01/11/2016 Monte Altissimo dalle Gobbie, giro ad anello

 

“Il Peplo Rupestre”

Mutila dea, tronca le braccia e il collo,
la cima dell’Altissimo t’è ligia.
È tua la rupe onde alla notte stigia
discese il bianco aruspice d’Apollo.
La cruda rupe che non dà mai crollo,
o Nike, il tuo ventoso peplo effigia!
La violenza delle tue vestigia
eternalmente anima il sasso brollo.
Quando sul mar di Luni arde la pompa
del vespro e la Ceràgiola è cruenta
sotto il monte maggior che la soggiòga,
sembra che dispetrata a volo irrompa
tu negli ardori e sul mio capo io senta
crosciar la foga dell’immensa foga.

Gabriele d’Annunzio
 

Percorso: Le Gobbie (1037m) – Foce del Frate .(o Passo Dell'Angiola 1327 mt) – Passo degli Uncini (1389 mt.) – Monte Altissimo (1589m) – Passo del Vaso Tondo (1380 mt.) - Cave Fondone (1223 mt)- Le Gobbie (1037m)

 
 
Sentieri: 33Pasquilio – P.so Focoraccia – P.so della Greppia – P.so degli Uncini - Arni – Rif. Puliti – Madonna del Cavatore – Le Gobbie – P.so degli Uncini
42
Renara – Casa Bonotti – P.so del Vestito – Le Gobbie
41
Canevara – Antona – Colle della Tecchia – La Strega – Canal d’Angiola – Foce del Frate – Le Gobbie
143
Foce del Frate – P.so degli Uncini – Monte Altissimo – P.so del Vaso Tondo
142 Cave Cervaiole – Foce Falcovaia – P.so del Vaso Tondo – Cava Fondone – via di cava

 

 

Classificazione: EE

Come arrivare

Seguire le indicazioni per Castelnuovo Garfagnana.
Occorre percorrere la strada provinciale oltrepassando Ruosina, Retignano e Levigliani, quindi imboccare la galleria del Cipollaio e scendendo dopo la galleria ad un bivio prendere a sinistra verso Arni.
Si oltrepassa il paese e dopo una galleria si raggiunge l'albergo Le Gobbie (1087 m). Si lascia l'auto nello spiazzo sterrato dall'altra parte della strada rispetto all'albergo.

Indicazioni Stradali
 
Tempo di percorrenza:  Effettive 5h

 

 
   Acqua: Nessuno
Periodo consigliato: Tutto l'anno ma in caso di neve o ghiaccio riservato a escursionisti esperti e attrezzati
 
Punti sosta: Bar Ristorante le Gobbie

                     
    Traccia gps  - Traccia Google hearth        

               

        L'Altissimo a dispetto del nome (misura solo 1589 metri) è fra le più basse cime delle Apuane, ma è quella che dal litorale tirrenico appare più maestosa, con il versante sud che cade verticale per quasi 700 m. La sua immensa mole domina la valle del torrente Serra a sud mentre a nord è meno scosceso e presenta salti di roccia verticale immersi in boschi di faggio: la figura della montagna, a suo tempo, affascinò anche Gabriele D'Annunzio che la paragonò alla Nike greca: "La cruda rupe che non dà mai crollo, o Nike, il tuo ventoso peplo effigia. La violenza delle tua vestigia eternamente anima il sasso brollo", così canto la montagna il famoso poeta. L'Altissimo destò grande impressione anche in Michelangelo che si inerpicò sulle sue pendici in cerca del marmo statuario necessario per le sue sculture, ma che, contrariamente a quanto si ritiene, non ebbe possibilità di estrarre. Solo verso la fine del '500 il marmo statuario cominciò ad essere estratto dalla montagna e le cave si spinsero sempre più in alto seguendo la vena marmifera, addirittura oltre il 900 m. come per la cava della Tacca Bianca, scavata nel ventre del monte, e la cui apertura era raggiungibile solo per mezzo di un aereo sentiero molto pericoloso realizzato con tavolacci di legno e sospeso nel vuoto e chiamato appunto "Sentiero dei tavoloni". In seguito l'attività estrattiva fu spostata sotto il Picco di Falcovaia dove fu aperta la Cava delle Cervaiole, una delle più grandi di tutte le Apuane e dalla quale si ricava un marmo arabescato di grande pregio e cui immenso ravaneto è visibile da tutta la costa versiliese. L'itinerario per raggiungere questa montagna ha inizio dal Bar Ristorante "Le Gobbie" (ex Casa Henrax) situato a 1037 di altezza s.l.m. sotto il Passo del Vestito sulla strada che da Arni conduce alla Galleria del Pelato e, da qui, a Massa.


Siamo solo in tre: Alida, Giuseppina e io( Alessandro), bene,  pochi ma buoni!
Si parte alla volta di Arni e poi, come detto nel riquadro come arrivare, alla vicina località le Gobbie.
Ginti davanti al Bar/ristorante lasciamo l'auto nel ampio spiazzo che troviamo sulla sinistra; indossiamo gli zaini e anche qualcosa di caldo perchè l'aria è abbastanza frizzantina.
Imbocchiamo il sentiero n°33, questo sentiero è una bella mulattiera ancora ben conservata che prosegue nel bosco di faggi, che in questo periodo è un'esplosione di caldi colori autunnali.
Proseguendo, dopo poco, troviamo un piano inclinato, una via di lizza, in buonissima conservazione, dopo breve ci troviamo ad un bivio con una strada marmifera che segue verso la sinistra alle cave del Fondone e il sentiero 33  invece il n° 42 prosegue dritto con segnavia  per il Passo dell’Angiola o del Frate, Noi prendiamo quest'ultimo.
Dopo pochi minuti c’è un bivio ben segnato, mentre a destra la traccia porta verso le cave del monte Pelato il 33 continua diritto.
Lungo il percorso troviamo anche l'ingresso di una grotta, questa è una zona con molte grotte ed è molto frequentata dagli speleologi, proseguendo ci troviamo allo scoperto e girandoci verso nord possiamo ammirare il panorama sul Macina e il Sella.
Proseguiamo nel bosco  sulla mulattiera ben conservata salvo dove è erosa dallo scorrere dell'acqua, poi la salita si fa più ripida con tornati e poi all'improvviso la mulattiera scompare e si seguono delle tracce che a tratti scompaiono nell'erba alta, infine giungiamo alla Foce del Frate, il nome ufficiale è dell'Angiola, viene chiamato del frate per via di un caratteristico masso che ricorda vagamente la sagoma di un frate; da qui si godono le prime viste mozzafiato sulla Versilia e sul mare, ben in evidenza il monte Fiocca e sul Sumbra.
Sulla destra parte una traccia, non segnata che conduce per cresta al Monte Pelato, noi prendiamo a sinistra sul sentiero n° 143 verso il Passo degli Uncini, il sentiero è molto panoramico sulle Apuane dal Sagro al Grondilice, Contrario, Cavallo, Tambura, Sella, Macina, Fiocca e Sumbra, fino alle Panie.
Il primo tratto è su facili roccette in discesa, poi entra nel bosco ed ogni tanto ci sono finestre panoramiche sulla zona a mare.
Nel dirigerci verso il passo avvistiamo l'animale più schivo e selvatico delle Apuane: il bistrattato lupo! Chi abbia più avuto timore ad incontrarsi non ci sono dubbi, appena si è accorto di noi non ha esitato a scomparire nel bosco sottostante.
Costeggiamo la catena degli Uncini e in breve siamo al Passo degli Uncini, il versante meridionale appare alquanto spoglio con pareti vertiginose a strapiombo  e ardite guglie guizzano verso il celo, qui arriva anche  il sentiero n° 33 dalla strada marmifera che abbiamo tralasciato in precedenza. Sul segnavia alla Foce del Frate c'era scritto 40 min. ma noi ci abbiamo messo una ventina di minuti.
Si potrebbe proseguire sulla cresta e sarebbe una bellissima cavalcata ma si preferisce proseguire su sentiero segnato, il sentiero n° 143  aggirando la cresta ovest, bisogna precisare   anche che questo sentiero presenta dei tratti esposti e bisogna comunque procedere con cautela.
Ora siamo sull'ultimo tratto di cresta prima della vetta, non ci sono particolari difficoltà ma a chi soffre di vertigini non è consigliato, per i grandi strapiombi che si inabissano verso sud.
Dalla cresta si ha una colpo d'occhio sul panorama; l'Altissimo non è  tra le più alte vette delle Apuane, ma è chiaro che il nome gli è stato dato da chi vedeva questo imponente monte dal basso della Versilia. E infatti svetta isolato come balcone di prim'ordine sulla costa carrarese, fino al golfo della Spezia con Portovenere e le isole della Palmaria, Tino e Tinello. Verso sud, invece, la costa versiliese con il lago di Massaciuccoli. Nelle giornate limpide si vede la Corsica e le isole dell'arcipelago toscano. Poco sotto di noi, sempre verso sud/sud est, l'impressionante cava delle Cervaiole e il Passo del Vaso Tondo. E ancora, alle nostre spalle, le vette delle Apuane:  Sagro, Cavallo, Contrario, Tambura, Sella, Fiocca, Sumbra, Pania della Croce, Corchia.
Continuiamo, la vetta ormai è vicina, saliamo un ultimo breve tratto e giungiamo in vetta a quota mt.1589.
Arrivati ci concediamo una sosta prolungata per mangiare e goderci il bellissimo panorama.
Memori di nefaste soste sulla vetta dell'Altissimo dove ci siamo riempiti di "selvaggiume" , quella fastidiosissima, e pruriginosa, irritazione cutanea causata da acari che abitano abitualmente su animali selvatici cerchiamo di sederci su rocce un pò sopraelevate e sperando che le temperature non eccessive abbiano fatto scomparire questi fastidiosissimi insetti. 
Ma tutte le cose belle alla fine finiscono e dobbiamo riprendere il cammino per il ritorno, abbiamo ancora molta strada da fare.
Per la discesa seguiamo sempre il sentiero n° 143 in direzione sud est per il " Vaso Tondo" guardati a vista da un bel branco di capre selvatiche.
La discesa non è difficoltosa, mentre scendiamo si possono visitare postazioni e trincee qui presenti, infatti questi luoghi erano quelli della Linea Gotica. Proseguiamo e di tanto intanto ci si affaccia sullo splendido versante sud, adesso siamo al "Vaso Tondo" a quota mt. 1471, lasciamo la parte alta della montagna e scendiamo perdendo quota, su sentiero n° 142, entriamo nel bosco e lungo molti tornanti e un vecchia via di lizza giungiamo alle cave del Fondone. Dopo una breve sosta proseguiamo seguendo la via di cava, usciamo dalle cave del Fondone e proseguiamo su marmifera sempre con segnavia n° 142 sino ad incontrare l'innesto con il sentiero n° 33 che superiamo, continuiamo sempre su marmifera e chiudiamo l'anello riportandoci: prima all'inizio del sentiero che abbiamo preso per la salita e poi scendendo, più avanti sulla destra, su sentiero che ci riporta al parcheggio alle Gobbie.
 E' stata una bella escursione, non molto difficile, ma comunque da non sottovalutare. Bisogna sempre tener conto che comunque siamo in montagna e come tale va rispettata.

Alla prossima

Foto escursione
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