E' molto tempo che desideriamo di salire alla Pania in invernale ma a causa del
mal tempo o per impegni vari ancora non ne abbiamo avuto l'opportunità.
Oggi, però, decidiamo di tentare questa ascesa.
Partiamo da Pietrasanta io (Alessandro) la Giuseppina e Marco M., direzione
Castelnuovo di Garfagnana
per la provinciale 13 attraverso la galleria del Cipollaio.
Giunti a Castenuovo seguiamo le indicazioni per la località Piglionico; una
volta arrivati a Castelnuovo prima di girare a sinistra per Modena sulla destra
c’è una strada proprio davanti a delle grosse antenne, se si fa attenzione c’è
anche un’indicazione per il Rifugio Rossi alla Pania, le indicazioni stradali
indicano per Molazzana.
Imboccata la strada si prosegue sino a un trivio e si segue per Monte Altissimo
e giunti sulla strada che giunge da Gallicano si gira a destra sino
all'Alpe
di S. Antonio; si prosegue sempre sino ad arrivare alla cappellina del
Piglionico (m. 1150), che ricorda un gruppo di
partigiani sopraffatti il 28 agosto 1944 dai tedeschi nelle loro
postazioni poste sul
Monte
Rovaio che è proprio qui di fronte. Bè proprio a questa località ci
si arriva solo dopo aver lasciato l'auto in prossimità del termine della strada
asfaltata, cioè sin dove arrivano i mezzi spzzaneve.
Giungiamo al bivio per
l'Alpe di
S. Antonio e imbocchiamo la strada delle Rocchette (così chiamata perchè
conduce ad una palestra di roccia posta su un gruppo di roccioni alla pendici
orientali della Pania Secca)
che porta al Piglionico, la strada si snoda tra boschi di faggio e ogni tanto si
apre sulle Apuane lasciando vedere la Pania Secca, la Pania della Croce, l'Omo
Morto ecc..
Avevo il timore che la strada, come già successo in altre occasioni, fosse
chiusa per la presenza di neve, ma per fortuna non ne troviamo, almeno sul
tratto asfaltato, poi a piedi sino al Piglionico: dobbiamo tornare indietro per
circa duecento metri perchè l'esiguo parcheggio è già tutto pieno.
Il tempo di indossare le ghette e scarponi e ci avviamo e in pochi minuti siamo
alla cappellina del Piglionico (1140 mt.), oltrepassato questo punto quasi
subito termina la strada inizia il sentiero n°7 e notiamo subito che la neve si
presenta asciutta e farinosa non adatta ai ramponi.
Ci inoltriamo sul sentiero CAI n° 7, dopo un tratto in saliscendi ci si addentra
in un bel bosco di faggi di alto fusto, siamo ottimisti che più in alto la neve
divenga più compatta, la pista è abbastanza marcata. Assieme a noi salgono
anche degli sci alpinisti, per loro forse la neve è buona noi facciamo è
abbastanza fatica, è come camminare sulla sabbia e non rende il procedere
agevole. Siamo ad un tratto dove si deve affrontare un traverso abbastanza
stretto, l'unico punto dove bisogna fare attenzione.
Continuiamo lungo quello che sarebbe il sentiero e ben presto ci troviamo sui
prati fuori dal bosco sulle pendici dell'Omo Morto, tratto di montagna posto fra
le due Panie che ricorda il volto di una persona coricata e la cui massima
altitudine è il "Naso" (m 1677), detto anche "Puntone di Mezzo al Prato".
Proseguiamo per la ripida salita dove la neve farinosa, quì anche simile a
polistirolo, rende molto difficoltoso il salire. Giungiamo infine al
rifugio "Enrico Rossi alla Pania",
quota 1609.
L'ambiente è molto
bello, circondato dalle cime delle Panie; il panorama poi si apre verso le Alpi
Apuane settentrionali e sul Sumbra.
Le forti nevicate hanno sepolto completamente il rifugio e solo il duro lavoro
del gestore ha permesso di far entrare la luce dalle finestre e rendere agibile
l'ingresso.
Dopo una breve sosta per riprendere fiato riprendiamo la marcia verso la Pania
della Croce. Sempre attraverso il sentiero N° 7 sotto l'Omo Morto e ci portiamo
verso la Foce del Puntone 1607mt. importante crocevia, con i sentieri per Foce
di Valli (n° 7), Borra di Canala (n° 139) e Pizzo delle Saette.
Mentre attraversiamo il traverso seguiamo traccia che percorre il ripido
versante, per due volte me e due a Marco va via la neve sotto i
piedi e ci troviamo con una gamba nel vuoto, la neve è troppo instabile e
decidiamo di tornare indietro, meglio aver paura che toccarne!!
Ripercorriamo la via appena fatta e
torniamo al rifugio.
Chiediamo se possiamo mangiare e alla risposta affermativa ci sediamo subito al
tavolo e non aspettiamo che ci dicano cosa offre oggi il rifugio iniziamo subito
a mangiare quello che ci siamo portati dietro, così come aperitivo, continuiamo
con il primo della casa, vino dolce e caffè.
Restiamo a chiacchierare un po' e poi riprendiamo la via di casa. Scendiamo
allegramente, i ramponi li portati per fargli prendere aria, con questa neve non
ce ne è bisogno, ogni tanto uno scivolone ma senza rischi che danno origine a
sghignazzi.
Ci divertiamo tagliando il percorso scendendo su ripidi pendii e così facendo
accorciamo anche il tempo per giunger al Piglionico.
La nostra escursione termina qui.
Per quanto riguarda raggiungere la vetta non ci è riuscito, ma il vero successo
è stato la riconferma della nostra amicizia, non che ce ne fosse stato bisogno,
ma la certezza è stata nell'aver goduto nello stare assieme.
C’è chi il bene preferisce darlo, c’è chi preferisce riceverlo ma, per fortuna,
il bene non è quello che uno dà o quello che riceve: è quello che è la relazione
fra due, o fra molti; si chiama in molti modi e uno dei suoi nomi è amicizia e
rende felici, perché l’amicizia è bello trovarla, ma è ancora più bello
provarla,
Foto
escursione
Se vuoi unirti a noi apuano@email.it
|