Questa volta ci accodiamo alla UOEI Ripa di
Versilia, che per altro ne siamo anche soci.
Come prima uscita dell'anno la sezione ha programmato un' escursione sulla neve
con le ciaspole ma.... Grazie alla cortesia e la disponibilità della sezione di
Pietrasanta di metterci a disposizione il rifugio al Passo delle Radici
abbiamo approfittato anche, più che altro, per passare due giorni convivialmente tra
amici. Come detto partiamo sabato 28 e giungiamo al
rifugio del Passo
delle Radici, d'inverno è bene andarci con la luce perché bisogna
riempire l'impianto dell'acqua che và obbligatoriamente svuotato alla
partenza per non farlo ghiacciare e per portare una temperatura ambiente
accettabile, per fortuna ha funzionato tutto bene, come sempre,
ovviamente. Appena terminano gli arrivi si da il via all'
happy hour, preludio di una cena memorabile. In queste occasioni ci
proponiamo sempre di portare solo il necessario e lo facciamo, solo che
è il necessario per rimanere lì per almeno una settimana!! Praticamente tra l'happy hour e la cena non c'è stato stacco e ci
siamo trovati dall'aperitivo alla grigliata mista e tanti formaggi, salumi, acciughe marinate,
peperoncini ripieni sott'olio ecc ecc. Ahh!! siamo belli satolli qui ci vuole una bella passeggiata; mi
sono dimenticato di dire che purtroppo di neve non ce ne è affatto, solo
una bella lastra di ghiaccio dove bisogna essere dei bravi equilibristi
per restare in piedi e l'alcol ingurgitato non aiuta! Ci portiamo
sulla pista di fondo e facciamo la camminata, breve dati gli scivoloni.
Rientriamo ma prima di andare a letto un ultimo punch caldo non ce lo
vuoi mettere? Finalmente ci decidiamo ad andar a letto e quasi tutti muniti delle
dovute precauzioni anti russatori, la notte , comunque, passa senza niente di tragico o peggio di quello
già sentito. Ci alziamo e la prima cosa da fare è vedere se avesse nevicato, magari
una bella e abbondante nevicata che ci permetta di effettuare la nostra
ciaspolata. No! niente da fare, durante la notte non ha nevicato. Bè intanto
facciamo colazione e poi decideremo il da farsi. Tenuto conto che gli altri amici che dovevano telefonarci per farci
sapere quando arrivavano non si sono fatti vivi e che le ciaspole le
possiamo tenere nei bagagliai delle auto decidiamo lo stesso di fare una
bella escursione verso il monte Giovarello. Ecco partiamo, siamo tutti e dodici in fila indiana, e subito
dobbiamo fare i conti con il ghiaccio che ci obbliga ad essere dei
funamboli per mantenere l'equilibrio e non sempre ci riusciamo. Partiamo dal rifugio e invece di seguire la pista da sci di fondo
prendiamo sulla sinistra camminando nel bosco di faggi facciamo un giro
più largo ma comunque ci troviamo ad intersecare nuovamente la pista.
Siamo ad un bivio, prendiamo sulla sinistra, presenti dei paletti
segnaletici del sentiero 00. Ovviamente cerchiamo il più possibile di non camminare in mezzo alla
pista e dove possibile prendiamo nel bosco dove camminare è più agevole, a questo punto stiamo
aggirando l'Alpicella delle Radici a quota 1595 mt. Ci troviamo ora su una vecchia pista da sci del comprensorio di San
Geminiano e ormai non più in uso la attraversiamo, risaliamo nel bosco
per un tornante che ci riporta ad riattraversare nuovamente la
pista sul lato opposto a una quota maggiore, saliamo un breve pendio e
ci troviamo a pochi metri al di sotto del Colle dei Laghi su cui
si abbarbicano gli ultimi contorti faggi e dopo breve tratto in
discesa si rimonta per prendere l'ultimo sentiero che ci porta alla
Cima La Nuda ( 1705 mt.) Da quì si potrebbe avere uno splendido panorama sull' intera
catena delle nostre Apuane e sulla nostra sinistra farebbe sfoggio Bocca
di Massa e il monte Cella. Entriamo in un'abetaia e al termine di una salita proseguiamo sul
filo di cresta in direzione nord est, già in territorio
della provincia di Reggio Emilia. si arriva rapidamente al Passo del Giovarello. Anche da quì posso solo raccontarvi cosa si potrebbe vedere, lo sguardo
oltre che spaziare verso le Apuane si spingerebbe anche verso la Pianura
Padana e in lontananza risalterebbe la caratteristica sagoma della
Pietra di Bismantova.
Torniamo indietro ripercorrendo la strada già percorsa ma adesso
lo stare in piedi è ancora più difficile data anche la pendenza in
discesa. Data la nebbia non vediamo gran che del
panorama ma l'ambiente in cui ci troviamo è tra il sogno e il
fantastico, gli alberi sono ricoperti di cristalli di ghiaccio , puri,
luccicanti come diamanti, sono sculture di ghiaccio, magicamente
trasformati, non si tratta di neve ma dell'umidità presente nell'aria
che si ghiaccia sui rami, questo fenomeno si chiama galaverna. In breve raggiungiamo di nuovo il rifugio al Passo delle Radici. E'
ancora presto e di stare davanti al camino e magari gozzovigliare sin
che non ripartiamo non ci attira e allora decidiamo di portarci al
vicino paese di San
Pellegrino in Alpe ( 2,5 km) per strada asfaltata. Fà un freddo cane e addosso ci si ghiaccia l'umidità come del resto sui
rami degli alberi e su ogni altra cosa. Giungiamo al paese e un
termometro segna - 5 e si sente bene inoltre un forte vento ci fà
percepire ancor di più la bassa temperatura. San Pellegrino in Alpe è un piccolo paese appollaiato a quota 1525 metri
sul livello del mare, avanguardia di tre province: quelle di Modena,
Lucca, e Reggio Emilia. Questo piccolo borgo, luogo di pace e di sogno, ha una storia
antichissima che si svolge attorno al suo santuario, uno dei più celebri
ed antichi Santuari d’Italia. Meta, da sempre, di pellegrini in cerca di spiritualità e di
villeggianti in cerca di riposo e di panorami mozzafiato. Come detto è un bel paesino ma oggi sembra spettrale, non c'è nessuno in
giro e la nebbia e il vento lo rendono ancora di più desolato. Entriamo
nel santuario dedicato a san Pellegrino e san Bianco, una chiesa ospizio
che come ne attesta un antico documento storico, conservato all'Archivio
Vescovile di Lucca, la sua presenza a San Pellegrino in Alpe già
nel 1110, all'interno un tempietto marmoreo custodisce quelli che
si ritengono i resti di S. Pellegrino e S. Bianco, opera di un
importante scultore del Quattrocento, Matteo Civitali (1436-1502).
Vicino al Santuario c'è anche un museo dedicato alla civiltà contadina
del posto. Riprendiamo la via del ritorno e non vediamo l'ora di rientrare nel
caldo rifugio, sembra che il freddo ora sia ancora più pungente. Per terminare degnamente la nostra prima uscita del 2012 cosa non fare
se non ritrovarci tutti a tavola? e infatti cerchiamo di dare fondo alle
scorte che comunque rimangano sempre abbondanti. Le lancette dell'orologio sembrano in certi momenti essere più veloci e
in men che non si dica è già l'ora di sbaraccare, ci mettiamo tutti
assieme a riordinare senza dimenticarci le operazioni di scarico
dell'acqua dall'impianto e poi a malincuore chiudiamo tutto e non ci
resta che prendere le auto e incamminarci verso casa. E' vero che non è stata l'escursione programmata ma questa esperienza è
stata ugualmente positiva, infatti abbiamo potuto stare assieme
condividendo la gioia di una giornata passata spensieratamente infatti i
veri amici amano condividere i momenti preziosi che la vita riserva
loro, come le piccole cose dell'esistenza per cui vale la pena di vivere
ogni giorno.
Se vuoi unirti a noi apuano@email.it
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