06/05/2018 Monte Sagro

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Foto Filippo Bitossi
Il Monte Sagro è un rilievo montuoso italiano appartenente alla catena delle Alpi Apuane. Si trova in alta Toscana e sovrasta e domina tutta la zona di Carrara.
La montagna si trova nella parte settentrionale della catena in posizione distaccata dallo spartiacque principale. La vetta, da più recenti misurazioni, è risultata avere un'altitudine di 1752,9 metri s.l.m., a differenza dei 1749 metri con cui è quotata storicamente. Costituito in prevalenza da marmo di pregiatissima qualità, ospita diverse cave alle le sue pendici. L'ascensione alla vetta avviene esclusivamente dal versante marittimo per la pendenza più dolce (contrapposta allo strapiombo che caratterizza la parete nord). I tempi di ascensione sono di circa 70-80 minuti partendo da Foce di Pianza e di circa 120 minuti partendo dal vicino Rifugio Carrara
nome stesso identifica un'antica area sacra per le popolazioni Liguri, collegata visivamente al Monte Beigua, altra montagna sacra posta quasi al centro dell'arco ligure. Insieme al Monte Bego, al confine tra Italia e Francia, il Beigua e il
Sagro erano i principali santuari della Liguria preistorica. A testimonianza di tale sacralità, le stele antropomorfe della Lunigiana, custodi dei valichi, diffuse nella zona delle Apuane, erano il simbolo che legava la terra al cielo.

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Percorso: Foce di Pianza (m. 1279) - Spallone (m. 1650) - Sagro (m. 1749) - Foce di Pianza

Come Arrivare: Da Carrara al ponte sul Carrione si svolta a destra per Gragnana (m. 219), si oltrepassa questo paese giungendo a Castelpoggio (m. 547) e quindi si prosegue fino a che, appena prima del valico della Spolverina, quota 655, si prende decisamente a destra per la carrozzabile che porta a Campo Cecina. Si oltrepassa il valico della Gabellaccia, così detto perchè qui esisteva una dogana di confine fra il Ducato di Massa-Carrara (estense) e il territorio di Fivizzano (Granducato di Toscana) per pervenire al Colle dell' Uccelliera, m. 1230, dove è assolutamente obbligatorio fare una sosta nell'ampio piazzale: infatti a destra ci si può affacciare e abbracciare con lo sguardo il bacino marmifero di Carrara, uno spettacolo veramente impressionante che lascia senza fiato.
Riprendiamo la strada per Foce di Pianza (m. 1279) dove giungiamo in breve tempo: davanti a noi il Sagro (m. 1749) con il bacino delle cave, sulla sinistra il monte Borla (m. 1469) e sulla destra i monti Maggiore (m. 1396) e Spallone (m. 1650).


                    INDICAZIONI STRADALI
 
Sentieri:Segnaletica: CAI Bianco rossa - 172 foce Luccica-Vallini di Sagro-foce della Faggiola-foce di Pianza -  173 rif.Carrara-foce di Pianza-foce del Fanaletto-foce del Pollaro-foce di Vinca-foce di Navola capanna Garnerone.

 

 

Classificazione: E - EE
 
Tempo di percorrenza:  h4

 

 
Acqua: assente
 
Punti sosta: Rifugio Carrara a Campo Cecina Telefono: 0585 841972

 

 
     Traccia Google Earth -     Traccia GPS                          
Periodo consigliato:  Naturalmente si può effettuare sia in inverno che in estate ma nella stagione invernale per tutte le traversate e tutte le ascensioni sono necessarie molta esperienza e sicurezza nella progressione, con ramponi, piccozza

Questa domenica, io e la Monia ci aggreghiamo agli amici Indipiententes Apuanos ( https://www.facebook.com/groups/157049881123829/?ref=group_header) e quelli di Trekking Mania ( https://www.facebook.com/groups/1098535830231398/ ) per un'escursione classica al monte Sagro sulle nostre Apuane, l'evento è stato denominato " attacco al Sagro" si, un vero e proprio attacco dato che alla partenza siamo in trentatré partecipanti.r
Per la salita abbiamo seguito la  Via Normale
che dalla Foce di Pianza  segue una bassa cresta che si affaccia sulle cave della valle di Torano fino al mare, per giungere alla Foce della Faggiola con segnavia 172, con vista sulla valle di Colonnata. Si segue il sentiero segnato di blu che prosegue percorrendo gli ampi prati del versante Sud-Ovest, lasciandoci sulla destra lo Spallone. La salita è agevole e panoramica sul Borla, sulla Lunigiana e sul litorale. Nella parte terminale, il percorso si innesta nell'ultimo tratto di salita della cresta Ovest, con panorami sulla valle di Vinca, sulla cresta Nattapiana e sul Pizzo d’Uccello.
La seconda per Cresta Sud, dalla Foce di Pianza fino alla Foce della Faggiola per poi proseguire sulla destra, con itinerario non segnato ma con tracce evidenti e tratti anche un po' esposti, per la lunga cresta verso lo Spallone, cui si sale facilmente alla vetta di 1560 metri, e si prosegue fino a raggiungere quella la vetta del Sagro, con scorci ampiamente panoramici sulla zona delle Borre del Sagro e sull'intera catena apuana.
Abbiamo appuntamento alla Foce di Pianza da dove inizieremo la nostra escursione
.
L'ambiente si trova nella più famosa località delle Alpi Apuane di Massa Carrara da dove si ha una veduta unica che abbraccia il golfo di La Spezia, la valle del Magra, le Alpi Marittime fino al Monviso e al di là del mare la Corsica e l'isola d'Elba, oggi visto le condizionimeteo non proprio così!
Da quì si può anche apprezzare la vista del più grande bacino marmifero del mondo e la devastazione da questo prodotta.
L'imponente massiccio del Sagro domina l'estremità occidentale delle Apuane, sorge in posizione isolata a lato della dorsale principale della catena. E' un'acuminata punta a forma di grossolana piramide triangolare, un fulcro roccioso da cui si originano a raggiera tre distinte valli. Il fianco nordorientale, rivolto verso la Lunigiana, chiude a sud la Valle di Vinca, quello sudorientale costituisce la testata del Canal Regollo, nel massese, mentre il terzo guarda a sudovest,
Prendiamo il sentiero, n° 172/173, che vediamo segnato proprio vicino al parcheggio e ci  dirigiamo verso Sud Est; sotto di noi ,su entrambi i versanti si aprono delle impressionanti cave e in particolare volgendo lo sguardo verso il mare si vede l’enorme bacino marmifero di Campo Cecina. Non possiamo che constatare l'ormai  scomparsa di intere montagne e solo l'ipocrisia dell'uomo lascia eretto quello che rimane della vetta tanto per dire che la cima c'è ancora, quando impareremo ad usare con più raziocinio le risorse della terra senza sfruttarle sino all'osso? E che cosa lasceremo ai nostri figli?
Scusate lo sfogo ma quelle ferite sulle montagne è come sentirmele addosso.
Giungiamo in breve a un bivio abbiamo lasciato a sinistra il segnavia 173 che prenderebbe il sentiero per la " direttissima sulla cresta ovest"  al Sagro, si segue il 172, che continua a salire lungo la cresta dove vi sono dei passaggi su roccette non pericolosi ma da affrontare con la dovuta attenzione;   raggiungiamo poi  un boschetto di faggi e poi la Foce della Faggiola (1464 m), in questo punto numerose  sono le presenze di trincee e ricoveri che ci ricordano quel triste evento che fu l’ultimo conflitto mondiale dove vedeva attestate su queste montagne le truppe tedesche a difesa della “ Linea Gotica “. 
Passata La Faggiola, il sentiero 172 scende verso sud, verso Colonnata, mentre quello per il Sagro prosegue verso Nord, non più segnato con segni bianco/rossi CAI ma con poco evidenti tracce azzurre . Il nostro gruppetto di comune accordo si divide  e mentre un  gruppo sale per via "normale", sentiero  comodissimo e senza nessun problema se non la salita, si attraversano bellissimi prati, poi il sentiero sale ancora sù inesorabilmente sino alla vetta della montagna, l'altro gruppo, meno numeroso,  decide  per la via un pò più impegnativa ma molto più divertente che è quella dello Spallone.
Si inizia la salita dalla prima cresta che sale decisamente ripida. Il percorso si sviluppa in un saliscendi su quattro gobbe più o meno ripide con attraversamento di creste assai esposte, un discreto branco di capre selvatiche ci squadrano curiose, ma poi decidono che non siamo poi così interessanti e si buttano a capofitto in quello che a noi sembra uno strapiombo impossibile da percorrere.
Dalle creste, in altre occasioni, si aprirebbe un meraviglioso  panorama che si distende dagli Appennini a tutte le Apuane, in primo piano il Garnerone, la Natta Piana, il Grondilice, il pizzo d'Uccello, il Contrario, il Cavallo, la Tambura ecc. Bellissimo il panorama sulla costa; peccato oggi la giornata non è per niente quella giusta per avere un panorama mozzafiato.
Affrontiamo l'ultima salita e giungiamo finalmente sulla vetta del Sagro a quota 1749 mt.
Devo dire che sono rimasto deluso di non essere accolto dalla bella statua della Madonna che era in vetta, era già rotta in più pezzi ma comunque c'era. Altre volte che sono stato su questa vetta ho pensato che qualche scarica di fulmini magari l'avessero colpita rompendola ma poi più realisticamente penso che di fulminato ci deve essere stato solo il cervello di qualche individuo
a cui il cervello deve essere un optional!
Rotta o no  un pensiero di ringraziamento glie l'ho rivolto.
Siamo in cima e proviamo un misto di felicità e di delusione, delusione per non potere godere del  panorama favoloso.
Peccato, avremmo avuto davanti a noi  la costa da La Spezia a sud di Livorno, le dolci colline della Lunigiana e tutta la catena apuana, dal Pizzo d’Uccello – troneggiante di fronte a noi alla Pania, e più a sud il Gabberi. Accucciato sotto il Pizzo è ben visibile il paesino di Vinca.
Invece, purtroppo dato il forte vento freddo e i è primi goccioloni che iniziano a bagnarci ci troviamo costretti a scendere formando una lunga fila multicolore, questa volta percorriamo il sentiero normale, infatti dopo aver percorso la cresta nord ovest ci dirigiamo verso sud attraversando praterie di paleo sino a giungere alla Faggiola e ripercorrendo il sentiero fatto in precedenza ci riportiamo ala Foce di Pianza.
Giornata due volte bella: una naturalmente per l'ambente meraviglioso delle nostre Apuane e l'altro di aver potuto condividere l'esperienza con altre persone che come noi amano profondamente questi monti.


Foto escursione 
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