2/11/2014 La Via dei tubi o Sentiero dell’Acquedotto
L’acqua per gli abitanti di Camogli veniva prelevata sopra San Fruttuoso e portata a valle in una condotta di cemento che fa lo slalom tra la macchia mediterranea e le grandi rocce di conglomerato, entra in anguste gallerie bucando le creste delle montagne e passa vicino ai bunker tedeschi di 60 anni fa.
I lavori per realizzare l'Acquedotto delle Caselle furono progettati ed eseguiti dalla Ditta F.lli Sandrini e Magherini di Firenze e iniziarono il primo ottobre 1897. L'inaugurazione avvenne l'8 ottobre 1899. Ampie finestre panoramiche e l'immersione nel buio di gallerie scavate nel conglomerato hanno concorso a farne uno dei percorsi più spettacolari ed emozionanti del Monte di Portofino. Il sentiero, la cui percorrenza richiede una certa pratica e una buona forma fisica,  ha un tracciato altamente spettacolare e suggestivo tra tunnel, scalette e passaggi a strapiombo.
 

Il“Monte”, come viene  chiamato dai “camoglini” in segno di affetto,  è caratterizzato da suggestivi versanti rocciosi che precipitano direttamente sul mare, regalando vedute mozzafiato ed è attraversato da una fitta rete di sentieri, molto ben tenuti e segnalati.
La leggenda narra che nella notte di san Giovanni Battista (24 giugno) sul Monte di Portofino, nel punto in cui si incrociano 4 sentieri  per le Pietre Strette, per il Semaforo, per Ruta e per San Rocco  si radunino gli spiriti di tutti gli amanti che il destino non volle lasciare unire. Questa è anche l’unica notte in cui si può raccogliere il misterioso quanto portentoso “olio di rovere” : uno speciale unguento  che per essere efficace deve essere raccolto proprio tra il primo e l’ultimo rintocco della mezzanotte…

 

Percorso: Santa Margherta Ligure 20mt s.l.m , Croce di San Siro 306mt. s.l.m., Pietre Strette 464 mt. s.l.m., Batterie 236mt s.l.m., San Rocco 215 mt. s.l.m., Camogli stazione 31mt s.l.m

Come Arrivare
In automobile:
Si esce al casello autostradale di Rapallo percorrendo la A12 (Genova - La Spezia). A circa 5 km dal casello si arriva al
centro di Santa Margherita Ligure. Da Rapallo si seguono le indicazioni e una volta attraversato il centro di Rapallo, si segue la strada costiera che attraversa San Michele di Pagana.


In treno:

Si scende alla 
stazione di Santa Margherita - Portofino, che è ottimamente servita da molti treni sia locali che a lunga percorrenza.
 
Sentieri: F.I.E. ( Federazione Italiana Escursionismo)
Santa Margherita Ligure - Pietre Srette

Località Mulino - Ghidelli - Località Crocetta - Nozarego

Camogli- S. Rocco - Pietre Srette - S. Fruttuoso

Camogli- S. Rocco - S. Fruttuoso - Portofino Mare

Sella Gaixella - Monte di Portofino

 

 


 

 

 

Classificazione: EE

Dislivello 250 m


Considerazioni :
Percorso tortuoso, con gallerie buie, strapiombi,  tratti da percorrere aggrappandosi a catene. E’ necessario non soffrire di vertigini o claustrofobia.
 

 
Tempo di percorrenza:  Complessivamente 6, con sosta pranzo, effettive 4,30

 

 
Acqua: A Pietre Strette e alla località Caselle
 
Punti sosta: Santa Margherita Ligure, San Fruttuoso, Camogli

Ente Parco (Viale Rainusso 1, Santa Margherita Ligure, tel. 0185 289479 fax 0185 285706 )


 

 

 
Traccia gps

Traccia Google Earth
Periodo consigliato: I periodi ideali sono il tardo inverno, la primavera e l'autunno (in autunno e inverno occorre calcolare bene i tempi per il ritorno perchè le giornate si accorciano, inoltre, in caso di pioggia e buio il tratto con le rocce e le catene potrebbe diventare pericoloso). La tarda primavera e l'estate sono invece da sconsigliare per il caldo, l'afa e per il fatto che diverse zone sono in pieno sole.
 
Questa escursione ci porterà in una zona fuori dalle nostre Alpi Apuane e anche fuori regione, andremo, infatti, in Liguria nel Parco regionale di Portofino.
Abbiamo letto dell'esistenza di un sentiero chiamato " dei Tubi", l'antico tracciato dell’acquedotto (fine ‘800) che riforniva d’acqua la cittadina di Camogli.
Ci incuriosisce e quindi decidiamo di andare a vedere di cosa si tratta.
Siamo in 11 e partiamo in auto alla volta di Santa Margherita Ligure che raggiungiamo dopo poco più un'ora percorrendo l'autostrada A12. Devo dire che per raggiungere questo centro meriterebbe venirci con il treno in quanto i parcheggi sono pochissimi e a pagamento: 1,50€ all'ora!
E comunque ne troviamo, a pagamento proprio alla stazione.
Attraversiamo il paese portandoci alla partenza dell'escursione che corrisponde a via Costasecca  proprio di fianco all'ospedale e dopo circa 300mt abbandoniamo la strada carrabile asfaltata e continuiamo, sulla destra su un percorso pedonale.
Costeggiamo fasce e proprietà private e dopo venti minuti c'è una prima deviazione a sinistra  per località Nozarego; noi proseguiamo dritto per Pietre Strette si prosegue seguendo sempre i due rombi.
Dopo altri 10 minuti, che alternano tratti di strada carrabile a sentiero di ghiaia, si arriviamo alla seconda deviazione per la località Nozarego; da qui in poi il
sentiero si fa abbastanza ripido con scalini, ricavati nel sentiero, spesso alti ed irregolari fino ad arrivare in località "Costa d'Aria" incrociamo una  deviazione che porta alla "Croce di S. Siro", una vecchia Croce del 1937
che sormonta un altare a ricordo di una cerimonia religiosa di ringraziamento tenuta ogni anno, per un voto, dalla popolazione di S. Margherita Ligure scampata alla micidiale peste del 1623.
Il percorso continua in salita incrociando dopo pochi metri la deviazione per Monte Pollone e dopo altri 15 minuti la deviazione per Dolcina Alta e San Lorenzo della Costa.
Continuiamo nel bosco su una ripida salita e finalmente giunti in cima arriviamo su una strada di servizio forestale che corrisponde al sentiero Pietre strette - Portofino.
Ora si potrebbe andare a Pietre Strette, e io ero curioso di vedere questo posto, ma Luigi, l'amico che ci accompagnava decide d prendere il sentiero Portofino Vetta - Base "0" - San Fruttuoso.
Gli diamo ascolto e iniziamo a scendere molto velocemente verso la costa e ben presto la vista inizia ad aprirsi sul mare e ci si spalanca in tutta la sua bellezza.
Avanziamo su sentiero abbastanza piano e giungiamo alla località di Ghidelli da dove prendiamo un sentiero di raccordo per Costa dei Ghidelli.
Giungiamo in località dei Molini e abbiamo qualche perplessità; ci troviamo davanti ad un bivio: a sinistra si scende all'agriturismo Molini e poi a San Fruttuoso e a destra....guarda un pò si và a Pietre Strette. Che il sentiero fosse più corto lo capiamo da una coppia francese che avevamo sorpassato molto tempo prima e ora ce li troviamo quì con uno sguardo beffardo come dire. " sarete anche veloci ma con scarso senso dell'orientamento!!"
Facciamo finta di niente e mandiamo a sinistra Bruno e  a destra Luigi per vedere quale dei due e quello giusto, si rivela esserlo quello di destra e dopo poco Luigi ci chiama, ha trovato l'inizio della Via dei Tubi.
Siamo in località Caselle appunto all'incrocio della mulattiera lastricata che collega San Fruttuoso con le Pietre Strette, da qui in avanti il sentiero affronterà tratti in cui corre su una traccia piuttosto stretta sopra tratti esposti ed in cui è necessaria fermezza di piede e, in rari punti, assenza di vertigini.
Iniziamo il percorso e ci sembra abbastanza banale, notiamo quasi subito il vecchio tubo di cemento ma poi all'improvviso troviamo delle catene per autoassicurazione ma non sembrano che servano a molto il percorso è facile; ma mano a mano che proseguiamo notiamo che il sentiero o meglio la stretta cengia diventa veramente stretta e ci troviamo ad affrontare uno sperone roccioso che ci costringe a chinarsi o sporgersi nel vuoto tenendosi alla catena per superare il cosi detto Passaggio del Gatto.
Bè siamo passati tutti e adesso possiamo goderci la vista sulla baia di San Fruttuoso, dopo pochi minuti giungiamo alla prima galleria, quindi ci armiamo di lampade ed entriamo.
La galleria è abbastanza larga ma dobbiamo procedere con la schiena curva camminando sopra il tubo in quanto il fondo è allagato, sulla volta si possono vedere anche delle piccole stalattiti che si stanno formando.
Usciti all'aperto seguiamo la traccia dei tubi, incontriamo sulla sinistra, un segnavia triangolo azzurro che scende verso la tutelata Cala dell' Oro che tralasciamo e ci dirigiamo verso uno spuntone da dove ammiriamo ancora meglio la cala.
Subito dopo dobbiamo lasciare il tracciato dei tubi scendendo brevemente sulla sinistra ma risaliamo subito di nuovo sul tracciato dopo due curve.
Troviamo un'altra galleria, il tunnel si percorre agevolmente per circa cinquanta metri.
Di nuovo all'aperto ci troviamo a percorrere un breve tratto attrezzato con catena su una sottile cengia abbastanza esposti nel vuoto, comunque il panorama di qui è spettacolare!
Attraversiamo su un'esigua traccia su placche verticali abbracciati al tubo e alla catena.
Al termine di questa specie di cengia ci troviamo ad una scaletta  che ci permette di superare alcune rocce strapiombanti.
Perseguiamo per una ventina di metri e il tubo che seguiamo supera nel vuoto un canale, non è certo il caso di fare i funamboli sul tubo in quanto sotto vi è un discreto salto! Per questo costeggiando tutta la parete si può oltrepassare agevolmente grazie anche a piccoli scalini ricavati nella roccia.
Risaliamo dall'altra parte proseguiamo diritti e doppiamo una cresta dove il sentiero diviene esiguo ed in bella vista di Cala dell'Oro e della Torretta D'Oria (ora nominata a Salvo D'Acquisto).
Giungiamo ancora ad un'altra galleria, quella del monte Campana, sulla sinistra parte un sentiero che conduce alle Batterie di M. Campana e alla sella a quota 314, noi però entriamo anche in questo tunnel lungo un centinaio di metri con alcune curve, è quasi tutto ben percorribile ma arrivati al tratto con la volta in mattoni dobbiamo metterci carponi e proseguire quasi ventre a terra.
Poi, all'aperto, superiamo un tratto esposto ma facile, attrezzato con catene, poi su un muretto in piano e siamo al bivio del sentiero delle Batterie. Noi prendiamo quest'ultimo ma il sentiero dei Tubi sarebbe proseguito dritto entrando ancora in un'altra galleria e percorre la cresta che parte dalle Batterie e da Punta Chiappa, uno splendido punto panoramico. Ma il nostro accompagnatore riteneva che il proseguo non avesse interesse e quindi siamo andati, appunto verso le Batterie. Il mio pensiero personale è che non effettuare le escursioni integralmente mi lascia sempre un po' d'amaro in bocca! Pazienza sarà motivo di ritornarci per completarlo al 100% .

Come detto giungiamo alla località Fornelli, ora chiamata Batterie per la presenza delle batterie antiaeree (bunker) e dalle annesse strutture costruite durante la seconda guerra mondiale, il primo pensiero è stato quello di fermarci qui per il pranzo ma le moltissime persone che giungono si qui ci ha fatto decidere di proseguire ancora un po'. Giungiamo a quello che è chiamato il Poggio, uno sperone di roccia posto sul crinale che scende a Punta Chiappa, dal quale si gode di un’eccellente panorama sul versante occidentale del Promontorio e, trasparenza dell’aria permettendolo, su tutta la Riviera di Ponente, fino a Capo Mele e, sulla catena alpina, alle più alte cime delle Alpi Marittime e Cozie, naturalmente non siamo stati così fortunati.
Comunque mangiare un panino con questa vista è impagabile, come è impagabile terminare il pranzo con il caffè e la grappa di Bruno!
Riprendiamo il cammino su facile sentiero, che sia facile ce lo conferma il vedere quante persone frequentano questa zona indossando abbigliamento e calzature inusuali per camminate su sentiero.
Mentre camminiamo siamo rapiti dal bellissimo panorama sulla costa e in mare si possono vedere la tonnara e la mugginara, la vegetazione è ancora prevalentemente di lecci, corbezzoli, nelle zone più umide e ombreggiate carpini neri  e pini d’Aleppo .
Dopo circa una quarantina di minuti arriviamo a zone coltivate e oliveti, poi, percorriamo una stradina costeggiata da case molto particolarmente affrescate.
E infine giungiamo nella piazzetta della chiesa di San Rocco, splendida terrazza panoramica affacciata sul Golfo Paradiso da dove si potrebbe godere di un
 panorama incredibile: da Camogli fino a Capo Mele e nelle giornate più limpide, si dice, che si veda anche la Corsica.
Dopo una piccola sosta riprendiamo il cammino verso Camogli prendiamo la lunga scalinata di circa 900 scalini passando tra ra uliveti e alti muri che nascondono belle villette. Infine giungiamo al torrente Gentile e quindi a Camogli. 
Ora non ci resta che andare alla stazione e prendere un treno che ci riporti a santa Margherita Ligure.
Questo meraviglioso luogo ci ha donato grandi emozioni , uno di quei veri “monumenti naturali”, molto vicini a noi anche se immersi nella natura.
A volte cerchiamo posti incantati anche lontani non sapendo che vicino a noi abbiamo posti unici,  veri monumenti naturali!
 

Foto escursione
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