19/04/2015 Monte Rovaio
È un
massiccio ed isolato contrafforte
calcareo che scende da Colle a
Panestra, ai piedi della Pania della
Croce, e si affaccia sulla valle
della Tùrrite Secca dominando il
modesto abitato di Pizzorno.
Chiamato anche monte Bovaio,
toponimo che è usato per la casa
omonima situata presso la vetta sul
versante settentrionale. Forse
questo nome è più adatto pensando
all’utilizzo del territorio.
La
vetta omonima raggiunge i 1060 metri
e si trova ad ovest, ma il monte poi
risale con una cresta rocciosa in
direzione sud-est raggiungendo la
quota più alta (1145 metri) detta il
Nome di Gesù che domina l’abitato di
Colle a Panestra.
È possibile
percorrere un anello del monte
partendo da Colle a
Panestra per Casa
Tréscola fino
alla vetta di 1060 metri, da qua si
continua per casa
Bovaio fino a
Pasquigliora da
cui si torna a Colle a
Panestra. Il
monte è particolarmente panoramico
sulle vicine Panie, sul
Sumbra
e sulla valle della
Tùrrite Secca.
Alcune pareti rocciose permettono
brevi arrampicate, alcune rese
possibili dall’uso di chiodi a
pressione. ( Dal sito Escursioni
Apuane )
Sentieri: Per
la salita nessuno solo vaghe tracce sul versante nord ovest
Periodo
consigliato: Tutto l'anno, senza neve o ghiaccio
Percorso:
Pizzorno (460 m.) - Monte Rovaio cima
nord ovest ( 1060 mt.) Monte Rovaio Cima del Gesù
(1145 m.) - Colle Panéstra (998 m.)
Come
Arrivare
:
Dalla strada
Arni-Castelnuovo in direzione Castelnuovo Garfagnana: circa 2,5
km dopo il cartello di Isola Santa si arriva ad uno spiazzo
sulla destra con fermata autobus. Qua c’è un cartello del
sentiero all’inizio di uno stradello che costeggia il torrente
Tùrrite e c’è spazio per posteggiare.
Per la discesa
138
Pizzorno – Colle Panestra – Piglionico
133
Mulino al Riccio – Alpe di S.Antonio – Colle
Panestra
Tempo di
percorrenza: Tempo
di percorrenza totale:
circa
6h
Classificazione:
EE
Allenati
Acqua:
Al paese di Pizzorno, fonte nei pressi di
case Pasquigliora sul
sentiero 138
Punti sosta: Nessuno
Scrivere
la relazione di questa escursione non è cosa facile in quanto siamo saliti
per una via insolita, una via che solo Luigi può conoscere.
Comunque ci provo ma non vi fidate
della mia memoria.
Oltrepassato l'abitato dell'Isola Santa, dopo
circa 2,5 Km giungiamo ad uno slargo sulla destra
con fermata autobus.
Lasciamo l'auto e seguendo il cartello CAI 138 iniziamo l'escursione.
Se
si seguisse il sentiero si giungerebbe a Colle Panestra ma Luigi, la nostra
pseudo guida, scende nel fiume Turrite e cerca un punto per attraversarlo e
qui iniziano subito le difficoltà, il bagno nelle acque gelide è in agguato;
ci siamo andati vicini ma per fortuna tutto è andato bene, siamo riusciti a
rimanere asciutti e non è cosa da poco!
Sull'altra sponda vi sono grandi
cataste di legna, se vi rimarranno non lo sò: oggi c'erano. All'inizio
sembra che vi sia un sentiero abbastanza largo e frequentato ma è solo
un'illusione ben presto ci troviamo ad arrancare su pendii molto ripidi e
scivolosi del versante settentrionale, ogni tanto si intravede il vecchi
tracciato di quello che una volta era un sentiero; in pratica seguiamo il
canale, e spesso camminiamo proprio nello sconnesso e ciottoloso greto del
canale, sembra proprio un percorso da capre!
Giunti alla cima del canale
dobbiamo attraversarlo, qui troviamo degli ometti che segnalano la
direzione, avrei detto che da qui non ci sia mai passato nessuno e invece
c'è segno di passaggio umano a meno che non li abbiano fatti i mufloni
questi ometti!
Attraversato il canale usciamo dal fitto bosco di faggi e
sembra che qui il sentiero sia più evidente ma anche questa è una pia
illusione, infatti ci troviamo a salire per rocce che si sbriciolano in mano
sino a raggiungere una lunga cresta che volge verso sud, in compenso vi sono
delle belle fioriture di orchidee selvatiche.
Continuiamo facendo lo
slalom tra gli alberi di faggio e sali scendi tra rocce sino a raggiungere
un vecchio rudere nascosto nella vegetazione, adesso ci troviamo in ambiente
più aperto e dopo breve troviamo la deviazione per Colle Panestra sulla
sinistra, sentiero 133. Noi proseguiamo dritti sempre sulla cresta che si
inoltra ancora tra fitti faggi.
All'inizio si sale abbastanza
agevolmente ma ben presto ci accorgiamo che quest'ultima salita non è altro
che la parte più infida in quanto molto ripida e con fondo scivoloso con
tutte quelle fogli, fango e rami viscidi caduti a terra.
Il percorso
ognuno se lo sceglie come crede meglio infatti questa è la direzione della
cresta e comunque qualsiasi direzione si prenda ci porterà comunque in cima.
E finalmente raggiungiamo la cresta su una sella erbosa e libera dagli
alberi, veniamo ripagati subito dalla bella vista sul Pizzo delle Saette che
ci si stagli davanti a noi con la sua cresta nord, un vero spettacolo.
Ci
dirigiamo verso destra dove c'è la cima nord-ovest, per raggiungerla
dobbiamo percorrere una divertente cresta tra roccette e dobbiamo anche
calarci per qualche metro trovando un muro davanti a noi, niente di
difficoltoso ma sempre in agguato qualche rovinosa scivolata, per fortuna
non è successo niente del genere.
Risaliamo e ci troviamo su un'ampia cresta che ci
porta sulla vetta da dove si può ammirare
con vista favorita sul gruppo delle Panie. Ma anche il Sùmbra, il Freddone e
l’Altissimo non disdegnano di farsi ammirare. In basso giunge al nostro
sguardo lo smeraldo del laghetto di Isola Santa, in lontananza l'appennino
ancora innevato.
Dopo una breve sosta e aver ammirato sotto di noi un branco di daini,
ritorniamo sui nostri passi e ci dirigiamo verso la cima sud est del monte
denominata Cima del Gesù,, la più elevata 1145 mt.
Oltre aver ripercorso la cresta fatta in
precedenza, adesso dobbiamo percorrere un tratto un pò più impegnativo tra
guglie e speroni di roccia, divertenti ma impegnativi, risaliamo l'ultima
salita e abbiamo di nuovo un eccellente panorama su tutto il gruppo delle
Panie, Sumbra, Freddone, Canale delle Verghe e su tutta la Turrite Secca,
sotto di noi il piccolo borgo di Colle Pasnestra.
Ripercorriamo la cresta
e ci riportiamo sui nostri passi, da dove siamo saliti e affrontiamo una
lunga e ripidissima discesa molto infida in quanto le scivolate sul terreno
fangoso non sono mancate ma comunque tutto si è risolto, fortunatamente, con
delle belle risate.
Raggiungiamo il segna via visto in precedenza per
Colle Panestra e imbocchiamo questo sentiero....finalmente un sentiero!
All'inizio non è segnato con numerazione CAI ma proseguendo vediamo che si
tratta del 133, camminiamo nel fitto bosco di faggi che non ci permette di
vedere gran che sino a raggiungere in circa mezz'ora il borgo di Colle
Panestra (998 mt.).
È un piccolo borgo disabitato nel comune di
Molazzana formato da un gruppo di casolari sul valico che collega le
pendici della Pania Secca al monte Rovaio. Alcune case sono state
risistemate e sono saltuariamente usate dai proprietari. Qua arriva il
sentiero 138 da Pizzorno ed il 133 da Casa del Riccio per l’Alpe di
Sant’Antonio. Nella zona erano presenti miniere di rame sfruttate per breve
periodo nell’ottocento. Sotto il paese c’è un lavatoio con bella fonte e
tutte le case, per quanto diroccate, hanno il loro numero civico in marmo
con indicazione del comune e della località scritta Colle a Panestra, mentre
in tutte le carte si parla di Colle Panestra.
(Rif.http://www.escursioniapuane.com/SDF/MonteRovaio.html)
Ci fermiamo, finalmente per la sosta pranzo, sono le ore 14,00 e lo stomaco
è un pò che si lamenta!
Ci sistemiamo nelle vicinanze di una casa
ristrutturata con belle fioriture di giacinti gialli, inoltre abbiamo
davanti a noi la sempre bellissima immagine del gruppo delle Panie, cosa
volere di più!
Un panino, un bicchiere di vino, un dolcetto e il mitico
caffè di bruno accompagnato da una buona grappina, la compagnia è di
prim'ordine.....davvero cosa volere ancora?
Ci sorfermiamo circa un'ora
ma poi riprendiamo, a malincuore, il cammino.
Imbocchiamo il sentiero n
138 in direzione Pizzorno, un ultimo sguardo all'Omo Morto e alla Pania
Secca e poi ci inoltriamo nel fitto bosco.
Dopo pochi tornanti giungiamo
a Case Pasquigliora dove c'è un bella fonte con vasca, per un breve tratto
il bosco si dirada e riammiriamo il Fiocca, il Sumbra, il Freddone e il
Corchia.
Scendiamo sul sentiero, qui roccioso costeggiando e
attraversando più volte il canale del fosso del Burrone, la discesa è
decisamente ripida.
Mentre scendiamo incontriamo altri ruderi a
testimonianza di come erano abitati e vissuti questi luoghi, costeggiamo il
lato occidentale del Rovaio quando in bosco di faggio, quando in castagneti,
in basso il rumore dello scrosciare dell'acqua del fosso Rimondina.
In
breve giungiamo al piccolo borgo di Pizzorno, non ci resta che prendere la
carrozzabile che ci porta sulla provinciale 13 per Castelnuovo Garfagnana
dove abbiamo lascato l'auto.
Per concludere questa splendida giornata non
ci resta che recarci alla nostra gelateria di fiducia e chiudere con un
gustosissimo gelato!
Alla prossima.
Foto
escursione
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