19/08/2012 Le cave Cruzze da Resceto 
...e proseguendo la solinga via tra le schegge e trà rocchi de lo scoglio lo piè sanza le man si spedia
DANTE, INFERNO XXVI

 

 

Itinerario: Resceto (m.485) – Canale dei Vernacchi – Ponte Pisciarotto – La Selvarella (m.1300 circa) _ cave Cruzze (m. 1564 ) . Rifugio Nello Conti ai campaniletti ( m. 1.442) - Resceto

Come Arrivare:
da Sud:
raggiungere il centro di Massa e proseguire in direzione Carrara. Prima di raggiungere il fiume Frigido, si troverà, a destra la deviazione per Forno e Resceto.
La strada costeggia la sinistra orografica del Frigido: non resta che seguire le indicazioni per Resceto, dove bisogna lasciare la vettura nella piazza in fondo al paese.

Da Ovest:
Seguire la via Aurelia in direzione Massa. Prima di raggiungerne il centro, appena oltrepassato il ponte sul fiume Frigido, deviare a sinistra seguendo le indicazioni per Forno e Resceto.
Raggiunta Resceto bisogna lasciare la vettura nella piazza in fondo al paese.


 INDICAZIONI STRADALI
 
Sentieri: 
165 Resceto -canale dei Vernacchi-ponte Pisciarotto-Servarella-cave Cruzze-foce dell'acqua Fredda-innesto sentiero n°164.
164 canale della Neve-fosso dei Campaniletti-rif.Conti-focetta dell'Acqua Fredda-( tratto attrez.)
 
  Sentiero non numerato che dalla casa delle Cave Cruzze scende ai Campaniletti ( Tratto attrezzato e piuttosto aereo)

                           

Classificazione: EE(Allenati)
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 6 h cammino effettivo
 
Acqua: Resceto, bivio 164/165, rifugio
 
Punti sosta: Resceto, Rifugio ai Campaniletti
 
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Periodo consigliato: Da Primavera all'autunno, sconsigliata in inverno
 con presenza di neve e ghiaccio.

 

           

Oggi è una giornata torrida e vogliamo scappare dalla piana e veder di salire in quota sperando che ci sia un pò di refrigerio.
Decidiamo di raggiungere il rifugio Nello Conti ai Campaniletti, ma non dalla canonica e anche un pò noiosa via Vandelli ma salendo prima alle cave Cruzze, percorrendo vie di lizza con pendenze vertiginose. Le vecchie vie del marmo: le Lizze che per secoli sono state l'uniche vie per portare i blocchi di marmo al piano e tutto questo veniva fatto a forza di braccia sino a pochi decenni fa e ammireremo le bellezze naturali di queste montagne uniche.

Cosa sono le vie di lizza?
Con il nome di lizzatura si comprende tutte le operazioni di spostamento dei blocchi di marmo escavati e abbattuti dal fronte di cava, sia sui piazzali delle cave stesse che, più in particolare, lungo le ripidissime vie di discesa. Il nome deriva dallo strumento principale di questo sistema di trasporto, cioè la lunga slitta di legno, ricavata da tronchi robusti, detta appunto lizza. Quest'ultima denominazione, in un secondo momento, si trasferì anche ad indicare i piani inclinati lungo i quali la lizza veniva fatta scivolare, che furono chiamati vie di lizza ( o vie di lizza o anche vie lizze ) e poi più brevemente lizze (così le chiamano tutti gli abitanti della montagna massese). ( dal sito Apuane extreme)   


Ci troviamo a Pietrasanta e siamo solo in quattro: Io ( Alessandro), Marco D.P. Sabrina e Luca, partiamo alla volta di Massa, che una volta raggiunta seguiamo la via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km incontriamo Canevara a 6,5 Km a sinistra la strada si dirige a Forno, continuiamo invece per il ramo di destra, superiamo le Guadine e Gronda e continuiamo la strada che finisce a Resceto (11,5 km) nella piazzetta del paese dove, con un pò di fortuna possiamo parcheggiare. Nella piazzetta c'è una fontana e se siamo a corto d'acqua è bene farne rifornimento.
la speranza di trovare fresco è vana, anche quì c'è un gran caldo! Comunque iniziamo la nostra escursione.
Attraversiamo l’abitato e scendiamo sul fondo del canale. Ben visibile davanti a noi, sul costone opposto rispetto a quello dove è costruito il paese, lo sbocco dell’orrido Canale dei Piastriccioni o come alcuni chiamano canal dei Vernacchi. Sulle carte IGM viene chiamato Piastriccioni sulle carte escursionistiche Vernacchi, mentre il primo viene riportato più a sud. Bè io l'ho sempre conosciuto come Piastriccioni e continuerò a chiamarlo così.
Entriamo nel borgo, passiamo presso la chiesetta e scendiamo al fondo del paese: davanti a noi si apre il Canale dei Piastriccioni.
Attraversiamo il canale  e davanti a noi c'è il sentiero n° 165.
Seguiamo la sinistra orografica del canale salendo subito ripidamente, incontriamo una serie di ovili, non serve che li vediate l'odore si sente già dal paese!
Giungiamo a una costruzione con torretta usata come captazione d’acqua, nei pressi anche una fontana, che oggi non buttava neanche una goccia d'acqua, appena superata prendiamo a destra.
Il sentiero che stiamo percorrendo in realtà è una delle antiche vie di lizza, molte altre  sono visibili sul versante destro del canale e di fronte abbiamo costantemente la cresta del monte Sella.
Proseguiamo e la natura si riappropria del terreno e a tratti dei faggi sono tornati a crescere sul tracciato della lizza, comunque in un tratto libero dalla vegetazione ci troviamo all'impressionante ponte del Pisciarotto (696m), Questa è un’opera veramente imponente della via di lizza delle Cave delle Gruzze (o Cruze) che permetteva di superare la parte finale del canale della Neve.
Il ponte è altissimo e su di esso sono rimaste due longarine di ferro, il sentiero scende sotto, nel canale, per poi salire ripidamente seguendo un’altra via di lizza tra sfasciumi, a sinistra in alto vediamo alcuni ruderi.
Il sentiero arriva poi presso una casetta proprio sopra il ponte e continua per poi deviare a destra per un tratto scalinato e ripido che ci porta  su un crinale che costeggia il Canale della Neve che percorriamo fino ad un masso enorme dove ci troviamo di nuovo sulla via di lizza.
Gli alberi si sono riappropriati del territorio e avanziamo un pò a fatica, una volta usciti ci ritroviamo sulla lizza che ben presto si interrompe davanti ad un ponte crollato, lo aggiriamo sulla destra; la valle si va restringendo ed abbiamo a sinistra la confluenza del canale dei Campaniletti e subito dopo, a destra, dell’orrido canale che proviene dalla zona di cava Bagnoli e lungo il quale, in alto, passa il sentiero 160. Poi vediamo un altro ponte rotto della via di lizza e lo aggiriamo a destra.
Giungiamo ad una sorgente, dove ne esce un'ottima acqua..... quando c'è, oggi appena un flebile rigagnolo, non sufficiente per rifornirci d'acqua ma abbastanza per rinfrescarci la faccia.
Da qui si diramano i sentieri 164, a sinistra, per il rifugio Nello Conti ai Campaniletti e i sentieri n° 160 diretto alla Focola del Vento e al Monte Sella.  e 165 verso  le cave Gruzze proseguano a destra
lungo il 165.
Proseguiamo su questo sentiero, brevemente percorriamo un tratto del Canale della Neve, arriviamo poi ad un bivio ben indicato, a sinistra il 165 continua verso le Cave Gruzze, proprio sotto l’Alto di Sella, mentre a destra ha origine il sentiero 160 che punta la Focola del Vento, quest'ultimo per raggiungere l'Alto di Sella.
Seguiamo il segnavia 165 e camminiamo su via di lizza ormai franata; continuando il sentiero abbandona la lizza
e svolta a sinistra andandosi ad infrascare in un fitto boschetto. Dobbiamo prestare molta attenzione, perché il cammino si svolge su un terreno infido, sempre molto ripido, per di più spesso nascosto da paleo e foglie secche. Risaliamo con molta fatica un boschetto (presenti cavi talvolta fatiscenti: saggiare sempre la resistenza dei cavetti presenti!), ed arriviamo finalmente alla Selvarella (m. 1300 circa), ripiano dove si trova un vecchio edificio che ha ospitato per un breve periodo il motore che azionava il piano inclinato. La Selvarella è una vera e propria isola orizzontale in un mondo di abissi e di pareti verticali. Anche qui, come alle Cave Bagnoli, sono presenti vecchie cariche di marmo che sembrano aspettare da un momento all’altro una compagnia di lizzatori che le accompagni a Resceto.
Usciamo dal bosco e ci troviamo davanti a noi la bastionata del Sella ci sovrasta con tutta la sua imponenza.
La lizza delle Gruzze da qui sembra una grande cicatrice che segna tutto il versante ovest del Sella.
Dopo una breve sosta continuiamo il percorso sempre lungo la via di lizza, qui perfettamente conservata (pendenze intorno al 50-60%). Il gioco prospettico la fa apparire molto più ripida di quello che in realtà è, e sembra che si perda infinita nel cielo. E’ un tratto bellissimo ed emozionante questo, che ci ripaga degli sforzi fatti per arrivare alla Selvarella. Arriviamo quindi alle Cave Gruzze, e quindi dopo pochi metri ad un vecchio edificio posto proprio sotto la Focetta dell’Acqua Fredda Qui la lizza termina.
Adesso, noi, lasciamo il sentiero che sale sino alla Focetta dell'Acqua Fredda, posta tra i monti Focoletta ed Alto di Sella ad un’altitudine di 1600 metri circa, e ci dirigiamo all'edificio al termine della lizza e prendiamo un sentiero attrezzato, nel primo tratto, da non sottovalutare, non è difficile ma è obbligatorio non scivolare. In breve giungiamo al rifugio Nello Conti ai Campaniletti.
Non pranziamo al rifugio, preferiamo cercarci un posto all'ombra e pranzare con una bella vista davanti agli occhi. Ci dirigiamo, per questo, alla Finestra Vandelli e al di sotto di questa, troviamo un prato all'ombra e qui ci fermiamo per ristorarci un pò. Bello pranzare con il monte Sagro davanti a noi e la vista che si allunga sino al golfo della Spezia.
Il caffè, però, lo andiamo a prendere al rifugio e poi riprendiamo il cammino, la via classica è quella dell'interminabile via Vandelli, noi preferiamo scendere, invece, dal sentiero n° 164, un ripidissimo sentiero nascosto dal paleo che trasforma il tutto in un grande scivolo, dobbiamo superre un primo dislivello di 250 mt.
Giungiamo alla confluenza del canale dei Campaniletti e proseguiamo su via di lizza che segue la sinistra orografica del canale stesso.
La lizza, qui non è sempre visibile, in molti tratti è stata scavata dalla forza dell'acqua e spesso dobbiamo usare tutti gli arti per poter proseguire. Oltrepassiamo un boschetto dove c'è un bivio, unica indicazione è per la direzione Campaniletti ma prendendo l'altro si tornerebbe alla Selvarella.
Lungo il cammino la lizza ormai è quasi del tutto scomparsa ma i fori dei piri e le scanalature provocate dallo sfregare delle corde ci riporta alla mente i sacrifici e le sofferenze patite da molte generazioni di cavatori.
Giungiamo al tratto finale del sentiero 164 dove c'è un tratto attrezzato con cavo d'acciaio e percorrendo quest'ultimo tratto siamo in breve alla sorgente, che oggi non butta, alla confluenza tra i sentieri 165 e 164, abbiamo chiuso l'anello.
Ci fermiamo un pò quì, una bella rinfrescata ci vuole proprio, c'è anche una bella ombra e una piacevole e lieve brezza.
Quando riprendiamo il cammino non ci resta che ripercorrere il tratto di sentiero che abbiamo già fatto al mattino e in circa un'ora e un quarto giungiamo a Resceto.
La giornata è stata molto calda e forse è meglio effettuare questa escursione in giornate più miti ma comunque il fascino di questi posti rimane intatto anche con queste condizioni.

Lizzatura
Il metodo tradizionale seguito per secoli per far discendere a valle i giganti della montagna fu quello della lizzatura: un grande blocco, o una carica di blocchi, erano disposti sopra due lunghi travi di legno e questa specie di rudimentale slitta era calata dall'alto lungo le forti pendenze delle vie di lizza, mollando via via o trattenendo la carica per mezzo di grossi canopi avvolti intorno a un robusto sostegno ligneo, il cosiddetto piro, fatto di grossi pali infissi nel terreno. Via via che il blocco procedeva nella discesa, i lizzatori, per favorire lo scorrimento, disponevano davanti ad esso i parati, ossia dei travetti di legno resi scivolosi col sapone, una manovra resa rischiosa dall'eventualità di una rottura dei cavi. In seguito questi furono sostituiti con i più resistenti e rassicuranti cavi di acciaio, e negli anni '20, fu anche sperimentato un sistema di lizzatura meccanico per il quale il trasporto dei blocchi era affidato ad un carrello, che affrontava la discesa a valle sopra un binario, assicurato, a sua volta, ad un cavo collegato ad un argano elettrico, che disponeva di freni di sicurezza. Infine, la discesa dei giganti conobbe una svolta decisiva: non furono più i marmi ad affrontare incredibili tracciati, ma fu la strada ad affrontare incredibili tracciati per raggiungere il marmo. Dal sito Terre di Lunigiana  www.terredilunigiana.com/riviera-apuana/resceto.php

Relazione eseguita con l'aiuto del sito http://www.paesiapuani.it

Per saperne di più sulle cave Cruze          www.escursioniapuane.com/SDF/LeGruzze.html

 

Foto escursione
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