03/01/2016 Porto Venere Rio Maggiore
Attraversiamo alcuni dei luoghi più belli della Liguria attraverso il Parco Regionale di Porto Venere e il Parco Nazionale delle Cinque Terre. Tutto intorno olivi piegati dal vento, arditi vigneti, macchia mediterranea e falesie calcaree che Precipitano nel mare. Passeremo da Campiglia, scorgeremo Schiara e lo Scoglio Ferale, poi Monesteroli e i suoi incredibili duemila gradini, infine il santuario della Madonna di Monte Nero e saremo arrivati a Riomaggiore.

 

Itinerario: Portovenere 8 mt, Campiglia 399  mt Telegrafo 513 mt, Santuario della Madonna di Montenero 341 mt, Riomaggiore 50 mt --  600 m in salita, altrettanti in discesa su vari saliscendi

Non è possibile raggiungere Portovenere con il treno, dovrete scegliere tra l’autobus, il traghetto, l’auto o andare a piedi (che è una variante assai interessante!).

Prima dovete raggiungere una delle città più prossime della Liguria , come La Spezia , Riomaggiore , Monterosso o Levanto .

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Come Arrivare:
Non è possibile raggiungere Portovenere con il treno
, dovrete scegliere tra l’autobus, il traghetto, l’auto o andare a piedi (che è una variante assai interessante!)
Prima dovete raggiungere una delle città più prossime della Liguria , come
La Spezia , Riomaggiore , Monterosso  o Levanto . Non è possibile raggiungere Portovenere con il treno, dovrete scegliere tra l’autobus, il traghetto, l’auto o andare a piedi (che è una variante assai interessante!)
A Portovenere con l’autobus 11/P dalla Spezia. Tra tutti i mezzi di trasporto l'autobus è più economico. Un biglietto di sola andata costa solo 2.50 euro (codice del biglietto 03) e deve essere comprato in anticipo nelle tabaccherie o nei speciali chioschi, in quanto dal conducente costerà il doppio.
Durata del viaggio: non più di 30 minuti.
Orario 11/P:
Giorni feriali: dalle 5.00 alle 23.30 ogni 10-30 minuti.
Sabato, domenica e festivi: dalle 7.00 alle 23.30 ogni 10-30 minuti (dopo le 20.00 una volta all’ora).
25, 26 dicembre, 1 gennaio: dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 20.00 ogni 15-30 minuti.

Non è possibile raggiungere Portovenere con il treno, dovrete scegliere tra l’autobus, il traghetto, l’auto o andare a piedi (che è una variante assai interessante!).

Prima dovete raggiungere una delle città più prossime della Liguria , come La Spezia , Riomaggiore , Monterosso o Levanto .

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A Portovenere con l’autobus 11/P dalla Spezia.

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INDICAZIONI STRADALI

 
Sentieri: AVG -AV5T ex 1 - N°4 - N°3
   
             
Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 6 ore 
 
Acqua: A Porto Venere e in altri vari punti dell'escursione
 
Punti sosta:Campiglia, Telegrafo, Santuario della Madonna di Montenero, Riomaggiore.
   
 
Traccia gps           Traccia Google Earth

Traccia elevazione      Cartina
 

 

Periodo consigliato:  Tutto l'anno, evitare i periodi più caldi dell'anno

       

Come prima escursione del 2016 decidiamo per la riviera ligure esattamente nel il parco di Porto Venere e delle 5 Terre.
Giungiamo a Porto Venere con il pullman di linea dalla Spezia,(la linea P) dove fa' capolinea nelle vicinanze della piazza principale del paese.
Proprio dalla piazza inizia il sentiero contrassegnato
AVG -AV5T ex 1, ci portiamo verso la porta del borgo medievale, dove è possibile leggere ancora l'iscrizione originale "Colonia Januensis, 1113".
Iniziamo a salire rapidamente e dobbiamo subito affrontare una ripida salita dove alti e irregolari scalini ci complicano un po' le cose senza contare che le piogge dei giorni precedenti ha reso le rocce molto viscide.

Terminate le mura il sentiero diventa meno ripido e ci inoltriamo tra di arbusti di lentisco e olivi selvatici, volandoci indietro  ammiriamo la splendida chiesetta di S. Pietro sulla punta protesa sui mare e l'Isola Palmaria, sulla destra il mare interno del Golfo di La Spezia.
Passiamo tra blocchi di portoro e resti dei macchinari di una cava prima di questa avevamo notato fori per i "piri"  di una via di lizza per far scendere sino al mare i grossi blocchi, ci stupisce trovarli lontano dalle Apuane, ma in fondo non sono poi così lontane!
Sulla sinistra una deviazione di pochi metri ci porta alla Mandrachia o Cava Canese. Qui c'è una "terrazza" splendidamente panoramica: bei Pini d'Aleppo si stagliano sullo sfondo del mare e le rocce scendono con strapiombi di oltre 100 metri quasi verticali sugli scogli dove si frangono le onde.
Adesso ci troviamo ad un bivio o seguiamo il sentiero n°1 o la variante 1 che prosegue a destra, noi decidiamo per il sentiero principale.
Dalla cava si prosegue quasi in piano costeggiando il versante verso il golfo della Spezia, la vista è gratificata dall'isola della Palmaria e i terrazzamenti marini sulla parte interna del Golfo primo fra tutti quello della Punta del Varignano, in lontananza non possiamo ammirare la catena Apuana.  Arriviamo ad intercettare, su una curva, la strada asfaltata che sale al Muzzerone, noi scendiamo però  attraverso una macchia, fino alla Sella Derbi.
Da Sella Derbi, in prossimità di un cippo che commemora gli aviatori caduti durante un volo di esercitazione nel 1937, si riprende a salire per un sentiero che lambisce dapprima la curva di una strada militare per il M. Castellana e poi si immerge in una estesa macchia bassa.
II sentiero prosegue, sovente con forti pendenze, sui versanti a mare del M. Castellana (512 m) ed in alcuni punti appare intagliato nelle rocce. Si incontra una piccola sporgenza a guisa di terrazzo dalla quale si gode una suggestiva visione panoramica sulla costa del promontorio verso Portovenere e la Palmaria.
Continuiamo in alto sulla Valle Albana dove una bella ed estesa lecceta è stata danneggiata da un violento incendio, in basso notiamo una strana costruzione che sembra una sorta di castello con tanto di torretta, ci domandiamo cosa sia ma nessuno di noi lo sà! 
Sbuchiamo, di nuovo, sulla strada asfaltata Spezia - Campiglia, la seguiamo brevemente  per poi riprendere, sulla sinistra, un sentiero inoltrandosi tra pini marittimi e lecci.
Giungiamo di nuovo alla strada asfaltata, oltrepassiamo alcune case, sempre sulla sinistra. Si attraversa un campetto di calcio e nuovamente una pineta dove spicca la caratteristica torre circolare in pietra di un vecchio mulino a vento, forse costruito nel 1840  (come ricorda la data incisa sull' architrave) ed utilizzato nel passato per la macinatura delle castagne.
Ritornati sui sentiero principale, costeggiamo la chiesa di S. Caterina, edificio a navata unica, presbiterio con volta a crociera e campanile separato a pianta quadrata, giungendo infine alla piazzetta allungata di Campiglia.
Qui si incrociano diversi sentieri che ricalcano percorsi antichi: la prosecuzione del Nº 1 che, lungo il crinale, ci porta al Colle del Telegrafo; il Nº 11 per le località di Marola e Persico ; il Nº 4b, che attraversa a mezzacosta tutta la zona di Tramonti da Fossola a Campiglia ; il Nº 4a che collega Campiglia a Biassa.
A Campiglia è possibile sostare e fare scorta d'acqua  e assaggiare le buonissime focacce che vengono sfornate quì.

Dopo una doverosa sosta ripartiamo imboccando il sentiero n°1 che parte sulla sinistra appena usciti dalla piazzetta, sulla sinistra della fontana, ricordati di prendere acqua?
Percorriamo il crinale da dove abbiamo una magnifica vista su tutto il golfo
; voltandosi, si vedono, poco sotto, i tetti di Campiglia e, più oltre, l'isola del Tino immersa nel mare aperto; sulla sinistra, in lontananza, le Alpi Apuane.
Attraverso un mosaico di fasce coltivate ed abbandonate giungiamo ad una casa, circondata dai pini; si rasenta la recinzione della proprietà e poco dopo si incontra un bivio. Occorre prendere a destra entrando in una pineta diradata che riporta i segni di incendi ricorrenti. Attraverso alcuni squarci tra i pini si osservano ancora, lontane, alcune delle cime più alte delle Alpi Apuane: il Sagro, il Pisanino e il Pizzo d'Uccello.
Si incontrano alcuni grossi massi di arenaria e si prosegue per breve tratto quasi in piano sino a raggiungere un tornante della strada carrabile forestale che sale da Campiglia al Telegrafo (Strada dei Tedeschi).

Saliamo ancora sino al crinale in una fitta pineta, seguiamo il crinale e infine ritroviamo la strada carrozzabile per Schiara, che si percorre in discesa per un breve tratto, fino alla prima curva. Da qui proseguiamo per una mulattiera ben lastricata con larghi gradoni in leggera salita fino ad imbattersi nella Fontana di Nozzano (m.344) di epoca napoleonica. L'itinerario prosegue seguendo il sentiero 4. Si risale la Costa di Pozai rispettando la direzione per S. Antonio per spuntare sulla strada asfaltata dopo aver intercettato la gradonata che sale da Monasteroli.
Qui s' incontra il menhir di Tramonti, un grosso roccione con infissa una croce di ferro.
Il Menhir di Tramonti si trova poco distante dal sentiero n.1 (Portovenere-Levanto), nei pressi della Palestra nel Verde (itinerario nel verde attrezzato per l'esercizio delle attività sportive), è un monumento megalitico alto circa 2 metri, orientato al solstizio d'estate, pervenuto sino a noi da una lontana civiltà. Si dice che molti anni fa un gruppo di viandanti si fermò nei pressi della pietra per trascorrere la notte. Ma appena giunsero le tenebre il forte vento spense il fuoco e nel bel mezzo della polvere fece comparsa il diavolo in persona che spaventò gli impauriti viandanti per allontanarli dalla sua dimora! Da allora il menhir è chiamato il menhir del diavolo.

Proseguendo su asfalto si arriva al crocevia posto accanto alla chiesuola di S. Antonio (m.510) recentemente restaurata; questa e una chiesetta in pietra con un campanile a vela in miniatura..
Quì c'è un'area attrezzata con tavoli e anche un piccolo bar, ne approfittiamo per fare la sosta pranzo.
Dopo aver mangiato e preso un buon caffè al bar riprendiamo il cammino imboccando nuovamente il sentiero n°1 che prosegue parallelo alla strada tra pini e castagni.
Arriviamo al Colle del Telegrafo dove ritroviamo la strada forestale, sulla sinistra vi sono due ristoranti e un parcheggio. II colle del Telegrafo rappresenta un importante crocevia. Qui si incontrano: la strada asfaltata che da La Spezia sale al M. Verrugoli e al M. Parodi passando da Biassa e torna in città attraverso la Madonna della Guardia o attraverso La Foce; l'inizio della "Strada dei Santuari" che percorre a meta costa tutte le Cinque Terre; il sentiero Nº 3 che scende a Riomaggiore.
Noi prendiamo quest'ultimo; lo prendiamo passato subito un ristorante, siamo in discesa.
In prossimità di una croce il sentiero si biforca e prendiamo sulla sinistra, ora siamo in un punto dove la vegetazione è stata distrutta da incendi e il terreno è stato tutto arato per coltivazioni quindi la vista spazia molto e ciò che si vede è stupendo: poco sotto si notano le graziose case di Lemmen, piccolo borgo dove pare che il tempo si sia fermato, sulla costa successiva - più in basso - il Santuario di Montenero e, molto più lontano, si protende sul mare Punta Mesco.
Proseguendo il sentiero diventa pianeggiante e giungiamo al piccolo nucleo abitato di Lemmen ; secondo alcuni il toponimo  risalirebbe addirittura alla civiltà greca arcaica. E' comunque storicamente documentato che già nel 1200 esisteva una direttrice viaria di mezza costa che collegava gli abitati di Lemmen, Cericò, Casarino e Montenero.

Attraversando il gruppo di case si possono vedere la bella cappella e una curiosa vasca adibita ad abbeveratoio scavata a mano nella roccia.

Proseguiamo sempre su sentiero pianeggiante in mezzo a vigneti e gli onnipresenti muri a secco.
Arriviamo alla località Casarino; scendiamo alcuni gradini e svoltiamo a sinistra. Dopo aver costeggiato un muro, percorriamo in discesa il crinale della Costa di Montenero; questo tratto, in comune col sentiero Nº 3 che da Riomaggiore sale alla "Strada dei Santuari", è uno dei più panoramici delle Cinque Terre: si vedono a levante la costa di Tramonti e l'Isola del Tino, mentre a Ponente tutte le Cinque Terre e il Promontorio del Mesco.
Alcuni gradini ci portano ad un ampio prato e siamo al Santuario di Montenero. Da quì abbiamo ancora un bellissimo panorama: a levante si scorge  la Palmaria. Il santuario è rappresentato da un complesso di edifici tra i quali spicca la chiesa di S. Maria di Montenero. Pur avendo un'origine molto antica, la chiesa non presenta più alcun segno delle strutture medievali; essa ha lineamenti barocchi e deve la sua forma con tre navate, portico antistante e campanile  quadrato con cupola ad un rifacimento del XIX secolo.
Dopo le fotografie di gruppo, quì ci stanno bene; riprendiamo il cammino lasciando il sentiero n° 3 e prendendo sulla destra mulattiera che aggira in lieve discesa il santuario e si inoltra nella Valle di Riomaggiore.
La mulattiera continua a scendere tra pini, castagni e piccoli orti per lo più abbandonati; si attraversano alcuni piccoli ruscelli e si giunge ad un torrente che proviene dal M. Verrugoli, visibile in alto con la sua selva di antenne.
Si piega decisamente a sinistra e si segue il torrente.
Procedendo ancora troviamo un altro ponticello ad arco in pietra che scavalca il torrente. Scendiamo per una scala in cemento e si attraversa la strada statale litoranea.
Si continua a scendere lungo la "Valle dei Mulini" per una mulattiera  lastricata, immersi sempre nel verde di una vegetazione.
Costeggiamo alcune casette con i loro piccoli orti e vigne; dopo aver incontrato sulla destra un'altra mulattiera che risale verso le sorgenti dell'acquedotto di Riomaggiore, passiamo vicino ad un vecchio mulino e attraversiamo il ruscello sbucando poco dopo nella parte alto del paese di Riomaggiore. Proseguiamo in ripida discesa sulla copertura in cemento del torrente che attraversa longitudinalmente il paese fino al tunnel pedonale che sulla destra ci porta rapidamente alla stazione.

Foto escursione
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