullo sperone di roccia che divide il ghiacciaio del Garstelet da quello del Lys, anche questo rifugio come il Mantova è la base di partenza per gran parte delle escursioni alpinistiche sul gruppo del Monte Rosa. Il rifugio Gnifetti ha una capienza di 176 posti letto di cui 11 sono per il locale invernale. Nei mesi di Luglio e Agosto è consigliabile prenotare con un buon anticipo in quanto è un rifugio molto frequentato grazie alle mete molto famose e classiche. Al rifugio veniamo accolti festosamente e ci fanno veder la
camera, camera non che non sia spaziosa è solo che a dormirci in
sette diventa un pò problematico e a noi toccano i tre letti sotto
tetto, va bene da buoni " alpinisti " ci adattiamo. L’unicità della posizione in cui si trova il rifugio, se da un lato costituisce una fonte di problematiche anche ambientali di non semplice soluzione, dall’altro crea interessanti opportunità di ricerca in diverse materie, dalla medicina alle scienze della terra, alla meteorologia. Da quì il nome Capanna (come rifugio per gli alpinisti) ed Osservatorio (come struttura di supporto per le ricerche scientifiche). La prospettiva di toglierci i ramponi e slegarci non è allettante dal momento che poi dovremo ricomporci per il ritorno ma la visita al rifugio più alto d'Europa è d'obbligo. Su uno stretto balcone a strapiombo su un infinito abisso, meglio non sapere dove poggia, siamo comunque riparati dal vento e quì ci togliamo l'attrezzatura di dosso. Entriamo, è molto affollato e rimango stupito sapevo che era un rifugio ma me lo aspettavo molto spartano e invece credo che non gli manchi niente non un tugurio carico di materiali e vetusto d’anni, bensì una struttura pulita, ragionevolmente spaziosa ed ordinata, con segnali di sicurezza e sistemi antincendio dappertutto, mi domando ma quanto è lunga la permanenza per i gestori? Dobbiamo mangiare qualcosa, abbiamo speso troppe energie e dobbiamo reintegrare, una barretta e qualche biscotto e soprattutto tè caldo ben zuccherato. Ci sentiamo subito corroborati. Ci tratteniamo ancora un pò, certo che di gente ce n'è tanta i tavoli sono strapieni chi sfoggia euforia e chi è arrivato allo stremo la biblioteca, nel locale molto caotico notiamo anche la famosa biblioteca Emilio Detomasi custodita da un semplice armadio di legno chiaro, la biblioteca più alta d’Europa Voluta espressamente per aiutare gli alpinisti che si accingono a trascorrere una o più serate presso il famoso rifugio, a passare piacevolmente qualche ora. Decidiamo di ridiscendere ma prima dobbiamo fare un'ultima cosa: affiggere l'adesivo della sezione UOEI di Ripa di Versilia così anche la nostra associazione è rappresentata a quota 4556 mt. Usciamo risiamo sul balcone e diamo un'ultimo sguardo al panorama, si scorgono più vette di quante io abbia mai sentito il nome. Le valli si irradiano in una sorta di foschia azzurrina, che è semplice ombra, mentre i versanti più alti e le cime delle dorsali si ergono fieramente nella luce solare. Dobbiamo proprio ripartire, non possiamo permetterci di perdere l'ultima corsa della funivia. Scendiamo ripercorrendo la via già percorsa, ma questa volta ce la godiamo di più, infatti scendendo rilassati con l'assenza di vento possiamo ammirare meglio il panorama; ci stupiamo di quanti ancora salgono, visto l'ora o sono partiti con calma o forse pernotteranno alla Capanna Margherita, certo è che in quel momento non li abbiamo certo invidiati. In due ore e mezzo siamo giunti al rifugio Gniffetti e visto che tanto a quell'ora la funivia è ferma ne approfittiamo per un piatto caldo di pasta. Riprendiamo il cammino scendiamo ripercorrendo il tratto attrezzato e poi in successione i ghiacciai del Garstelet e di Indren e poi finalmente siamo alla funivia giusti in tempo per il riprendere delle corse della funivia. Alle 16,00 siamo di nuovo ad Alagna e alle 20,30 ci ritroviamo catapultati al livello del mare, in poche ore 4556 di dislivello, che stress per il fisico! Concludendo: un'esperienza stupenda tra scenari e colori magnifici e senza particolari difficoltà; ciò non toglie che si tratta comunque di un'ascensione alpinistica e soprattutto svolta ad alta quota, quindi sono essenziali le conoscenze di cordata e progressione su ghiaccio, un'attrezzatura adatta e un' equipaggiamento per il freddo intenso e il rispetto per la montagna e soprattutto compagni giusti per condividere queste meraviglie. La Capanna Margherita ( Foto sito CAI Varallo http://www.caivarallo.it/rifugi_cai_varallo/capanna_regina_margherita_rifugio.php ) Curiosità ( dal sito Monterosa4000.it) La Capanna Regina Margherita, il rifugio più alto d'Europa, sorge a 4.554 metri sulla Punta Gnifetti, la quarta vetta, per altezza, del massiccio del Monte Rosa. Per poterla costruire vennero eseguiti alcuni lavori di “appiattimento” della cima; completata ed inaugurata nel 1893, venne dedicata alla Regina Margherita che, con un discreto numero di “accompagnatori”, tra cui Guide e Portatori, salì personalmente a visitarla.La struttura, così come si presenta oggi, è frutto del radicale rifacimento ed ampliamento effettuato nel 1980. Spesso contestata ed al centro di polemiche per la sua posizione, la Capanna Regina Margherita è ogni anno ambita meta di migliaia di alpinisti, che la raggiungono percorrendo le diverse vie di salita da Alagna Valsesia, Gressoney, Champoluc, Macugnaga, Zermatt. Alcuni locali della struttura, in certi periodi della stagione estiva, vengono adibiti a centro ricerche; infatti ogni anno si avvicendano staffs medici provenienti da diversi paesi del mondo. Vengono raccolti dati tramite i questionari distribuiti agli alpinisti che salgono, e, in alcuni casi, vengono anche raccolti e valutati gli esiti dei tests e degli esami effettuati sui volontari presenti: misurazione della pressione, spirometria per la funzionalità respiratoria, saturazione dell'ossigeno, elettrocardiogramma ed alcuni controlli neurologici. Negli ultimi anni un'iniziativa di questo genere, la più importante forse per organizzazione e tipologia degli esami effettuati, è quella che nel 1998, esattamente dal 18 luglio al 2 agosto, ha permesso di sottoporre diverse decine di alpinisti ad una serie di tests e controlli. A concretizzare questo "Progetto scientifico" furono la Fondazione S. Maugeri di Veruno (No), l'University of California di San Diego ed il Club Alpino Italiano; i coordinatori del team medico furono il Dottor George Cremona e la Dottoressa Paola Lanfranchi. Presso i locali della "vecchia" funivia di Alagna Valsesia, venne allestito un vero e proprio centro medico, con tutte le strumentazioni necessarie per effettuare un primo check-up agli alpinisti intenzionati a raggiungere la Capanna Margherita. Un secondo check-up venne eseguito a destinazione, presso la Capanna; gli esami furono successivamente refertati e confrontati presso il reparto competente della Fondazione Maugeri. Qui, a distanza di pochi mesi, alcuni alpinisti furono ricontattati ed invitati a sottoporsi ad un nuovo check-up. Vennero ricreate artificialmente le condizioni ambientali (pressione atmosferica, ecc.) tipiche dell’alta quota, ed effettuati i tests relativi alla respirazione. La Capanna Regina Margherita ha una grande notorietà nell'alpinismo internazionale e, come già accennato, gli alpinisti che la raggiungono, soprattutto nel periodo estivo, sono numerosi. Molti di loro trascorrono la notte alla Capanna Gnifetti o al Rifugio Città di Mantova per acclimatarsi un po', ma soprattutto per poter ripartire all'alba del mattino successivo verso la Capanna Margherita. Una volta arrivati, rispettando ovviamente i tempi medi di salita, hanno il tempo necessario per rientrare a valle in giornata. Pochi altri alpinisti, invece, salgono direttamente senza tappe intermedie, mettendo in preventivo di passare la notte presso il "rifugio più alto d'Europa". Tutti, ed ancor di più quelli poco acclimatati, sono consapevoli che la notte sarà "disturbata" dai problemi dovuti all'alta quota, il cosiddetto “mal di montagna”. Il mattino seguente, però, possono proseguire effettuando delle bellissime traversate, come per esempio "Zumstein-Dufour-Nordend" oppure "Lyskamm-Castore", favoriti dalla partenza "alta" in discesa. Un altro buon motivo per pernottare sulla Punta Gnifetti è il panorama. Oltre a quello "diurno" si può ammirare, fotografare e filmare quello della sera, della notte e del mattino. Quest'ultimo offre ogni volta un'alba diversa: i colori sono incredibili e spesso sono vivacizzati da un'inaspettata nevicata notturna. La magica atmosfera è resa ancor più incantevole dalla presenza, non affatto rara, del mare di nuvole che separa dal mondo sottostante. La notte, invece, offre la vista a 360° delle circostanti vette e delle loro sagome schiarite dalla luna; il cielo è gremito di stelle che apparentemente sono vicinissime, e nella lontana pianura le città ricche di luci, sembrano essere lì "a due passi". Volutamente lasciato per ultimo, il tramonto suscita emozioni e sensazioni sempre diverse; i suoi colori hanno tonalità e fantasie che nascono da fantastici giochi tra nuvole e vento. E se la serata è fortunata ? Ecco apparire anche lo Spettro di Brocken!!! Banale, ma alquanto insolito e curioso, è il fenomeno detto appunto Spettro di Brocken (o anche Spettro di Broken), che si può verificare al termine del tramonto, ovviamente dalla parte opposta. La luna è già comparsa nel cielo; più in basso, appare un'immagine proiettata dagli ultimi raggi del sole sul grande schermo rappresentato dalla foschia serale. Una grossa piramide, una figura squadrata sulla sua sommità ed alla destra un... Sono le sagome della Punta Gnifetti, della Capanna Margherita e... dello "spettatore" che, incredulo, si muove per avere la certezza di essere... "in scena". UNA REGINA PER LA CAPANNA |