08/05/2016 Sui sentieri dimenticati
seravezzini, da Minazzana al monte Cavallo e Foce del Giardino
"Porta via solo i ricordi, lascia solo impronte ( Chief Seattle )"
Monte Altissimo dalla vetta del m. Cavallo di Azzano
Percorso:
Minazzana ( 465 m ) -M.
Cavallo di Azzano1020 m la Fornace (752 m) - Foce del
Giardino (1022 m) - Valle del Giardino - Basati - Monte Calvario -
Minazzana
Come
Arrivare
In
alternativa si può seguire la strada che inizia prima del
ponte per Seravezza che passa per Riomagno (2,4 km) e per
Malbacco (3 km). Essa costeggia il torrente Serra fino a
cambiare direzione e incontrare la marmifera (7,3 km) per le
cave dell'Altissimo sulla sinistra, dopo circa un chilometro
inizia l'abitato di Azzano.
Il secondo percorso è più
panoramico sul monte Altissimo mentre il primo permette di
visitare la Pieve della Cappella.
INDICAZIONI STRADALI
n°
31
Azzano – Foce del Giardino – Cave Cervaiole (attualmente
interrotto)
Nessun segnavia
per il Cavallo se non qualche "omino"
Tracce rosse sul
sentiero che dalla Foce del Giardino conduce alla
Valle del Giardino
Sentiero SAV ( Sentiero alta Versilia)
da Basati a Minazzana
Traccia gps
- Traccia Google
hearth
Classificazione:
EE
Partecipanti: 6:
Alida, Giuseppina, Alessandro, Edo, Luigi, Pierino
Tempo di
percorrenza: Effettive 5
Periodo
consigliato:
Tutto l'anno, sconsigliato in caso di neve o ghiaccio.
Acqua:
Sul sentiero 31
e nei paesi di Minazzana e Basati,
Punti sosta:
A Basati o ancora prima deviare verso il paese di Azzano
Eccoci quà imperterriti
anche questa domenica, pronti per una nuova avventura. Non ci allontaneremo
tanto ma andremo in un territorio un pò snobbato ma molto bello e
suggestivo, cammineremo sui vecchi sentieri del seravezzino.
Ci dirigiamo
al paese di Minazzana e una volta raggiunto lasciamo le auto presso il campo
sportivo, da quì seguiamo la strada in salita verso
il Circolo della Pubblica Assistenza e
s’imbocca la mulattiera sulla sinistra che usavano i cavatori per recarsi a
lavorare alle Cave delle Cervaiole.
Due parole su Minazzana:
Minazzana (Fundum Menecianum),
sorse probabilmente grazie ad un insediamento colonico Lunense, anche se nel
1965 durante la realizzazione di un piccolo campo di calcio, vennero alla
luce alcune tombe Liguri risalenti al I – II secolo a.C., complete dei suoi
arredi funebri, che furono inviati al Museo Guinigi di Lucca. In epoca
Longobarda Minazzana appartenne al feudo dei Corvaresi, poi come molti altri
borghi vicini legò il suo destino al Comune della Cappella e successivamente
a Seravezza. La sua chiesa già esistente nel 1430 è intitolata a S.Pellegrino.
Tornando all'escursione, la mulattiera è molto panoramica, contraddistinta da rari
cartelli con la scritta “5 Montorno”, procede quasi in quota con brevi
tratti in ripida salita.
Dai punti più panoramici la vista spazia dalla
Cave della Costaccia, sopra Seravezza fino al mare per risalire lungo la
Valle del Serra fino al Monte Altissimo.
La dorsale dei monti di fronte a
noi preclude la vista sul mare, ma lo sguardo si posa sulla Cava di
Trambiserra, il M. Folgorito il M. Carchio, il M. Focoraccia, il M.
Altissimo, e infine le Cave HENRAUX alle Cervaiole.
Dentro il
castagneto, il sentiero, seguendo la sinuosità delle pendici del M.
Castellaccio (m. 809) prima e poi del M. Cavallo (m. 1021)
Lungo la mulattiera incontriamo ruderi di vecchi metati
abbandonati e prese di acquedotti.
Raggiungiamo un bivio a quota m. 760,
il sentiero che scende sulla destra andrebbe alla Cappella ma ormai non più
usato quasi non si distingue, sul culmine vi è una panchina e subito dopo un
cartello SAV indica: Azzano 30 minuti, Cervaiole 2 ore, Minazzana 1
ora. Proseguiamo e poco oltre, superato il ponticello di legno sul Botro di
Pionico, giungiamo a un tratto esposto e molto panoramico sopra la Valle del
Serra, da quì c'è anche una bella vista sul paese di Azzano. Camminiamo
sicuri senza però fidarci dei corrimani di legno ancorati su paletti infissi
nella roccia, sembrano assai precari.
Siamo vicini alla nostra prima
meta, il monte Cavallo di Azzano o Cavallino. Per prendere il sentiero non
vi sono segnali di sorta se non degli ometti di pietra, almeno oggi c'erano,
l'unico punto di riferimento è una grossa roccia grigia sulla sinistra, se
si viene da Minazzana (
vedi foto).
Prendiamo a salire nel bosco e la traccia non è sempre ben visibile, finchè
non usciamo in un grande avvallamento ricoperto di felci, eriche e
ginestroni la cui forma a catino fa pensare
ad un’origine glaciale.
Si naviga a vista mirando al crinale
principale in alto di fronte a noi. Lo raggiungiamo e lo seguiamo verso
destra. ora la traccia diventa più evidente e facilmente raggiungiamo l'antecima
e poi scalando delle facili rocce raggiungiamo la cima a quota 1021 m. per
quasi 300 metri di dislivello. Dalla vetta
abbiamo una bellissima visuale sul panorama che và dalla costa versiliese
all'impressionante parete del Monte Altissimo di cui si possono ammirare le
antiche cave della Tacca Bianca e dei Colonnoni.
Dopo una sosta per
ammirare il panorama ma anche per riprendere fiato, iniziamo la discesa
ripercorrendo il cammino fatto in salita.
Raggiungiamo di nuovo il bosco,
dove proseguiamo più speditamente su una traccia abbastanza evidente sino a
rincontrare, a quota 760 m. circa, la mulattiera Azzano-Minazzana.
Proseguaimo verso nord, direzione Azzano, incontriamo una panchina e tavolo
dove vicino c'è una presa dell'acquedotto e dove c'è la possibilità di
rifornirsi d'acqua.
Altra piccola sosta per una bevuta d'acqua fresca e
poi ripartiamo proseguendo con lievi saliscendi, oltrepassiamo il ponticello
in legno sul fosso Pionico e infine ci raccordiamo al sentiero CAI n° 31 in
località Montorno a quota 752m nelle vicinanze di una ben conservata, per quanto ancora
non lo sò! fornace per la calce viva ricavata dalla cottura di rocce
carbonatiche.
riprendiamo il cammino e subito notiamo che il sentiero n°
31 non è per niente agevole, è un continuo scavalcare o passare sotto a
numerosi alberi caduti, quando giungiamo su un tratto meno devastato
dobbiamo fare i conti con ginestroni e rovi che ci graffiano anche
attraverso gli indumenti e non mancano neanche tratti franati, insomma un
vero disastro! Poi, finalmente siamo su un tratto più aperto e più pulito
dove possiamo procedere tranquillamente e godere di un bel panorama sul
Folgorito passa per Carchio,
Focoraccia, zona Pittone, Uncini e Altissimo fino a quel che resta del Picco di Falcovaia.
Saliamo tra roccette e un'indicazione sulla sinistra ci indica la Foce
del Giardino ( 952 m), insellatura tra il Picco di Falcovaia e il
crinale del Cavallo.
Lasciamo il sentiero 31 e ci dirigiamo verso la foce
e passiamo nel versante che d'à sul canale del Giardino, siamo in un bel
sentiero in ambiente aperto e pittoresco, scendiamo sino ad incontrare una
costruzione ad una cava abbandonata, a picco sulla valle. Visto la bella
posizione panoramica decidiamo di fare sosta per il pranzo.
Dopo una
lunga sosta riprendiamo il cammino dirigendoci verso destra, nel bosco e
seguiamo delle deboli tracce ma ogni tanto un segno rosso ci indica la
direzione giusta.
Parlare di sentiero è veramente un azzardo e scendiamo
giù verso il Canale con molta cautela in quanto il terreno è molto smosso.
Volgendo lo sguardo in alto notiamo gli imponenti muraglioni di sostegno e
altre opere di cava sulle pareti del Picco di Falcovaia.
Fianalmente
giungiamo al Canale del Giardino o Valle del Giardino e ci sembra che le
difficoltà siano terminate ma ci accorgiamo subito che camminare su quella
che dall'alto sembrava una strada di cava non è altro che una profonda
trincea che serpeggia e ci rende la vita difficile. Raggiunto il
canale vero e proprio alla sorgente e volgiamo lo sguardo verso l'alto e
capiamo da dove sono venuti quegli enormi massi che riempiono la valle, una
recente ed enorme frana si è staccata dal Picco di Falcovaia, massi
veramente giganteschi ci fanno immaginare che frastuono e che spettacolo
terrificante deve esserci stato.
Attraversiamo il fiume e scendiamo sulla
strada marmifera, adesso più in buone condizioni.
Giungiamo al bel ponte
in pietra sul Canale del Giardino e attraversandolo ci immettiamo sul
sentiero SAV per Basati.
Questo è una bellissima mulattiera ben
conservata con bei scorci sul Corchia e sulla Pania o immersi in stupendi
boschi di castagni. Altra cosa molto importante sotto l'aspetto storico sono
le coppelle e le croci incisa sulle rocce, infatti pare che tutta questa
zona sia ricca di queste testimonianze dei vecchi abitanti di queste terre
legate a qualche antico culto dell’acqua e della fecondità dei nostri
antenati, le coppelle; le croci incise invece sono state fatte, forse, per
contrastare le precedenti incisioni pagane.
Proseguiamo in un continuo
saliscendi ma mai con grosse salite, superiamo vari ponticelli in legno e
giungiamo infine al paese di Basati.
Lo attraversiamo e notiamo che si
tratta di un paese ben conservato e ordinato. Mentre camminiamo nelle sue
viuzze scorgiamo molte edicole dedicate a vari Santi e alla Madonna e sono
tutte datate tra il 1600 e 1700.
Cenni sul paese di Basati:
Il borgo di Basati, inizialmente appartenente alla consorteria
dei nobili di Corvaia e Vallecchia, nel 1333 lo troviamo inserito
nell’elenco delle “Terre” appartenenti al Comune della Cappella, col quale
rimarrà legato fino all’unione con il Comune di Pietrasanta, per poi finire,
con l’arrivo dei fiorentini sotto la giurisdizione di Seravezza.
A Basati
fiorì per un certo periodo un’attività mineraria, si ha notizia di una prima
ferriera (1446) e di una miniera di lapislazzuli, che si andarono ad
affiancare a un tentativo di estrazione marmifera, presso una cava posta in
località Calcinaia, ma per le difficoltà di trasporto quest’ultima ebbe poca
fortuna.
La sua chiesa dedicata a S.Ansano,
già esistente nel 1581 come le altre chiese limitrofe, prima di venire
inserita nella Diocesi di Pisa, appartenne alle Diocesi di Luni e di
Pontremoli.
Giungiamo alla mulattiera per Minazzana segnata SAV con un
tempo di percorrenza in 45 minuti; la mulattiera inizia proprio sopra il
cimitero e si snoda attraverso
boschi di castagno sul cosiddetto Monte Calvario. Il percorso, infatti, è
costellato di “Stele” che rappresentano le 14 stazioni della
Via Crucis. Il percorso si conclude in
un punto panoramico davvero eccezionale dove sono collocate le Tre Croci che
ricordano la Crocifissione di Gesù Cristo sul Monte Golgota. É possibile
proseguire lungo la mulattiera fino al paese di Minazzana, la via Crucis fu
realizzata dalla comunità del borgo ai primi del
‘900.
Il sentiero inizia a salire fra
selve centenarie di Castagni. Lungo il percorso affiorano evidenti segni di
una residenza contadina con qualche casetta che ancora resiste al peso degli
anni. Uno spaccato di vita dura e laboriosa s’apre davanti ai nostri occhi.
Arrivati alla sommità del monte dopo aver superato una grande casa in
decadenza, ci troviamo davanti ad una marginetta dove è riportata la scritta
" Ricostruita nell’anno 1880-Recitando un Salve Regina, l’Arcivescovo
concede 50 giorni di indulgenza".
Poco più avanti e più in alto, un
altare con tre Croci dove si legge: " Gesù muore in Croce ".
Il luogo ci
invita ad un attimo di riflessione.
Riprendiamo il cammino e intorno a
noi il Monte Altissimo, il Cipollaio, il Corchia, La Pania, il gruppo
del Procinto, il Nona, il Matanna, il monte Costa e giù Seravezza e la
piana della Versilia e se si è fortunati si può spaziare fino alla
costa ligure con le isole di Tino e Tinetto e persino l’Isola d’Elba. Sulla
destra il monte Castellaccio, il Cavallo e tutti i paesi del Comune di
Stazzema adagiati sui colli come vedette.
Si continua, il sentiero si fa più stretto , si attraversa l’ultima
selva di castagni e ci tuffiamo nella pineta e infine
raggiungiamo la chiesa del paese di Minazzana, intitolata a San Pellegrino.
Non ci resta che recuperare le auto e così terminiamo una splendida
escursione in sentieri che avrebbero più bisogno di cure e valorizzazione
per non perdere quel patrimonio che i nostri padri hanno costruito nei
secoli.