06/01/2012
Monte Forato
1230 metri s.l.m
Ferrata Renato Salvatori



Il Monte Forato  è una montagna poco elevata della catena toscana delle Alpi Apuane, nella Provincia di Lucca. Una particolarità del monte è che ha due vette di altezza e dimensioni simili, la più alta delle quali raggiunge 1230 metri s.l.m., mentre la seconda, più a nord, ha una elevazione di 1204 metri e una croce sulla sommità, tuttavia la caratteristica principale di questa montagna da cui ne deriva il nome è un arco naturale di notevoli dimensioni tra le due cime.

 

Percorso:

Come Arrivare:
In auto si raggiunge il termine della strada che si stacca da quella per Stazzema, poco sotto al paese in corrispondenza di un ampio tornante, parcheggiando nello spiazzo terminale (615 m.). Sulla destra inizia il sentiero (segnavia 5/bis) con una breve rampa rocciosa per proseguire poi nel bosco fino a raggiungere un ampio spazio ed un rudere.
Superatolo si piega a sinistra per congiungerci col sentiero (segnavia 6) pochi metri al di sopra di una fonte.

 

 
Sentieri:
5 bis Stazzema, termine strada interrotta a monte-Casa del Pittore-Rifugio Forte dei Marmi
 6 Stazzema- Fonte di Moscoso-Foce di Petrosciana-Petrosciana-Fornovolasco
110 Foce di Petrosciana-arco Monte Forato-foce di Valli

 


 

Quota partenza Stazzema località Le Scalette mt 550
Quta massima
1223mt
Dislivello:  673 mt.
 

Classificazione:  EE Attrezzati
                         

 
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 5,30 h
 
Acqua: Fonte al bivio tra sentiero 6 e 5bis,  e Fonte Moscoso sul sentiero n 6
 
Punti appoggio: Casa Giorgini ( non sempre aperto) con deviazione al
rifugio CAI Forte dei Marmi
 
Traccia google heart

Scarica traccia gps (formato gpx) 

 

Periodo consigliato:  tutto l'anno, la ferrata sconsigliata in caso di neve o ghiaccio

 

 

Come prima escursione dell'anno abbiamo deciso  di andare su una delle montagne più suggestive delle Apuane: il Forato 1223mt. bifida vetta rocciosa (la cima settentrionale è quotata 1209 m.), caratteristica e famosa per un grande arco naturale aperto nella cresta tra le due punte.
Il foro è largo 32 m. e alto 26, lo spessore minimo dell'arco è di 8 m.; il valico al di sotto è detto del Monte forato.
L'una e l'altra delle due cime gemelle sono raggiungibili in breve e facilmente dal passo suddetto e pure facile è il percorso sulla sommità del grande ponte. La montagna presenta belle pareti calcaree sul versante di Cardoso, dove, alla base di balze rocciose intersecate da bosco, corre il segn. 124 tra la Foce di Petrosciana e Collemezzana. Sul lato della Garfagnana corre il segn. 131 tra la Foce di Petrosciana e la Foce di Valli.
Siamo solo in quatttro Io (Alessandro), Giuseppina, Sabrina e Luca.
La giornata si presenta buona con molto vento, speriamo che non ci rovini l'escursione!
 Partiamo ci inerpichiamo sul sentiero chiamato delle Scalette per i vari balzi che si sono formatosi con lo scorrere dell'acqua segno CAI 5bis,il terreno è ricoperto di foglie bagnate dalle  piogge dei giorni scorsi ed è abbastanza scivoloso. Adesso siamo sul sentiero n°6, siamo su una vecchia mulattiera ancora ben conservata, mulattiera che collegava le valli della Versilia con la Garfagnana, se si scende leggermente c'è una bella fonte che potrebbe essere utile d'estate.
Attraversiamo la strada che porta al bed and brekfast della casa Giorgini e con qualche curva sale ad un'altra casa La Montanina
(casa a suo tempo abitata ed affrescata dal pittore Filadelfo Simi). Tra i rami ormai spogli ammiriamo lo spettacolare panorama sulla Pania e il Corchia. Proseguiamo e siamo proprio sotto il Procinto, ora immersi in una splendida faggeta, in breve siamo alla fonte del Moscoso, oggi non sentiamo il richiamo della fresca acqua ma in estate è meta obbligatoria per riempire le borracce, quindi proseguiamo, ora costeggiamo per un tratto il monte Nona. Camminiamo spensieratamente seguiti dal continuo chiacchericcio della Giuseppina, non si zittisce mai!!
Giungiamo alla marginetta in memoria dei fratelli Meccheri.
Seguiamo il sentiero verso destra che ci porta con poche curve alla foce di Petrosciana a 960 mt. Dalla foce si ha una splendida veduta sulla costa e spicca in primo piano il monte Procinto sulla sinistra.
Prendiamo sulla sinistra il sentiero n° 110
salendo la ripida e rocciosa cresta sud del Forato, è un sentiero abbastanza facile a condizione di non soffrire di vertigini, presenta un tratto abbastanza esposto dove si prosegue con l'aiuto di cavo metallico, se non si intende percorrere questo sentiero si può optare per un'alternativa più tranquilla: dalla foce di Petrosciana si prende  il sentiero 131, una variante che costeggia il versante orientale garfagnino del monte con vista sul versante sud della Pania Secca ed in falsopiano raggiungiamo prima una grotta e poi Casa del Monte trovando il sentiero n°12 da dove, in leggera salita  si raggiunge  il m.Forato (non prendere nell’ultimo tratto il sentiero 130 che, scendendo, ci porterebbe a Fornovolasco).
Noi saliamo senza problemi sino a raggiungere la deviazione per la ferrata Renato Salvatori e quì ci dividiamo io e Luca andiamo verso l'attacco della ferrata mentre la Giuseppina e Sabrina raggiungeranno la vetta dal sentiero  inoltrandosi nella faggeta sul versante Garfagnino e seguendo il sentiero appena sotto la cresta dove si sviluppa la ferrata e a tratti si aprono degli squarci nella montagna con vertiginose vedute sulla valle
sottostante. All'improvviso a quota 1160 mt. si troverranno davanti al maestoso " Foro" un vero spettacolo della natura.
Intanto noi raggiunto l'attacco ci prepariamo indossando il kit completo da ferrata poi iniziamo la salita  lungo un aperto diedrino verso sinistra con un passaggio delicato ma non difficile,quindi proseguiamo per divertenti paretine fino a raggiungere un ballatoio dal quale una scaletta di circa 5 metri ci consente di sormontare il risalto sovrastante; risaliamo ancora per belle paretine fino a traversare verso sinistra per riprendere la cresta;  proseguiamo quasi sempre sul filo,usufruendo come assicurazione nei punti più affilati del cavo mantenuto a circa un metro da terra da paletti saldamente conficcati nel terreno; proseguiamo per saliscendi, talvolta entrando nella faggeta,fino alla cima sud (1223mt). Da qui si può osservare bene dall’alto il sottostante arco,sul versante occidentale.
Si potrebbe scegliere di scendere direttamente al Passo del Monte Forato dalla cima sud ma noi optiamo nell'attraversare l'arco. Sopra non c'è nessuna assicurazione e va percorso con molta attenzione ma comunque non presenta particolari difficoltà, l'arco  ha uno spessore minimo di 6 metri.
Visto che sopra il foro c'è un bel sole e una parete ci protegge dal vento freddo decidiamo di fermarci quì per pranzare, con disappunto della Giusi e Sabrina che già si erano sistemate più in basso. Comunque devo dire che si stava proprio bene scaldati da un bel solicello.

Dopo aver pranzato
saliamo sulla cima nord  a quota 1209 mt. da dove godiamo di un vasto panorama che spazia dal mare, alle vette delle Apuane (particolarmente affascinante la veduta su Pania, Uomo Morto e Pania Secca), alla Garfagnana e a tutta la catena dell'Appenino tosco-emiliano.
Al contrario dalla sommità dell'arco dove eravamo al coperto dal vento quì soffia un vento gelido che ci invoglia a scendere alla svelta.
Scendendo ci troviamo davanti al foro che
geologicamente si può dare una spiegazione di questo fenomeno con il crollo di parte del materiale più friabile che costituiva questa montagna ma a me garba credere alla leggenda che aleggia su di esso e cioè: Un tempo San Pellegrino viveva su quelle montagne dove adesso c'è il santuario pregando e facendo penitenza. Mangiava soltanto radici e bevevo acqua. Pregava e costruiva delle grandi croci di faggio che innalzava qua e la per la montagna.
Il diavolo cercava spesso di tentarlo ma non ce la faceva, stanco di sentirlo pregare tutto il giorno pensò di andare a trovarlo di persona e sistemarlo una volta per tutte. Arrivato sulla montagna dette al povero santo uno schiaffo così potente che lo fece cadere per terra tramortito. Il diavolo restò un po' lì e se la rideva a vedere il santo a terra tramortito. Ma San Pellegrino si alza e colpisce il diavolo con uno schiaffo : forte, ma così forte che quel povero diavolo prese la via attraversando tutta la valle sbattendo la testa contro i monti dall'altra parte. E passò di la, fece un foro nella montagna e cadde in Versilia. Ecco il perché del Monte Forato, il foro che c'è è quello che fece il diavolo quando San Pellegrino gli dette quello schiaffo.
Questo è quello che si dice e quello che si crede sulle Apuane!!
Sotto l'arco lo ammiriamo in tutta la sua imponenza e  da qui si possono osservare benissimo i tre paesi di Cardoso, Pruno e Volegno giù in basso nella valle.
Siamo all'ombra e fà assai freddo quindi riprendiamo la via percorsa al mattino ( sentiero n° 110) e ripercorrendolo a ritroso ci riportiamo verso le auto ma prima facciamo una sosta presso l'agriturismo di Casa Giorgini per un caldo caffè per tutti tranne la Giusi che la golosona si prende l'ultima cioccolata calda che era rimasta.
Con questa  escursione abbiamo iniziato il 2012 splendidamente andando su una delle montagne più suggestive delle Apuane, speriamo che anche il proseguo dell'anno ci dia grandi soddisfazioni, almeno escursionistiche.

Ancora un buon anno a tutti, auguri!!

 

Foto escursione

Se vuoi unirti a noi apuano@email.it