16/10/2016 Traversata da Capanne di
Careggine, Sumbra, Passo Fiocca, Arni
"Non posso spiegarti a parole perché voglio andare lassù, ma se ci verrai
anche tu lo capirai da solo "
Conosciuto anche come Penna di Sumbra o monte Sómbora. La vetta e la gran massa
del monte si trovano nel comune di Vagli di Sotto mentre parte della cresta e
degli altipiani orientali si trovano in quello di Careggine.
Esso è formato
quasi completamente di marmo e cambia molto la sua fisionomia dal punto da cui
lo si guarda. La vetta raggiunge i 1765 metri e si trova all’estremità ovest.
Più in alto l'azzurro profondo del cielo
non mi dice la gioia.
Vorrei somigliarvi superbe montagne che amo.
Vorrei come voi alzare i miei fianchi poderosi al cielo, stendere sopra le valli
eterni ghiacciai immobili.
Vorrei come voi rimanere, imitando l'eterno.
Ma il mio destino è lo stelo di un fiore e una foglia d'autunno nell'aria che
vibra.
( tratto da montagna vissuta a cura di Achille Quarello)
Percorso:
Capanne
di Careggine
(m.840)
Maestà del
Tribbio (m.1159), M.Sumbra (m.1765)
Dislivello 926 mt.(salita)
- 848 mt.
(discesa)
Sentieri:
145
Capanne di Careggine – La Crepa – Colle delle Capanne – Monte
Sumbra – “sentiero attrezzato
R.Malfatti” – P.so Fiocca
144
Arni – loc. Oriali – Malpasso – Fatonero – P.so Fiocca – Capanne
di
Romecchio – P.so Sella
Classificazione:
E
Come
arrivare
Si sale lungo la strada
del Cipollaio, se ne percorre la galleria, si lascia, a sinistra la
deviazione per Arni, per imboccare quella successiva, sempre a sinistra,
che sale a Capanne di Careggine, si parcheggia in prossimità del
ristorante la Cerageta, parcheggio sulla destra
Tempo di
percorrenza: Effettive
6,30
Periodo
consigliato:
Tutto l'anno ma in caso di neve o ghiaccio riservato a escursionisti
esperti e attrezzati
Acqua:
Arni - Capanne di Careggine
Punti sosta:
Arni - Capanne di Careggine
Rieccoci qua! Il gruppo dell’Apuano si rimette
in movimento.
Io in particolar modo scalpito per questa
escursione, non tanto per il luogo ma perché sono più di tre mesi che sono
stato fermo a causa di un intervento al tendine d'Achille. Sò già che sarà
dura ma voglio provare, anzi sono proprio determinato a completare tutto il
tragitto.
Siamo diretti verso la
vetta del Monte Sumbra (m. 1765 ).
Ci troviamo con comodo alle ore 08,00 a
Vallecchia, siamo in 9, ci dividiamo sulle macchine e via
alla volta di Capanne di Careggine.
Arrivati, lasciamo le auto al
parcheggio sulla destra nelle vicinanze del ristorante la Cerageta.
Sempre vicino al ristorante parte il sentiero n° 145 e in pochi minuti
giungiamo alla chiesa, qui si potrebbe arrivare anche in auto.
Partiamo,
e piano piano mi metto in moto, come vecchi motori diesel ho dovuto raggiungere la
temperatura giusta per prendere i giri ma poi è andata meglio.
Qui Pierino cerca itinerari alternativi per
la salita alla vetta e secondo lui tutte le creste che salgono dalla valle
vanno bene, per questa volta siamo riusciti a tenerlo a freno. Usciti dal
bosco inizia la salita alla vetta, il sentiero all’inizio attraversa una
zona carsica piena di fessure e rocce poi si potrebbe prendere un sentiero
basso ben segnalato con segni bianco rossi o proseguire per cresta, noi
decidiamo per quest’ultima molto più spettacolare
sempre a ridosso dei profondi baratri, comunque il percorso
se non si soffre di vertigini non presenta difficoltà.
Infine giungiamo
su una ripida salita erbosa dove arriva il sentiero attrezzato che giunge
dal Passo Fiocca,
in pochissimo siamo in vetta al Sumbra, sono passate 3,00 ore
dalla partenza.
Qui in vetta dopo esserci scambiati gli auguri di una
buona vetta e fatto alcune foto di gruppo ci siamo lasciati andare a una
delle cose che preferiamo starcene sdraiati su un prato e pranzare con
davanti a noi un
bellissimo panorama, il Sumbra ci permette splendide
visioni su tutte le vette delle Apuane,
ad ovest fanno mostra di sè il M.Fiocca, la cresta di Sella ed il
M.Altissimo, sconvolto dalle cave; a sud Corchia, Freddone e Panie dominano
la scena, verso est il Lago di Vagli, oggi in profonda secca,
la parte superiore è completamente asciutto, mai visto così, ancora la vista
spazia su tutta la Garfagnana, sull’Appennino e sulla costiera oggi in un
mare di nuvole e noi sopra come se fossimo su un aereo, più in basso il
Passo Fiocca (m.1560) un grande lastrone bianco posto fra il Sumbra stesso e
il Fiocca.
Dopo una sosta abbastanza lunga riprendiamo il cammino e
ridiscendiamo ritornando sui nostri passi sino ad incrociare sulla destra il
sentiero attrezzato o come viene chiamato pomposamente ferrata
Ricciardo malfatti,
sempre n° 145.
Lo percorriamo senza nessuna difficoltà,
scendiamo alcuni gradoni rocciosi e balze erbose non molto esposte e con
piede fermo e assenza di vertigini non abbiamo vere difficoltà tecniche.
Comunque il cavo, sostituito da poco e rivisti anche gli ancoraggi, ci serve
d'aiuto nello scendere.
Infine giungiamo sulla cresta che porta al
Passo
Fiocca, da qui termina il sentiero attrezzato. il Passo
Fiocca (m 1560 slm) è caratterizzato
da una lunga e liscia placca di calcare bianchissima su cui le suole tengono bene in
aderenza è un po' faticoso ma è divertente superarla, questi
lastroni inclinati convogliano le acque verso il sottostante Fosso Anguillara.
Ora lasciamo il sentiero 145 e prendiamo il 144 in direzione di Arni,
tagliamo in diagonale, verso destra, la vallata della
vallata del fosso dell'Anguillara famoso famoso per le grandi vasche di
erosione dette "Marmitte dei Giganti
" e giungiamo, poi, ad un ampia sella
che fa da spalla
orientale all’anfiteatro del Fatonero, siamo
al Passo Contapecore (m. 1482), Il passo, un ampio pianoro, deve il nome
all'abitudine (necessità) dei pastori locali di fermarsi qui per la conta
delle pecore che pascolando nelle due vallate finivano inevitabilmente per
mischiarsi.
Percorriamo un ampio arco a mezza
costa priva di alberi e tra alto paleo che nasconde dove mettere i piedi,
giungiamo al famoso bosco del Fato nero.
L’origine del nome è da
faeto-a dal latino
fagetum
diffuso nella toponomastica toscana dal X secolo e proprio Fatonero è il
toponimo più alto nella nostra regione.
Quindi è priva
di consistenza l’idea che il nome derivi da un “fatto nero”, cioè da un
episodio di sangue avvenuto nell’antichità. In realtà il nome è riferito a
faggio nero ed al fatto che il fitto bosco non lasciasse passare i raggi
solari: da lontano il bosco appare come una macchia verde-nera. Nella
fantasia popolare il bosco era abitato da folletti e dal famigerato
Linchetto,
dispettoso e disturbatore sia di uomini che di animali. Gli spiriti ed i
folletti di notte vagavano per il bosco e danzavano tenendosi per mano e
creando magici giochi di luce.
Non penso che i pastori vagassero di
notte per queste lande, ma certo l’ambiente non doveva essere dei più
rassicuranti.
Queste storie sono sopravvivenze di miti e
riti dei Liguri Apuani e del loro culto degli alberi e degli spiriti
tutelari delle foreste a cui si sono sovrapposti poi miti latini e
germanici. Non dimentichiamo che i liguri furono sostituiti da popolazioni
di origine latina che si mescolarono poi con tutte le genti che invasero a
più riprese la penisola italiana portando con sé le loro tradizioni. (
dal sito
Escursioni Apuane
)
Camminiamo nel
bellissimo bosco, oggi ancora più bello con i suoi caldi colori autunnali,
un luogo magico, incantato e i ruscelletti che lo attraversano gli
conferiscono una atmosfera irreale: non c’è un posto simile in tutte le
Apuane!
Affrontiamo una breve salita e ben presto siamo fuori al bosco,
siamo sul sentiero allo scoperto e camminiamo su rocce, troviamo due tratti
attrezzati, il primo è su una ripida discesa ma a mio parere si passa meglio
scendendo in diagonale prendendola un pò più in alto, la seconda è quella
che ci porta a Malpasso, un
punto aereo e panoramico, ci giriamo e diamo un ultimo sguardo
verso
la vetta del Sumbra, cioè la
Penna.., si erge solenne di fronte a noi ed è obbligatorio scattare
ancora alcune foto.
Seguiamo il
sentiero sulla destra da prima su sterrato e poi su roccia ben ferma,
giungiamo ad attraversare un canalino e giriamo a sinistra, ora prendiamo la
cresta, giù in fondo si scorgono i tetti delle case del paese di Arni.
Proseguiamo sulla ripidissima cresta, volgiamo lo sguardo al panorama ed è
bellissimo,
alcune cime famose delle Alpi Apuane ci appaiono molto vicine, in tutto
il loro splendore: dalle due cime delle Panie, al Monte Corchia, all’
Altissimo, con in mezzo e davanti a loro cime più basse, meno famose e
più verdeggianti.
Man mano che scendiamo
lasciamo le rocce e paleo e dobbiamo passare attraverso dei fastidiosissimi
ginestroni ci troviamo in quello che erano campi coltivati, giungiamo ad un
primo belvedere
alla rocciosa spalla sud de
La Focetta ( 1199 mt.).
La discesa continua ripida e l'erba è ancora alta
ma la traccia è più marcata unica
preoccupazione è quella di non finire in un profondo solco creato
dall'erosione dell'acqua, qui abbiamo una bella vista sul Macina.
Siamo ormai vicinissimi al paese e infatti giungiamo in breve ad una bella
casa appena ristrutturata,
Case di Oriali,
qui inizia la strada asfaltata, la seguiamo e ben presto siamo al parcheggio
dove abbiamo lasciato l'auto.
E qui termina anche la nostra bella galoppata, sono
stanchissimo, certo ricominciare con un'escursione di questo calibro non è
il massimo dopo essere stato fermo per molto tempo ma comunque sono anche
molto soddisfatto, finalmente si riparte e per il futuro ho grandi progetti.
Alla prossima!
Foto
escursione
Se vuoi unirti a noi apuano@email.it