07/07/2016 Capanna Garnerone, Cengia dei Signori, Grondilice per cresta nord ovest 

 

Percorso: Strada Vinca(Fosso di Nebbieto)  - Casa Farfareto - sent. 38 - Capanna Garnerone 1261 m - Sent 37 sino a deviazione per Cengia Garnerone - Cengia - Sella del Garnerone - Grondilice - Finestra del Grondilice ( sentiero 186) - Foce Rasori - Capanna Garnerone - Vina  ( Fosso del Nebbietto ) 

Come Arrivare: 
Vinca si raggiunge percorrendo l'autostrada A15 della Cisa, uscire ad Aulla e seguire le indicazioni per Equi Terme che coincidono per un tratto con la statale del Cerreto. Dopo alcuni chilometri si svolta a destra e giunti a Ponte di Monzone si svolta di nuovo a destra, seguendo ora le indicazioni per Vinca.

Indicazioni stradali
 
Sentieri: N° 153  - Vinca – strada interrotta – Casa Farfareto (loc. La Prada) – bivio sent.38 – Capanna Garnerone
                  N° 38   Colonnata – Case del Vergheto – Foce Luccica – Foce di Vinca – Pian di Maggio – Strada della Todt – loc. Le Prade – Vinca

                 N°37     Forno (loc. I Mozziconi) – Canal Règolo – Capanne di Nàvola (ex Rif. Pisa) – Foce di Nàvola  – Foce Rasori – Capanna Garnerone – Foce di Giovo

                  N° 173 
Rif. Carrara – Retroborla – Foce di Pianza – Foce del Fanaletto – Foce del Pollaro – Foce di Vinca – Foce di Nàvola – Foce Rasori – Capanna Garnerone

            
N° 186Capanna Garnerone – Foce Rasori – Finestra del Grondilice Rif. Orto di Donna/Cava 27 – Finestra del Grondilice

 

Traccia gps  - Traccia Google hearth 
Classificazione: EE

 
Tempo di percorrenza:  Effettive 5:00 comprese le soste

 

 
Acqua: A Vinca e alla Capanna Garnerone
Periodo consigliato: Nel periodo primaverile sino alla tarda estate, si sconsiglia calorosamente di non farlo  in inverno con ghiaccio e neve se non esperti nell'uso di ramponi e attrezzature da ghiaccio
 
Punti sosta: Alla capanna Garnerone  -Località - Fonte della Vacchereggia, c'è un bivacco sempre aperto, per quanto riguarda l'utilizzo del rifugio stesso le chiavi vanno richieste alla sezione CAI di Carrara  Via Loris Giorgi, 1  CAP 54033 - Carrara - Telefono 0585 776782, la sede è aperta tutti i giorni feriali dalle ore 19.00 alle ore 20.00.

 

 Oggi, giornata infrasettimanale, festeggiamo il compleanno della Stefania, e dove se non in montagna? Esattamente facciamo base al rifugio CAI Capanna Garnerone di Carrara, per l'appunto nuovo di zecca! Era una capanna di lamiera come quelle che si usano nei canteri edili per ammassare i materiali. Una visione disarmonica nella radura della valle di Vinca in mezzo ai boschi di pino, ma un rifugio ormai amato e conosciuto da tutti gli alpinisti e i rocciatori dal 1963, quando fu costruita. La sezione CAI di Carrara, ha trasformato la vecchia capanna di lamiera in un vero e proprio rifugio di montagna in grado di ospitare 18 persone, con una struttura in legno che si staglia perfetta nel panorama boschivo.
La Stefania, Emanuela, Nilo e Danilo sono già lì dal giorno prima, io quando li raggiungo sono le ore 07:30, sono stato velocissimo in 37 minuti dalla strada al rifugio, non male! Quelli erano buoni di non aspettarmi!
Appena il tempo di un caffè e spizzicare qualcosa e mi fanno fretta per partire per la nostra escursione alla misteriosa Cengia dei Signori o Cengia del Garnerone.

Nell’ambito apuano tutti conoscono la cresta Garnerone che, con il suo accidentato profilo, collega la Foce a Giovo con il Monte Grondilice, altro discorso è per la cengia.
Se si osserva, per esempio dal Monte Sagro, l’articolato versante occidentale della Cresta Garnerone, si nota a circa metà altezza una sorta di grande cengia  che collega il vallone sottostante la Foce del Gobbo con il sent. n° 186, poco sotto la Foce del Grondilice.
Probabilmente è poco conosciuta perché non è un percorso alpinistico, corre sull’ideale linea di giunzione fra paleo e roccia, attraversando da spalla a spalla i canali che si aprono alla base dei torrioni e delle guglie della sovrastante cresta.
Non è molto esposta, si sviluppa sul lato Massese, sopra la Capanna Garnerone, nel tratto fra il canale della Foce del Gobbo e la Finestra del Grondilice, attraversa la Vaccareccia, passando sopra le Torri Mozza e Tita in una zona aspra, con panorami mozzafiato.
È un percorso escursionistico da affrontarsi con prudenza e pratica su tracce poco frequente, già in avvicinamento (sul sentiero 37) ci sono tratti accidentati su cui è necessaria esperienza.
Prendiamo il sentiero 37, che transita sopra il rifugio Capanna Garnerone, in direzione Foce a Giovo, sentiero che non è che sia be percorribile nascosto dall'alto paleo e buche insidiose.
Giungiamo ad un masso sulla sinistra con impresso il numero segnavia 37 e contemporaneamente un segno azzurro con indicato C. G., che stà appunto per Cengia del Garnerone, sopra di esso anche un ometto di pietre.
Iniziamo a salire decisamente in direzione del "Gobbo"  una delle tante punte che distinguono la cresta Garnerone, ma più esattamente ci dirigiamo verso la sua Foce.
Ci manteniamo alla destra del canale principale e seguendo le rare tracce azzurre o ometti di pietra proseguiamo tra sfasciumi, paleo e qualche roccetta.
Giunti a circa 1400 mt di quota, prendiamo sulla destra attraversando un boschetto di faggi, poi percorriamo una facile crestina che costeggia un ripido canalone.
Canalone che dobbiamo attraversare con un pò di prudenza per via del terreno alquanto accidentato e scivoloso per via dell'erba su terreno scosceso.
Superato questo primo canale siamo sulla prima spalla a circa 1460 mt. Continuiamo in leggera salita, poi scendiamo ad una sella che separa il versante Ovest della Punta Nord del Garnerone dalle 3 Guglie della Vaccareccia: Torre Biforca, Torre Cartuccia, Torre Torracca.
Risaliamo verso quella che è la Cengia dei Signori, una cengia intagliata tra lastroni che ci permette di non perdere quota, sembra quasi una traccia ricavata artificialmente nella montagna.
Per raggiungere la seconda spalla dobbiamo superare un canalone con molti detriti e paleo, presenza di ometti e segni azzurri. proseguendo alla nostra sinistra troviamo quello che è chiamato il Bivacco, una grotta che può essere utile in condizioni di maltempo improvviso.
Saliamo poi sulla terza spalla a circa 1550 mt., questa zona è denominata " Lo Spiaggione" per l'ampiezza e la zona pianeggiante, poco più avanti, sulla sinistra, svetta l'elegante Punta Tita; da qui vediamo bene la parte finale del nostro percorso.

Ci troviamo ora a passare sotto Torre Calderone e raggiungiamo la zona denominata " Orto Botanico " questa zona prende questo nome per via che lungo le pareti della montagna, tra la fine di Maggio e la prima metà di Giugno, la fioritura delle bellissime Peonie, ricordatevi che non è mai bello recidere i fiori in montagna, questa pianta per la sua rarità è una di quelle che gode di protezione, quindi non toccatela, fotografarla si! Che per di più in una fotografia non appassisce mai!
Continuiamo e la cengia, da prima diventa pendio ma continuando in prossimità di un costone ritorna ben marcata, qui siamo al così detto " Ombrellone " una caratteristica roccia sporgente.
Ben presto giungiamo al punto più caratteristico dell'escursione, una bassa fenditura nella roccia ci obbliga a procedere carponi, a quattro zampe come i gatti e da qui il nome " Passo del Gatto "
Superato questo proseguiamo per paleo sino a raggiungere il costone dove finisce la traversata della Cengia.
Ora dobbiamo prendere una decisione o tornare indietro per il percorso già fatto e scollettare il costone e scendere verso il sentiero 186 che conduce per detriti e roccette in un canalino ben gradinato e poi alla base del monte, dove la traccia prosegue tra alte erbe fino alla piazzola dell’elisoccorso ed alla Foce di M. Rasori.
Oppure la più adrenalinica ascesa al Grondilice ma non per via normale ma per canalino sino alla sella e poi per cresta sino in vetta.
Secondo voi quale abbiamo scelto?  Non all'unanimità, ma comunque abbiamo scelto il canalino!
Dal costone  ci dirigiamo sulla sinistra verso una piccola cengia che gira poi dentro il canale, è presente un ometto e a oggi c'era per evidenziarlo un nastro bianco e rosso, che  avrà vita breve visto che è di plastica.
Attraversiamo la piccola cengia con attenzione in quanto il terreno è molto rotto e instabile, giriamo subito sulla destra e siamo nel canalino.
La salita per canale non è difficile e presenta divertenti e semplici arrampicate su rocce ma di molto infido sono i tratti ricoperti da sfasciumi, che rendono difficoltosa la progressione e inoltre dobbiamo fare moltissima attenzione affinché non cada niente sulla testa di chi è dietro.
Giungiamo alla sella tra il Garnerone e il Grondilice a quota 1707 mt. e da qui obbligatoriamente prendiamo a destra verso l'antecima e poi la cima del Grondilice.
Per raggiungere questa vetta dobbiamo, come già detto prendere verso destra, sulla cresta di nord/ovest, seguendone il filo, si tratta di un percorso facile, con divertenti passaggi su roccia di I° grado, qualcuno tra noi dice che sia uno o due gradi di più, ma a me sembra esagerato.
In circa mezz'ora siamo sulla vetta del Grondilce a quota 1805, come succede spesso in questo periodo, la visuale non è perfetta e nebbie si alternano a visuali bellissime, non godiamo di tutta la bellezza che si può avere da quassù ma comunque spesso si aprono scorci sulle varie cime delle Apuane, dal Pisanino alle Panie, ma quello che colpisce soprattutto è la meravigliosa visione del Cavallo e delle sue gobbe e della frastagliata Cresta Garnerone.
Ci fermiamo per ammirare l'ammirabile e per riprendere anche un pò d'energie ma poi decidiamo di ridiscendere sino alla Finestra del Grondilice.
Per raggiungerla seguiamo la via normale dal versante sud-ovest, non difficile ma un po' esposta e con gran sfasciumi ed è obbligatorio non far cadere pietre; sono presenti vecchi segni abbastanza sbiaditi azzurri o tre bolli rossi; con prudenza arriviamo alla Finestra, è un valico a quota 1750 metri tra la vetta del monte Grondilice e la sua antecima Sud-Est, detta Forbice.
Visto l'ora decidiamo di pranzare qui ma anche le nebbie hanno deciso di bivaccarci, quindi appena fatto riprendiamo la via del ritorno attraverso il sentiero 186 per Foce Rasori.
Subito il sentiero si presenta abbastanza impegnativo visto la pendenza e gli sfasciumi che sono presenti, dobbiamo proseguire con molta attenzione, lungo il percorso sono presenti anche alcuni tratti attrezzati che magari servono di più in inverno e comunque non ne vedo la reale utilità, comunque ci sono e volendo.....
Man mano che scendiamo il terreno diventa meno rotto e sci scende più facilmente.
Verso ovest la visuale è più ampia, le nuvole lasciano ampi varchi e possiamo ammirare il monte Rasori e il Sagro, voltandoci o guardandoci attorno vediamo i noti pinnacoli che danno un fascino misterioso all'ambiente.
Ormai siamo vicini alla Foce Rasori non ci resta che scendere per un canalino roccioso e infine siamo al sentiero che costeggia l'abetaia e che conduce a Foce Rasori dove è presente una piazzola per elicotteri.
camminiamo su un sentiero all'apparenza banale ma solcato da una profonda traccia causata dall'erosione dell'acqua e celata dal rigoglioso paleo.
Scendiamo per un pò ma per accorciare, senza arrivare alla Foce, usciamo dal sentiero e deviamo a destra entrando nel bosco di pini e scavallando la cresta scendiamo dal lato opposto sino ad intersecare il sentiero n° 37 condividendo con il 173  il tratto fino alla Foce di Navola che è comune ai due sentieri.
In breve raggiungiamo il rifugio capanna Garnerone.
Visto che la serata proseguirà qui al rifugio, ci raggiungono anche Giovanni e Francesca e quindi festeggiamo allegramente e felicemente il compleanno di Stefania, tanti auguri!!

 

Foto escursione
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