09/04/2017 Pania della Croce m.1859 Cresta sud
Lo splendore dell'amicizia
non è la mano tesa
né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia:
è
l'ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed
è disposto a fidarsi di noi.
R.W.Emerson
Sentieri:
Periodo
consigliato: Dalla tarda primavera all'autunno. In inverno con
presenza di neve e ghiaccio solo per escursionisti esperti con
attrezzatura ( ramponi e piccozza )
Traccia gps
-
Traccia Google
hearth
Percorso:
Piglionico,sent.n°7 fino al rifugio Rossi, Focetta
del Puntone, Passo degli Uomini della neve, Prati di Valli, Cresta
sud, Pania
della Croce, Callare o Colle della Pania, Vallone dell'Inferno,
Piglionico
Dislivello: 759 m
Come
Arrivare
:
Da
Lucca in direzione Garfagnana, Sp. n° 20 per Gallicano, poi
Molazzana e da qui indicazioni per Rif. Rossi.
Autostrade per
Lucca:
da Genova: A12 Genova-Livorno inn. A11 con uscita
Lucca;
da Milano: A1 e A15 per La Spezia poi A12 e A11
uscita Lucca;
da Firenze e da Pisa: A11 con uscita Lucca.
Sentiero
del Pastore, non segnalato,
7
Cardoso – loc.
Orzale – Collemezzana – Foce di Valli
-
Piglionico – Rif. Rossi – Foce del Puntone – P.so degli Uomini della
Neve – Foce di Valli
Sentiero di cresta (Cresta Est) , non segnalato
126
Foce di Mosceta – Il Caccolaio – Le
Gorfigliette – Callare della Pania -
Focetta del Puntone – Callare
della
Pania
Tempo di
percorrenza: 6 ore compreso le soste
Classificazione:
EEsperti Impegnativo
Acqua:
In estate sorgente nelle vicinanze
del rifugio, in inverno con presenza di neve al rifugio, se
aperto
Punti sosta: Rifugio
Enrico Rossi alla Pania
Telefono gestore
0583-74095 cell. 348-3898003
Telefono rifugio
0583-710386
La Pania della Croce (m. 1859) è la regina delle Apuane tanto che un tempo questa catena montuosa veniva identificata come Panie dal nome della sua montagna più nota, mentre l'attuale denominazione di Alpi Apuane è stato assegnato al gruppo montuoso solo in età napoleonica: un tempo la Pania veniva chiamata "Pietrapana" in quanto questi monti erano stati abitati per nove secoli dagli Apuani, una tribù ligure e la catena montuosa, ma soprattutto la sua vetta per eccellenza, aveva preso il nome da questi antichi abitatori "Pietrae Apuanae", cioè monti degli Apuani. Perfino il Boccaccia nel suo "De Montibus" ricorda la Pania come "Pietra Apuana Mons" e Dante nel canto XXXII dell'Inferno della Divina Commedia nei versetti 28/30 quando parla del ghiaccio che ricopre il lago di Cocito dice che era così spesso "…che se Tambernicchi vi fosse caduto o Pietrapana, non avrìa pur dall'orlo fatto scricchi" dove per Tambernicchi si intende il Monte Tambura e per Pietrapana la Pania alla Croce; e Ludovico Ariosto, governatore della Garfagnana per conto degli Estensi dal 1522 al 1525, afferma: "La nuda Pania tra l'Aurora e il Noto, da l'altre parti il giogo mi circonda che fa d'un Pellegrin la gloria noto".
E' molto tempo che non andiamo sulla Pania
della Croce seguendo un itinerario diverso dalla via normale ed esattamente
dalla cresta sud, percorso più impegnativo ma anche molto spettacolare
Abbiamo appuntamento co gli amici: Rossano, Luca e
Sabrina e Luigi che arrivano da
Monsummano e Altopascio, alla località Piglionico, in Garfagnana; noi siamo in
due e così formiamo un bel gruppetto.
Lasciamo le auto in prossimità della
cappella in memoria dei partigiani caduti per mano delle truppe tedesche nella
vicina località di Colle Panestra il 28 agosto del 1944. ( Ricordarsi di pagare
il parcheggio all'inizio della strada 3€ per l'intera giornata)
La nostra prima meta
è il rifugio Rossi a quota 1609 mt. Per raggiungerlo la via più comoda è quella
del sentiero n° 7 ma noi oggi decidiamo di percorrere il sentiero del Pastore,
sentiero non sempre visibile e a tratti anche un pò impegnativo.
Torniamo
brevemente indietro sino ad una sbarra sulla destra da dove parte una
strada sterrata di servizio, originalmente serviva per collegare delle piccole
cave. Saliamo con davanti a noi la bellissima mole del la Pania, oltrepassiamo
una prima costruzione e passiamo vicino a quello che rimane di due piccole cave,
fortunatamente non sfruttate selvaggiamente. sino a raggiungere la baita
intitolata al dottor Roberto Nobili, medico del Sast e medaglia d'oro al Valor
Civile scomparso nel 2000 durante un'operazione di salvataggio.
Lasciamo
la strada e ci immettiamo in un sentiero a sinistra segnalato da ometti, facendo
attenzione perché non sempre la traccia è ben visibile.
Procediamo in salita costeggiando la Pania Secca, direzione sud-ovest, prima su
rocce carsiche e ravaneti, qui è utile sapersi orientare, comunque qua e là vi
sono "ometti" che indicano la direzione.
Successivamente attraversiamo un canale, il Canale della Luna, proseguiamo su un
traverso e superiamo la “Grotta del Pastore”.
Al termine della salita
entriamo nel bosco, sino ad incontrare
il sentiero CAI No.7 a quota 1.460 m.
In breve usciamo dal bosco e
giungiamo nei prati che
sono sovrastati dall'imponente mole della Pania Secca.
Arrivati al Rifugio Rossi alla Pania a quota
1609 mt.
facciamo una breve sosta per riprendere fiato e
ammirare il panorama.
Sui prati sotto l'Omo Morto vi è ancora neve e si
presenta un pò tirata, quindi davanti al rifugio facciamo il punto e ci viene in
mente di abortire l'escursione in quanto dobbiamo percorrere un traverso con
neve ghiacciata, ma alla fine decidiamo di andare a vedere con i nostri occhi
come si presenta la neve e imbocchiamo il sentiero e ci rendiamo conto che si
può passare la neve ha già sentito il caldo e si presenta molle inoltre ci sono
molte orme che fanno la traccia.
Proseguaimo in falsopiano per circa 400 metri direzione sud-ovest costeggiando la
cresta dell'Omo Morto, poi la neve scompare e giungiamo alla Focetta del Puntone dove incrociamo la
Borra di Canala sulla nostra destra, percorriamo ancora un centinaio di metri
per giungere al Vallone dell'Inferno, sentiero n° 126, una delle vie di salita alla Pania della
Croce.
Noi continuiamo sul sentiero n° 7 in direzione Foce di Valli, la
cresta sud inizia alla foce di Valli a quota 1266 mt. e sale per erbe e
sfasciumi e poi segue l’erta cresta rocciosa da fare con molta attenzione. Lungo
il percorso si trova una croce che ricorda il luogo dove fu ucciso il
“Nonno" Angiolo Bartolucci, il Nonno della Pania, ucciso dai tedeschi nel
1945, veramente il posto vero è più in basso verso Colle Mezzana questa croce è
solo il monumento in ricordo.
Noi una volta valicato il Passo non
scendiamo l'interminabile discesa sui prati di Valli ma dopo un paio di tornanti
li attraversiamo tenendo a vista la cresta; tanto la parte sottostante sarebbe
stata su prati abbastanza insignificanti.
procediamo con qualche difficoltà
in quanto, come ovvio, non esiste nessuna traccia e i " Prati " sono solcati da
instabili ravaneti, comunque in circa mezzora o poco più raggiungiamo la cresta.
Dopo una piccola sosta riprendiamo il cammino affrontando la cresta, aggiriamo
sulla destra una grossa formazione rocciosa e ci inoltriamo in un canalino, per
proseguire in vari risalti e successivi canalini, le difficoltà non sono
elevate, passaggi di 2° grado, massimo 3°, la vera difficoltà o pericolo stà
nella natura del terreno che si presenta in sfasciumi con rocce mai stabili,
infatti dobbiamo sempre porre la massima attenzione agli appigli e a non far
cadere pietre, per questo è raccomandato l'uso del casco.
Superato un tratto
esposto la pendenza diminuisce e la difficoltà anche, il terreno è ora più
stabile, siamo ora in vista della Croce della vetta. Superiamo un altro tratto
di cresta poco esposta e infine per facili rocce affrontiamo l'ultima salita che
ci conduce in vetta( quota 1859 m.).
Ci complimentiamo per la bella ascesa e
ci accomodiamo sotto la grande croce dove ci sta' bene la foto di gruppo,
ammiriamo un pò lo splendido
panorama, dalla vetta
della Pania si gode di un panorama fra i più belli che sia possibile ammirare:
la Pania Secca, il Corchia, la Riviera della Versilia, le vette della catena apuana sono di fronte a noi e quello che
vediamo non si può descrivere, bisogna venire qui e constatare di persona.
Facciamo una lunga sosta per pranzare ma poi dobbiamo riprendere a malincuore la
via del ritorno. Ma prima, dobbiamo adempiere ad un dovere nei confronti di un
nostro caro amico che ci ha lasciato anni fa' ma ancora sta' nei nostri cuori, ci portiamo davanti alla targa
posta in suo ricordo e rimaniamo lì in meditazione ricordandoci di quante belle
avventure abbiamo passato assieme su queste montagne.
Riprendiamo il cammino seguendo la cresta verso nord ovest sino al Callare della
Pania dove intercettiamo il sentiero n° 126 che a sinistra scende verso Mosceta
e a destra attraverso il Vallone dell'Inferno torna alla Focetta del Puntone.
Qui è venuta in mente l'idea di andare anche sul vicino Pizzo delle Saette ma
non tutti eravamo concordi e allora per non dividere il gruppo abbiamo deciso di
scendere.
Scendiamo il
ripido sentiero del Vallone dell'Inferno, non ci sono particolari difficoltà ma
l'unica attenzione va fatta al terreno molto smosso e oggi anche a lunghi tratti
innevati; luogo è estremamente
panoramico sull’Uomo Morto e la Pania Secca.
Giungiamo alla Buca della Neve,
sino a pochi anni fà in questa grande buca si poteva scorgere anche dopo
l'estate della neve sul fondo, adesso a causa dei mutamenti climatici non ve ne
conserva se non una piccola quantità, oggi ce ne è essendo nevicato ma ben
presto evaporerà. Questa "buca", come altre che ve ne sono nella zona, veniva sfruttata
da alcune persone chiamati "Uomini della Neve" che salendo da Cardoso attraverso
il Passo degli "Uomini della Neve" giungevano sin quì superando un dislivello di
1300 mt. per prendere appunto la neve che serviva per per portarla ai centri
turistici della riviera versiliese in tempi in cui i frigoriferi erano ancora
proprietà di pochissimi.
Scendiamo ancora e un breve giungiamo alla Focetta
del Puntone e riprendiamo il sentiero che conduce al Rossi e successivamente
inizialmente prediamo il sentiero n°7 e a quota 1.460 mt. ripercorriamo il
Sentiero del Pastore che in breve ci riconduce al Piglionico.
L'escursione è terminata ed è stata
un successo, soprattutto per la riconferma
della nostra amicizia, non che ce ne fosse stato bisogno, ma la certezza è
stata nell'aver goduto nello stare assieme.
C’è chi il bene preferisce darlo, c’è chi preferisce riceverlo ma, per fortuna,
il bene non è quello che uno dà o quello che riceve: è quello che è la relazione
fra due, o fra molti; si chiama in molti modi e uno dei suoi nomi è Amicizia e
rende felici, perché l’Amicizia è bello trovarla, ma è ancora più bello
provarla.
Ciao
alla prossima
Foto escursione
Se vuoi unirti a noi apuano@email.it