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11 gennaio 2015 Parco Archeo minerario di San Silvestro




 

 

Itinerario:  Sono previsti otto itinerari:
1. Miniera del Temperino: 40', facile
2. Galleria Lanzi-Temperino: 50' facile
3. Rocca San Silvestro: 1h 20'(comprensivo di andata e ritorno alla stazione di Valle Lanzi)
4. Via del Temperino 20', facile
5. Via delle Ferruzze 1h 10' impegnativo
6. Via dei Lanzi: 1h 10' media difficoltà
7. Via dei Manienti: 50' impegnativo
8. Via delle Fonti: 1h, facile

 

Come Arrivare: 
S.S. 1 Aurelia, uscita San Vincenzo nord, San Vincenzo sud, Piombino-Campiglia Marittima e seguire le indicazioni per Campiglia Marittima

 

INDICAZIONI STRADALI

 Info:
- Parchi della Val di Cornia
Tel. +39 0565 226445
Fax +39 0565 226521
www.parchivaldicornia.it
prenotazioni@parchivaldicornia.it
Classificazione:  E

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 4 ore
 
Acqua: Nessuna
 
Punti sosta:  Nessuno
   
 
Traccia gps           Traccia Google Earth

 

 

Periodo consigliato:  Tutto l'anno

  Il parco archeo minerario di S. Silvestro è situato alle spalle di Campiglia Marittima e del promontorio di Piombino, il parco si estende su un’area di circa 450 ettari. I percorsi di visita si snodano tra musei, gallerie minerarie, un borgo medioevale di minatori e fonditori fondato circa mille anni fa, e sentieri di interesse storico, archeologico, geologico e naturalistico. La visita del Parco inizia dal museo dell’Archeologia e dei Minerali, presso l’edificio della Biglietteria, e prosegue, con una guida esperta, nella Miniera del Temperino, alla scoperta dell’evoluzione delle tecniche di ricerca ed estrazione dei minerali e della bellezza e fascino del mondo sotterraneo. Uscendo dalla Miniera si sale verso l’area di Pozzo Earle, dove gli allestimenti dei Musei delle Macchine Minerarie e dei Minatori raccontano al visitatore gli ultimi decenni di storia mineraria. Si arriva così alla visita in treno della Galleria Lanzi-Temperino, ripercorrendo il tragitto dei minerali, dalle miniere della Valle del Temperino agli impianti di trattamento della Valle dei Lanzi. All’arrivo del treno in Valle Lanzi, i visitatori possono infatti notare impianti minerari che, nati per la flottazione del minerale, furono riconvertiti in impianti per la frantumazione del calcare. Sullo sfondo di Valle Lanzi spiccano i resti della medioevale Rocca San Silvestro, che rappresenta il cuore del Parco e della sua visita. Il territorio del Parco Archeologico Minerario di San Silvestro comprende il sistema collinare a nord di Campiglia Marittima, è ricco di giacimenti di rame, piombo, argento, zinco e marmi pregiati. I segni lasciati sul terreno sono frutto di secoli di lavorazione mineraria dal periodo etrusco fino ai nostri giorni (anni '70), ed il patrimonio minerario e mineralogico, quindi, è ancora oggi notevole e consistente grazie ai circa 30 km di gallerie per la maggior parte percorribili e di particolare pregio. Inoltre sono visibili pozzi di estrazione ancora adesso azionati da un argano funzionante con castello, che permette l'accesso nel sottosuolo, ed edifici minerari. Il paesaggio che appare davanti ai nostri occhi è uno straordinario archivio all'aperto dove è possibile ripercorrere la storia dell'uomo che si dispiega nei suoi villaggi minerari, negli impianti delle Laverie del minerale, nei forni fusori, nelle vecchie ferrovie, nei sentieri e nelle evidenze monumentali del Parco, negli imponenti resti dei villaggi minerari come quello medievale di Rocca San Silvestro o quello degli inizi del secolo della società Etruscan Mines a Campo alle Buche. Grazie a questi "segni" si possono distinguere quattro grandi periodi di attività di estrazione che si sono alternati a momenti di assoluta perdita della memoria "mineraria", tanto evidente che per ogni ripresa si è trattato di una vera e propria riscoperta delle ricchezze del sottosuolo. I periodi di sfruttamento si riferiscono all'età etrusca e romana (VII-I sec. a.C.), l'età medievale (fine X-XIV sec.), l'età moderna (s.m. XVI sec.) e per ultimo all'età contemporanea (XIX-XX sec.). Un'emergenza storica particolare è il castello di Rocca San Silvestro la cui imponenza monumentale e stato di conservazione ha permesso di ricostruire uno spaccato di vita quotidiana nel medioevo, caratteristico di un insediamento a forte impronta signorile e feudale per lo sfruttamento dei minerali di rame, piombo e argento. Dai dati di scavo è stato possibile collocare cronologicamente la sua fondazione nel corso del X secolo, mentre la prima menzione documentaria è del 1004. L'economia era specializzata nell'estrazione mineraria e nella produzione dei metalli. Il particolare stato di conservazione degli elevati ed il sicuro totale abbandono nel corso del XIV secolo, fanno del castello di Rocca San Silvestro un eccezionale documento attraverso il quale è possibile evidenziare l'organizzazione della vita e del lavoro minerario in un villaggio medievale.

A causa, forse, delle brutte previsioni meteo ci troviamo ad essere solo in otto, ci troviamo a Migliarino Pisano dove abbiamo appuntamento con Bruno e gli amici di Montecatini, ci riuniamo sul suo furgone e partiamo alla volta di Campiglia  Marittima.
Poco prima del paese evidenti indicazioni ci indicano l'entrata del parco. Entriamo e ci stupiamo che il parcheggio è ancora vuoto, ci dirigiamo verso la biglietteria e qui capiamo il perché delle assenza di visitatori, Il parco resta chiuso sino a marzo.
Non fa niente, non ci scoraggiamo e prendiamo la cartina e l'itinerario scaricato da internet e iniziamo a percorrere i sentieri cominciando dalla via del Temperino
Questo primo itinerario dura circa 20 minuti e ci conduce dall'uscita della Miniera del Temperino ai Musei del Parco, purtroppo dobbiamo sbirciare solo dalle porte a vetri in quanto chiuse, ricalcando in parte il percorso della ferrovia che serviva per il trasporto del minerale nei primi anni del secolo scorso. Le grandi discariche di materiale di scarto visibili lungo questa via testimoniano secoli di coltivazione mineraria. Saliamo verso l'area del Pozzo di Earle anche qui naturalmente tutto chiuso possiamo vedere solo vecchi vagoncini che servivano per il trasporto del materiale e l'unico pozzo ancora in piedi che serviva per scendere nelle profondità. Proseguiamo per sentieri immersi nel fitto di boschi in prevalenza di querce da sughero e molti olivastri.
Nel nostro tragitto troviamo anche molti manufatti molto antichi tra questi una interessante polveriera ancora ben conservata del 1800. innumerevoli i pozzi d'estrazione molti dell'epoca etrusca. Di tanto in tanto ci soffermiamo ad ammirare anche il panorama in lontananza, e davanti a noi si pone il bellissimo paese di Campiglia M. adagiato su dolci colline e sembra un quadro dell'ottocento, peccato per quelle ciminiere .
Seguiamo poi per la Via delle Ferruzze dall'uscita della Miniera del Temperino porta alle Laverie di Valle Lanzi. Si snoda lungo la linea dei filoni metalliferi e consente di osservare le principali emergenze archeo minerarie dell'area, dalle imboccature delle miniere antiche e medievali, alle suggestive cave a cielo aperto, dai resti dei pozzi di estrazione, alle gallerie di ribasso. I colori dominanti sono il giallo e il rosso delle discariche minerarie ormai abbandonate e seminascoste dalla rigogliosa vegetazione della macchia mediterranea. Seguiamo le indicazioni per la Valle dei Lanzi, imbocchiamo il sentiero e subito incrociamo dei grandi pilastri all'inizio ci domandiamo a cosa servissero e poi con l'aiuto della documentazione capiamo che si tratta del " piano inclinato degli inglesi" che serviva per trasportare il materiale da miniere non servite dal trenino. Seguendo questa valle si passa per i pozzi di estrazione medioevali, gli interventi medicei e i grandi impianti della società mineraria inglese Etruscan Mines. Il suo nome è un ricordo dei lavori minerari del XVI secolo: i minatori tedeschi erano infatti chiamati "i Lanzi". Giunti alla Valle dei Lanzi notiamo subito dove ci avrebbe condotto il trenino che partirebbe dalla miniera del Temperino. Questa è la zona delle Laverie di Valle dei Lanzi., complesso che veniva usato per separare i minerali con il metodo della " flottazione" e oggi convertiti per la frantumazione del calcare. Il metodo della flottazione, sorto per realizzare l'arricchimento di minerali metallici, venne applicato inizialmente ai solfuri di rame, piombo e zinco; oggi, è esteso a quasi tutti i minerali metallici e non metallici.. La flottazione viene comunemente utilizzata su ossidi, silicati, fosfati, ed anche per l'oro metallico, il rame nativo, la grafite ed i carbonati di alcuni metalli, soprattutto quelli di piombo (cerussite). Davanti a noi si staglia la rocca di Rocca San Silvestro e ci dirigiamo verso quest'ultima a pochi passi dalla stazione del trenino scende una strada cementata e sembra condurre ad una strada di cava invece ci porta ad un ponte che serve per l'appunto a scavalcare questa strada, giunti al di là prendiamo il sentiero della via dei Manienti il percorso per accedere al castello di Rocca San Silvestro. Termina nella Valle dei Manienti, ad una miniera medioevale coltivata dagli abitanti del castello. In prossimità della miniera si trovano i resti di antiche cave di marmo. Particolarmente interessante l'aspetto naturalistico del percorso, che conserva una folta vegetazione con piante tipiche della macchia costiera toscana. Giungiamo nel piazzale davanti alla rocca leggiamo le varie vicissitudini della rocca nella storia, ci accontentiamo dei pannelli informatici in mancanza di una guida. Apprendiamo che la rocca risale al secolo X° fondato dai conti della Ghilardesca quando decisero di sfruttare a fondo le risorse minerarie della zona. L'abbandono della rocca avvenne alla fine del XII° secolo causato da sempre maggiori conflitti con la vicina potenza pisana, la scoperta di nuove miniere in Sardegna, il sempre maggiore utilizzo dell'energia idraulica nei processi metallurgici (qui impossibile da effettuare) e la crisi demografica europea del periodo. Grazie al Dipartimento di Archeologia e Storia delle Belle Arti dell'Università di Siena sul sito sono stati e sono a tutt'oggi condotti importanti scavi.
Finita la visita ci portiamo alla Villa Lanzi, edificio cinquecentesco voluto da Cosimo I De’ Medici per ospitare esperti minatori che, dalla Germania, venivano a lavorare nelle miniere del campigliese. Vi giriamo attorno ammirando questa struttura rimessa a nuovo ma con alcune scelte architettoniche discutibili; nel giardino troviamo dei tavoli da pic nic e decidiamo di fare il nostri pasto. Ci scambiamo le nostre impressioni e tutto sommato sono positive e ci rendiamo anche conto che se il parco fosse stato aperto non avremmo potuto effettuarne tutto il giro.
Riprendiamo poi il cammino verso l'uscita dove recuperiamo la nostra auto.

Foto escursione
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