4 gennaio 2014 Forno - Casette - Monte Tamburone 





"Che ti move,o omo, ad abbandonare le proprie tue città, a lasciare li parenti e amici, ed andare in lochi campestri per monti e valli, se non la naturale bellezza del mondo?"

Con queste parole Leonardo da Vinci ha descritto perfettamente le sensazioni che spingono a ricercare le sensazioni di pace e la serenità ritrovabili solo tra le cime dei monti. La fatica della camminata, le gambe che si fanno pesanti, il fiato che manca, vengono ripagati dai momenti di introspezione, di riflessione e dall'emozione che si prova una volta arrivati, quando le gambe tornano leggere e la natura si mostra nella sua magnificenza. Il caos delle città appare così lontano ed irreale, come un incubo passato.

 

 

Itinerario:  Forno (212 m.)- Casette (378 m.)- Cave della Lavagnina- Monte Tamburone (806 m.)- Vergheto (900 m. circa) – Forno (212 m.)

 

Come Arrivare: 
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara, più avanti si trascura una strada che sale a sinistra in direzione Casette. A 6,5 Km un bivio: a sinistra la strada si dirige a Forno mentre a destra continua per Gronda e Resceto.
Dopo un chilometro raggiungiamo Forno che si sviluppa lungo il torrente e la strada. Poco prima del borgo sulla sinistra, presso una vecchia chiesa, si trova il parcheggio.

 

INDICAZIONI STRADALI

 
Sentieri: Segnaletica: CAI Bianco rossa - 
Sentiero del Bizzarro    Forno _ Casette
N°169 9 Casette – Cava Lavagnina – Croce di Gioia – Colle I Prunetti – strada del Vergheto – Forno
             
Classificazione:  E

Dislivello:  700 mt

 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 5 ore
 
Acqua: Forno, Casette e sul sentiero 169 verso la fine dell'escursione
 
Punti sosta:  Forno, Casette
   
 
Traccia gps           Traccia Google Earth

 

 

Periodo consigliato:  Tutto l'anno

       

Come prima escursione del 2015 abbiamo scelto il monte Tamburone sulle Apuane Settentrionali, luogo , per me, sconosciuto il cui nome ci ha incuriosito.
Siamo solo in due, si sà dopo giorni e giorni di bagordi natalizi la pigrizia si è impadronita di molti, pazienza noi andiamo.
Giungiamo a Forno, appena prima di entrare nel paese, sulla destra vi è un parcheggio, dietro una chiesa, dove lasciamo l'auto.
Riscendiamo brevemente lungo la strada, passiamo davanti ad una bel monumento in marmo dedicato alle vittime della strage della seconda guerra mondiale e subito dopo inizia sulla destra il sentiero del Bizzarro, una freccia bianco rossa lo evidenzia molto bene.
Questo  
antico tracciato di collegamento fra Forno e Casette, molto utilizzato un tempo dai cavatori per recarsi alle cave della Lavagnina ed a quelle di Cima Gioia nel versante di Colonnata. Il tracciato, un tempo scorreva in mezzo ad un fiorente bosco oggi purtroppo distrutto da vari incendi. Se non altro ne usufruisce la vista che, non nascosta dalle fronde, spazia libera sulla vallata. Il nome al viottolo fu dato dagli abitanti che, secondo antiche leggende, assicuravano che chi si fosse avventurato di notte lungo il suo percorso, sarebbe stato sconvolto da voci, stridii e lamenti.
Il sentiero inizia con una scala in cemento con una ringhiera di ferro ma ben presto prosegue su una bella mulattiera ben tenuta, possiamo già vedere i monti della valle di Renara.
Proseguiamo sul sentiero e incontriamo una fonte, una scritta ci dice che è stata fatta nel 2006, il tragitto non è faticoso in quanto la salita non è ripida e procede gradatamente senza strappi, innalzandosi sopra la stretta valle del Frìgido che spumeggia sul fondo. Man mano che si procede, la vallata si apre sempre di più lasciando intravedere, alle spalle, il Monte Cavallo, la Cresta di Sella ed il Monte Altissimo. Si aggira un costone sulla destra e si comincia a scorgere, poco più in basso il pittoresco piccolo borgo di Caglieglia (269 m.) e, poco oltre, il più vasto villaggio di Casette (378 m.) sovrastato dai ravaneti della cava della Lavagnina, dalla Rocchetta (897 m) sulla sinistra e dal Monte Tamburone sulla destra.
Giungiamo ad un piccolo piazzale, del Bizzarro, da dove possiamo vedere il monte Antona, i paesi di Caglieglia, Fornello e Casette con le sue cave Gioia e Lavagnina.
Proseguaimo il cammino su un viottolo cementato per raggiungere la strada asfaltata fino a scorgere sulla destra i segnali del CAI che indicano l’inizio del sentiero 169 per il Vergheto. Si sale nelle strade del paese fino a raggiungere la chiesa sulla sua sinistra, salendo fino a trovare una fontana ed un antico lavatoio. Si lascia la strada che procede in avanti e s’imbocca una scalinata sulla destra, che sale  fra le case sino a sfociare su una rotabile alla cima del paese. Si volge a sinistra lungo la carrareccia, fino ad arrivare. ad un piccolo posteggio.
Da quì inizia il sentiero 169 che prosegue tra delle case per poi sbucare ancora una volta sulla strada asfaltata, strada che dobbiamo attraversare e davanti a noi il sentiero prosegue nel bosco del Mancarello, questo sentiero era quello di collegamento con le cave della Lavagnina.
I primi passi sono su scalini in cemento ma subito riabbiamo la mulattiera che sale con molti ripidi tornanti, voltandoci possiamo vedere Casette, Caglieglia e la zona di Antona.
Quando arriviamo nei pressi di una cisterna per la raccolta dell'acqua continuiamo sulla sinistra aggirando le pendici del modesto monte Tamburone con bel panorama su Casette e Caglieglia. Sulla destra una freccia rossa ben evidente indica " Sentiero dei cavatori", anche questo porta presso la cava della Lavagnina, ma noi proseguiamo dritto in un boschetto sino a trovarci sul versante opposto con davanti a noi La Brugiana e sopra di noi la cava della Lavagnina con il fastidiosissimo rumore di una escavatrice.
Ci dirigiamo verso questa cava proseguendo su roccia, troviamo anche un tratto attrezzato con cavo metallico ma ci sembra abbastanza inutile, affrontiamo infine un ravaneto con scarti di marmo insidiosi e instabili, ma dopo poco il sentiero si riporta sulla costa erbosa portandoci sino ad una vecchia casa ormai un rudere che doveva essere un vecchio ricovero di macchinari, la " ca' di Erà "
Il sentiero riprende sulla destra, sale con alcune serpentine in ambiente di cava, passando per una pinetina, fino a trovare una costruzione con un vecchio serbatoio in muratura per l’acqua. Si sale di alcuni metri e si valica sulla sinistra la cresta del Monte Tamburone (o di Venedreta).
Adesso abbiamo una vista superba sulle Apuane che va dal Grondilice al Sella sino all'Altissimo e sotto di noi i borghi di Casette e Caglieglia.
Prendiamo verso nord est seguendo la cresta del Tamburone, Ci troviamo a cavallo fra la valle del Frìgido a destra e quella del Carrione a sinistra. A destra, in basso, si ammira il borgo di Casette, mentre a sinistra, un poco più ravvicinato, l’ordinato paesino di Colonnata, sovrastato dalle sue impressionanti cave. La vista degli agri marmiferi del Carrarese è piuttosto inquietante. Ma in avanti si para l’anfiteatro delle Apuane Settentrionali che partono dal Sagro per allungarsi al Grondilice, al Passo delle Pecore, al Contrario, al Cavallo, alla Tambura, alla Cresta di Sella, all’Altissimo. Da retro sbuca la cima del Pizzo d’Uccello. Il tutto è mozzafiato e si può ben dire che ci si trova in presenza di uno dei siti più spettacolari delle Apuane.

Avanziamo sulla facile cresta sino a raggiungere una croce bianca, noi pensiamo che questa sia la vetta del Tamburone ma non ne siamo sicuri.
Adesso potremmo seguire il sentiero che aggira il monte ma vedendo dei segni blù molto sbiaditi decidiamo di seguire la cresta, su alcune relazioni abbiamo letto che questa cresta porta alla cima del monte Tamburone e quindi per non sbagliare.....
Seguendo la cresta giungiamo dalla parte opposta e iniziamo a scendere sino a ritrovare il sentiero 169. Arriviamo, poi, al Colle dei Prunetti, dove c'è un bivio che a destra porta a Forno con il sentiero 169 e a sinistra per Vergheto: noi prendiamo per Forno.
Camminiamo nel sentiero tra eriche e ginestre per poi entrare nel bosco, passiamo sotto una sorta di ripetitore e con sali e scendi giungiamo ad una strada asfaltata, il primo istinto è quello di pensare di proseguire su questa ma poi vediamo, per fortuna, che sulla destra il 169 continua anche se l'inizio è al quanto sconquassato e poco visibile siamo ora in un castagneto, ben presto ritroviamo l'asfalto ma ancora sulla sinistra gira il nostro sentiero.
Troviamo una freschissima fonte di fronte alla quale discende nel bosco il 169 accompagnato da segnali rossi sulle rocce o alberi.
Si giunge di nuovo sulla strada asfaltata, a ridosso di una grossa costruzione. Si discende un poco la carreggiabile fino a trovare sul guardrail, a destra, il segno rosso del sentiero. Si scavalca il guard-rail e si cala nel bosco trovando muri a secco e vecchie costruzioni. Si trovano i primi orti di Forno e si punta sull’ex Cotonificio sormontato dall’elegante guglia del Pizzacuto, finché si giunge ad una strada che ci sbarra il passo. Si volge a destra passando sopra il paese, si giunge alla piccola piazzetta del centro e, proseguendo lungo la rotabile, in breve tempo si raggiunge l’auto.


Foto escursione
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