01 /04/2012 Da Pomezzana al Matanna
Il monte Matanna è il monte più alto delle
Apuane meridionali con i suoi 1317 metri e si trova interamente nel comune di
Stazzema. Il versante marittimo (nord-ovest), che guarda verso Stazzema,
precipita con severe balze rocciose, pur non raggiungendo i dislivelli del
vicino monte Nona.
I versanti verso la Garfagnana e verso il Camaiorese (zona di Grotta all’Onda)
sono invece più dolci e rivestiti da prati e da pascoli dove è facile vedere
cavalli allo stato brado.
Il massiccio del Matanna ha forma triangolare con tre creste panoramiche e
facilmente percorribili:
· la Est-Sud-Est dalla Foce del Pallone per
tracce di sentiero segnate prima in rosso e poi in blu
· la cresta Sud-Ovest dalla zona di case
Toggiano
che va ad inserirsi poi sul percorso precedente, il
tratto per arrivare in cresta si fa un po’ a caso
· il groppone Nord-Ovest dal Callare del
Matanna che è la via principale ben segnata di blu e la più panoramica
La vetta è molto panoramica sulle Panie, sulle Apuane meridionali, sul lago di
Massacciucoli, sul mare e sull’Appennino. Nelle giornate limpide è possibile
vedere anche le isole dell’arcipelago toscano e le Alpi Marittime. Inoltre c’è
una bella vista sugli abitati di Pomezzana, Farnocchia e Stazzema.
Il toponimo Matanna dovrebbe essere di origine etrusca. Thana era
la dea della luce lunare.
Percorso:
Pomezzana m.600 - Monte Matanna m.
1317 - Callare di Matanna m. 1139 - rifugio Forte dei Marmi
Come
Arrivare:
Da
Seravezza si prosegue sulla strada provinciale per Castelnuovo
Garfagnana, oltrepassata Ruosina (3,8 km), si prende la
deviazione a destra per il fondovalle in direzione Stazzema.
Si oltrepassa Ponte Stazzemese, Mulina (8 km) e Culierchia, e si
prende la ben evidente deviazione a destra per Pomezzana e
Farnocchia (8,5 km). Poi si curva a sinistra seguendo le
indicazioni per Pomezzana (10 km) e si prosegue fino al paese
(12,8 km).
Sentieri:
CAI
Sentiero n. 106 - Tre
Scolli - Foce di San Rocchino - Pomezzana - Rif. "Forte dei Marmi"
Sentiero NO CAI per Alto Matanna
Segni azzurri di cresta
Classificazione:
E
Tempo di
percorrenza: Complessivamente
6h cammino effettivo
Acqua:
Al
paese di Pomezzana, sorgente lungo il percorso ad Alto Matanna e
Rifugio Forte dei Marmi
Punti sosta: Pomezzana,
Rifugio Alto Matanna e rifugio Forte dei Marmi
Periodo
consigliato: In genere tutto l'anno
|
Siamo alla nostra quarta
uscita e incredibilmente non ne abbiamo persa neanche una di quelle
programmate sin ora, anche il numero dei partecipanti è buono,
infatti ci ritroviamo davanti alla sede a Ripa di Versilia in
diciotto.
Pomezzana si trova immerso in castagneti alle pendici del
monte Matanna. La sua prima menzione è del 991. Storicamente fu
un borgo di artigiani del ferro per attrezzi agricoli.
l'antica "ferreria Milani", aperta al pubblico e interessante in
quanto vi si fabbricavano gli strumenti usati per lavorare il
marmo, per il restauro e anche chirurgici.
La chiesa di San Sisto conserva una croce parrocchiale
d’argento del XIII secolo ed una pala d’altare del XV
rappresentante la Madonna con Bambino, attribuibile a Bernardino
del Castelleto.
Imbocchiamo subito il sentiero n° 106 che inizia proprio dalla piazzetta e salendo una piccola scalinata entriamo nel paese vero e proprio, notiamo, piacevolmente, che molte case sono state restaurate e altre sono in via di ristrutturazione.
Camminiamo tra le strette viuzze sino a incontrare un
sentiero lastricato che costeggia il paese si a giungere ad una
cavetta o assaggio di cava. Ora il sentiero 106 prenderebbe
verso sinistra ma noi continuiamo dritto per strada sterrata
incontrando alcune costruzioni e attrezzature per il taglio
della legna. Poi riprendiamo il sentiero vero e proprio entrando
nel bosco di castagni, questo sentiero non ha numerazione ma
alcuni segni bianco rossi molto sbiaditi si vedono ancora, è un
peccato che sia stato abbandonato; comunque è ancora in
buonissime condizioni, anche perchè frequentato da molti del
posto. Dopo pochi minuti di cammino troviamo una sorgente e a
testimonianza che la gente del posto lo frequenta troviamo
alcune persone che qui sono venute a prendere l'acqua.
Subito dopo ed attraversiamo l'antico ponte mediceo dell'"acquaio". La comitiva avanza allegramente e il sentiero è abbastanza scorrevole solo alcuni alberi caduti ci ostacolano obbligandoci a passarci sotto. Giungiamo poi ad una grossa " marginetta", aggirandola sulla sinistra ci troviamo in una zona, Le Calde", ben tenuta e coltivata con diverse case ben ristrutturate, anche la siepe di bosso è potata alla perfezione. Ci fa piacere che ancora ci sia chi tiene a salvaguardare queste ultime testimonianze di epoche passate. Superato questo tratto il sentiero torna ad essere un pò abbandonato ma comunque sempre ben percorribile, dopo circa mezzora troviamo l'innesto sul sentiero CAI n° 121 che viene da San Rocchino, altra località di Pomezzana, lo percorriamo, però, solo per pochi minuti sino a che non troviamo sulla destra una deviazione segnalata da una freccia in legno che indica "Alto Matanna". Prendiamo questa direzione, se continuassimo dritto si giungerebbe al Rifugio Forte dei Marmi. Appena imboccato il sentiero ci troviamo a salire una piccola gola che sembrerebbe difficile da salire ma non c'è niente di difficile nei tratti più ripidi sono stai ricavati degli scalini scalpellinando la roccia. Giunti in cima ci troviamo in una zona molto panoramica da dove si vedono tutti i paesi sottostanti: Farnocchia, Stazzema, Pomezzana, Pruno e Volegno. Le montagne che vanno: dal Gabberi, il Lieto, Mont'Alto con la sua affilatissima cresta, il Corchia e naturalmente la regina delle Apuane la Pania della Croce. Riprendiamo il cammino e usciamo dal osco trovandoci su una radura, la vista adesso è sul camaiorese. Il terreno pianeggiante ci invita ad una sosta per fare uno spuntino., Dopo diversi minuti di rilassamento riprendiamo il cammino, ora su prateria, costeggiamo le pareti del Matanna e un grosso branco di capre selvatiche ci osserva perplesso. La nostra direzione ora è verso la Foce del Pallone che ben presto raggiungiamo. Il nome di questo passo è dovuto al fatto che qui si trovava la stazione di arrivo di una teleferica e la storia di questa è veramente interessante. Infatti nell’estate del 1910 fu realizzato un collegamento tra l’Albergo Alto Matanna e la zona di Grotta all’ Onda. Posta 300 metri più a valle: una navicella, trainata da un pallone aerostatico fatto scorrere a guisa di funicolare su un cavo sorretto da piloni, trasportava le persone fino alla Foce (che poi prese il nome dal pallone) dove le attendeva una carrozza trinata da cavalli che le portava fino all’albergo. L’ aeronave poteva trasportare fino a sette persone e funzionò egregiamente per tutta l’estate della sua inaugurazione, facendo sperare in un notevole sviluppo turistico della zona: purtroppo, però, nell’ inverno successivo tutta la struttura fu distrutta da un uragano e non venne più ricostruita. Ora prendiamo la cresta sud est, segnalata da tratti azzurri, classica segnalazione dei percorsi di cresta, d’altra parte è proprio impossibile sbagliare dato che la vetta del Matanna è visibile e il percorso è evidente. In meno di mezzora, camminando su divertenti roccette,chi più chi meno, giungiamo tutti in vetta. Da qui il panorama è spettacolare. Dalla vetta si apre uno spettacolo circolare che abbraccia la costa, le cime delle montagne camaioresi ( Prana, Piglione e Gabberi ), ma soprattutto una visione privilegiata sul monte Procinto e il monte Nona con alle spalle la Pania della Croce e, più a destra, l'aguzzo profilo della Pania Secca. Verso il mare, a destra, si scorge l'Altissimo mentre, in lontananza spunta la curiosa sagoma del Sagro. In basso disteso fra i colli, il paese di Stazzema, oltre il quale si scorge il luccichio del mare nel quale si stagliano le isole del golfo della Spezia. Qui è d'obbligo una sosta per contemplare tanta bellezza e per approfittare anche per rifare uno spuntino prima di ridiscendere. Naturalmente la discesa e anticipata dalle varie foto di gruppo. Riprendiamo il cammino e ci dirigiamo nel versante opposto sulla cresta nord est sempre segnalato con tratti azzurri, dobbiamo fare un pò d'attenzione in quanto la discesa e su terreno instabile e rischiamo qualche scivolone, che fortunatamente non c'è stato. L'ultimo tratto è tra alberi e sino a raggiungere un sentiero recintato lo seguiamo verso sinistra dove già si vede il Callare di Matanna (mt. 1139 ) con il suo Crocifisso collocato nel 1951 e poi restaurato dalla Sezione UOEI di Pietrasanta. Percorriamo il sentiero costeggiando la verticale parete del Monte Nona alta 300 e larga 1000 metri, da dove innumerevoli cascatelle vengono giù rendendo il sentiero scivoloso, comunque in questo punto è presente un cavo che in questi casi può essere utile, comunque non si tratta di sentiero difficile, da percorrere, è bene però, ricordarsi che comunque siamo in montagna. Si vede tra gli abeti sotto di noi il tetto del rifugio e in breve lo raggiungiamo. La zona nella quale sorge il Rifugio è tra le più celebri delle Alpi Apuane. Il caratteristico torrione del Monte Procinto (con i suoi "Bimbi") costituisce una meravigliosa occasione per ascensioni su roccia e la parete Sud-Ovest del Monte Nona è una classica "via" alpinistica. Non mancano possibilità di passeggiate ed escursioni facili o di varia difficoltà: Monte Matanna (ottimo panorama dalla vetta); Monte Nona, Monte Croce e Monte Forato (altra montagna tipica e unica delle Apuane), sulla cui cima si può pervenire percorrendo una gradevole e piacevole "via ferrata". Il Rifugio, circondato da folta e verde vegetazione alpina in un settore ricco di purissime acque sorgive, è raggiungibile a piedi in meno di un'ora di cammino partendo dalla parte alta dell'abitato di Stazzema (sentieri con segnavia 5 e 5 bis), antico paese montano con la bella Pieve romanica (sec. XIII) di S. Maria Assunta; oppure, come abbiamo fatto noi anche se abbiamo allungato il giro, partendo dall'altro paese della valle, Pomezzana (sentiero con segnavia 106). Questa volta abbiamo deciso di non portarci il solito panino ma abbiamo optato per un buon pranzo al rifugio, avendo prenotato per tempo ci siamo concessi una bella bisteccata con patate fritte. Le bistecche vanno cotte sulla brace e ci vuole del tempo perché siano pronte e nell'attesa, la fame era tanta, abbiamo mangiato tanto di quel pane condito con olio e bevuto un paio di bottiglie di vino, meno male che sono arrivate le bistecche altrimenti ci dovevamo dormire al rifugio! Ottime e abbondanti ben cotte e la carne è molto tenera, comunque c'è anche chi non contento anche una porzione di salsicce non se l'è fatta mancare, il vino non mancava e poi dolci, caffè e ammazza caffè. Forse è meglio se riprendiamo il cammino altrimenti ci rotoliamo verso Pomezzana. Appena fuori dal rifugio parte il sentiero n° 106 appunto per Pomezzana, il sentiero inizia abbastanza pianeggiante per poi inizia a scendere in piccoli tornanti sempre immerso nel bosco che ci impedisce, in parte, di vedere il panorama sul Procinto, il Nona, e il Matanna. Ma la comitiva in questo momento non è portata ad ammirare le bellezze del posto ma invece la lingua è sciolta e nel bosco si sentono risate e schiamazzi, ogni tanto uno scivolone! Comunque procediamo tranquillamente senza pericoli su un tracciato che costeggia le pareti del Matanna oltrepassando canali scavate dalle acque e oggi, per fortuna, asciutti in un continuo saliscendi mantenendo sulla destra Procinto e Nona mentre il Matanna rimane di fronte. Giungiamo ad dei ruderi di fabbricati per l'estrazione e il taglio dell'ardesia e dietro a questi la cava in galleria la cui entrata e celata da una folta cortina di edera, interessanti i resti dei macchinari per la lavorazione della pietra. Quello che ci lascia stupiti è che per portare via i blocchi o lastre da qui non ci sono strade ma solo il sentiero che stiamo percorrendo. Ma ora ci troviamo ad una cappellina sulla destra e subito dopo ci troviamo sulla strada che riporta al paese di Pomezzana, non ci resta che ripercorrere il breve sentiero e poi le viuzze del paese e arriviamo al parcheggio dove ci attendono le nostre auto. Ora per celebrare la bella escursione non ci resta altro che andare a Ripa alla nostra gelateria preferita.
Che dire della
giornata? Splendida non è un aggettivo esagerato: bel tempo,
bello, non troppo impegnativo, affiatata la compagnia insomma:
una domenica da ricordare!
Foto
escursione
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