18/8/2013 Pizzo delle Saette dalla Cresta del Serpente

I versanti Nord occidentali del gruppo delle Panie, compresi fra la Pania della Croce e il Pizzo delle Saette, presentano un aspetto aspro e dirupato con profondi canali e salienze rocciose di una certa imponenza. Questa zona prende il nome di " Mura del Turco"; lungo di essa non esistono sentieri tracciati, tuttavia, se si è in possesso di senso di orientamento e sicurezza nella marcia su terreni impervi, è possibile attraversare a mezza costa tutto il versante fino a portarsi sulla cresta nord del Pizzo delle Saette. Nella parte alta del versante vi sono una serie di cenge che si raccordano in alto con la spalla del Pizzo delle Saette: sono le cosi dette " Cenge dei Partigiani" usate come ritirata strategica dai gruppi della resistenza durante l'ultima guerra.
Da Montane Irripetibili di Giorgio Perna e Fabrizio Girolami  Pezzini editore

 

Itinerario:  Fociomboli - Foce di Mosceta - Le Mura del Turco - Cresta del Serpente - Pizzo delle Saette ( giro ad anello )

 

Come Arrivare: 
Da Seravezza si seggue la strada di fondovalle del Serra e in località Ruosina si svolta a sinistra per salire lungo la rotabile del Cipollaio. La strada di inerpica lungo le pendici meridionali del Corchia fino a raggiungere il paese di Levigliani (m. 582), la strada sale lasciando a sinistra il bivio per Terrinca (m. 517), poco dopo il bivio, si svolta a destra per una larga strada asfaltata che risale le pendici del Corchia (m. 1677)  fino a giungere al del Passo Croce. Si prosegue tenendo la sinistra,  che ben presto diventa sterrata. 

INDICAZIONI STRADALI

 
   
Sentieri: Segnaletica: CAI Bianco rossa - 
 
 
N° 126 Foce di Mosceta – Il Caccolaio – Le Gorfigliette – Callare della Pania - Focetta del Puntone
N° 129     Ponte dei Merletti – Càmpanice – Fociomboli – Rif. Del Freo – Foce di Mosceta
 
Classificazione:  Alpinistica facile - passaggi II- III

 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 8,00
 
Acqua: Presso il rifugio vi è una fontana non sempre funzionante, a pochi metri sul sentiero n° 128 vi è una fonte, segnalata.
 
Punti sosta:  Rifugio del Freo a Mosceta    
   
 
Traccia gps           Traccia Google Earth

Altimetria

 

Periodo consigliato:  Da maggio a ottobre
                                                con le dovute conoscenze interessante anche in invernale ma  pericoloso 

 Percorso difficile non tanto per l'impegno fisico, quanto nel tratto dal Rifugio di Mosceta fino alla Spalla del Pizzo delle Saette non esiste un percorso segnalato ed occorre quindi senso di orientamento e sicurezza su terreni impervi; si deve  inoltre superare un breve passaggio di III° grado.

            Più in alto l'azzurro profondo del cielo non mi dice la gioia. 
Vorrei somigliarvi superbe montagne che amo. 
Vorrei come voi alzare i miei fianchi poderosi al cielo, stendere sopra le valli eterni ghiacciai immobili. 
Vorrei come voi rimanere, imitando l'eterno. 
Ma il mio destino è lo stelo di un fiore e una foglia d'autunno nell'aria che vibra.

 ( tratto da montagna vissuta a cura di Achille Quarello)


Oggi ci dedichiamo ad una via nuova più alpinistica che escursionistica, un percorso che ci porterà in vetta al Pizzo delle Saette nel gruppo delle Panie.
Prendiamo per Seravezza seguendo la strada di fondovalle del Serra e in località Ruosina  svoltiamo a sinistra per salire lungo la rotabile del Cipollaio lungo una strada sulla quale una volta passava il trenino dei marmi che dalla zona di Arni portava i blocchi ai moli caricatori attraversando la galleria del Cipollaio. La strada si inerpica lungo le pendici meridionali del Corchia fino a raggiungere il paese di Levigliani (m. 582), borgo di cavatori e meta ideale per raggiungere sia il Corchia che la Pania attraverso  il caratteristico sentiero a tornanti molto conosciuto detto "Le Voltoline"; dopo Levigliani la strada sale lasciando a sinistra il bivio per Terrinca (m. 517) mentre noi, poco dopo il bivio, svoltiamo a destra per una larga strada asfaltata che risale le pendici del Corchia (m. 1677) attraversando una zona chiamata Pian del Lago fino a giungere ai 1.160 m. del Passo Croce dove si apre uno stupendo panorama su varie vette della catena apuana.
Passata una marginetta sulla sinistra troviamo un bivio, noi proseguiamo sulla sinistra che ben presto diventa sterrato, proseguiamo si quasi al Passo di Fociomboli ma all'ultima curva la strada diventa molto dissestata, lasciamo l'auto in prossimità del sentiero n° 129 al bivio per Ponte merletti e Mosceta in prossimità di una marginetta, davanti a noi gli splendidi Torrioni del Corchia meta ambita dagli alpinisti.
Ci prepariamo per la nostra escursione e subito partiamo, raggiungiamo in pochissimi minuti Fociomboli e continuiamo sulla strada sterrata che porta alle cave del retro Corchia.
Di fronte si profila il Corchia, dietro abbiamo il Freddone e sulla sinistra prima il Rovaio e poi la Pania.
Sulla sinistra parte il sentiero, N° 129, ci inoltriamo nel fitto bosco di faggi, camminiamo ammirando la natura di questi splendidi monti costeggiamo tutto il Corchia sino ad uscire dal bosco e siamo sopra la Foce di Mosceta con i suoi bellissimi prati, scendiamo verso il rifugio CAI  Del Freo attraversando un rimboschimento di abeti e larici. 
Superiamo il rifugio e proseguiamo verso la Foce di Mosceta ma prima facciamo una lieve deviazione per raggiungere la sorgente sul sentiero 128, attraversiamo la zona umida sottostante e siamo alla Foce da dove prendiamo il sentiero 126.
Lo seguiamo sino ad entrare nel piccolo boschetto di faggi prima delle "Gorfigliette" e lo lasciamo alla prima curva appena usciti. Proseguiamo verso NE dirigendoci verso un'altro boschetto di faggi, lo attraversiamo superando la base
del costolone O della q. 1750 mt. giungiamo infine al Canalone Centrale; da quì inizia la vera e propria escursione.
 Ci troviamo ad affrontare una parete quasi verticale e subito ci rendiamo conto che non sarà facile attraversarlo, comunque la Stefania parte per prima e avanza con disinvoltura e allora noi non siamo da meno, subito la seguiamo. Il percorso si presenta impegnativo stretti appoggi e sotto di noi un lungo scivolo ci fa capire che quì sbagliare non è consentito. Il terreno è anche abbastanza rotto e ci obbliga a saggiare bene dove mettiamo le mani e i piedi, comunque attraversiamo i circa 150 mt del canale senza problemi. Ci troviamo su prati che salgono verso delle placche dirigendoci verso un'evidente intaglio tra la Torre Francesca e la Cresta del Serpente sotto le pareti di quelle che vengono chiamate le Mura del Turco, chi sa il perchè di questo nome?
All'intaglio dobbiamo oltrepassarlo in un passaggio un pò esposto, siamo all'uscita del canale del Serpente; il nome a questo canale sembra derivi dalla forma a zig zag dello stesso.
Entriamo, poi,  in un canalino ricco di paleo che ci conduce sulla cresta che seguiamo sino ad un pilastro da dove prendiamo un camino molto verticale per ritornare sulla cresta.
Siamo presi dall'impegnativa salita ma comunque non perdiamo l'occasione di ammirare lo splendido panorama che abbiamo davanti a noi: il litorale, il Corchia, e il settore settentrionale delle Alpi Apuane.
Riprendiamo il cammino per un canale erboso e oltrepassiamo un passaggio assai esposto, le difficoltà maggiori comunque sono nella natura del terremo molto friabile e a ogni passo c'è pericolo di far cadere molti sassi.
davanti a noi abbiamo un piccolo strapiombo e poi una zona rocciosa che ci porta sulle Cenge dei Partigiani al bordo del Canale del Serpente. Le cenge prendono questa denominazione
 furono usate nella seconda guerra mondiale dai partigiani come vie di fuga nella loro lotta contro l’invasore nazi-fascista.
Da qui proseguiamo su cresta ma si può anche tenerci un pò più in basso sulla destra, comunque il terreno è sempre assai friabile e mal sicuro e comunque dobbiamo superare
lama di roccia malsicura.
Superata questa ultima difficoltà in breve siamo sul sentiero normale per la vetta del Pizzo delle Saette contrassegnato da bolli azzurri e in pochi minuti siamo in vetta.

Ci congratuliamo per l'impresa fatta e ci concediamo una meritata lunga sosta per pranzare e ammirare il panorama che ci si pone davanti.

Il panorama dal Pizzo, vetta ardita e non molto frequentata dagli escursionisti, è stupendo. Ben visibili molte cime della Apuane settentrionali in particolare il Sumbra, il Fiocca, il Sella, il Macina, il Freddone, l’Altissimo ed il Corchia. e poi il mare, il lago di Isola Santa e il campanile del paesino abbandonato di Col di Favilla, circondato da castagneti secolari.
Abbiamo bighellonato anche troppo e dobbiamo ripartire, scendiamo per il canalino già percorso in precedenza e dobbiamo fare molta attenzione in quanto è messo male su sfasciumi che rendono la discesa problematica. Superato il bivio con il sentiero n° 139 per la Pianizza proseguiamo ancora per alcuni metri e sulla destra parte una traccia poco evidente ma segnalata da un " omino" di pietra ed evitiamo la cresta, non tanto per non fare la cresta ma per accorciare il percorso, infatti questo percorso ci porta un bel po' più in basso del Callare della Pania.
Infatti camminando per prati, rocce e sfasciumi, attraversando un ultimo ravaneto giungiamo al sentiero n° 126 che  ci condurrà agevolmente alla Foce di Mosceta.
Una volta raggiunto il rifugio del Freo ci concediamo una birra e una fetta di crostata, poi rimaniamo un pò a ripetere nella mente l'escursione fatta esprimendo le nostre sensazioni.
Infine riprendiamo il cammino tornando sui passi percorso al mattino sul sentiero 129 e in meno di un'ora siamo alla nostra auto.
Prima di lasciarci pensiamo ad un modo di come terminare la splendida giornata e tra le varie opzioni ci diamo appuntamento per le 21,00 alla sagra del pesce a Stiava.

 


Il nostro percorso corrisponde al 140b

 

 

 

Foto escursione
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