27/08/2017 Ferrata Tordini - Galligani o Siggioli


Vista sul Pisanino dalla Foce Siggioli

 

Itinerario: Sbarra della marmifera a Ugliancaldo 820 mt. - Attacco della ferrata 100 mt - fine ferrata 1400 mt - Foce Siggioli 1390 mt  -  Cresta Capradossa  - Poggio Baldozzana 1330 mt -  La Ferrata ha un dislivello di 400 m.;  550 m. di Cavo continuo

Come Arrivare:
Usciti dal casello autostradale di Aulla,si segue per Fivizzano fino a seguire poi le indicazioni per Gassano e poi per Ugliancaldo. Da qui si segue per le cave di Cantonaccio fino alla sbarra 820 mt (4km circa di strada sterrata percorribile in macchina).Dalla sbarra seguire la carrabile (indicazioni) fino alla casa dei vecchi macchinari 870mt, passate le cave ci si inoltra nel bosco (indicazioni ferrata) e tramite sentiero segnato prima nel bosco e poi su fasce rocciose si perviene all'attacco (cira 1 h)

 INDICAZIONI STRADALI
 
Sentieri: 
192 Equi Terme-Solco di Equi-Cave del Cantonaccio-La sbarra della strada marmifera-Poggio Baldozzana
190

Vinca – Foce dei Lizzari – “sentiero attrezzato D.Zaccagna” – Cave del Cantonaccio            (SENT. ZACCAGNA CHIUSO )

     
181

Pieve S.Lorenzo – Ugliancaldo – Poggio Baldozzana – Costiera di Capradossa – Foce Siggioli – Giovetto – Foce di Giovo


 

  
                            


 

Classificazione: EE(Allenati) e Attrezzati

Moderatamente difficile

Tempo di percorrenza:  Complessivamente 6,30 h cammino effettivo
 
Acqua: Al paese di Ugliancaldo
 
Punti sosta: Ugliancaldo
 
Scarica traccia GPS
 

 

Periodo consigliato: Da Primavera all'autunno, sconsigliata in inverno
 con presenza di neve e ghiaccio.

 

           

 

In questa torrida giornata d'agosto, mentre la massa si riversa sulla riviera versiliese e Apuana, noi, Bastian contrario,  abbiamo deciso di cimentarci su una delle più belle escursioni delle Apuane la ferrata Tordini Gallicani che dalle cave del Cantonaccio, presso Ugliancaldo, ci porterà a Foce a Siggioli.
L’itinerario  si sviluppa lungo un bello e regolare sperone roccioso all’ombra della spettacolare parete nord del Pizzo d’Uccello ,sulla quale sono state scritte alcune delle più gloriose pagine dell’alpinismo sulle Alpi Apuane.
La ferrata fu realizzata nel 1971 a cura della sezione C.A.I. di Pisa per agevolare l’accesso al versante meridionale del Pizzo d’Uccello,ed è dedicata alla memoria degli alpinisti pisani Brunello Tordini e Pier Luigi Galligani, caduti in montagna. La via è moderatamente difficile ma non esente da qualche passaggio tecnico e atletico, e richiede ugualmente un certo impegno per la continuità; la roccia è generalmente buona e solo nella parte alta si presenta qualche breve tratto un po’ friabile; sulle placche della zona inferiore occorre prestare attenzione a non smuovere sassi che rotolerebbero lungo il percorso di salita; in diversi punti la progressione è agevolata da qualche tacca superficiale scavata artificialmente nella roccia; il percorso è attrezzato ininterrottamente su un dislivello di 400mt, per 550mt circa di sviluppo; il cavo è generalmente ben teso, e nei tratti meno ripidi quasi sempre mantenuto a circa 70cm di distanza dalla roccia da solidi tondini metallici con anello. Pur essendo un itinerario di bassa quota, sviluppandosi in una profonda valle esposta a nord non si presta ad essere percorso nei mesi invernali, e dopo inverni particolarmente nevosi può risultare percorribile solo a stagione avanzata. 

Siamo in sei, Io (Alessandro), Ada, Laura, Mariele, GianMarco e Roberto.  Partiamo percorrendo l'autostrada sino ad Aulla e poi la nostra meta automobilistica finale: il paese di Ugliancaldo.

 Antico borgo nel comune di Casola, a 743 metri, che si distende su un crinale panoramico sul Pizzo d’Uccello e sul Pisanino che divide la valle del Lucido da quella del Tassonaro.
Probabilmente il nome deriva dal gentilizio romano Ulius.
Fu fiorente centro artigianale medievale e subì danni notevoli nel disastroso terremoto che colpì la zona l’11 aprile 1837.
Questo sisma produsse la scomparsa del sottostante centro di Uglianfreddo (da non confondere con Uglianfreddo ai Cerri nel comune di Fivizzano).
Oggi in parte le case sono state ricostruite e sono usate per le vacanze mentre molte sono dirute.
É presente una chiesa del XV secolo dedicata a Sant’Andrea ed un Oratorio del XVIII secolo dedicato a San Rocco.
Qua arriva il sentiero 181 da Pieve San Lorenzo ed il 176 da Equi Terme.
(dal sito Escursioni Apuane
http://www.escursioniapuane.com/itinerari/lemma.aspx?ID=972 ).

Una volta giunti al paese lasciamo un'auto presso una marginetta appena prima di entrare in paese e con l'altra andiamo verso le  cave di Cantonaccio fino a una sbarra che ci impedisce di andare oltre, località Zappello. Sono circa 4 km di sterrata che in alcuni tratti e alquanto sconnessa dal passaggio dei mezzi pesanti.
Parcheggiamo in una piazzola laterale e ci prepariamo alla partenza.
Imbocchiamo la carrabile che da prima scende qualche metro,quindi risale mantenendosi a sinistra e con alcuni tornanti raggiunge la Casa dei Vecchi
Macchinari (868mt),nei pressi delle cave alte del Cantonaccio.
Oltrepassate queste dobbiamo percorrere ancora molta strada con ripide rampe che ci troncano il fiato, finalmente lasciamo questa noiosa e polverosa strada e ci inoltriamo nel bosco dove un sentiero ben segnato consente di passare nuovamente sopra le cave, attraversare alcune facili fasce rocciose e raggiungere alla fine un ballatoio alberato ai piedi delle placche dove il cavo metallico indica chiaramente l’inizio della ferrata (1000mt).
Eccoci finalmente, ci armiamo di attrezzatura da ferrata: imbraco, dissipatore e caschetto e subito ci cimentiamo nella salita.
In seguito all'evento sismico del 2013 la ferrata era stata danneggiata
nel suo tratto inferiore dalla caduta di un grosso blocco di roccia di almeno 5 mc che ha provocato la rottura del cavo.
Dopo circa un anno fù risistemata dalla sezione CAI  di Pisa variandone il tracciato nel primo tratto.

Il primo tratto
di salita si sviluppa dapprima lungo una fascia di placche coricate di ottima roccia, dove si procede prevalentemente in aderenza e senza sforzi particolari, tranne alcuni brevi passaggi un po’ atletici per rimontare un paio di risalti della roccia; l’ultimo di questi risalti immette su un ampio piano inclinato con numerosi alberelli e cespugli ed il fondo a tratti un po’ rotto: si prosegue senza grosse difficoltà, prestando attenzione a non smuovere sassi, fino a raggiungere la cresta dello sperone. Saliamo agevolmente e rimaniamo affascinati dalla vicina e vertiginosa  parete nord del Pizzo d'Uccello, 800 metri di parete verticale dove rimbombano le urla di richiamo di alcuni alpinisti che la stanno scalando.
Il percorso poi si sviluppa proprio sul filo della cresta, seguendola quasi fedelmente tranne che in alcuni punti dove ci si sposta lateralmente percorrendo un traverso per vincere un risalto strapiombante, denominato " Il Naso" è questo un passaggio chiave nel quale si aggira un roccione; la pendenza è quasi costante, solo attenuata da qualche pulpito dove si può riposare; molto caratteristico è un passaggio di alcuni metri su una lastra di marmo bianco e rosa," Il Belvedere" che a dispetto delle apparenze offre delle ottime condizioni di aderenza.

Ecco siamo alla fine e sbuchiamo sulla Costiera di Capradossa (1400mt) a pochi metri dalla Foce Siggioli, da qui si possono godere meravigliosi scorci sul Pisanino, sul Monte Cavallo e sul Garnerone - Grondilice.
Giungiamo alla fine della ferrata e come già sperimentato ci ha molto gratificato, un ambiente da favola!
Non possiamo fare a meno di ammirare il magnifico panorama descritto sopra e naturalmente facciamo molte foto che ci immortalano tutti  felici per l'impresa compiuta.

Prima di riprendere il cammino decidiamo di pranzare, ma è  opportuno trovare un pò d'ombra, quindi scendiamo alla vicina Foce Siggioli 1390 mt,  e qui vi sono degli alberi che ci donano un po' di frescura.
Ci siamo riposati abbastanza e riprendiamo il cammino. Ritorniamo sui nostri passi e ci dirigiamo verso i Poggi di Baldozzana percorrendo il sentiero n° 181, in realtà da qui partono diversi sentieri: il 181 come detto, il 189 e il 187 che scende al rifugio Donegani, altro punto d'appoggio in caso di emergenza.
Subito iniziamo a percorrere la Costiera della Capradossa. L
a Costiera della Capradossa è il crinale che da Poggio Baldozzana (1330 metri) arriva a Foce Siggioli (1390 metri) e costituisce il crinale spartiacque tra il Solco di Equi e la Valle del Serchio di Gramolazzo. Essa ha andamento nord-sud ed è percorsa dal sentiero 181 da Ugliancaldo per la Foce Siggioli che poi si abbassa mantenendosi ad est della Cresta della Capradossa. Il punto più alto raggiunge 1464 metri. Il percorso è panoramico e va fatto con attenzione.( dal sito Escursioni Apuane )
E' chiamata cresta di Capradossa il tratto che da
Foce Siggioli (1390 metri)  sale fino alla quota 1590 a cui segue il pianoro omonimo inciso con un intaglio e che poi continua in direzione Nord-est. Essa termina nella zona del Giovetto.  Si chiama, invece, Costiera della Capradossa il crinale che da Poggio Baldozzana (1330 metri) arriva a Foce Siggioli e costituisce il crinale spartiacque tra il Solco di Equi e la Valle del Serchio di Gramolazzo. Essa ha andamento nord-sud ed è percorsa dal sentiero 181 e poi si abbassa mantenendosi ad est della Cresta della Capradossa.
Percorriamo la cresta soffermandoci spesso ad ammirare il panorama, veramente stupendo, comunque se pur facile la cresta la percorriamo con prudenza un volo, qui, non è auspicabile. terminata la cresta entriamo in un bosco di faggi e adesso il sentiero scende ripidamente ma ben percorribile. Usciti dal bosco ci troviamo sui prati del Poggio di Baldozzana, seguiamo il sentiero ben tracciato tra il paleo e anche segnato di recente. giungiamo su uno spiazzo dove troviamo uno strana segnaletica: ci dice che siamo a Baldozzana e che da qui partono i sentieri 189 per Gramolazzo e il 181 per Ugliancaldo, solo che su quest'ultimo viene specificato che bisogna deviare a destra dopo 200 mt. Viene spontaneo chiedersi: "ma non basta seguire il sentiero? Se gira a destra andremo a destra"
l
a risposta la troviamo duecento metri più avanti, troviamo, infatti, un bivio ma nessuna segnalazione o quasi. Scrutando bene tra il paleo notiamo che su alcune roccette ci sono dei segni bianco rossi con a destra il segnavia 181 e a sinistra il segna via 192. Quest'ultimo, se avessimo studiato bene il percorso ci avrebbe evitato di andare con due macchine, infatti scende sino alla marmifera dove abbiamo lasciato l'auto, anzi ci arriva proprio a pochi metri, comunque cercando notizie di questo sentiero si legge che è in pessime condizioni e di difficile individuazione.
Noi prendiamo, naturalmente il 181 che  ci conduce in circa quaranta minuti alla marginetta sulla strada dove abbiamo lasciato l'auto.
Ora non ci resta che ritornare a recuperare la seconda auto e così terminare l'escursione.
Una volta recuperata l'auto terminiamo la nostra giornata al piccolo circolo del paese dove ci beviamo una bella birra fresca, davanti a noi ancora lo splendido panorama sul Pizzo d'Uccello e la cresta Natta Piana, sulla sinistra il Pisanino. Che si può chiedere di più: amici fantastici, un panorama stupendo, una birra fresca!

Foto escursione
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