20/01/2018 Pania della Croce passando dal Canale della Luna
"...che se Tambernicchi
vi fosse sù caduto, o Pietrapana,
non avria pur dall’orlo fatto cricchi."
Dante Alighieri
Percorso:
Piglionico, Sentiero del Pastore, Canale della Luna, Rifigio Rossi, Focetta del
Puntone, Vallone dell'inferno, Pania della Croce, ritorno: Focetta del Puntone,
Rifugio Rossi, sentiero n°7, Piglionico
Quote:
Piglionico1140
mt, Rifugio Rossi 1608 mt, Foce del Puntone 1607 mt, Colle
della Lettera (1790mt),
Pania della Croce 1859 mt.
In particolare la guida
mette in guardia da alcuni pericoli: il primo è semplice ma
fondamentale, “Il buio arriva presto”. È quindi necessario
calcolare con attenzione i tempi dell’escursione scegliendo un
percorso adatto, senza eccedere nelle fiducia delle proprie
capacità e prestazioni. La neve dura o il ghiaccio potrebbero
inoltre complicare l’avanzamento rendendo difficoltoso un
percorso apparentemente semplice.
È poi necessario ricordare
che in montagna il tempo cambia molto velocemente: si può quindi
rimanere sorpresi da improvvise nevicate o acquazzoni, che
possono anche provocare valanghe, frane o allagamenti.
La guida ricorda anche che
la temperatura può abbassarsi molto, scendendo anche molti gradi
sotto lo zero quando cessa il riscaldamento solare. Per questo è
necessario adottare un abbigliamento adatto comprendente
adeguati rinforzi per affrontare le basse temperature. Un
consiglio semplice è quello di portare sempre con se un telo
termico, del peso di pochi grammi, ma in grado di mantenere la
temperatura corporea in caso di emergenza.
Infine un ulteriore semplice ma
importantissimo consiglio: comunicate sempre ad amici e
conoscenti la vostra meta (compreso l’itinerario) e i tempi
previsti per il rientro: saranno informazioni fondamentali per i
soccorsi in caso di bisogno.
Come
Arrivare:
Da
Lucca in direzione Garfagnana, Sp. n° 20 per Gallicano, poi
Molazzana e da qui indicazioni per Rif. Rossi.
Autostrade per
Lucca;
da Genova: A12 Genova-Livorno inn. A11 con uscita
Lucca;
da Milano: A1 e A15 per La Spezia poi A12 e A11
uscita Lucca;
da Firenze e da Pisa: A11 con uscita Lucca.
Dalla Garfagnana: E' l'accesso più comodo e breve. Lasciati i
propri mezzi a Piglionico, una località nel comune di Molazzana,
si imbocca il sentiero n° 7 attraversando prima una faggeta
naturale dove si incontrano residui di vecchie carbonaie, poi i
prati e i pascoli che accolgono il rifugio, alla base dei
versanti della Pania Secca, della Pania della Croce e del Pizzo
delle Saette. Disliv. 500 mt.; h.1.00
Dalla Versilia: dal
rif. Del Freo: sentiero n° 126, h. 2.00
dal rif. Forte dei
Marmi attraverso le Foci di Valli: sentiero n° 7, h. 5.15
- INDICAZIONI STRADALI
-
Sentieri:
Sentiero del Pastore
N° 7
( Cardoso-Collemezzana-foce
di Valli-p.uomini d.neve-foce del Puntone-rif.Rossi-Piglionico )
- N° 139 (la porta-Borra Canala -focetta del Puntone ( foce
Bozzara )
Classificazione:
EEA - itinerario
escursionistico alpinistico
Tempo di
percorrenza: h7
Acqua:
Al rifugio Rossi se aperto
Punti sosta:
Rifugio
Rossi
Traccia Google Earth -
Traccia GPS
Periodo
consigliato:
La
salita per la via normale è molto semplice ed il panorama in
vetta è splendido e domina tutta la catena apuana.
Diventa severissima in inverno quando la
neve si trasforma nell’insidioso ghiaccio apuano e molti,
troppi, l’affrontano senza la dovuta cautela. Proprio sulla
Pania avviene il maggior numero di incidenti in tutte le Apuane,
molti purtroppo mortali, dovuti spesso ad imprudenza ed
imperizia.
Il percorso del Vallone dell’Inferno costituisce sicuramente la
più facile via di accesso alla Pania in condizioni invernali.
Nonostante la sua facilità l’itinerario è di sicura
soddisfazione per l’ottimo innevamento, da inizio inverno fino a
primavera inoltrata, le condizioni del manto nevoso sono
tuttavia buone solo al mattino perché data l’esposizione ad est
la neve tende ad allentarsi rapidamente.
Attenzione nel tratto rifugio Rossi Focetta Puntone in
questo punto con neve ghiacciata ad alcuni passaggi in diagonale
piuttosto ripidi.
Complessivamente una gita che non presenta
difficoltà tecniche anche se il terreno apuanico in
inverno è sempre infido e quindi è richiesta una buona dose di
attenzione.
Riportiamo
alcuni brevi consigli di sicurezza che la regione Toscana ha
reso disponibili on line in un opuscolo destinato agli amanti
(prudenti) della neve .
La
Pania della
Croce (m. 1859) è la regina delle Apuane tanto che un tempo questa
catena montuosa veniva identificata come Panie dal nome della sua
montagna più nota, mentre l'attuale denominazione di Alpi Apuane è stato
assegnato al gruppo montuoso solo in età napoleonica: un tempo la Pania
veniva chiamata "Pietrapana" in quanto questi monti erano stati abitati
per nove secoli dagli Apuani, una tribù ligure e la catena montuosa, ma
soprattutto la sua vetta per eccellenza, aveva preso il nome da questi
antichi abitatori "Pietrae Apuanae", cioè monti degli Apuani. Perfino il
Boccaccia nel suo "De Montibus" ricorda la Pania come "Pietra Apuana
Mons" e Dante nel canto XXXII dell'Inferno della Divina Commedia nei
versetti 28/30 quando parla del ghiaccio che ricopre il lago di Cocito
dice che era così spesso "…che se Tambernicchi vi fosse caduto o
Pietrapana, non avrìa pur dall'orlo fatto scricchi" dove per
Tambernicchi si intende il Monte Tambura e per Pietrapana la Pania alla
Croce; e Ludovico Ariosto, governatore della Garfagnana per conto degli
Estensi dal 1522 al 1525, afferma: "La nuda Pania tra l'Aurora e il
Noto, da l'altre parti il giogo mi circonda che fa d'un Pellegrin la
gloria noto". È conosciuta come la Regina delle Alpi Apuane, essa è la montagna più conosciuta e la più frequentata dagli escursionisti. Con i suoi 1859 metri è la quarta vetta delle Apuane e la più alta ed imponente della zona meridionale. Essa si trova nel territorio di tre comuni della provincia di Lucca: ad ovest e a sud Stazzema, a nord-est Molazzana e a sud-est Vergemoli. Proprio la vetta è il confine tra i tre comuni ed in passato tra tre stati (Lucca, Firenze e Modena). Il monte ha forma conica solcata da canali e termina con una cresta pianeggiante sulla quale a sud si trova la vetta, con una vicina antecima nord di poco minore ed una spalla settentrionale che arriva alla sella del Callare da cui la cresta prosegue verso il Pizzo delle Saette che domina Col di Favilla. La Spalla settentrionale scende alla Focetta del Puntone per proseguire nella cresta dell’Uomo Morto e poi alla Pania Secca, mentre a nord-est precipita nell’orrida Borra di Canala. Ad est la cresta sommitale delimita il Vallone dell’Inferno aspro e roccioso e ricco di anfratti dove si conserva la neve anche in estate. Il versante sud-ovest è quello che appare più imponente e scende verso la Foce di Mosceta presso la quale si trova il rifugio Del Freo del Cai di Viareggio. A sud, con la Costa Pulita, il monte scende verso Foce di Valli e la cresta che porta al monte Forato dalla quale l’intero gruppo delle Panie appare nella sua maggiore imponenza panoramica. Molto interessante per l’escursionista invece la Pania non rivesta particolare attrattiva per gli arrampicatori a causa dei versanti erbosi, ma essa offre il massimo del suo interesse alpinistico in inverno. Purtroppo il ghiaccio apuano è difficile e non perdona chi lo affronta senza la necessaria preparazione ed il dovuto rispetto. La Pania probabilmente fu salita già nell’antichità. Molti naturalisti la visitarono ad iniziare dal XVI secolo ed esistono documentazioni delle salite ad iniziare dalla metà del 1800. Sin dall’antichità gli Uomini delle Nevi, valligiani versiliesi, ma anche garfagnini, salivano gli aspri sentieri che da loro prendono il nome per approvvigionarsi di neve che rimaneva fino in estate nei versanti più riparati dal sole. La prima ascensione invernale è del 1882. La storia delle esplorazioni delle Alpi Apuane nasce proprio come esplorazione della Pania della Croce. La via di salita più semplice è da Mosceta con il sentiero 126 per il Callare e da qui per la cresta sommitale. Naturalmente a Mosceta si può arrivare da varie località apuane ed al Callare si arriva anche dalla zona della Garfagnana passando dal Rifugio Rossi. La vetta è caratterizzata da una imponente croce metallica, la prima fu innalzata il 19 agosto 1900 e fu poi colpita da un fulmine. Quella presente attualmente, insieme ai ruderi della prima, fu posta in loco il 19 agosto 1956 ad opera dell’UOEI di Pietrasanta, però il nome Pania della Croce era già in uso all’inizio del 1800. ( da Escursioni Apuane www.escursioniapuane.com/SDF/Paniadellacroce.html ) Oggi siamo solo in due: Danilo e io, Alessandro, ci troviamo puntuali alle ore 07,00 a Pietrasanta e prendiamo la direzione Castelnuovo di Garfagnana per la provinciale 13 attraverso la galleria del Cipollaio. Giunti a Castenuovo seguiamo le indicazioni per la località Piglionico; prima di girare a sinistra per Modena sulla destra c’è una strada proprio davanti a delle grosse antenne, se si fa attenzione c’è anche un’indicazione per il Rifugio Rossi alla Pania, le indicazioni stradali indicano per Molazzana. Imboccata la strada si prosegue sino a un trivio e si segue per Monte Altissimo e giunti sulla strada che giunge da Gallicano si gira a destra sino all'Alpe di S. Antonio; si prosegue sempre sino ad arrivare alla cappellina del Piglionico (m. 1150), che ricorda un gruppo di partigiani sopraffatti il 28 agosto 1944 dai tedeschi nelle loro postazioni poste sul Monte Rovaio che è proprio qui di fronte. Giungiamo al bivio per l'Alpe di S. Antonio e imbocchiamo la strada delle Rocchette (così chiamata perchè conduce ad una palestra di roccia posta su un gruppo di roccioni alla pendici orientali della Pania Secca) che porta al Piglionico, la strada si snoda tra boschi di faggio e ogni tanto si apre sulle Apuane lasciando vedere la Pania Secca, la Pania della Croce, l'Omo Morto ecc.. Per raggiungere questa località c'è voluto un'ora e mezza abbondante, in compenso, arrivati in località Alpe di Sant'Antonio da qui in poi ci aspettavamo di trovare la strada ghiacciata e invece la troviamo bella pulita e asciutta, meno male altrimenti ci saremmo dovuti sobbarcare una quarantina di minuti su strada asfaltata, lunga e noiosa . Appena imboccata la strada dobbiamo fermarci un attimo per l'obolo del parcheggio, 3€ per un'intera giornata. Poi tranquillamene raggiungiamo la nostra meta, il Piglionico Dopo averlo raggiunto questa volta invece di prendere il sentiero ufficiale CAI N° 7, giriamo a destra appena prima della cappellina prendendo la strada che porta alla teleferica del rifugio Rossi. Percorriamo da poco il " sentiero del Pastore " e ben presto dobbiamo indossare i ramponi e mano alle piccozze in quanto vi è una spessa lastra di ghiaccio sul percorso. Proseguiamo su misto tra rocce e neve ghiacciata sino a incrociare un ampio canale, è questo il Canale della Luna. Sopra di noi vediamo dove passa il sentiero con la Grotta del Pastore Prendiamo, quindi, a sinistra e ci cimentiamo su ripidissimo pendio, intravediamo quello che ci sembra il crinale e, naturalmente, una volta raggiunto si è rivelato come una prima spalla. Ci troviamo ora nel bel mezzo del canale, il Canale della Luna sulla parete nord ovest della Pania Secca. Prendiamo a salire, la neve è abbastanza buona, i ramponi fanno ben presa, ci aiutiamo con le due piccozze. Si fa sempre più ripido e mettiamo in pratica tutte le tecniche che abbiamo imparato in passato o che conoscevamo solo in maniera teorica concentrandoci a fondo su ciò che facevamo. E' dura ma anche divertente, dobbiamo evitare anche qualche inghiottitoio, giungiamo al tratto più caratteristico, una stretta e ripida gola ma per raggiungerla dobbiamo calarci in una grossa e profonda buca. Entriamo nella stretta apertura domandandoci se non ci si rimarrà incastrati e anche qui la salita è molto ripida. Comunque riusciamo a passare e ci ritroviamo all'aperto sempre su ripido pendio e in breve raggiungiamo la via normale per la Pania Secca. Ora ci troviamo su un pendio molto inclinato e su neve ghiacciatissima e si pone il dilemma se proseguire o ripiegare verso il rifugio Rossi e magari poi salire alla Pania della Croce. Unanimemente decidiamo la seconda ipotesi. Comunque la vista è un vero giulebbe, il sole rende splendido questa grande spianata che si trova sotto il rifugio alle pendici dell'Omo Morto è tanto bello che non me ne andrei più di qui è veramente stupendo, il paesaggio e da fiaba, che splendore camminare su questa neve anche se poca, e poi il silenzio, il silenzio desiderato tutta la settimana è finalmente ristora le nostre orecchie torturate dai suoni, rumori, della civiltà e dalle parole spesso dette solo per dar aria ai polmoni ah, finalmente il Silenzio! Siamo nel grande catino che porta al Rifugio Rossi dove d'estate vi sono ampi prati ricoperti di mirtilli e lamponi, essendo esposta a nord la coltre di neve è più abbondante il "naso dell'Uomo Morto" ci sovrasta, proprio sotto questo si è staccata una piccola slavina, non è enorme ma esserci stati nel mezzo non sarebbe stato piacevole! Intravediamo il tetto del rifugio. Saliamo la ripida salita che ci separa dal rifugio "Enrico Rossi alla Pania", quota 1609. L'ambiente è molto bello, circondato dalle cime delle Panie; il panorama poi si apre verso le Alpi Apuane settentrionali e sul Sumbra e a est l'Appennino gonfio di neve; già da qui c'è una splendida vista. Decidiamo dunque di salire in vetta, riprendiamo la marcia verso la Pania della Croce. Sempre attraverso il sentiero N° 7 sotto l'Omo Morto e ci portiamo alla Foce del Puntone 1607mt. importante crocevia, con i sentieri per Foce di Valli (n° 7), Borra di Canala (n° 139) e Pizzo delle Saette. Per giungere alla Focetta bisogna attraversare un pendio che normalmente non è molto impegnativo ma con le condizioni di ghiaccio come quello di oggi non è stato uno scherzo arrivarci. La Focetta del Puntone è un valico tra la Pania della Croce e l'Omo Morto, crocevia di diversi sentieri, tra questi il 126 per la Vetta della Pania e il 7 che percorreremo al ritorno. Si entra poi nel Vallone dell'Inferno alto circo glaciale compreso tra le due creste E della Cima principale e della Spalla settentrionale; pur mandando le sue acque al versante S su Fornovolasco (dove si basa con un'erta parete), ha caratteristiche ambientali, specie in inverno, simili a quelle del vicino altopiano sul versante N, da cui lo separa la Focetta del Puntone; da questa corre nella sua parte bassa il sentiero per il Passo degli Uomini della Neve. Verso la Cima principale si dirigono bellissimi percorsi invernali. In direzione della Spalla settentrionale, cioè verso destra, il pendio è molto meno ripido e vi si svolge la via normale dal Rif. Rossi. Dalla Focetta del Puntone ci inoltriamo nel Vallone dell'Inferno imboccando il sentiero n° 126, l'ambiente anche con la neve si presenta come un'orrida pietraia; saliamo e subito capiamo che la neve oggi non è delle migliori ma davanti a noi si presentano chiarissime tracce di chi ci è passato giorni prima quando la neve era più morbida, tracce cosi nitide da sembrare scalini proseguiamo per queste ma superata la famosa Buca della Neve, ( per chi non conosce la storia della Buca della Neve e degli " Uomini della Neve ": Sul fianco sinistro della Valle dell'Inferno si apre una buca, della "Buca della neve", dove a causa della scarsa esposizione vi rimane, sarebbe meglio dire rimaneva, la neve ghiacciata per quasi tutto l'anno e dove venivano a prenderla da Cardoso attraverso il Passo chiamato appunto "Passo degli Uomini della Neve" per portarla ai centri turistici della riviera versiliese in tempi in cui i frigoriferi erano ancora proprietà di pochissimi; fra coloro che sono saliti fin quassù a caricare la neve per portarla a valle, superando un dislivello di 1300 mt. Dicevo..... si! qui, anche se più esposta al sole, la neve è assai dura ma continuiamo dirigendoci verso il Callare della Pania. Il percorso della via normale ci porterebbe sulla destra, al Colle della Lettera (1790mt) ma stavolta anche seguendo le tracce decidiamo di di prendere sulla nostra sinistra, come si suol dire " a diritto ". Ancora sono presenti gli scalini ma.......ops sono terminati ci troviamo su un ripidissimo pendio, ancora più ripido di quelli appena fatti nel Canale della Luna, niente più tracce e i ramponi si piantavano ma per pochi millimetri, con tutta la forza picchiavamo le becche delle piccozze per ulteriore sicurezza e gattonando finalmente giungiamo sulla cresta. La neve, come era da immaginarsi, è più abbondante nella parte a nord mentre il versante rivolto verso il mare è quasi sgombro, sulla cresta però ce n'è molta e dobbiamo far attenzione alle cornici e al ghiaccio; in pochi minuti siamo sotto la grande Croce che dal 1956 svetta dalla cima. Rimaniamo lì ad ammirare il panorama, la giornata ce lo permette è veramente splendida! Davanti a noi uno dei panorami più belli, spazia dalla Versilia fino a tutta la catena appenninica e a tutte le vette delle Apuane e in giornate come oggi la vista arriva sino alle alpi Marittime distinguendo nettamente il Monviso; quello che vediamo non si può descrivere, bisogna venire qui e constatare di persona. Non verremmo mai via, la vista è ampiamente appagata, Decidiamo comunque di scendere visto come si presentava la neve . Giunti al Callare i nostri dubbi ci vengono confermati, la pendenza è talmente forte che scendere a faccia in avanti è impensabile e allora picche e in mano e ramponi ai piedi si inizia a scendere a quattro zampe. E' molto faticoso scendere così ma questa tecnica ci dà abbastanza sicurezza il primo tratto sembra non finire mai sino al Colle della lettera , una volta raggiunto possiamo prendere un po' di fiato in quanto ci troviamo su un tratto abbastanza pianeggiante; subito dopo però riinizia la forte pendenza e seguendo ancora la stessa tecnica ci portiamo fin sopra la Buca della Neve e finalmente possiamo proseguire camminando normalmente, in piedi ma concentrandoci sempre al massimo. Arriviamo alla Focetta del Puntone e da qui ci riportiamo al Rifugio Rossi dove abbiamo intenzione di fermarci per pranzare almeno dentro il bivacco visto che il rifugio è chiuso. Una settimana fa era chiuso, oggi per fortuna lo abbiamo trovato aperto, almeno possiamo stare seduti e all'asciutto anche se dentro è più freddo che fuori. Mangiamo le nostre cose e conversiamo con due escursionisti, rimaniamo un bel po' a ristoraci ma poi dobbiamo riprendere il cammino seguendo quello che potrebbe essere il sentiero n°7, davanti a noi si staglia imponente la mole della Pania Secca, sopra di noi la sagoma dell'Omo Morto. Naturalmente con la neve il percorso ce lo scegliamo come vogliamo e scendiamo piuttosto in linea retta sino a raggiugere il bosco sottostante. Seguiamo il sentiero ma spesso tagliamo a traverso per divertenti pendii zig zagando tra i faggi. Superato quel che ne rimane di una costruzione dopo breve ci troviamo in una zona aperta dove troviamo le indicazioni per il 127 sulla sinistra e il 7 proseguendo dritti, siamo a pochi passi dal Piglionico e attraverso gli alberi vediamo le auto, non ci resta che raggiungerle. L'escursione è terminata ed è stata un successo, soprattutto per la riconferma della nostra amicizia, non che ce ne fosse stato bisogno, ma la certezza è stata nell'aver goduto nello stare assieme. C’è chi il bene preferisce darlo, c’è chi preferisce riceverlo ma, per fortuna, il bene non è quello che uno dà o quello che riceve: è quello che è la relazione fra due, o fra molti; si chiama in molti modi e uno dei suoi nomi è Amicizia e rende felici, perché l’Amicizia è bello trovarla, ma è ancora più bello provarla. Ricordatevi che la conoscenza e l'umiltà in montagna possono salvarvi la vita!!!!!! Foto escursione Se vuoi unirti a noi apuano@email.it
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