Come, ormai ,sapranno quelli che ci
seguono abitualmente, oltre che la passione per la montagna alcuni
di noi hanno anche la passione per la corsa e in particolar modo la
maratona. Questa volta ci cimenteremo sui 42km,195mt sulle strade di
Praga.
Siamo in cinque: tre maratoneti e due turiste.
Venerdì mattina di buon ora partiamo alla volta di Milano Malpensa,
da dove con volo Esy Jet decolleremo verso la capitale Ceca.
In anticipo sulla
tabella di marcia l'aereo atterra sull'aeroporto di Praga, sono
appena le 11,00. Con Il pullman 119 ci portiamo al capolinea della
linea A della metropolitana alla stazione di
Dejvická che è la soluzione migliore per chi è diretto al centro
storico di Praga (Città Vecchia, Quartiere Piccolo, Città Nuova,
Castello). La corsa dura circa 20 minuti.
Per salire a bordo serve un biglietto del trasporto pubblico urbano
da 20 Kc (biglietto di trasferimento), acquistabile anche
direttamente dall'autista dell'autobus, forse a un prezzo
leggermente più alto, noi l'abbiamo acquistato all'interno
dell'aeroporto per una durata di 3 giorni.
Un pò di trambusto all'inizio l'abbiamo avuto per capire come
funzionavano le cose ma in breve ci accorgiamo che è estremamente
facile viaggiare in questa città, ci sono
tre linee
metropolitane (di chiaro stampo sovietico, con lunghissime rampe
di scale mobili con pendenze da … vertigine) e comodissimi tram.
Il nostro albergo è situato nella città nuova ( Nove Mesto) e quindi
dobbiamo cambiare linea di metrò all'intersezione con la linea C
alla stazione Muzeum e
proseguendo su quest'ultima sino alla stazione di I.P.Pavlova.
Usciamo all'aperto e ci è voluto un pò per orientarsi con la
cartina, anche perchè siamo usciti dall'uscita sbagliata!! Ma ecco
troviamo via Legerova, sappiamo che a poche centinaia di metri (200)
c'è la traversa, Wenzigová 3 dove finalmente arriviamo all'hotel.
Hotel che si presenta subito bene e l'efficenza del personale è
stata stupefacente, prima di riuscire a dire chi eravamo il portiere
ci chiamo per nome: " Signor Navari e signor Meccheri?? " Ci
guardiamo in faccia, ma come ha fatto a sapere chi eravamo? Bè
meglio così, ci dà le chiavi delle camere e subito a
rinfrescarci un pò. E si! oggi è una giornata molto ma molto calda.
Non perdiamo tempo e una volta pronti ci rechiamo in un locale per
mangiare qualcosa e poi subito all'expo per ritirare i pettorali.
Lo
storico spazio delle Fiere di Praga, dove è ubicato l’Expò, risulta
inaspettatamente splendido, costituito da una serie di edifici di
bella architettura Liberty. È nella parte Nord-Ovest della città, al
di là del fiume Moldava che taglia in due la città, un po’ fuori
dalla città Vecchia, ma come detto a Praga i mezzi pubblici
funzionano benissimo e un pò con la metropolitana e un pò con il
tram ci arriviamo senza troppi intoppi.
Il
modo più semplice per raggiungere l'Expo Sport è portasi sino alla
stazione della metropolitana Nádraží Holešovice (linea C) e poi
prendere il tram numero 5, 12 o 15 a "Výstaviště" e poi scendere
davanti all' Expo.
Espletate le formalità tecniche legate alla maratona, abbiamo
visitato gli stand e ascoltato le interviste al manipolo di
keniani deputati alla
vittoria, guardiamoli bene oggi perché poi non li vedremo più!!
Mentre passeggiamo tra i vari espositori notiamo un pò di fermento e
molti fotografi che seguono la stella del calcio, ormai ex stella,
Pavel
Nedved,
anche lui per partecipare alla maratona.
Bè ci fà molto caldo dentro questi capannoni e decidiamo di andare
verso il centro.
Decidiamo di fare una capatina a
Ponte Carlo(Karluv
Most),
meta
obbligatoria per ogni turista che visita questa splendida città.
Il ponte unisce
la Città Vecchia alla zona Malà Strana attraversando il bellissimo
fiume Moldava (Vltava).
Il Ponte Carlo è uno dei
monumenti più famosi a Praga. E’ anche il secondo ponte più antico
che attraversa la Moldava (dopo quello di Písek) e risale al momento
di maggior sviluppo di Praga, all’epoca dell’Imperatore Carlo IV di
Lussemburgo.
Occupa il posto del precedente Ponte di Giuditta, risalente al 1172,
all’epoca del regno di Vladislao II. Giuditta era la moglie di
questo sovrano, della stirpe dei Premislidi. Il ponte di Giuditta è
stato distrutto dall’alluvione nel 1342 e Praga è rimasta tagliata
in due parti, senza un collegamento tra le sponde del fiume. Uno dei
monumenti più affascinanti di Praga.
Bellissimo e maestoso
con una lunghezza di
520m pieni di storia, peccato
però, dal sovraffollamento di turisti, bancarelle di souvenir
e artisti di strada.
Sulle zone laterali del ponte vi sono delle statue che aprono lo
sguardo sella storia di questa città. Il panorama che si ammira dal
ponte lascia senza fiato chiunque lo attraversi, osservando la città
da una posizione strategica si può ammirare anche il Castello di
Praga. Il ponte Carlo di sera: per i romantici non può mancare
una passeggiata di sera quando il sole tramonta e si fa lentamente
buio, cambia volto e diventa quello il posto più romantico del
mondo.
Ci inoltriamo per un po' nel quartiere del castello
(Hradčany), in ceco, hrad
significa « castello ».
Cominciamo a sentire la stanchezza, la temperatura molto alta e
afosa ci spezza le gambe, inevitabilmente ci viene da pensare alla
maratona speriamo che la temperatura sia più favvorevole! Andiamo alla ricerca di una metropolitana che ci riporti al nostro
albergo. La serata si chiude in un locale dove,
mangiamo, bene, piatti di
cucina tipica ceca.
Il
sabato mattina ci sveglia con una fitta pioggia e se il giorno prima
era estate piena, oggi è gennaio pieno, ma che tempo pazzo fa
quest'anno!! Ci alziamo con calma e facciamo una ricca colazione e
poi dedichiamo il resto della giornata, irresponsabilmente, ad
attività turistiche.
Iniziamo dalla Piazza della Città Vecchia il cuore
del centro storico. La piazza è stata magnificamente restaurata ed è
un buon punto di partenza per iniziare la vostra visita di Praga.
Ammiriamo le guglie gotiche della Chiesa di Santa Maria di
Týn, (Kostel Matky Boží před Týnem),che si
ergono sopra la piazza; detta anche semplicemente Týnský
Chrám, è una chiesa imponente di Praga che domina la piazza
della Città Vecchia ed è il secondo santuario praghese dopo la
Cattedrale di San Vito , la statua del
riformatore Jan Hus e, sul lato opposto e quello che è l'attrattiva
più nota che è l'orologio astronomico sul Municipio della Città
Vecchia.
Poi abbiamo allargato il nostro raggio d'azione intorno alla Piazza
della Città Vecchia , lungo le strade che escono dalla piazza, la
grande Pařížská, l'affascinante Týnská che conduce ad Ungelt, la
sempre trafficata Melantrichova che ci porta a piazza
Venceslao (Václavské námestí). Cuore commerciale nel centro di
Praga,venne realizzato in questa maestosità durante il regno
di Carlo IV.
Con i suoi 750mt di lunghezza e 60 di larghezza
la piazza Venceslao ospita numerose attività commerciali e un
notevole flusso di veicoli ad ogni ora. Domina lo spazio l'imponente
struttura del Museo Nazionale, particolarmente votato alle scienze
naturali, e che ospita attualmente 14 milioni di pezzi. Date le sue
dimensioni la piazza è luogo naturale per lo svolgimento delle
principali manifestazioni ed eventi culturali della città; da 2
secoli è teatro delle più grandi manifestazioni di piazza che hanno
segnato la storia del paese, a partire dai movimenti che hanno
portato all'indipendenza dall'Austria, fino alle proteste seguite
all'occupazione sovietica. Si ricorda nella piazza
Jan Palach,
studente che si diede fuoco davanti al Museo in segno di protesta
contro l'invasione russa. Tra i vari palazzi che trovano posto nella
grande piazza, una menzione lo merita sicuramente quello che ospita
l'Hotel Europa, edificio in stile noveau di inizio novecento, alla
cima di piazza svetta la statua del santo sul suo cavallo.
Siamo, poi, scesi lungo Celetná alla Torre delle Polveri,
una delle storiche porte della Città Vecchia dove collegata
alla torre c'è la casa municipale, il piú prestigioso
edificio Art Nouveau di Praga. Ci siamo diretti, poi al borgo del
Castello (Hradčany) che da secoli è sede del potere boemo, il
Castello continua oggi la sua tradizione ospitando la presidenza
della repubblica Ceca. Costruito durante il nono secolo, è
considerato oggi il più grande complesso fortificato medievale al
mondo, con il suo mezzo chilometro si lunghezza, ed è oggi per la
maggior parte aperto al pubblico e visitabile. All'interno trovano
posto una serie di edifici tra cui la celebre Cattedrale di San
Vito, simbolo della città su cui svetta imperiosa, la basilica di
San Giorgio, alcuni musei tra cui la National Gallery e diversi
giardini in cui si può tranquillamente passeggiare. All'entrata si
svolge ogni ora il cambio della guardia, mentre a mezzogiorno si può
assistere alla cerimonia dell'alza bandiera con tanto di fanfara.
Scendiamo di nuovo verso il fiume e ancora sazzi della ricca
colazione ci accontentiamo di un hot dog e poi riprendiamo il nostro
girovagare. Poi Marco e family decidono di rientrare mentre io e
Giuseppina continuiamo a gironzolare con il naso all'insù
ammirando i maestosi palazzi,
d’altra parte quando ti trovi a girare in una città in cui, ad ogni
strada che percorri, ad ogni piazza che arrivi, vedi splendidi
palazzi storici restaurati, chiese con architetture gotiche
incredibili, parchi incredibilmente curati e bionde a non finire (…
intendo ovviamente birre!), diventa difficile pensare alla maratona
che ci attende il giorno dopo.
Poi un gelato e una cioccolata calda e rientriamo anche noi.
Sono le 18,00 e abbiamo appuntamento con Marco per le 19,30 c'è
tempo per una doccia e per preparare l'occorrente per la maratona, è
ora di pensare anche a questo! Con religiosa cura appendo il numero
sulla maglietta,
preparo i calzini, pantaloncini e scarpe, stranamente guardando e
riguardando che tutto vada bene, che non manchi nulla.... ma che
deve mancare? Naturalmente non mi sono neanche dimenticato la foto
del mio amico Guido che da lassù mi aiuterà ancora una volta. Pian
piano mi cominciano a venire i dubbi e se non ce la faccio? Se mi
sono allenato male?, forse oggi era meglio che mi riposassi, ma poi
mi dico: " suvvia pensa positivo e tutto andrà bene!!" Ci provo ma
un certo tarlo mi rimarrà per tutta la serata.
Ci ritroviamo nella Hall e ci rechiamo a cena, cena leggera: pasta e
insalatone, niente birra per gli atleti mentre la
Giuseppina ne ha bevute
anche per noi, buon pro gli faccia!
La
mattina dopo (domenica 13 maggio) giorno maratona: sveglia all’alba,
la colazione è fissata per le ore 06,30 mi alzo subito ma mi accorgo
anche che sono un po' preoccupato non riesco a tranquillizzarmi e lo
prendo come cattivo auspicio comunque siamo quì e bisogna ballare!
Scendiamo per la colazione rigorosamente fette biscottate e miele mi
riempio la tasca dei pantaloncini di uva passa e mandorle sgusciate
i camera ho anche dei datteri denocciolati, mi saranno utili lungo
il percorso.
Risalgo in camera, non ne ho parlato con nessuno dei miei
timori non vorrei demoralizzare anche gli altri, finisco di
preparare le ultime cose e via ci siamo dobbiamo recarci alla
partenza. Andiamo tutti e cinque, corridori e supporter, il breve
tratto che ci separa dalla metro e poi da quì una fermata e
siamo a Piazza Venceslao dove, in fondo, sono ubicati gli spogliatoi
e il deposito borse.
Il tempo sembra volgere al bello ma la temperatura è abbastanza
fresca, anche troppo.
La città era deserta,
tuttavia ogni tanto dalle vie laterali sbucava qualcuno con zaino
della maratona con destinazione comune. Da lì a qualche centinaio di
metri, “quel qualcuno”, era diventato qualche migliaia! Raggiungiamo
velocemente l’area. L'Eugenia e la Giuseppina ci
immortalano con delle foto
un bacio e tanti auguri e ci dirigiamo verso gli spogliatoi,
consegniamo lo zaino al deposito borse
(tutto organizzato con una precisione…svizzera) e ci rechiamo alla
nostra
griglia di partenza, situata nella via Celetna, ma fa freddo e prima
di entrare nella via sfruttiamo un angolo assolato ma poi dobbiamo
entrare. L'ubicazione della strada è singolare
in quanto è in curva rispetto alla piazza in cui è situato
l’arco dello start. La via stretta amplifica il caos pre-partenza,
ancora i dubbi i tormentano e cerco la concentrazione, forse sono
sembrato anche scorbutico ai mie due amici, man mano che le griglie
si riempono di atleti e la musica di non sò quale genio della musica
classica fosse....Mozzart?? L'adrenalina comincia a crescere e con
essa l'euforia, ad un tratto mi accorgo che stò fremendo e non vedo
l'ora che venga dato il via.
E finalmente viene dato lo start, è il momento di tirare fuori tutto
quello per cui mi sono preparato per lunghi mesi.
Impiego ben
5’:15”
prima di passare sotto la linea di partenza, il serpentone umano
imbocca il vialone Parizska e si attraversa la Moldava sul ponte
Cechuv Most, per piegare subito verso Sud in direzione del Castello
e riattraversare la Moldava sullo storico Karluv Most. Fin dai primi
chilometri si intuiscono subito quali sono le difficoltà di questa
affascinante maratona: i continui sali scendi del tracciato,
micidiali, il lastricato del centro
storico, le numerose rotaie dei tram (che rendono difficoltoso
l’appoggio). Nel frattempo resto calmo
limitando gli zig-zag, la paura di sprecare energie in un tracciato
così impegnativo mi frena. Al km 10 c’è il primo cambio della
staffetta che si svolge in contemporanea (ulteriore elemento di
disturbo in questa prima fase della corsa), con gente fresca che
parte a “randa” (botta morale) ed altra alla disperata ricerca del
compagno a cui dare il cambio (botte fisiche).
Imboccato il vialone Rohanske
Nabrezi, che riporta verso la piazza della partenza, mi accorgo dei
cartelli che segnano i km 39, 40, 41 … . Realizzo che dovrò
ripassare da lì verso la fine, peccato che la strada (costeggiando
il fiume) sia un continuo sottopasso “tendente” alla salita, ma
all’inizio le energie sono ancora abbondanti ci si penserà più
avanti! Intanto Continuiamo a correre tutti e tre assieme non
ostante continuiamo a incitare Alessandro, il figlio di Marco, ad
allungare. Lui con i suoi venticinque anni se lo può permettere.
Al km
12 ripassiamo dal viale Parizska e solo adesso, fatto in leggera
discesa verso la piazza, mi accorgo della gente che è assiepata ai
bordi strada, che diventa una vera esplosione di colori e grida (fra
normali turisti ed appassionati alla gara) al nuovo passaggio nella
piazza principale. A questo punto il percorso attraversa la parte
finale della Vaclavske Namesti (tipico luogo di passeggio per i
praghesi), poi via Narodni con tutti i binari dei tram al … loro posto!
Quindi brusca svolta verso Sud, lungo la Moldava, poco dopo il km 15
c’è il primo punto in cui il tracciato in andata si affianca al
ritorno. Dall’altra parte della strada si vedono quelli che
hanno già fatto il giro di boa, intanto io continuo con il mio ritmo
che mi sono imposto in 5,40 a km.
Tra tante bellezze di questa città ne incontriamo una che forse
suscita certe perplessità un palazzo avente una forma molto
particolare (tutto “attorcigliato”) con una sorta di grosso nido in
acciaio sopra il tetto la così detta
Casa Danzante
(Tančící dům), anche nota
come "Ginger e Fred" dalla coppia che l'ha ispirate, sull'argine di
Rašínovo nábřeží è una delle rarità di Praga, ammirata e criticata
allo stesso tempo. Questo eccentrico edificio è stato progettato
dall'architetto americano Frank Gehry e la sua costruzione è
terminata nel 1996. Una forma decisamente, a dir poco, originale
nell'ordinata fila di edifici dall'architettura centenaria. La mia
corsa prosegue non veloce ma costante e quando giungo
alla “mezza” guardo il cronometro
non è un buon tempo per me ma stò bene e non sento particolari
dolori, la respirazione è buona e continuo di buon umore, continuo fino alla svolta ad
“U” che individua il punto più a Sud del tracciato lungo il viale Podolske Nabrezi. Adesso è il mio turno guardare in faccia chi mi
sta dietro, vedo anche il “pacemaker” delle 4h:15’ con i suoi
palloncini e riesco a calcolare che ho un bel pò di di vantaggio.
Per la prima volta penso di riuscire a finire la maratona senza
procedere al passo per lunghi tratti e già questo mi rende felice e
fiducioso di fare una bella corsa.
Poco prima del km 25 nuovo
attraversamento della Moldava sul Palacheko Most (particolarmente
ripido) e chiedo a Mraco come và e la sua risposta mi preoccupa, ci
fermiamo al ristoro successivo e quando riparto non lo vedo più
spero proprio che non debba ritirarsi.
Nei brevi
tratti in discesa per far andare le braccia lungo i fianchi e
riprendere fiato. Poco dopo il km 28 nuova svolta ad “U” lungo il
viale Strakonicka ed ennesimo tratto in salita (leggera, ma stavolta
lunghetta: almeno 3km). Al termine attraversiamo ancora il fiume
(sul Legli Most con tutto il suo pavè!!!): a questo punto la fatica
comincia a farsi sentire , i ristori sono diventati piccole
oasi (sono sempre frequenti e ben forniti, i piccoli gruppi rock disseminati lungo il percorso
(alcuni veramente encomiabili) forniscono un supporto morale. Al km
33 riconosco i luoghi in cui siamo passati pochi km dopo la partenza
e mi faccio coraggio perché ormai sono “sotto il deca”, anche se
sono consapevole che il mio passo si è irrimediabilmente ridotto.
Penso solo che sia un peccato non aver studiato un percorso che
prevedesse altre strade di questa bellissima città, per evitare
“strade già viste” (e magari senza salite!). Vedo il cartello
che indica il km
39 e io aspetto il 40°, ho qui infatti appuntamento con mia moglie
per consegnarmi la bandiera italiana con cui voglio arrivare ai
traguardi delle maratone che faccio e quando sbuco dall'ennesimo
sottopasso, i salita, eccole lì la Giuseppina e l'Eugenia,
infreddolite ma lì che ci aspettano. Mi concedo a loro per una
fotografia, prendo al volo la bandiera e senza fermarmi continuo e
adesso ancora più carico, peccato che questi ultimi due km debbano
essere in salita e su lastricato, micidiali. Incontro un'altro
italiano che prosegue con difficoltà e lo incito a proseguire: "dai
manca poco, stringi i denti!!" Mi guarda e forse vedendo la bandiera
che ho con me riprende a correre e si affianca a me, non mi dice
niente ma mi guarda come dire dai facciamoli veder chi siamo,
rimarrà con me sino alla fine!
Giungiamo all'ultimo ristoro, riparto subito, appena un sorso
d'acqua, mi ritrovo al fianco il mio compagno e continuiamo
consapevoli che ormai e fatta.
Finalmente arriva la tanto attesa “svolta secca a sinistra” su Parizska, ormai ci siamo. Le ultime centinaia di metri le gambe girano da
sole, la gente ai lati della strada applaude chiunque passi, ma a me
sembra che siano lì tutti per me, ecco
finalmente il tappeto blu: l’ultimo allungo prima di attraversare a
braccia alzate l’arco d’arrivo. Guardo il cronometro: 4h:15’:20”,
buono! Sono soddisfatto con un tracciato meno duro avrei fatto
sicuramente meglio, sento di aver fatto una bella corsa, sono a
posto con me stesso ed è una bella sensazione.
Qualche minuto per rientrare nelle mie facoltà di “intendere e
volere”, poi
come eroi, si ritira fieri
la propria medaglia, si lascia il luogo teatro della "vittoria",
la trafila delle foto ed il recupero dello zaino.
Quando finisco una maratona è, in parte parte, un sollievo è come
levarsi un peso di dosso e in parte mi lascia un senso di vuoto che
voglio colmare al più presto e nelle ore successive mi ritrovo
a pensare a quale altra maratona potrei partecipare, ma alla fine mi
sono detto che per adesso è meglio godermi questa esperienza,
recuperare le forze e poi magari cominciare a ricominciare a pensare
a qualche altra avventura, di sicuro non mi fermo!!!
Per essere preciso nel racconto della corsa bisogna dare anche
testimonianza di chi ha dominato la corsa, che per me è come se ne
avessero fatta un'altra diversa.
Per quanto riguarda il risultato finale non vi sono state sorprese,
con etiopi e keniani che hanno dettato legge. In campo maschile
vittoria dell'etiope
Deressa Chimsa, con il crono di 2h06'25". Alle sue
spalle i keniani Stephne Tum con 2h07'17" e Philemon Limo con
2h09'25". Primi italiani al 79° e 80° posto: Valerio Conori del GP
Corno Giovine con il tempo di 2h46'07" e Christian Vignali del Road
Runners Club Poviglio ASD con 2h46'46".
Fra le donne successo per la keniana Agnes Kiprop con il tempo di
2h25'41", davanti alla connazionale Flomena Chepchirchir con
2h26'50" e l'etiope Meseret Debele con 2h27'15". L'italiana Tiziana
Nesta dell'Atletica Lazio quindicesima con 3h00'59".
Insomma quando io ero circa a metà, loro finivano la corsa! Meglio
non pensarci e continuare, invece, a credere che la corsa è un
divertimento e prendere ad esempio la citazione, non so di chi, che
dice:
"Ognuno è campione di sé stesso!!! Parti e poi si vedrà... non
pensare all'arrivo pensa alla corsa!!
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