9/09/2012 La
Ferrata Deanna Orlandini
Ardito e divertente percorso,
realizzato nel 1978 dal Gruppo
Escursionistico Busallese e dedicato
a Deanna Orlandini, precipitata
durante una salita invernale sulle
apuane. La via terminava
originalmente sulla Biurca,
successivamente è stata attrezzata
la cresta sud della Cadrega del
Diavolo; i due tratti sono
raccordati dal sentiero della via
normale. E' un percorso breve ma
esposto e impegnativo, le difficoltà
vanno molto oltre quelle massime
escursionistiche (EEA)
descrizione:
Primo settore: tratti alternati D
-MD - Secondo settore:
AD - Terzo settore: MD
- Quarto settore: MD
Dalla primavera 2005 e' stato
inserito anche un ponte tibetano a 3
cavi che unisce il terzo al quarto
settore Il ritorno si effettua
attraverso il sentiero della via
normale (cresta ovest ) che riporta
a Crocefieschi.
Dalla guida: "
Appennino Ligure e Tosco Emiliano "
M. Salvo e D. Conossini Club Alpino
Italiano
|
Le Rocche del Reopasso sono costituite da una cresta rocciosa di conglomerato e
si trovano nell'Appennino Ligure, in valle Scrivia, tra i comuni di Busalla,
Crocefieschi e Vobbia, all’interno del Parco naturale regionale dell'Antola, in
provincia di Genova.
Le Rocche, il cui nome deriva probabilmente dal latino “reus” (malvagio, infido)
si estendono per circa un chilometro e fanno da spartiacque tra le valli dei
torrenti Vobbia e Seminella, entrambi affluenti dello Scrivia.
Questa cresta rocciosa comprende alcune cime, denominate Anchise (incudine),
882 m slm, Biurca (punta bifida, perché formata da due punte rocciose),
rispettivamente di 934 e 941 m slm e la cima più alta, che per la sua forma è
chiamata in lingua ligure Carrega do Diao (Sedia del Diavolo) alta 956 m slm.
A differenza della maggior parte delle montagne dell’entroterra genovese
(generalmente costituite da costiere erbose, raggiungibili con facili sentieri)
le Rocche del Reopasso sono di difficile accesso; vi si può salire tramite una
via ferrata aperta nel 1979 dal Gruppo Escursionistico Busallese e completamente
rinnovata nel 2005, intitolata a Deanna Orlandini, una giovane alpinista morta
durante un’ascensione sulle Alpi Apuane. Particolarmente difficile lo spigolo
sud-ovest della rocca Sud della Biurca, oggi percorso dalla via ferrata, che fu
scalato per la prima volta in epoca moderna nel 1905 dagli alpinisti genovesi
Figari e Federici. Sul versante est della Biurca si trova un piccolo bivacco
denominato “Città di Busalla”.
Nel corso dei secoli sono state diverse le vittime di incidenti su questi monti.
Il primo incidente documentato risale addirittura al 1585, come riportato da G.
Dellepiane nella sua “Guida per escursioni nella Alpi e Appennini Liguri”,
citando un documento conservato nell’archivio parrocchiale di Crocefieschi ("il
21 maggio 1585, messer Agosto Spinola e Giov. de Salvareca precipitarono dal
Reopasso e furono portati in sepoltura a Busalla"). L’ultimo infortunio mortale
si è verificato nel 2007.
Zona montuosa: Alta Valle Scrivia Località di partenza:
Crocefieschi (GE) Quota di partenza: 742m Quota di arrivo: 959m
Dislivello: 217m
Da abbastanza difficile a difficile con alcuni tratti molto
difficili. Percorso alpinistico per esperti da affrontare solo con
preparazione, l’esperienza ed attrezzatura adeguate.
Come
Arrivare:
Si percorre l’autostrada A7 Milano Genova. All’uscita di Busalla
si seguono le indicazioni per Crocefieschi.
Si percorre la valle e si salgono alcuni tornanti. In lontanza
ecco apparire il torrione dove passa la ferrata.
Il torrione poi non è piu’ visibile dal paese.
Si arriva a Crocefieschi e si oltrepassa il bar e il benzinaio
sulla sinistra. Poco piu’ avanti diversi parcheggi permettono di
parcheggiare la macchina
F.I.E.
Sentieri:
Sentiero
F.I.E ( Federazione Italiana Escursionisti) quadrato giallo vuoto
Classificazione:
EE(Allenati) e
attrezzati
Kit da
ferrata e obbligatorio casco
Considerazioni:
La via è
prevalentemente di cresta, molto panoramica, e si svolge a circa 1000mt
di quota. Salvo in caso di nevicata è percorribile tutto l'anno. E'
lunga circa 1000mt di cui 600 attrezzata con cavi acciaio. La roccia è
conglomerato. Non è da sottovalutare, in alcuni tratti occorre superare
parti strapiombanti.
Tempo di
percorrenza: Complessivamente
2 h per la ferrata, 1,15h per il ritorno
Acqua:
Al paese
di Crocefieschi
Punti sosta: paese
di Crocefieschi e al bivacco Città di Busalla
Traccia Google Hearth
Elevazione
Scarica traccia GPS
Ferrata
Orlandini pieghevole.pdf
Periodo
consigliato:
Salvo in caso di
nevicata è percorribile tutto l'anno
|
Da lontano hanno un aspetto
veramente impressionante e si
comprende come le popolazioni di
queste zone le abbiano chiamate
così. Due torrioni di 150 metri
circa, con un qualcosa di
dolomitico, che si stagliano
solitari contro il cielo, spogli ,
austeri e inquietanti. Per chi
arrampica un parco di divertimenti
dove chiunque si diverta in
‘verticale’ può soddisfare la
propria voglia di vie lunghe,
monotiri e ferrate. L’esposizione a
meridione, che consente di
arrampicare anche in inverno,
l’avvicinamento a prova di sandalo
infradito e il livello di difficoltà
abbastanza accessibile ne fanno un
sito di arrampicata veramente
appetibile. Per chi ama coniugare il
binomio alcool-magnesite, inoltre,
c’è a sua disposizione un bivacco la
cui accoglienza è direttamente
proporzionale ai litri di ‘spirito’
che riesce a trasportare nello
zaino. Il tipo di roccia che vi
accoglierà al Reopasso è un
conglomerato molto generoso ma,
ahimè, instabile. Consigliamo
vivamente l’uso del caschetto sia
che vogliate fare la ferrata che i
monotiri che le vie
lunghe. Aggiungendo che il panorama
spazia a sud verso il Golfo di
Genova e a Nord verso le Alpi,
compresa una bellissima veduta sul
vicino Castello della Pietra,
speriamo di avervi invogliato a fare
un (Reo)passo da queste parti
La scelta per l'escursione di questa settima è
caduta ben lontano dalle nostre amate Apuane, per la precisione
sull'Appennino Ligure, in valle Scrivia, all’interno del Parco
naturale regionale dell'Antola, in
provincia di Genova. Questo settore, come il ponte, sono stati attrezzati nel 2005.Dal colle saliamo direttamente l'evidente aereo e bellissimo pilastro, l' arrampicata ci risulta molto faticosa, visto lo sforzo già fatto in precedenza, troviamo passaggi lievemente strapiombanti, raggiungiamo la spalla meridionale della Carrega do Diao e poi un breve tratto pianeggiante ci conduce all’ultimo risalto e risalendo facilmente raggiungiamo la vetta della Carrega (959 m s.l.m.). E' possibile evitare questo tratto seguendo a sinistra il sentiero e poi le corde fisse che aggirano il pilastro, giunti ala sommità di un boschetto ad un bivio del sentiero FIE prendere a destra per trovarsi sul pulpito del "pilastro". Da qui ancora un breve percorso attrezzato sulla cresta della Carega porta alla piatta vetta, questo secondo tratto non presenta difficoltà significative. Da qui, adesso, possiamo anche concederci di ammirare il panorama, non conosciamo la zona e quindi non sappiamo riconoscere ciò che ci si para davanti ma di sicuro spazia spazia a sud verso il Golfo di Genova e a Nord verso le Alpi, compresa una bellissima veduta sul vicino Castello della Pietra un'antica fortificazione sita nel comune ligure di Vobbia, ubicato nell'omonima valle tributaria del torrente Scrivia, in provincia di Genova. Esso è il principale e più caratteristico monumento dell'entroterra genovese, polo d'attrazione culturale e paesaggistico del Parco naturale regionale dell'Antola ed inserito nella lista dei monumenti nazionali italiani. Rimaniamo un pò a riposarci sulla cima, facciamo le solite foto di gruppo e poi decidiamo di ridiscendere, questa volta dalla via normale. Dalla vetta della Carrega, seguiamo il segnavia giallo F.I.E., ei scendiamo in un diedro canale attrezzato con cavo e per rocce inclinate ritorniamo sulla spalla sud. Proseguiamo sempre sul sentiero segnalato che taglia per una cengia alberata e scendiamo sulla sella dove si dipartono due sentieri. Qui ci fermiamo per pranzare e solo adesso ci rammarichiamo di non aver voluto dividerci il necessario per fare il caffè, che Bruno porta sempre ad ogni escursione. Pazzienza, oggi niente caffè! Ripartiamo e prendiamo il sentiero che scende ripidamente sulla sinistra e costeggia il versante occidentale della Carega, poi, per rocce inclinate attrezzate con cavi, giungiamo ad un panoramico crinale fino sulla Biurca Nord. Seguiamo il sentiero su roccette scendiamo ripidamente la cresta ovest della via normale. Giunti al termine della cresta giriamo a sinistra e si costeggia la parete meridionale della Biurca e siamo già al tavolo e panche da pic-nic; infine seguendo il sentiero molto più agevole e segnalato ci riportiamo al paese di Crocefieschi. Prima di raggiungere il nostro mezzo di trasporto ci fermiamo al bar per brindare alla nostra avventura e ripercorrerla mentalmente. Le considerazioni finali sono: Questa è una ferrata molto particolare, perchè eccetto i due cavi di assicurazione non esistono ne staffe, gradini o pioli per la progressione. Per cui nei tratti MD (sono tre, evitabili) occorre avere molta forza nelle braccia e una discreta padronanza nell'arrampicata. Storicamente parlandoLe linee di confine orografico dell’entroterra ligure sono state abitate fin dai tempi più remoti, e la cresta di cui fanno parte le Rocche del Reopasso non fa eccezione. O luoghi di insediamento stabile, o luoghi di passaggio di antiche vie di comunicazione questi siti sono stati molto frequentati anche dalle popolazioni più antiche. Non a caso alle Rocche del Reopasso è stato rinvenuto il reperto più antico della Valle Scrivia: l’ascia del Reopasso, un utensile in serpentino risalente al 4000 a.c. Il fatto che il tipo di roccia prevalente nella zona sia un particolare tipo di conglomerato, testimonia che vi era un fiorente commercio di manufatti provenienti dalla zona di Voltri dove il serpentino è molto diffuso. Questo tipo di roccia appartiene alla linea detta Sestri-Voltaggio ed è proprio a Voltaggio che si suppone esistessero le cave da cui si estraeva e da dove partiva per diffondersi in tutta Europa. Alcuni ritrovamenti avvenuti in Inghilterra, dopo attente analisi, risultano provenire proprio da queste zone.
La puddinga è un conglomerato formato da ciotoli arrotondati, cementati da una malta calcarea, emerso nell’era terziaria attorno a 25 milioni di anni fa. Questo tipo di roccia , formatasi in acque mosse, sotto la spinta dei movimenti dovuti alla deriva dei continenti, è andata a sovrapporsi alla formazione calcarea dell’Antola. I conglomerati partono da Savignone e si dirigono a Nord verso la Val Vobbia (Rocche del Reopasso Castello), esaurendosi nella vicina Val Borbera conferendo al paesaggio un aspetto e dei profili ripidi e scoscesi, tormentati dall’erosione, a differenza dei dolci pendii formati dal calcare marnoso dell’Antola.
Foto escursione di Marco Dal Porto Se vuoi unirti a noi apuano@email.it
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