Fiduciosi che le previsioni meteo ci azzecchino
tentiamo una bella camminata sulle nostre montagne,
la nostra meta è il monte Sumbra.
Certo il tempo non è che sia molto bello e già alla partenza pioviggina ma le
previsioni dicono che in tarda mattinata il celo si rasserenerà, ci crediamo e
quindi via partiamo.
Il Monte Sumbra, con i suoi 1769
metri d’altezza, rappresenta il picco più alto della dorsale est-ovest lunga tre
km, formata anche dal M. Fiocca; il maestoso versante meridionale, con
impressionanti e brulle pareti alte oltre 500 metri, è delimitato dalla valle
del Turrite Secca, nella quale confluiscono canali profondamente incisi e con
splendide marmitte. Molto forte è il contrasto con il versante settentrionale:
sulle quote superiori abbiamo vasti prati con evidenti fenomeni di carsismo
superficiale, e più in basso le ripide pendici boscose sembrano quasi gettarsi
nel sottostante Lago di Vagli e nella Valle dell'Edron.
Oggi non siamo in molti visto le tante iniziative che sono in atto in questa
domenica, siamo in quattro non per questo la compagnia è da meno.
In auto ci
portiamo a Canne di Careggine dove possiamo parcheggiare comodamente nel
parcheggio deserto.
Capanne di Careggine, situato sulle pendici meridionali del Monte Sumbra,
a circa 850 metri s.l.m., sotto le Coste del Giovo, costituisce un magnifico
punto di osservazione sul vicino Pizzo delle Saette. La sua parte inferiore è
posta sulla strada di Passo di Scala che, staccandosi dalla Via d’Arni (SP13),
conduce a Careggine attraverso il Passo della Formica mentre la parte più alta,
comprendente la chiesa di San Giacomo e la Torre campanaria, oltre che a piedi
da quella inferiore (sentiero 145), è raggiungibile in auto tramite una stradina
senza uscita che si imbocca un paio di tornanti più in alto del Ristorante "La
Ceragetta". Nel borgo, in via di abbandono, risiedono ormai poche decine di
persone.
Noi partiamo dalla strada principale e imbocchiamo una strada che porta
alle vecchie scuole e da qui inizia il sentiero n° 145 che si inoltra
in una suggestiva selva di
castagni secolari in breve raggiungiamo il vecchio borgo in prossimità della
chiesa di San Giacomo, di fianco al campanile è presente una fontana per
rifornimento, dopo non se ne trova più.
Percorriamo, più che un sentiero, una strada sterrata molto comoda ma ben presto
il percorso si snoda su un vero e proprio sentiero che ci porta, dopo circa
un'ora, ad una strana conformazione geologica, una caratteristica stretta
spaccatura nella roccia dove si può passare solo uno alla volta " La Pietra
Spaccata". Dopo la
spaccatura il sentiero scende tra rocce permettendoci di superare la cresta che
scenda dalle Coste del Giovo. Passando da un versante all'altro abbandoniamo
anche il bosco di castagni e ci troviamo su prateria e con scarsa vegetazione
d'alto fusto.
Procedendo per questi prati e salendo abbastanza ripidamente, giungiamo ai "
Capannelli di Careggine " ruderi di vecchie abitazioni di pastori che quì
avevano l'alpeggio. Essendo in luogo aperto abbiamo un panorama davvero
suggestivo: dominano la scena il Gruppo delle Panie, con il maestoso
contrafforte del Pizzo delle Saette in primo piano; fanno bella mostra di sé
anche il Corchia e il Freddone. Giù in basso, sul fondo della Val di
Turrite, è ben visibile il verde smeraldo del lago di Isola Santa.
Proseguiamo a mezza costa sempre su prato, il sentiero non
sempre evidente sale tra numerosi zig zag, l’erba è sempre più alta ma i segni
sono abbastanza visibili e comunque sono presenti anche dei picchetti che ne
fanno individuare il percorso anche da lontano,
dopo aver oltrepassato ancora altri ruderi ci inoltriamo in uno splendido bosco
di faggi.
Una domanda ce la siamo fatta: “ma se hanno
costruito quelle case l’acqua dove la prendevano?” ma sicuramente ci deve
essere, guardiamo ma notiamo solo un rivolo e non capiamo neanche da dove venga.
Ormai siamo in vista del crestone est del Sumbra. Continuiamo
nella faggeta e attraversata giungiamo al Colle delle Capanne (m.1452), dove
incrociamo la strada forestale proveniente dalla Maestà del Tribbio.
Questa
volta i meteorologi hanno lavorato bene e infatti il cielo inizia a far
intravedere ampi spazzi di blu ma hanno anche azzeccato che ci sarebbe stato
vento e anche se c'era! Un vento molto forte e freddo
che ci obbliga a coprirci meglio e indossare anche i guanti.
Dopo una breve sosta prendiamo sulla sinistra un’evidente sentiero tra i faggi
sino a giungere sul crinale del Sumbra,
notiamo subito le ripide pareti e davanti a noi l’imponente parete sud una
ripidissima parete, non so la sua altezza ma è veramente impressionante.
Usciti
dal bosco inizia la salita alla vetta, il sentiero all’inizio attraversa una
zona carsica piena di fessure e rocce, in altri momenti avremmo proseguito per
cresta molto più spettacolare sempre a ridosso dei profondi baratri, percorso che se non si
soffre di vertigini non presenta difficoltà.
ma come detto c'è moltissimo
vento e preferiamo prendere il sentiero CAI che prosegue più in basso nel
versante interno, è ben visibile tracciato con i classici segni bianco rossi del
CAI.
Infine giungiamo su una ripida salita erbosa dove arriva il sentiero attrezzato
“Ricciardo
Malfatti”
che giunge dal Passo Fiocca,
pomposamente chiamato anche ferrata che assolutamente non lo è!
In
breve, spinti da un fortissimo vento freddo, siamo in vetta al Sumbra , sono passate 3,00 ore dalla partenza.
Il Sumbra è una montagna dalla
conformazione molto particolare: ad ovest rovina con uno scalino di 200 m. verso
il Passo Fiocca, mentre ad est la cresta (che abbiamo percorso) ha un sapore più
appenninico che apuano. Caratteristica è anche l’immensa parete sud, ben
visibile dal tratto di strada Arni-Isola Santa. Da Vagli la nostra montagna
sembra invece un gigante accucciato, con la testa rivolta verso ovest.
Il panorama, ora che il cielo è sgombro dalle nuvole, è favoloso: a nord è ben visibile tutta la catena appenninica
con una leggere spolverata di neve, verso
nord ovest spuntano tutte le vette principali della Apuane settentrionali, ad
ovest fanno mostra di sé il M.Fiocca, la cresta di Sella ed il M.Altissimo,
sconvolto dalle cave; a sud Corchia, Freddone e Panie dominano la scena. Più in
basso ben visibile il lago artificiale di Vagli.
In vetta dopo esserci scambiati gli auguri di una buona vetta e fatto alcune
foto siamo ridiscesi velocemente visto il freddo e il vento, naturalmente
riprendiamo il sentiero percorso precedentemente, in
breve giungiamo al bosco dove riparati dal vento possiamo dedicarci ad una sosta
pranzo.
Riprendiamo il cammino e ci ripartiamo al Colle delle Capanne, non ci resta che
ripercorrere a ritroso il percorso già fatto al mattino e dopo un paio d'ore
raggiungiamo il borgo di Capanne di Careggine, il borgo va via via spopolandosi
ma qui c'è un bel ristorantino dove si mangia genuino e spendendo il giusto,
entriamo godendo del caldo tepore che c'è all'interno e per oggi ci
accontentiamo di un corroborante e caldo caffè.
Alla prossima!!