17/06/2012 Monte altissimo (1589mt.) dal Colle della Tecchia


L'altissimo (m. 1589), è forse la montagna che colpisce maggiormente l'attenzione di chi osserva la catena apuana dalle spiagge di Viareggio. Infatti, data la vicinanza alla costa, il suo ripido versante meridionale assume il carattere di una imponente parete e la montagna nel suo insieme sembra sovrastare le altre cime. Queste sono le ragioni che hanno fatto meritare alla montagna, in realtà non molto elevata. l'appellativo di "Altissimo". Per questa sua evidenza oltre che per l'interesse dato dal suo marmo pregiato, sembra che lo stesso Michelangelo, che fu tra i valorizzatori delle sue cave, avesse concepivo il proposito di scolpire la parete meridionale della montagna in modo che fosse visibile dalla costa. Oggi, percorrere le pendici di questa montagna, è particolarmente affascinante sia per i richiami storici - culturali che essa offre, che per i segni lasciati da secoli d'intensa attività estrattiva.  

 

 
 

Itinerario:  Colle della Tecchia (mt.822 s.l.m.), Passo della Greppia (mt.1.200), Passo degli Uncini (mt.1380),Monte Altissimo (mt.1.589 ), Passo del Frate (mt 1327), Canale Dell'Angiola

Come Arrivare:
DAL MARE
Si deve raggiungere il centro di Massa e da qui seguire le indicazioni per San Carlo.
Da qui la strada prosegue per Pariana, Altagnana, Antona e Pian della Fioba-Passo del Vestito (Le Gobbie). Raggiunta la località Pian della Fioba, in prossimità del Rifugio Città di Massa, conviene parcheggiare la vettura nel piazzale sulla destra della carreggiata e percorrere la breve, seguente galleria a piedi.


DALL’INTERNO:
Da Seravezza imboccare la SP9 per Castelnuovo Garfagnana, poi la SP10 Via D'Arni, si super la galleria del Cipollaio e poco dopo si trova il bivio, a sinistra, per Arni.
La si imbocca e, prima di giungere al paese, si volta a sinistra in direzione Passo del Vestito-Massa.
Si passano diverse gallerie fino a giungere ad un galleria con, sulla sinistra una cappellina in commemorazione dei caduti dellal seconda guerra mondiale o cappella del Partigiano. Qui parcheggiamo e iniziamo l'escursione
Qui si parcheggia, e si ripercorre a piedi e a ritroso

- INDICAZIONI STRADALI -
 
Sentieri: 
N° 188 Colle della Tecchia – P.so della Greppia
N° 33

Pasquilio – P.so Focoraccia – P.so della Greppia – P.so degli Uncini
Arni – Rif. Puliti – Madonna del Cavatore – Le Gobbie – P.so

     
N° 143

Foce del Frate – P.so degli Uncini – Monte Altissimo – P.so del Vaso Tondo

N° 41  Canevara – Antona – Colle della Tecchia – La Strega – Canal d’Angiola – Foce del Frate – Le Gobbie


 

  
                            


 

Classificazione: EE(Allenati)
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 6,30 h cammino effettivo
 
Acqua: alla cappella ai Caduti della Linea Gotica al Colle della Tecchia
 
Punti sosta: Bar Ristorante le Gobbie prendendo il sentiero n°33 al Passo degli Uncini
 
Traccia Google Hearth
Scarica traccia GPS

 

 

Periodo consigliato: Da Primavera all'autunno, in inverno
 con presenza di neve e ghiaccio solo per escursionisti
esperti all'uso di ramponi

 

           

Inaspettatamente per questa escursione ci ritroviamo in un bel numero, ben 10 escursionisti ben determinati a salire su una delle montagne più rappresentative delle Apuane.
Una volta raggiunta la nostra meta, il Colle della Tecchia, con le auto iniziamo subito la nostra camminata.

Il Colle della Tecchia
si trova ad 879 metri di quota lungo la strada Massa-Arni, subito prima della galleria da Pian della Fioba in direzione Massa.
Il Colle della Tecchia è così chiamato per lo strapiombante dirupo sul quale si articola l’Orto Botanico.
Qua originano il sentiero 41 per Passo d’Angiola e le Gobbie ed il 188 per il Passo della Greppia. (http://www.escursioniapuane.com)

la giornata si preannuncia torrida e sapiamo già che sarà una bella sudata; prendiamo il sentiero che dalla cappellina dei Partigiani parte sulla destra e prosegue piacevolmente tra castagni, molti purtroppo ammalati da quella specie di vespa che colpisce letalmente queste piante. Il sentiero o meglio i sentieri sono due che per un tratto proseguono assieme, e sono: il 41 e il 188. Noi prenderemo il 188 per dirigerci verso il Passo della Greppia, mentre il 41 lo percorreremo al ritorno.
Camminiamo speditamente e allegramente scambiandoci varie battute, il sentiero/strada si fa percorrere facilmente bello in piano e presi dal fresco del bosco, la nessuna pendenza e la ciarleria facile per poco non oltrepassiamo l'imbocco del sentiero n° 188 sulla sinistra. dalla nostra dobbiamo dire che era anche ben nascosto dalla vegetazione!
Iniziamo a salire nel bosco ma ben presto la vegetazione diventa molto folta prevalentemente alte felci e micidiali ginestroni che bucano da tutte le parti, si attraversano diversi canali e comunque abbiamo a vista la nostra prima meta, il Passo della Greppia, con il suo isolato alberello e il grande torrione.
Già quì la salita è molto ripida, meno male che stiamo camminando all'ombra.
Giunti al passo, dove è presente un tavolo con panche tipo pic nic, ci concediamo una pausa per andare ad ammirare il panorama che dà sul litorale e la sottostante valle del Vezza, ma non possiamo, d'altra parte, ignorare anche l'orribile scempio che viene fatto a queste splendide montagne con un'estrazione selvaggia del marmo, intere cime che non esistono più!
Dopo una bevuta ristoratrice riprendiamo il cammino; al passo della Greppia termina il sentiero 188 e da qui transita il 33, che proviene dal Pasquilio, quindi adesso percorriamo quest'ultimo verso il Passo degli Uncini.
Da qui inizia la parte più ripida della salita su canale
 erboso contornato da ardite guglie ( Gli Uncini ), un tratto caratterizzato dalla forte pendenza e da alcuni passaggi, in verità piuttosto facili su roccette.
In trenta minuti, circa, raggiungiamo il passo Uncini (m. 1380).  Questo passo, così come la cresta montuosa che lo precede e che lo segue, è così chiamato per il crinale frastagliato formato da una serie di guglie dolomitiche ed è il punto terminale della lunga cresta formata dai monti Folgorito, Carchio e Focoraccia; dal passo ci possiamo affacciare sullo scosceso versante marino che impressiona per l'estrema pendenza. Adesso la cresta dopo essersi unita ad un contrafforte proveniente dal Passo del Vestito si fa più affilata, quest'ultimo tratto lo abbiamo seguito tenendoci sul crinale (con qualche attenzione: passi di I grado), in realtà si potrebbe seguire il sentiero più basso n° 143 ma preferiamo seguire il filo di cresta con un percorso più esposto ma, senza dubbio, molto più panoramico anche se richiede estrema attenzione e adeguata preparazione.
Giunti in vetta, sotto un sole cocente, ci consoliamo con lo splendido panorama  molto più ampio di quanto si possa supporre in considerazione della quota non così elevata. A ovest osserviamo un ampio tratto della costa toscana e non possiamo fare a meno di pensare ai tanti turisti che con tutta probabilità stanno affollando le spiagge mentre noi ci troviamo a quasi 1600 metri di quota. Verso nord ovest appare ben visibile il promontorio di Lerici ma anche il golfo di La Spezia con le isole di Palmaria e Tino, proprio davanti a noi scorgiamo anche le isole della Gorgona, Capraia e tra la foschia anche la Corsica. Verso settentrione spicca l’affilato spigolo di Monte Sagro, ultima grande cima apuana muovendo verso nord; alla sua destra ecco il cocuzzolo di Monte Tambura e il pronunciato valico di Passo Sella; muovendo ulteriormente verso oriente appare ben visibile l’erbosa vetta del Fiocca e la grande parete rocciosa del Sumbra quindi un tratto della Garfagnana oltre la quale è presente come una barriera il crinale appenninico. Infine, verso sudest, ecco un altro bel gruppo di famose vette Apuane: in primo piano, da sinistra a destra, il Freddone e Monte Corchia; fra i due, ma più in lontananza, ecco la Pania Secca, il Pizzo delle Saette e la Pania della Croce, forse la più famosa tra le vette del gruppo.
Fa molto caldo e siamo sudatissimi, ottimo piatto per tafani e insetti vari che vengono richiamati dagli odori che sprigioniamo, odori per loro puzza per noi! In vetta a questa montagna troviamo sempre sciami di questi fastidiosissimi insetti visto la presenza di branchi di capre selvatiche.
Infine, per non essere divorati dai tafani e la paura di beccarci anche il " selvaggiume" (
acaro
(neotrombicula autunnalis) che può provocare nell’uomo la trombiculosi o eritema  che si manifesta sulla pelle, nei punti dove questa è più sottile: braccia, inguine, retro ginocchio etc.) decidiamo di riprendere il cammino e portarci più in basso, anche per trovare un pò d'ombra.
Riprendiamo la cresta, scendendo sino all'ante cima, questa volta prendiamo sulla destra ( palina segnalazione) il più tranquillo sentiero n° 143che aggira la montagna sul lato sud, un pò aereo ma tutto sommato abbastanza tranquillo.
Scendendo troviamo tratto erboso e alcuni alberi di faggio, allettati dall'ombra decidiamo di fermarci qui per il pranzo, inoltre abbiamo anche una bella vista, davanti a noi il Sagro, la Tambura e il Sella, dietro il mare con il golfo della Spezia.
Ci siamo ripresi dal gran caldo e abbiamo reintegrato le riserve idriche e alimentari, tutti noi ci rammarichiamo che non è venuto il nostro amico Bruno sempre attrezzato di macchinetta del caffè e fornellino. Non ci resta altro che riprendere il cammino, scendiamo ancora sul 33 sino a raggiungere di nuovo il Passo degli Uncini.
Qui il sentiero cambia di nuovo denominazione e dobbiamo prendere il 41 in direzione del Passo d’Angiola o Foce del Frate che raggiungiamo in circa mezz'ora; luogo  molto panoramico sul mare e sul Fiocca e Sumbra, caratteristico è anche il monolite che dà il nome al passo sembra proprio un frate in preghiera.
prendiamo il sentiero dal versante mare seguendo sempre il sentiero n° 41, dopo pochi metri sulla destra, scendendo, si può visitare una vecchia postazione, in galleria, della linea Gotica, che da quì passava.
Riprendiamo il cammino subito il passo si fa incerto dato il fondo costituito da raveneto e molte sono le scivolate, inoltre scende sempre più ripidamente in numerose voltoline.
Scendendo giungiamo a una formazione rocciosa chiamata della Strega  detta così perchè il suo profilo somiglia alla faccia di una vecchia dal naso adunco, dove si stanno cimentando in arrampicata un gruppetto di ragazzi.
Finalmente troviamo della vegetazione che ci ripara dal sole, le prime piante sono dei pini e successivamente faggi, il sentiero che sino ad ora è sceso in forte pendenza, ora in prossimità di un tratto roccioso diventa più pianeggiante ma l'illusione di proseguire in piano  e su terreno più stabile dura poco, infatti si scende di nuovo ripidamente ma a complicare notevolmente le cose sono le ingombrati ginestre che oltre che  a celare il sentiero bucano da tutte le parti e felci di dimensioni esagerate. Dobbiamo per forza di cose camminare con cautela. Nei tratti un pò più puliti diamo un'occhiata al panorama e di fronte a noi la bella cresta degli Uncini, mentre a sinistra abbiamo la catena delle Apuane con il Sagro, il Grondilice, il Contrario, il Cavallo, la Tambura ed il Sella, invece a destra la Cresta dal Carchio al Focoraccia, al Passo del Pitone e a quello della Greppia.
Continuiamo a scendere ancora e in breve giungiamo ad una grossa croce metallica e subito dopo usciamo sulla strada alle spalle della cappellina dedicata ai caduti della Linea Gotica.
Quì, dove abbiamo lasciato le auto, troviamo l'unica fontana di tutta l'escursione e possiamo così rinfrescarci un pò.
Non ci resta che riprendere le auto e fare una sosta nella nostra gelateria preferita e gustando la deliziosa crema ci diamo appuntamento per la settimana prossima.

 

L’Altissimo nella poesia  Il monte ispirò anche il poeta Gabriele d’Annunzio

“Il Peplo Rupestre”

Mutila dea, tronca le braccia e il collo,

la cima dell’Altissimo t’è ligia.

È tua la rupe onde alla notte stigia

discese il bianco aruspice d’Apollo.

La cruda rupe che non dà mai crollo,

o Nike, il tuo ventoso peplo effigia!

La violenza delle tue vestigia

eternalmente anima il sasso brollo.

Quando sul mar di Luni arde la pompa

del vespro e la Ceràgiola è cruenta

sotto il monte maggior che la soggiòga,

sembra che dispetrata a volo irrompa

tu negli ardori e sul mio capo io senta

crosciar la foga dell’immensa foga.

Per saperne di più visita il sito   http://www.escursioniapuane.com/SDF/MonteAltissimo.html

Foto escursione
Se vuoi unirti a noi apuano@email.it