17/08/2014 Traversata del Contrario e del Cavallo in cresta da ovest ad est
 

Monte Contrario 1789 mt.
Il Contrario si eleva sulla dorsale est - ovest separato dal Cavallo dall'omonimo inciso. Il suo curioso nome sembra derivare dall'orientazione opposta alle altre cime della dorsale. Infatti questa montagna dà il meglio di se sul versante esposto a sud ovest dove precipita per centinaia di metri con una parete verticale e compatta, percorsa da alcune vie alpinistiche piuttosto impegnative. La lunga cresta sud fa da spartiacque fra il ripido canale Pianone e la Valle degli Alberghi. Dalla parte dell'Orto di Donna il rilievo non appare altrettanto possente, ma piuttosto basso e scuro d'aspetto anche per l'erba e le piante che lo ricoprono lasciando scoperta solo la parte superiore della parete. Non ostante l'apparenza è una cima non facile da raggiungere.
 
Monte Cavallo 1895 mt.
Il Cavallo è una montagna dalle forme bizzarre e complesse. Seconda per elevazione, le sue movimentate creste, in particolare la sud con le caratteristiche " gobbe", gli hanno meritato l'appellativo "onda di pietra". Le foci che lo circondano ( Foce del Cavallo, Foce di Cardeto, Forcella di Porta) sono fra le più alte della catena. Infine la " Coda", il tratto terminale della cresta sud, scende poco al di sotto del passo della Focolaccia rompendosi in scenografiche guglie e torrioni. Le tre, nord, ovest e sud, sono percorribili da escursionisti molto esperti ( passaggi di II+ grado). Per esposizione e per terreno d'arrampicata ( misto erba, roccia e terra), questi itinerari sono tutt'altro che elementari.

 

Percorso: Dal rifugio Donegani (1150 mt.)  a Cava 27 (1481 mt) per marmifera, Passo delle Pecore (1600 mt.), cresta ovest fino in vetta, discesa per la cresta est fino alla Foce del Contrario, foce di Cavallo, Vetta Cavallo (1895 mt.), sentiero 167, Forcella Di Porta (1747 mt.) , Bivacco Aronte (1642 mt.) , Foce di cardeto sentiero 179 poi 180 per rifugio Donegani

 

Come Arrivare
Percorriamo l'autostrada sino ad Aulla, seguendo per Fivizzano e Poi imbocchiamo la strada per Lucca,seguendo le indicazioni per Minucciano.
Appena passata una galleria sulla destra parte una strada che porta alla località Orto di Donna in val Serenaia.

- INDICAZIONI STRADALI -
 
Sentieri: 179 - Foce di Giovo – Cava 27/Rif. Orto di Donna – Bivacco K2 – Foce di Cardeto – P.so della Focolaccia
180 -
Val Serenaia – Orto di Donna – collegamento sent.178 – Rif. Orto di Donna/Cava 27
167 -
 Biforco – Lizza degli Alberghi – Valle degli Alberghi – raccordo sentiero “Ferrata del Contrario” – Case Carpano – Forcella di Porta – Bivacco Aronte – P.so della Focolaccia


 

 

 

Classificazione: EEA  
Tempo di percorrenza:  Effettive 7

 

 
Acqua: Presso i rifugi prima di partire.
 
Punti sosta: Rifugio Donegani Rifugio Orto di Donna

 

 
Traccia gps               Traccia Google Earth
Periodo consigliato: In primavera sino all'autunno. Le salite invernali sono estremamente complesse ed adatte a chi ha buona pratica alpinistica considerando la notissima insidiosità della neve e del ghiaccio apuani.

Questa volta affronteremo una montagna dove molti di noi non hanno mai messo piede: il monte Contrario. Questa montagna, per me, è sempre stata un tabù, un luogo dove è meglio tenersi alla lontana. Molte volte sono stato invitato ad andarci ma non ho mai accettato non mi sentivo pronto per affrontarla ma questa volta non ho avuto tentennamenti e mi è venuto quasi naturale accettare e andare a cimentami in questa nuova avventura.
partiamo alla volta della Val Serenaia.
Imbocchiamo l’autostrada al casello Versilia e raggiungiamo Aulla, da dove, seguendo la statale per la Garfagnana, abbiamo raggiunto Minucciano e la Val Serenaia. Qui bisogna fare attenzione perché subito al termine della galleria che separa la Lunigiana dalla Garfagnana, si deve svoltare a destra e non proseguire diritto. Superata Foce Rifogliola, (810m.), si prosegue lungo la strada marmifera asfaltata, prestando molta attenzione, se di giorno feriale, ai camion carichi di blocchi di marmo provenienti dalle numerose cave della Val Serenaia.
La Val Serenaia è una stretta vallata racchiusa tra il Pisanino e la cresta del Capradosso con, sul fondo, la dorsale del Monte Cavallo e della Foce di Cardeto.
Parcheggiamo vicino al rifugio Donegani da dove
si sale lungo la strada delle cave sino alla Cava 27 dove è ubicato il rifugio Orto di Donna , poi prendiamo verso il Passo delle pecore, prendendo lo stesso sentiero che porta all'uscita della ferrata degli Alberghi, una volta raggiunta la cresta si prende verso sinistra , in pratica siamo già sulla cresta del Contrario.
Ci portiamo verso il boschetto e subito la montagna ci mette subito alla prova dovendo superare una ripida parete, di per se non difficile ma gli scarsi appigli e la roccia che ti si frantuma tra le mani ci crea qualche difficoltà.
Una volta superata la parete si tira il fiato in quanto siamo su uno spiazzo abbastanza largo ma subito dopo dobbiamo risalire un ripido pendio erboso, meno male che c'è il paleo, santo paleo! Per tutta l'escursione in moltissimi tratti è una mano santa!
Sulla cima del pendio dobbiamo superare un breve salto e poi iniziamo la salita della cresta, quella vera, molto esposta! Ormai non si possono avere ripensamenti, l'unica è andare avanti e vedere cosa succede.
Seguendo il filo di cresta ci teniamo prevalentemente sul lato nord raggiungendo l'antecima, quì la roccia è abbastanza buona e vi sono molti appigli, comunque quì è sempre bene saggiarne la resistenza, non è stato raro ritrovarsi con un pezzo di montagna in mano; superiamo passaggi di II grado e l'esposizione si fà sentire e vedere e intanto l'adrenalina sprizza da ogni poro.
A proposito di vedere: la giornata è una di quelle spettacolari, celo terso e visibilità ottima, nei momenti di pausa la vista sulla costa è una meraviglia, da Spezia a Livorno, tutte le isole compresa la Corsica e le cime delle Apuane....che meraviglia!
Dall'antecima la cresta prosegue quasi orizzontalmente, ma bisogna fare attenzione a scendere prima di un salto che ci ha obbligati a tornare indietro per scendere sulla sinistra ( lato nord - Val Serenaia) dove c'è una traccia di sentiero molto ripida e con terreno smosso. Al termine ci troviamo ad una rampa erbosa che sale sino alla cima.
Siamo in vetta al Contrario, finalmente! Questa montagna che sino ad oggi mi respingeva mentalmente, oggi finalmente mi ha permesso di salire sino alla sua cima, mi fa piacere penare che abbia voluto che aspettassi che fossi pronto per un'ascensione del genere, da quassù ho potuto verificare la profondità dei miei sentimenti per questa cima,
a contatto di queste montagne mi sento parte di qualcosa di più grande che va molto oltre la mia persona, i miei problemi e anche i miei sentimenti.
Giungiamo tutti sulla vetta e naturalmente ci complimentiamo l'un l'altro per l'impresa compiuta, siamo felicissimi e godiamo di una vista meravigliosa  in particolare sui vicini monte Cavallo e monte Grondilice. In particolare si rimane affascinati dallo stretto crinale che precipita verticalmente nel versante sud-ovest verso Massa.
Ma è anche inevitabile seguire con lo sguardo la cresta che ancora ci separa dal monte Cavallo e anche la salita alla prima quota del stesso monte e non è possibile credere che sia fattibile raggiungerla ma ho fiducia di chi già ci è già stato e riprendiamo il cammino.
Scendiamo, naturalmente, dal versante opposto a quello di salita, sulla cresta est per ripidi pendii erbosi, dove, il tanto prezioso paleo quì si mostra infido nascondendoci dove mettiamo i piedi, il sasso smosso o la buca sono continuamente nascosti.
Procediamo nelle vicinanze della cresta seguendo intuitivamente un itinerario che permetta ora di tenersi sul versante sud est ripido ed erboso, ora su quello nord, riguadagnando la cresta più in basso in prossimità di un caratteristico torrione, lo si aggira tenendoci sulla destra e si scenda all'intaglio che separa Contrario e Cavallo, la foce del Cavallo 1700 mt..
Dalla Foce del Cavallo si potrebbe scendere verso il versante nord per un ripido canalone erboso fino ad incontrare il sentiero n° 179 e decidere se dirigersi verso il  Donegani per la strada di cava e allora bisogna andare a sinistra, oppure raggiungere la Foce di Cardeto e poi scendere per il 178 e poi il 180. Il secondo percorso è più lungo ma evita di ripetere la stesa strada dell'andata e poi siamo nel bosco che è sicuramente un ambiente più piacevole che quello delle cave.
Noi invece proseguiamo verso la " Prima Quota" della cresta ovest del Cavallo. Iniziamo la salita su un ripido pendio erboso e infine raggiungiamo la vetta di questa prima gobba 1889 mt.
subito veniamo rapiti dal panorama unico che il monte ci offre. Possiamo ammirare tutta la maestosa imponenza del Pisanino, le aspre pareti del Pizzo d’Uccello, la Tambura, la cresta del Contrario appena percorsa in tutta la sua asprezza e fascino; spaziare dai laghi artificiali ma non per questo meno suggestivi della Garfagnana, alla Lunigiana, dalla costa livornese alle Cinque Terre con ben in vista le isole Palmaria e Tino e quelle dell'arcipelago toscano.
Proseguiamo la "cavalcata" scendendo verso la sella che separa la cima settentrionale dalla vetta, qui dobbiamo attraversare un costone roccioso , detto " La Piastra, si tratta di una parete molto scoscesa ma con l'aiuto di un cavetto d'acciaio la superiamo agevolmente.
Proseguiamo la salita sul filo di cresta, attraversando tratti di erba e rocce raggiungiamo, un po’ affaticati, la vetta (1895 m.). L’emozione, e la soddisfazione, è tanta (alcuni salivano per la prima volta sul Monte Cavallo) e tra strette di mano e complimenti vari c’immortaliamo a vicenda, la vista  si  ripete come dalle altre" Gobbe", non vorremmo andarcene ma riprendiamo il cammino verso la discesa, la strada è ancora lunga.

 
Superata una gobba secondaria si scende alla quota più bassa della montagna (1851 m.) passando per la "coda del cavallo" e scendendo tra il paleo, a naso più che seguendo una traccia sino a raggiungere il sentiero 167 da dove in breve raggiungiamo la Forcella di Porta (1747 mt.) e da lì il Passo della Focolaccia (1650mt.) dov’è situato il bivacco Aronte,  il più alto rifugio della Apuane e il più antico, essendo stato inaugurato il 18 maggio 1902 dalla sezione Ligure del CAI, è attualmente proprietà del CAI di Massa. Anche da quì la vista è magnifica e amplissima sugli scoscesi valloni che degradano al Frigido e giù fino alla marina di Massa ed è allietata dalla graziosa cuspide della Punta Carina; a questa fa seguito la rocciosa cresta che sale alla Forcella di Porta e al Cavallo, peccato il degrado sempre più invadente delle cave.
Adesso, finalmente ci concediamo una sosta per il pranzo, ora
possiamo allentare la tensione che ci ha tenuto sul chi va là sino ad adesso,  siamo tranquilli seduti intorno ad un tavolo e allora via alle cibarie.

Un unico neo ha sciupato la giornata, ci è mancato il solito caffè di Bruno ma in compenso abbiamo avuto come dessert le ottime cialde di Montecatini.

 
Rimaniamo per circa un'ora e poi riprendiamo la via di ritorno, verso la Foce di Cardeto, ripartiamo ma non prima di  aver dato uno sguardo ammirato alla vallata di Resceto ed alle guglie rocciose che incorniciano il bivacco.
Raggiungiamo e attraversiamo le cave di marmo, sempre più devastanti, e seguiamo la strada carrozzabile fino ad incontrare il sentiero (segnavia 179) che imbocchiamo.
Percorriamo il sentiero costeggiando le pareti del Cavallo, passiamo sotto il famoso Canal Cambron luogo di impegnative salite invernali, dopo aver incontrato il bivio con il sentiero n° 178 per L'acqua bianca il sentiero riprende la ripida salita, sulla sinistra.
Oltrepassiamo il sentiero che porta al Pisanino dal Pizzo d'altare e con un'ultima salita giungiamo alla Foce di Cardeto.
Facciamo un'ultima sosta e ci dirigiamo verso al Val Serenaia per il sentiero 178 , lungo e abbastanza monotono sino ad incontrare nel bosco il bivio con il sentiero 180 che conduce sulla strada appena sotto il rifugio Donegani.
Eccoci giunti nei pressi del rifugio Donegani dove abbiamo lasciato le auto
, ci scambiamo le nostre impressioni e facciamo progetti per nuove avventure, alla fine giunge l'ora di salutarci.
Tirando le somme si può dire che la giornata è stata una di quelle che non si scordano: bel tempo, splendidi scenari, bella compagnia: che cosa chiedere di più?
Una bella e gratificante traversata, su terreno difficile, su di una montagna, che malgrado sia meno appariscente delle più alte e famose vette circostanti, rimane comunque di tutto rispetto, con un percorso mai banale.

Foto escursione
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